RICORDANDO CRISTINA

L’atroce morte di Cristina Mazzotti    

Si può morire a 18 anni, solo per danaro.
Si può morire senza colpa, crudelmente.
Si può morire e finire gettata in una discarica, tra carrozzine rotte e sacchi della spazzatura, come ulteriore oltraggio.

E’ quello che accadde a Cristina Mazzotti, rapita la sera del 26 giugno 1975 davanti al cancello della villa dei genitori a Eupilio,in provincia di Como, e ritrovata morta il primo settembre dello stesso anno, dopo un atroce e insensata prigionia fatta di stenti e soprusi, di overdose di eccitanti mescolati a tranquillanti.
Cristina era figlia di Helios Mazzotti, agiato industriale del settore cereali.
La sera del 26 giugno stava rientrando con una coppia di amici da una festa organizzata per festeggiare la sua promozione.
La Mini condotta dal giovane Carlo stava percorrendo la strada che porta a Longone al Segrino, quando venne affiancata da una Giulia e da una 125. Costretto a fermarsi, vide davanti a sé un uomo mascherato con le armi spianate, che gli intimava di scendere.
Il malvivente chiese quale delle due ragazze fosse Cristina Mazzotti.
La ragazza, coraggiosamente si presentò.
Venne caricata sulla Giulia, mentre un altro bandito legava e imbavagliava i due giovani nell’auto.
La ragazza che era nell’auto, Emanuela, riuscì dopo oltre un’ora a liberarsi e a dare l’allarme e scattarono immediatamente i posti di blocco della polizia.
Ma ormai era troppo tardi.
In casa Mazzotti iniziò così lo snervante calvario dell’attesa dei rapitori.
Il padre di Cristina, Helios, già sofferente di cuore, si sentì male.
Fu il primo di uno di quegli attacchi di cuore che lo avrebbero portato di lì a poco alla tomba.
I rapitori si fecero vivi il giorno dopo chiedendo un riscatto record: 5 miliardi di lire.
Poi il silenzio. I genitori di Cristina si rivolsero con toni imploranti ai rapitori tramite i giornali, spiegando l’impossibilità di reperire una somma del genere, assolutamente fuori dalle loro possibilità economiche.
Finalmente il 15 luglio i rapitori si fecero vivi, e si dichiararono pronti alla liberazione della Mazzotti dietro pagamento di un riscatto di un miliardo di lire.
Ancora giorni di febbrile attesa, mentre l’opinione pubblica manifestava solidarietà ai Mazzotti, e mentre una diffusa campagna di stampa perorava la causa di un inasprimento delle pene verso coloro che si macchiavano del reato di sequestro di persona.
A fine luglio Helios Mazzotti, in gran segreto, si recò in un appartamento di Appiano Gentile, dove versò la somma di un miliardo e cinquanta milioni ai rapitori, ricevendo in cambio la loro assicurazione sull’immediato rilascio della ragazza.
Ma le cose erano destinate a evolversi in maniera drammatica.
Per giorni e giorni i genitori attesero la promessa liberazione, e il primo settembre avvenne la svolta.
Gianni De Simone, direttore del giornale l’Ordine, di Como, amico di famiglia dei Mazzotti, chiamò la famiglia e con tatto diede l’atroce notizia: era stata trovata Cristina, morta.
Il corpo era stato ritrovato in una discarica di Varallino, vicino Sesto Calende.
Allertati da una telefonata, i carabinieri si erano recati sul posto, e, seguendo le indicazioni che dicevano di scavare vicino una carrozzina rotta, avevano rinvenuto il corpo della ragazza.
O meglio, quello che rimaneva.
Sepolta sotto una bambola rotta, macabra ironia, giaceva la ragazza, in avanzato stato di decomposizione. Il volto era praticamente irriconoscibile, divorato da animali e sfigurato. L’autopsia rivelò che giaceva là da oltre quaranta giorni.
Emerse un particolare allucinante: non si poteva stabilire con esattezza se il corpo era stato sepolto quando la ragazza era morta. L’ipotesi agghiacciante che respirasse ancora non venne mai accantonata.
Uno della banda, Libero Ballinari, era stato già arrestato in Svizzera, mentre cercava di riciclare una parte del riscatto del sequestro. Un onesto direttore di filiale di una banca aveva denunciato il tentativo di “pulire” una novantina di milioni di lire, e aveva denunciato il tutto alla polizia svizzera.
Fu lui a dare le prime notizie sulla prigionia e sulla morte della sventurata ragazza.
Raccontò come Cristina, debilitata dalla lunga prigionia e costretta ad assumere dosi massicce prima di eccitanti, per poter parlare con i genitori e convincerli a pagare il riscatto, poi con tranquillanti per sedarne la volontà e impedirle di agitarsi, avesse alla fine avuto un malore.
I rapitori, spaventati, l’avevano così trasportata via, e la ragazza, durante il viaggio, era spirata.
Dichiarò di non sapere comunque le cause esatte della morte: adombrò il sospetto che fosse stata strangolata o uccisa con un colpo di pistola.
