(come si può…)
Qualche giorno fa vi ho parlato di Shahim Najafi, della sua canzone, della condanna a morte che si è beccato dal solerte Imam Safi Golpayeganium, convinto che Najafi stesse prendendo per il didietro il decimo imam sciita. Adesso un gruppo di iraniani residenti in Danimarca si sono radunati davanti all’ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran a Copenhagen e …
(Ah, se fosse vero che le risate hanno il potere di seppellire i malvagi!)
(Adesso comunque gli ayatollacci avranno motivo di pensare che è proprio vero che c’è del marcio in Danimarca…)
barbara
Sarò un ingenuo, Barbara, ma io spero molto nell’Iran. Una popolazione in gran parte giovanissima, che ne ha le palle strapiene degli ayatollah, e credo che quando sarà il giorno, esercito o no, basiji o meno, li faranno a pezzi, e sarà un gran giorno per tutti. Altro che Primavera Araba. Un po’ come la rivoluzione francese: molti eccessi sono stati compiuti, e vere porcate come in Vandea, ma da allora la Chiesa non ha più alzato la cresta. Ad essere costernati saranno, forse i nostri indossatori di kefiah. Personalmente, ho capito tutto della rivoluzione khomeinista già prima che vincesse: c’era ancora lo Scià, e questi fanatici diedero fuoco a un cinema a luci rosse di Teheran, avendo cura di sbarrare tutte le porte e le uscite di sicurezza: la cosa però non sembrò turbare più di tanto i nostri Sinceri Democratici, per i quali chi era nemico degli USA e dell’Occidente andava comunque bene.
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Il fatto è che di proteste, anche molto intense, ce n’erano anche allora. Ho dei video di donne iraniane che tentano di ribellarsi ai soprusi che l’incipiente komeninismo stava imponendo loro, abbiamo visto le varie onde verdi e prima ancora, una decina d’anni fa, le proteste decise. Risultato? Sangue, tanto tanto sangue innocente. Io di ottimismo non riesco proprio a trovarne.
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