Da La realtà dell’orco, SilvanaDe Mari, ed Lindau uscita probabilmente giugno 2012
…“I negri sono esseri inferiori, e se non possono essere schiavi meglio siano uccisi” lo ha scritto Voltaire. Voltaire è un apostolo della più assoluta intolleranza. Ècrasez l’infàme, schiacciate l’infame è il suo grido di battaglia, l’ultima frase da lui pronunciata sul letto di morte è “Odio l’umanità”, di Gesù Cristo scrive “Odio quell’uomo”. La famosa frase “odio quello che dici, ma sono disposto a morire perché tu possa continuare a dirlo”, Voltaire non l’ha mai detta, né scritta, né avrebbe potuto: il suo urlo è schiacciate l’infame, e gli infami sono tutti coloro che non la pensano come lui. Gli è attribuita perché di Voltaire si è costruito un santino, una versione apocrifa e idealizzata: spesso le versioni attuali del Dizionario Filosofico sono amputate della parti più razziste e antisemite per non fargli fare brutta figura. Pur di schiacciare gli infami, lo stesso Voltaire raccomanda la menzogna quando utile per screditare gli avversari. Voltaire è un campione dell’odio: quello che odia più di tutto, sono gli Ebrei. Li odia per la loro fede millenaria, e, come Hitler, per essere la “causa” del cristianesimo. Lèon Poliakof, Storia dell’antisemitismo, ci parla del suo odio folle per gli ebrei, che è totale, genetico, senza speranza, condiviso anche da Immanuel Kant, da Hegel, da Montesquieau, e di come i semi della catastrofe finale siano tutti lì.
“È giusto che una specie così perversa (“gli Ebrei”) divori se stessa e che la terra venga purificata da questa razza” Voltaire.
Chiedete e vi sarà dato: tempo meno di due secoli arriverà un caporale austriaco a mettere in atto il progetto. E il mondo si riempirà di orchi, fin oltre l’orizzonte, più atroci e terribili di come Tolkien li ha descritti. Nemmeno le zanne di Alien, lo sguardo vuoto di Terminator riusciranno ad imitare l’orrore.
Voltaire e Kant mettono le basi dell’antisemitismo laico, ben più grave di quello religioso perché razziale, quindi senza speranza: mettono le basi del genocidio …
…Maggiore libertà, inclusa quella di fallire: nasce l’uomo del risentimento.
Il crollo della mortalità infantile rende molto numerosi i figli dei contadini, troppi per i campi paterni. Molti raggiungeranno le città e diventeranno altro.
L’uomo diventa padrone del proprio destino, quindi diventa padrone del proprio successo, ma anche del proprio fallimento. Capire la modernità è difficile. Riescono bene coloro che hanno alle proprie spalle un alto tasso di alfabetizzazione, un bel po’ di studi e un carattere poco incline alla paranoia. Per tutti gli altri la teoria del complotto è sempre a disposizione. Anche se la situazione oggettiva è migliorata infinitamente rispetto alle epoche precedenti, niente più grandi carestie, niente più grandi epidemie, (ma quanti hanno la percezione storica per comprenderlo?), l’uomo contemporaneo si sente sempre più in balia di forze oscure. Banche, assicurazioni, potere economico e finanziario costruiscono un’unica congiura. Chi in questo mondo difficile riesce, viene visto come il proprietario della realtà e quindi il colpevole di tutti i mali, ma non responsabile di tutto quello che invece funziona, per esempio la minore mortalità infantile. Uno dei numerosi e magnifici effetti benefici dell’Illuminismo, fenomeno ricco e complesso, sia chiaro, è stato il primo abbozzo di emancipazione delle donne. E poi, anche se gli illuministi li odiavano, i governi post illuministi, uno dopo l’altro, in Italia Carlo Alberto, hanno emancipato gli Ebrei, tolto le leggi che impedivano il libero accesso alle professioni liberali e al commercio. Ma, paradossalmente, mancando una cultura di amore per l’ebraismo, sia nella cristianità che nella laicità, si è rivelato un mezzo per aumentare l’odio. Grazie all’abolizione delle leggi discriminatorie, gli Ebrei dell’Europa occidentale hanno acquistato la libertà di progredire. Grazie alla formidabile potenza filologica data dall’ebraismo, dalla conoscenza dell’ebraico, dallo studio della Torà e del Talmud, cioè del Pentateuco e della sua