Fornì anche una piantina del luogo dove era stata seppellita la povera ragazza.
La polizia giunse a ricostruire il gruppo dei rapitori abbastanza velocemente.
Fra di loro c’era un gruppo eterogeneo di sbandati, gente attratta dal denaro facile, con agganci nel gruppo dell’anonima sequestri.
La banda degli assassini aveva un leader, più o meno riconosciuto: Giuliano Angelini, 39 anni.
Un passato burrascoso da squadrista e trafficante di armi, indagato per la strage di Piazza Fontana, pregiudicato con alle spalle condanne per emissione di assegni a vuoto e truffa.
Fu lui a scavare nel giardino della sua villetta la prigione della povera Cristina, un buco di due metri nella quale la ragazza visse come un topo i rimanenti giorni della sua vita.
Al suo fianco Loredana Petroncini, altro personaggio con un passato difficile.
Scappata di casa a 15 anni, sposò uno sbandato. Volgare e vistosa, venne descritta come un’amante della bella vita.
Altro componente della banda era Rosa Cristiano, ventisette anni, dura e crudele. Ex compagna di Angelini, lo accusò di aver premeditato la morte di Cristina, somministrandole dose letali di Valium.
Dichiarò inoltre che era stato lo stesso Angelini a ordinare la sepoltura del cadavere nella discarica.
Compagno della Cristiano, con la quale aveva aperto una gelateria, Luigi Gemmi, altro tipo poco raccomandabile.
Poi c’era Alberto Menzaghi, macellaio dalle mani bucate. Aveva una macelleria che lavorava, ma amava la bella vita.
Ultimo a cadere nella rete delle forze dell’ordine fu Antonino Giacobbe, personaggio di spicco dell’anonima sequestri calabrese.
Arrivò il giorno del primo processo, a Novara.
Dieci imputati, che fecero emergere un quadro allucinante della vicenda.
Cristina Mazzotti era stata tenuta prigioniera in una prigione scavata nella terra, e tirata fuori lo stretto indispensabile per sgranchirsi le gambe. Era stata trasferita poi a Galliate, nella casa della Cristiano. Qua era iniziato il tormento della somministrazione dei farmaci.
Ai rapitori serviva una Cristina sveglia, che potesse mandare messaggi drammatici alla famiglia.
Nel frattempo Helios, papà della povera Cristina, era morto a Buenos Aires, il 5 aprile del 1976, stroncato da un infarto. Il fratello di Helios, Eolo, sosterrà che era morto di dolore.
A maggio del 1977 l’accusa chiede per i rapitori 10 ergastoli, con l’approvazione incondizionata dell’opinione pubblica e della stampa, sconvolte dalle atroci rivelazioni emerse durante il processo.
L’otto maggio la sentenza: otto ergastoli e un’assoluzione, quella di Francesco Gaetani, parente di Antonino Giacobbe, scagionato grazie al provvidenziale alibi, che resse, del suo ricovero in una clinica.
Viceversa non andò bene al boss Antonino: ritenuto un mandante, si vide appioppare l’ergastolo.
Pene pesanti per il macellaio Menzaghi, per l’autista della banda, Milan, e per Sebastiano Spadaro, il telefonista: dai 23 a i 30 anni di carcere.
Una sentenza che fu accolta con soddisfazione da tutti.
La sentenza di secondo grado, viceversa, attenuò le pene, mentre quella definitiva ristabilì il tutto come deciso in primo grado.
Nel 1980 venne condannato all’ergastolo anche Libero Ballinari, colui che aveva materialmente seppellito la povera Cristina. Ebbe un processo a se stante, in quanto detenuto in un carcere di Lugano.
Durante i processi le varie personalità degli imputati vennero a galla impietosamente.
Gente gretta e meschina, affascinata unicamente dal denaro che speravano di ricavare dal sequestro.
Gente con alle spalle un passato fatto di violenza, di vite vissute ai margini della legge.
O anche gente senza valori morali di nessun genere.
Come la Cristiano, che aveva contattato un emporio per acquistare della soda caustica per far scomparire il corpo di Cristina; che nell’appartamento che aveva sopra la gelateria riceveva un po’ troppe visite, guadagnando evidentemente in maniera comoda i soldi che le servivano per truccarsi e vestirsi bene, le sue passioni.
Come Angelini, che racconterà di essere stato prima condannato a morte dall’anonima calabrese e poi graziato.
Come Menzaghi, il macellaio amante dei soldi, che probabilmente ebbe un ruolo anche nel sequestro di Tullio De Micheli, 60 anni, scomparso nel nulla dopo il sequestro.
Come Achille Gaetani, che tenterà di scaricare proprio sul Menzaghi le responsabilità del sequestro, dichiarando di non averlo ideato ma di avervi partecipato marginalmente.
Una storia squallida e vergognosa, conclusasi con la morte, inutile della ragazza.
Cristina era bella, con un sorriso radioso e lunghi capelli neri.

