CHE DIFFERENZA C’È FRA LE TORTE E GLI EBREI?

Il direttore sociale dell’Asl di Pavia, a lungo dirigente dell’Asl di Lodi, Bergamo e Milano, nel mirino delle critiche per la sua uscita infelice: “Non voleva essere un’affermazione pesante nei confronti di chi ha sofferto”

PAVIA, 26 maggio 2012 – «La differenza fra le torte e gli ebrei? Che le torte quando le metti nel forno non gridano..». Bufera sul direttore sociale dell’Asl di Pavia, Giuseppe Imbalzano, 59 anni, a lungo dirigente dell’Asl di Lodi per poi passare a Bergamo e Milano, che durante un incontro con i rappresentati di Comune e Provincia ha pronunciato queste parole. Subito è scoppiata la polemica, ma Imbalzano, raggiunto ieri in tarda serata al telefono da Il Giorno, si difende: «Quando ho detto quella battuta, le persone hanno sorriso – dice -. Non voleva essere un’affermazione pesante nei confronti di chi ha sofferto ed è stato trattato senza considerazione per la sua dignità umana. È stata una sciocca battuta, che non aveva alcuno spirito offensivo».
Imbalzano continua: «Non avrei mai immaginato che una sciocchezza del genere potesse sollevare un “polverone”, anche per il contesto nel quale è stata pronunciata». E ripete: «Non volevo offendere la sensibilità degli ebrei, nella mia vita non ho mai manifestato mancanza di sensibilità nei confronti di ebrei e altre minoranze». Scuse tardive. Basteranno a salvargli il posto? «Non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione dall’azienda», dice lui. Al momento, nessuna denuncia è giunta allo sportello

(Il Giorno, 26 maggio 2012, via “Notizie su Israele”)


Direttore Sanitario
ASL della Provincia di Bergamo

CV Dr. Imbalzano

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Caro dottor Pinuccio.
Forse non ti è chiaro: gli Ebrei bruciati nei forni crematori erano proprio come le tue torte, quando li hanno messi nel forno non hanno gridato, perché erano già stati ammazzati con lo ziklon B.
Sei contento della figura di merda mondiale che hai fatto? Io ho vergogna per te, condividendo la tua stessa nazionalità.
Guardati nello specchio e sputati in faccia.
Momo Vedim

Dear Doctor.
I’m a turkish student, who has lived in Rome for e few months last year, I have friends in Italy and I know that Italians are very nice people. But today I’m concerned of your statements about pies and jews. I have jewish friends here in İstanbul who are sorry of reading such a news, and I am sorry too.
Using death and genocide in jokes is a real crime, and I wonder how an educated person could have committed such a mess.
With my best regards, waiting for your apologize.
Güler Çelik
Bebek – İstanbul

Gentile dottore, voleva essere famoso?
Adesso sarà contento perché lo è diventato a causa dell’idiozia che ha pronunciato riguardo torte ed ebrei.
Ed è stata una doppia idiozia la Sua, in quanto neanche tiene conto che, da che mondo è mondo, mai nessun morto ha gridato venendo cremato, che fosse ebreo o di qualsivoglia appartenenza etnica o religiosa.
Si vergogni.
Fulvio Del Deo

 

Dottore (ammesso che lo sia veramente; sa com’è, oggi in Italia ci sono tanti dottori non laureati), certamente ha ora raggiunto una notorietà insperata, e forse adesso riuscirà a diventare anche un capopopolo (in fondo di cretini è pieno il mondo), ma non pensi, per questa semplice ragione di poter essere mai una persona stimabile. Le parole dette, fossero anche solo per scherzo (e che scherzo intelligente, appunto) l’accompagneranno per il resto dei suoi giorni.
Spero di non doverla incontrare, ma se dovesse mai accadere non avrò difficoltà a spiegarle quanto stupide siano state le sue parole (diverso sarà vedere se lei sarà in grado di capire).
Emanuel Segre Amar

 

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Bene, ora i fatti li sapete, gli indirizzi li avete, vedete un po’ voi che cosa vi suggerisce la vostra coscienza.

barbara

AGGIORNAMENTO:

Dott. Imbalzano,
sono cugino e nipote di coloro che “hanno gridato entrando nel forno”, come ha amabilmente raccontato.
Lei, immagino, avrà anche moglie e figli. Chiuda gli occhi e li veda mentre vengono spinti nelle camere a gas, nudi, stremati, terrorizzati.
Lei forse viene dalla provincia calabrese, immagini che tutto questo accada ai suoi cari perché figli di un calabrese, non per altre “colpe”.
Spero che questo le dia la giusta dimensione del suo vile atteggiamento. Per cui smetta di trovare scuse infantili: “c’era chi sorrideva” – “non pensavo di…” (come riferisce anche il Giorno del 26 maggio 2012) che rendono la sua inconsistenza e il cinismo ancora più gravi. Chieda scusa e si dimetta. L’Italia sta cercando di risollevare la testa e non ha davvero bisogno di ominicchi che governino le sue istituzioni.
Con nessuna stima
A.C.

Naturalmente non è giunta alcuna risposta, così come – immagino, non avendo avuto alcun riscontro – le altre pubblicate precedentemente.