E alla fine arrivò il nuovo report dell’AIEA confermando, se davvero ne avevamo bisogno, le reali intenzioni dell’Iran. Ancora una volta, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha provato la non pacificità del programma nucleare iraniano e ha dimostrato – numeri alla mano – che quello che il regime di Teheran persegue è il raggiungimento di un know-how che gli possa permettere di costruire diversi ordigni nucleari in poco tempo. Come avevamo preannunciato, quindi, il summit di Baghdad è stato un nuovo fallimento e ha permesso all’Iran di ottenere più tempo per le sue strategie diplomatiche e nucleari. Vediamo, però, nel merito cosa ha riscontrato il nuovo report dell’AIEA.
Il nuovo report dell’AIEA sull’Iran
Come dicevamo, il nuovo report dell’AIEA sull’Iran ha comprovato le reali intenzioni nucleari della Repubblica Islamica. Senza entrare in tecnicismi che poco sono comprensibili ai più, basti qui riportare i dati principali rilevati nel report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica: Teheran ha prodotto sinora nell’impianto di Natanz 6,196 Kg di U-235 arricchito al 3,5% e 145,6 Kg di U-235 arricchito al 19,75%. Secondo l’analisi fatta dall’Istituto americano ISIS – l’Institute for Science and International Security, un vero pilastro in materia – l’Iran ha già oggi un quantitativo di uranio che gli permetterebbe di costruire ben cinque bombe nucleari. Non solo: l’AIEA ha denunciato che l’Iran non ha interrotto i suoi lavori nell’impianto di Arak ove, secondo gli ispettori internazionali, Teheran starebbe lavorando con l’obiettivo di riprocessare l’uranio e di produrre un ordigno nucleare per mezzo dell’istotopo del Plutonio Pu-239. Dulcis in fundo, l’AIEA ha trovato tracce di uranio arricchito al 27% nell’impianto di Fordow, vicino alla città santa di Qom, ennesimo chiaro segnale della volontà di Teheran di portare avanti un programma nucleare non pacifico.
Le provocazioni di Teheran
In ultimo, tanto per non farci mancare nulla, il regime iraniano è tornato a provocare il mondo con progetti pericolosi e false promesse. Teheran, infatti, ha annunciato la costruzione di due altre centrali nucleari (una seconda a Bushehr e un’altra nel Golfo Persico). In seguito, quindi, l’Iran si è rimangiato le promesse fatte al capo dell’AIEA Amano durante la visita di quest’ultimo a Teheran e ha dichiarato che non aprirà la base di Parchin agli ispettori internazionali. Infatti Fereydoun Abbasi, capo dell’Agenzia Atomica dell’Iran-AIOI, ha detto che non ci sono le condizioni per aprire la base militare di Parchin e che la Repubblica Islamica continuerà ad arricchire l’uranio al 20%, senza considerare le richieste della Comunità Internazionale. Insomma, per farla breve, l’Iran andrà avanti a modo suo, mentre la diplomazia americana ed europea continua a sperare in qualche cambiamento nei prossimi negoziati di Mosca (previsti per il 18-19 giugno).
Dieci anni di carcere per lo scienziato “eroe”
Mentre scriviamo in Iran fioccano le condanne. Stavolta la magistratura iraniana colpisce Shahram Amiri, scienziato nucleare, a lungo considerato dall’Iran un eroe per aver denunciato di essere sfuggito ad un tentativo di rapimento da parte degli americani e dei sauditi nel 2010 (vedi il video). In realtà Amiri è uno scienziato nucleare che ha tentato di fuggire dall’Iran per riparare negli Stati Uniti, passando per La Mecca. Il regime, quindi, ha minacciato di colpire la famiglia e, conseguentemente, Shahram Amiri è tornato in Iran accolto, in maniera scenografica, come un rivoluzionario. Adesso Teheran gli serve il conto e condanna a dieci anni di carcere lo scienziato “eroe”. Una condanna che segna la fine di Amiri e della sua ridicola e tragica storia.
L’Italia aumenta le esportazioni di petrolio dall’Iran
Al report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica-AIEA l’Italia, come buona parte della Comunità Internazionale, ha reagito in maniera dura. Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha chiesto a Teheran di fermare l’arricchimento dell’uranio e di rispettare le risoluzioni internazionali approvate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Non solo, da Torino arriva anche la notizia che la FIAT ha deciso di sospendere – attenzione, non terminare ma solo sospendere – i suoi rapporti economici con Teheran. Peccato che, mentre Terzi e Fiat condannavano, l’Unione Petrolifera annunciava che nel mese di Marzo 2012 l’Italia ha aumentato del 6% le importazioni di petrolio dall’Iran. Nuovamente, quindi, troppi fatti e poche parole. Anche a Roma, purtroppo, non hanno capito che portare avanti il doppio gioco sulla questione iraniana si risolverà in un grande fallimento per gli interessi di buona parte della Comunità Internazionale. (qui)
Naturalmente sono all’ordine del giorno gli appelli delle anime belle che invitano alla ragionevolezza, che invitano alla prudenza, che invitano alla moderazione, che invitano al dialogo, che ci spiegano, dall’alto della loro superiore saggezza, che l’unica soluzione possibile è quella negoziale, che l’unica via percorribile è quella diplomatica, che l’unico provvedimento ammissibile è quello delle sanzioni – ma non saranno per caso quelle stesse anime belle di cui abbiamo sperimentato la didimoclastia selvaggia quando le sanzioni erano applicate all’Iraq? – e via quintofabiomassimeggiando. A tutti costoro rivolgo un caloroso invito a leggere questo interessante documento.