Aveva una vita da vivere, interrotta da una banda di sciagurati assassini in cerca di denaro facile.
Una storia triste con un epilogo triste.
Un’appendice alla storia, risalente al 1990.
La Petroncini e Angelini si sposarono in carcere.
Ottennero un permesso di dieci giorni, del quale approfittarono per dileguarsi.
La cosa destò un’ondata di accuse sulla direzione penitenziaria: si scoprì che i due assassini avevano usufruito di licenze premio per ben 21 giorni.
Riacciuffati, furono rimessi in carcere.

Paolo Benetollo, PAGINE 70

Cristina Mazzotti, già. Anche a lei ho pensato tre anni dopo quando, nel corso del sequestro Moro, Paolo VI ha “supplicato in ginocchio” le Brigate Rosse di liberarlo. E sforzandomi di non vomitare ho chiesto: e chi ha supplicato in ginocchio per Ermanno Lavorini? Chi ha supplicato in ginocchio per Milena Sutter? Chi ha supplicato in ginocchio per Cristina Mazzotti? Tre ragazzi innocenti valgono meno di un politico infame e corrotto? Per un papa sì, evidentemente. Soprattutto se si tratta di quel papa che è riuscito a fare un viaggio in Israele senza incontrare un solo politico israeliano. Che è riuscito poi a parlare del suo viaggio in “Terrasanta” senza mai pronunciare la parola “Israele”. E che ha messo in gioco tutta la sua autorità politica e morale (“morale”, vabbè…) presso il capo di uno stato che non riconosceva per far liberare un pericoloso terrorista, fornendo garanzie che non ha mai rispettato. Io spero che nell’inferno in cui sicuramente si trova, venga punito anche per tutte queste infamie.

barbara

Una risposta

  1. Durante la seconda guerra mondiale, Montini aiutò a salvare molti ebrei, non si può condannare tout court per le sue divergenze nei confronti d’Israele, dovuta anche all’ostilità di quest’ultimo verso il suo predecesore Pio XII. Le parole poi con cui descrive Aldo Moro “infame” e “corroto” mi paiono anche molto infelici.

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    • Montini in ostilità con Pio XII su Israele?! A parte questo, non ho affatto parlato di divergenze su Israele bensì della sua protezione accordata a un terrorista; ho parlato di impegni presi e non onorati; ho parlato delle sue genuflessioni a un’organizzazione terroristica per salvare un politico corrotto – e non sono le mie parole, bensì le sue azioni, a definirlo corrotto – senza avere mai speso una sola parola in favore di vittime innocenti. Le mie parole sono infelici? Pianga pure, le farà bene di sicuro.

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      • Sull’incorruttibile siamo senz’altro d’accordo, ma al mondo non ci sono un incorruttibile e sette miliardi di corrotti: anche senza essere per definizione “l’incorruttibile” si può fare a meno di essere corrotti, non è che uno debba per forza scegliere fra essere Robespierre ed essere che so, un giudice che con pretesti tipo un timbro a inchiostro invece che a secco annulla cinquecento processi di mafia mandando liberi migliaia di boss dalle mani grondanti di sangue. Uno, volendo, può anche scegliere di essere Falcone. O Perlasca. O magari Orietta Berti.