analisi critica, gli ebrei ottengono risultati straordinari in tutti i campi della cultura, della scienza e della tecnologia, incluso il campo economico finanziario. Sia in campo laico che in campo religioso, questo scatena l’odio. La Chiesa, sempre più priva di potere, per la prima volta dopo secoli subisce attacchi fisici, fino al martirio. Grazie allo stato italiano qualche decennio dopo, perderà anche il territorio. Purtroppo gli uomini di chiesa non capiscono che questa è una fortuna, l’occasione per rifondare il cristianesimo. Cadono nella trappola abituale: rinnegare il cristianesimo, con la ferocia e l’odio, trovare un capro espiatorio: accusare gli ebrei di ogni male. Il cristianesimo sociale schiera il cristianesimo con i diseredati, ed è la parte alta, dall’altro le gerarchie cattoliche accusano gli ebrei di essere dietro a qualsiasi fenomeno che causi povertà e infelicità. Alcune importanti banche, non la maggioranza, sono ebraiche, ma è sufficiente un unico banchiere ebreo perché si scateni la teoria che tutti gli ebrei siano ricchi, che si muovano all’unisono, che controllino l’economia e siano quindi responsabili di tutto il male del mondo, ma di nessuna delle cose positive che stanno succedendo: quindi gli ebrei sono causa di tutto il dolore. Se si potessero eliminare, il dolore del mondo scomparirebbe. Questa teoria circola e alligna, viene spesso ripetuta anche su Civiltà Cattolica, la rivista dei Gesuiti. Nel 1840 ritorna l’accusa del sangue, usata dalla Francia come strumento di egemonia politica internazionale. Nel 1840 frate Tommaso da Calangianus, cappuccino sardo in Terra Santa, sparisce. Nella comunità cristiana di Damasco, all’epoca fortemente francesizzata, si sparge la voce che possa esser stato vittima di un omicidio rituale da parte degli Ebrei. Il console francese conte Benoît de Ratti-Menton presiede personalmente – forte di un diritto di protezione della Francia nei confronti dei cappuccini – alle prime fasi dell’indagine. Alcuni Ebrei imprigionati e torturati ‘confessano’: uno muore sotto tortura. Poi ritrattano. Indagini e processi e torture durano mesi, con i Francesi che sostengono trattarsi certamente di una uccisione rituale ebraica per bere il sangue di un cristiano, e Austriaci e Inglesi che accusano Francesi e Arabi di barbarie e di tortura di innocenti. Il Papa sostiene in lettere a Metternich di non avere ‘neppure un’ombra di incertezza sulla verità di questa imputazione.’
Figlio della modernità, e della libertà dalle pastoie feudali, è l’uomo del risentimento. La modernità è difficile. Chi non la capisce, decide di esserne vittima. Un capro espiatorio è sempre presente. Dove eravamo tutti servi della gleba e qualcuno sosteneva che questa era la volontà di Dio, almeno c’era coerenza. Il re era il re perché Dio lo aveva voluto: sia fatta la sua volontà. Ora Dio è fuori dai giochi. Eravamo entrambi ciabattini: ora io sono sempre ciabattino e il mio vicino ha una fabbrica di scarpe con trenta operai. Come posso sopportarlo?…
…Il cristianesimo ha sempre odiato l’ebraismo. Questo odio è il suo vizio gravissimo, il cancro con cui rinnega sé stesso, quello che può distruggerlo, ma per quanto questo odio fosse enorme il cristianesimo non ha mai sterminato il popolo ebraico. Lo ha trucidato, lo ha umiliato, lo ha sottoposto a sofferenze indicibili, ne ha ridotto il numero con massacri continui ma parziali. L’ordine di sterminio totale da attuare ovunque, includendo anche i bambini non è mai stato dato. Non sarebbe stato possibile: la legge di Mosè e di Cristo per quanto rinnegate dalla follia omicida antisemita ad un certo punto si facevano sentire e gli stermini restavano sempre parziali. Nell’antisemitismo laico le Legge non c’è più: lo sterminio può arrivare fino alla fine, fino all’ultimo neonato…
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Nel ringraziare l’amica Silvana De Mari per questa preziosa anteprima del suo prossimo libro, e in attesa di poterlo leggere tutto, approfittiamo di questo assaggio per cominciare a sfatare qualche mito, purtroppo fortemente radicato.
barbara