IRAN, OVVERO COME FARSI PRENDERE PER IL C
barbara
Ciao, Barbara. Credo che nessuno che abbia il cervello a posto abbia mai creduto che l’Iran non intendesse produrre nei suoi impianti ordigni atomici. Non ci crede nemmeno l’ONU anche se continua a seguire il rito delle visite di controllo dove non sempre e non in tutti i siti possono entrare. Siamo, come per il passato, nell’epoca dell’equilibrio del terrore, sino a quando l’equilibrio regge!
Buiona serata.
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Sinceramente non so se si possa parlare di equilibrio. C’era, e funzionava, quando l’atomica l’avevano Stati Uniti e Unione Sovietica, il primo una democrazia con un miliardo di difetti, la seconda una dittatura, ma entrambe aventi come prinicipio ispiratore il più solido realismo e pragmatismo. Qui abbiamo a che fare con un tizio assolutamente convinto di avere una missione divina. In più di un’occasione ha detto: sappiamo benissimo che Israele ha l’atomica e che se attacchiamo quelli rispondono, ma Israele è un fazzoletto di terra con sette milioni di abitanti: con un paio di atomiche li facciamo fuori tutti. Loro quanti di noi possono ammazzare prima di essere distrutti? Dieci milioni? Trenta milioni? E’ una perdita che ci possiamo permettere: siamo più di un miliardo di musulmani. Quanto al resto, Ali Kamenei ha cominciato una buona quindicina d’anni fa, forse anche un po’ di più, a dire che gli serve l’atomica per distruggere Israele, e nessuno ha mai fatto una piega. Resta il fatto che il precedente direttore dell’AIEA, El Baradei, ha messo in campo tutta la sua astuzia e tutto il suo potere per nascondere la verità e disinformare il mondo intero.
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Ma quell'”esportazioni di petrolio” è nel testo originale???
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Evidentemente c’è stato un errore nella titolazione del paragrafo, nel testo dice correttamente importazioni.
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Semmai le importazioni di petrolio.
Io sono per il nucleare italiano. La nostra dipendenza dal petrolio ci rende dipendenti da tutti.
Come sta la salute?
Un saluto
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Sì, sono d’accordo: siamo circondati di centrali alle frontiere, correndo esattamente gli stessi rischi che se le avessimo in casa, con la differenza che paghiamo pacchi di soldi per avere l’energia prodotta da quelle centrali. Purtroppo i nostri politici maestri di giochini sporchi, nel famoso referendum del 1987 che riguardava unicamente la costruzione di nuove centrali, hanno scippato il risultato del referendum trasformandolo in una autorizzazione a cancellare anche tutto l’esistente. E ormai il ritardo accumulato è tale che non lo potremo recuperare mai più.
Porta pazienza che prima o poi troverò un momento per risponderti (oggi per esempio sono appena tornata da scuola, ieri è stato lo stesso, domani sarà lo stesso…)
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e dove le faresti? siamo un paese sismico…
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Sembra che stai Bene.
Sono contento.
Paoletta. Il paese sismico non è un problema grande come si crede.
Qui ad ogni terremoto c’è una catastrofe poichè ci sono le case vecchie troppo vecchie e quelle nuove fatte risparmiando sui materiali.
In Giappone ci fu l’effetto combinato di maremoto e terremoto. Altrimenti un incidente così grave
non ci sarebbe stato. Ma il Giappone è più sismico dell’Italia e l’incidente che c’è stato è stato anche ingrandito dai media.
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la centrale di Fukushima sarebbe stata danneggiata dal maremoto non dal terremoto.
Un evento rarissimo. Il nucleare, questi sono i dati che ho cercato DOPO il referendum farebbe 80000 morti in 80 anni in europa mentre l’attuale sistema energetico basato in larga parte sulle centrali a carbone ne farebbe 350000 l’anno.
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che c’entra Fukushima? Un terremoto potrebbe essere un problema per una centrale, indipendentemente da tutto.
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C’entra per il fatto che se il disastro è stato provocato dal maremoto e non dal terremoto, ciò significa che, costruendo con gli opportuni accorgimenti (dici che in Italia è utopia? Sì vabbè, però questo è un altro discorso) il fatto di essere in zona sismica – e ce ne sono comunque di più a rischio e meno a rischio – non presenta di per sé particolari pericoli. E, come giustamente ricorda “nessuno”, ogni altro forma di produzione di energia comporta pericoli (Vajont: quasi 2000 morti, per dirne una)
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Ciao Paoletta. ti copio un commento da Forum Nucleare. Ho citato Fukushima perchè di solito si pensa a quello quando si abbinano nucleare e terremoto.
Alberto R. scrive:
29/05/2012 alle 13:08
Poi qualcuno sostiene che alla gente comune si dovrebbe permettere di decidere democraticamente su questioni come il nucleare. Ecco un articolo su un blog di oggi:
“#TERREMOTO: A 30 KM DALL’EPICENTRO, IL GOVERNO VOLEVA COSTRUIRE UNA CENTRALE NUCLEARE”
E tutti a commentare quanto pazzi fossero a volerla costruire lì.
Peccato che il popolo bue ignorante non abbia idea che il terremoto del 9° della scala Richter che ha colpito Fukushima sia almeno 31.600 VOLTE PIU’ POTENTE di quello che ha colpito l’Emilia (ho arrotondato al 6° grado della scala). E che Fukushima ha RESISTITO a quel terremoto!!! (è lo tsunami gli ha creato problemi).
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Grazie per le precisazioni. E, per un ulteriore chiarimento in merito alla potenza dei terremoti, invito a leggere questo
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E’ vero che potrebbe, ma un incidente di tale portata è ad un livello di probabilità estremamente basso.
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ok per il terremoto, mi avete convinto…ma la gestione delle scorie in un paese malavitoso come il nostro?
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Si seppelliscono nei giardini delle ville dei boss mafiosi.
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