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  2. Attaccare il papa per il suo atteggiamento verso Aldo Moro non mi pare neppure del tutto corretto. E come dire che lei nel suo blog parla spesso dei crimini commessi dai palestinesi nei confronti degli israeliani, ma non parla mai dei crimini israeliani nei confronti dei palestinesi.

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      • è impossibile che gli israeliani non abbiano commesso crimini, non perché siano più crudeli di tutti gli altri, ma perché in tutti i conflitti bellici entrambe le parti si macchiano di atrocità (lo fecero anche gli alleati durante la seconda guerra mondiale e avevano tutte le ragioni del mondo per fare la guerra). Non dubito che la propaganda filopalestinese spesso esageri con le informazioni delle atrocità israeliane, ma non può inventarsi tutto. Se ciò fosse vero, sarebbe un caso unico nella storia dei conflitti.

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      • Io quando parlo dei crimini palestinesi li documento. Così come, quando li accuso di avere inventato qualcosa, lo documento. Dire che “è impossibile che non abbiano commesso crimini”, che “in tutti i conflitti bellici entrambe le parti”, che “non può inventarsi tutto” come documento mi sembra un po’ scarsino, francamente. Assomiglia a quella canzone di Jannacci in cui il protagonista dice non è vero che ho ucciso mio fratello: è vero che lo odiavo perché me ne ha sempre fatte di tutti i colori, è vero questo, è vero quello, ma io c’ho l’alibi: io a quell’ora sono quasi sempre via!

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      • 1. Stai citando due cose avvenute quando ancora non c’era lo stato di Israele.
        2. Il “massacro” di Deir Yassin non è stato esattamente un massacro, come è stato documentato anche sulla base di studi arabi. In un qualche momento ho anche postato nel blog la documentazione, prima o poi la riproporrò.
        3. L’attentato al King David è stato compiuto dall’Irgun e dalla banda Stern, che con Ben Gurion non avevano niente a che fare. E ha provocato una strage perché gli inglesi, avvertiti due volte per telefono dell’imminente attentato e invitati a lasciare l’edificio, si sono rifiutati di credere che quei pirla degli ebrei fossero davvero capaci di combinare una cosa così grossa.
        Come vedi, i tuoi dati sono un tantino imprecisi.

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    • Nel senso che è stata la ragion di stato a imporre a Paolo VI di genuflettersi di fronte alle brigate rosse? Nel senso che è stata la ragion di stato a imporgli di intercedere per un terrorista? Nel senso che è stata la ragion di stato a imporgli di prendere solenni impegni a livello internazionale e di tradirli poi tutti dal primo all’ultimo? O cos’altro intendi dire?

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      • esatto,non è un giudizio,è una constatazione,dovresti imparare a farci i conti.
        Le ragioni di stato sono contingenti ,spesso codarde,ancor più spesso impresentabili,eppure sono.
        Ci sono secondo me obbiettivi migliori per la nostra rabbia(per inciso secondo me Moro era perlomeno un pasticcione…perchè è morto,non si parla male di chi è morto…non così almeno,pasticcione mi pare un buon compromesso) che attaccare i ruoli che in quanto ruoli hanno parti già scritte,con liste delle priorità rigidissime in cui spesso la “giustizia” non è ai primi posti,se addirittura non è assente.
        A meno che,s’intende,non consideri prioritario demolire il ruolo perche di ostacolo all’avvento del nuovo ordine mondiale,quello in cui saremo tutti fratelli(io i miei fratelli ondeggio tra l’ignorarli e il sano desiderio di prenderli a calci nel C…) se ti piacciono i sogni dormi.
        potremmo discutere per giorni le ragioni di stato,ma non caveremmo un ragno dal buco,la priorità di un sistema è sostenere il sistema,se scuote il sistema appoggiare qualcuno,l’appoggio sara lieve,se lo scossone sarà più forte,l’appoggio sarà assente,fino al punto di rimangiarsi la parola,e la a Roma temono “l’opera di Dio”,no non la creazione,quell’altra e si sa che a quelli,Israele non piace.

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      • non del vaticano,di questo vaticano,puoi farci la morale quanto vuoi,non sto dicendo che sbagli,dico che è inutile.
        E poi io sono agnostico,per quanto mi sia sempre piaciuto il cardinal Ratzinger non mi sento di doverlo difendere,a lui di sicuro non importa,ma in fondo tu credi che sarebbe meglio l’alternativa?
        non è una questione di religione,su cui da tempo ho passato,è una questione squisitamente politica,la chiesa cattolica è,nonostante la sua enorme influenza,un organismo politico che si regge su di un equilibrio precario,i suoi vertici cercano di comporre tendenze di tutti i generi,molte delle quali non molto presentabili,per me ,per te,ma ti assicuro per molta altra gente si,vorresti che prendano il sopravvento?può essere,magari se sono così brutti mettendoci la faccia si annulleranno da soli,ma io non sarei così ottimista,in fondo non è necessario che predichino contro Israele,ma semplicemente insistano a piangere per i poveri palestinesi oppressi,davvero Barbara,dietro è peggio,e sono bravi a sembrare santi.
        Se te la prendi con alcune potenti organizzazioni all’interno della chiesa,ok,è utile,ma favorirle non mi sembra efficace.
        Da queste parti l’ostilità a certi bravi chirichetti si paga ,so di cosa parlo

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      • non credo che tu sia rincoglionita,è che tu combatti ancora tutto,io comincio a scegliere,ed elimino gli obbiettivi inutili,lo so che non mi sono capito,ma tra i mille e passa errori che ho fatto c’è quello di non studiare,comunico male che ci vuoi fare.Su 6 quasi in pensione,no? a me toccherà fare senza,e riesco a pensare che non sia del tutto sbagliato.Ottimismo! 😉

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  3. “Non dubito che la propaganda filopalestinese spesso esageri con le informazioni delle atrocità israeliane, ma non può inventarsi tutto.”
    Allora cerchiamo la pagliuzza….( senza religioso riferimento).

    Torno un attimo al discorso dell’ altra volta su Sabra e Chatila.
    Quello che dovrebbe far riflettere è che prima ancora di aver accertato la responsabilià, i media di allora in giro per il mondo addossarono immediatamente ad Israele ogni responsabilità.Da far rilare che omisero di citare la milizia cristiano- libanese vera autrice del massacro.Inoltre potevano dare l’impressione a chi leggeva che quel massacro fosse l’unico perpretato im M.O.
    Furono usati termini dai giornali come BLIZKRIEG,LEBENSRAUM,GENOCIDIO,SOLUZIONE FINALE.
    Nel 18 Febbraio 1983 il rapporto della commisione Israeliana su Sabra e Chatila fu pubblicato “integralmente” dal settimanale egiziano di larga diffusione _ al Musawwar_… col fischio che fu pubblicato integralmente. Vi furono eseguiti venti tagli ad arte. Vennero eliminati i riferimenti ai cristiani libanesi e ogni frase o allusione a difesa o tutto ciò che giustificasse Israele nel suo comportamento.
    Sicuramente riuscirai a trovare anche dell’ altro materiale, Barbara.

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  4. A proposito, in questi giorni c’è stata la Corsa delle Santità dove Benedetto XVI è arrivato secondo mentre il Dalai Lama penultimo.
    [Sono pentitissimo della battutaccia]

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  5. Mi ricordo di Maria Teresa Novara, la povera ragazza trovata morta di asfissia nella stanza in cui era stata segregata, ricordo Ermanno Lavorini, Milena Sutter… stranamente Cristina Mazzotti, anche se il nome mi suona familiare, non la ricordavo. Per Aldo Moro provo da un lato la compassione per un essere umano ammazzato a freddo mentre era prigioniero, nello stesso tempo sul piano politico e morale il mio giudizio su di lui è tra il pessimo e il catastrofico!

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    • A volte la memoria fa strani scherzi, o forse succede che certi fatti di cronaca restano alla ribalta meno delle illazioni sui rapporti tra il calciatore e la velina, e basta che ti distrai un attimo, o che un fatto succeda in un momento in cui sei malato o particolarmente impegnato, e rimane per sempre fuori dalla tua portata. Io infatti non sapevo niente di Maria Teresa Novara, ne ho scoperto la vicenda quando un mio corrispondente mi ha mandato la recensione al libro leggermente romanzato, ossia coi nomi cambiati e poco altro, scritto dalla giornalista che ha voluto indagare, scoprendo che negli stupri sistematici cui veniva sottoposta la ragazza era coinvolto praticamente tutto il paese, e tutti, comprese mogli madri sorelle, ne erano al corrente, e infatti alla giornalista, nel suo tentativo di saperne di più, è capitato letteralmente di tutto.
      Forse un po’ di pena Moro la farebbe anche a me, se non ci fosse da troppe parti la rivoltante attitudine a farne un santo martire, che è sufficiente a togliermi ogni tentazione in merito. E in ogni caso trovo davvero difficile negare che in tutta la sua carriera politica sia sempre stato un loschissimo figuro.

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      • 1. Nel massacro di Deir Yassim perirono anche diversi civili arabi. Mi pare che all’epoca lo stesso primo ministro d’Israele si sia detto dispiaciuto per l’accaduto.
        2. La cosa assolve in parte, ma non scagiona del tutto: mettere una bomba c’è sempre un alto rischio di mandare a morte.
        3. Amnesty international ha denunciato i massacri sia di Hamas che in Israele. Perché i primi sono attendibili e i secondi no?

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      • 1. Non ho detto che a Deir Yassin non sia successo niente, ho detto che non c’è stato quello che viene comunemente chiamato massacro. La ricostruzione, basata anche su documenti arabi, la puoi trovare qui:
        http://www.israeledossier.com/italiano/deir%20yassin.htm
        2. Non ho detto che fossero angioletti del signore, ho detto che non c’entra lo stato di Israele in quanto l’attentato è stato commesso da due formazioni che Ben Gurion, appena proclamato lo stato di Israele alla scandenza del mandato britannico, ha immediatametne provveduto a sciogliere. E non credo si possano mettere comunque sullo stesso piano un attentato al quartier generale degli inglesi, responsabili di una grossa parte dei problemi dell’area, compresi quelli che esistono ancora oggi e avvertendo per due volte che sta per scoppiare una bomba – e un attentato in una scuola studiato per ammazzare il maggior numero possibile di bambini.
        3. Se sapessi che cos’è Amnesty International ti assicuro che la domanda non la faresti neppure. Per esempio lo sai chi è il responsabile di Amnesty International per Israele? Immagini che dovrebbe essere qualcuno di neutrale? E invece è una persona che ha fatto per anni l’attivista filopalestinese. E lo sai che Amnesty International è stata beccata a pubblicare notizie clamorosamente false e a “documentarle” con pacchiani fotomontaggi? E lo sai che ha stilato un’infinità di comunicati per condannare il barbaro uso israeliano di condannare a ben due mesi di prigione i renitenti di leva – il che, in stato di guerra come Israele costantemente si trova equivale a diserzione – e non ha mai detto mezza parola quando ai dissidenti palestinesi succede questo?






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      • Accusi di Amnesty international di essere antisraeliana, ma non mi pare che la Zionist organization American, dalla quale ricavi le notizie sul massacro di Deir Yassin sia neutrale. Begin, che è stato primo ministro d’israele, ha messo una bomba uccidendo delle persone e questo, a mio parere, è anche peggio che essere corrotti. Ad ogni modo mi pare strano che i soli massacri avvenuti siano quelli in cui le vittime sono israeliane, mentre quelli palestinesi siano montati o artefatti.

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      • OK mi arrendo, noi sionisti siamo kattivissimi, i fatti non contano, i documenti non contano, anche i documenti arabi perdono ogni valore se a citarli è un’organizzazione sionista, tutti i massacri denunciati dai palestinesi sono autentici, anche quando gli assassinati tornano a casa vivi e vegeti, anche quando i morti cascano dalla barella durante il funerale e poi ci rimontano sopra conle proprie gambe, anche quando i missili e le bombe sono palestinesi, sempre. Noi perfidi giud sionisti siamo satana in persona. Ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.

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      • Sta dicendo che Israele in cinquantanni della sua esistenza si è sempre comportata in modo egregio senza commettere alcun crimine a differenza dei suoi nemici? Che le denuncie dei massacri, proveniente anche da fonti indipendenti tra di loro, siano dovuto al frutto di mistificazione o antisemitismo? Non credo gli israeliani siano i più cattivi, ma neppure che siano i più santi e immacolati di tutti gli altri.

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  6. Mattia, ragiona con semplicità. In 50 anni documentata o no qualcosa può anche essere accaduta. Ma perchè dare particolare rilievo a qualche sporadico episodio poichè coivolto Israele quando i media e non solo hanno dato pochissima importanza sempre ad altri fatti ben più atroci in altri paesi ?
    In Francia ad esempio in una delle più rimomate scuole superiori della capitale furono fatti riunire gli studenti dopo le notizie su Sabra e Chatila. Gli insegnanti scrissero 2 lettere che spiegarono a ragazzi riuniti.Le lettere furono idirizzate a vari personaggi politici Francesi e all’ ambasciatore di Israele a Parigi. Si chiedeva allo stato di Israele di riconoscere ufficialmente l’OLP, il ritiro immediato delle truppe israeliane da Beirut e dal Libano.
    Eppure, Mattia, non c’è prova di iniziative simili prese ne da quella ne da altre scuole per avvenimenti simili in Uganda, Polonia, America Centrale, Afganistan e via discorrendo. In altre parole con Israele e gli ebrei si usano più pesi e più misure. E quale ragione se non un odio particolare?

    Ho letto il post e gli episodi citati. Terribili e angoscianti.

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    • Io, infatti, non dubito che su Israele si usino due pesi o due misure e che nonostante tutti i suoi errori è lo stato più libero e democratico in medioriente e che se vincessero i suoi nemici, rivedremmo presto un’altra shoa. Andare a dire però che non ha mai avuto le sue colpe e che tutte le notizie sui suoi crimini siano false, mi sembra un errore. Cosa migliore mi sembra riconoscere le proprie colpe quando ve ne sono e far notare che, mentre i propri nemici si vantano delle loro atrocità, gli israeliani al contrario non ne vanno fieri.

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      • Ah ecco, prima parlavi di crimini e massacri, adesso parli di colpe: facciamo una cosa ragazzo: prima decidi di che cosa vogliamo parlare e poi ne parliamo, ok? Di colpe comunque ce ne sono un sacco che io riconosco in pieno: la colpa del ritiro unilaterale dal Libano senza attendere che il Libano ottemperasse alla sua parte della relativa risoluzione Onu, sapendo con certezza che gli attacchi terroristici sarebbero aumentati, come è infatti puntualmente avvenuto; la colpa della deportazione di 8000 ebrei da Gaza sapendo con assoluta certezza, dopo l’esperienza del Libano, che il terrorismo sarebbe aumentato in maniera esponenziale, come è infatti puntualmente avvenuto; la colpa degli accordi di Oslo che hanno scatenato il peggiore terrorismo mai visto a memoria d’uomo e hanno annientato la vita di tutti i palestinesi onesti; la colpa di avere ceduto al ricatto dei terroristi liberando oltre mille terroristi che sono immediatamente tornati a uccidere, invece di entrare a Gaza immediatamente dopo il rapimento di Gilad e fare terra bruciata. Ce ne sono, sì, eccome se ce ne sono di colpe di Israele nei confronti dei suoi cittadini innocenti!

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      • Anche la Croce Rossa ha denunciato alcune violazioni d’Israele. è antisemita anche lei? Rimango della mia opinione che denunciare i fatti da una parte sola e negare quelli della propria sia un pessimo servizio alla verità.

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      • Croce Rossa antisemita? Nooooooooooooooooooooooo, ma quando mai! Come potrebbe venire in mente di considerare antisemita un’istituzione che per sei anni ha chiuso occhi e orecchie sui campi di sterminio e poi in combutta col vaticano ha fornito documenti e soldi e vie di fuga a settantamila criminali nazisti? Come potrebbe venire in mente di considerare antisemita un’istituzione che prima ha accolto accanto al simbolo della croce quello della mezzaluna e quando è stato proposto di aggiungere la stella di David ha risposto “E perché non la svastica, già che ci siamo? Come potrebbe venire in mente di considerare antisemita un’istituzione che in oltre cinque anni non ha mai neppure tentato di vedere Gilad Shalit sequestrato da una banda di terroristi palestinesi e tenuto imprigionato nelle condizioni più bestiali? Solo un pazzo potrebbe essere sfiorato dal sospetto che possa nutrire qualche sentimento men che benevolo nei confronti degli ebrei e di Israele!

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      • La Croce Rossa ha denunciato anche durante l’operazione Piombo Fuso, gli attacchi con le bombe al fosforo propagandati dai palestinesi erano una bufala e durante la seconda guerra mondiale lei e il Vaticano aiutarono anche molti ebrei a salvarsi.

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      • Sì caro va bene hai ragione tu, senza la croce rossa di ebrei ne sarebbero morti almeno una sessantina di miliardi. Quanto alle presunte bombe al fosforo, non ha denunciato il fatto che era una bufala: messa di fronte a prove inconfutabili, lo ha ammesso. E’ un tantino diverso.

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  7. Barbara: sai scrivere per riportare le cose. Sapersi esprimere correttamente è una delle cose che preferisco nelle argomentazioni.
    Io non ho una padronanza dell’ italiano come vorrei avere. La punteggiatura a volte mi fa’ (dubbio sul fa’) temere di scrivere a c…o di cane.
    Volevo dire nell’ altro lido qualcosa sulla scia di questa tua frase:
    ” Ce ne sono, sì, eccome se ce ne sono di colpe di Israele nei confronti dei suoi cittadini innocenti!” ma sai, otre all’ energia della discussione ci vuole molta destrezza nel non farsi fregare da un interlocutore che più dei fatti usa molto correttamente la scrittura nell’ esporli.

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    • Fa si scrive senza niente se è indicativo e con l’apostrofo se è imperativo.
      A me sembra che tu te la cavi benissimo sia con l’italiano che con le argomentazioni; il fatto è che noi abbiamo un mestiere per vivere e poi quando abbiamo tempo ci dedichiamo anche, per passione, a cercare di diffondere un po’ di verità, mentre loro, probabilmente profumatamente pagati dalla lobby del petrolio, fanno i disinformatori di mestiere e a tempo pieno, e quindi sono molto più allenati di noi. Anch’io comunque quando dall’altra parte vedo la malafede o la totale ottusità smetto: i mulini a vento non sono esattamente la mia passione.

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  8. Aldo Moro era pericoloso perchè in anticipo sui tempi sarebbe il padre del PD.Non a caso tra tanti segretari particolari con le mani in pasta e pronti a tutto manco a farlo apposta arrestarono il suo Sereno Freato e lo torchiarono per bene e ne fecero il capro espiatorio della DC onesta e senza macchia.Bettino Craxi tra i suoi tanti difetti ne percepì il dramma umano. Un ebreo può non dispiacere perchè pare permettesse sul territorio italiano il libero transito delle armi palestinesi.

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    • Sono parecchio allergica alle associazioni. Anche perché chi ha voglia di ricordare riesce a farlo anche senza associazioni, e chi non ne ha voglia delle associazioni se ne sbatte. Oltretutto le vittime come quelle sono centinaia, se non addirittura migliaia: chi si prende la briga di tirarle fuori tutte? E quando le avessimo tutte cosa facciamo? Un giorno della memoria collettiva come per la Shoah e le foibe e le vittime della mafia? O un giorno per ciascuno celebrandone due o tre al giorno?

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  9. Gentile Barbara
    Sono la sorella di Cristina Mazzotti, e solo dopo anni ho visto il suo blog facendo una ricerca in internet. Per prima cosa la vorrei ringraziare del “RICORDO” e poi avvisarla che abbiamo una fondazione a nome di mia sorella voluta e messa in pratica da mio padre prima di morire. Lo scopo della fondazione é quello di prevenire il crimine aiutando i giovani in difficoltà…. Il 3 luglio, la fondazione farà una tavola rotonda a Erba (Co) dove interverranno molte personalità che si occupano di criminalità giovanile… uno degli ospiti sarà Don Ciotti, seguito dal Prof. Smuraglia, Nando Dalla Chiesa e via dicendo.
    Se fosse interessata a partecipare mi scriva pure alla mia mail.
    cordialmente
    Marina Mazzotti

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    • Buon giorno. Grazie per il suo intervento. Purtroppo non credo che mi sarà possibile essere a Erba il 3 luglio, ma metterò presto questo suo intervento come post, in modo che se qualcuno è interessato e libero da impegni ne sia informato.

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    • Gentiile Marina
      come lei, ho fatto una ricerca in interneti e ho trovato questo ricordo. Vorrei assicurarmi che sia al corrente dello spettacolo “5 centimetri d’aria” che avrà luogo al Teatro Piccolo di Milano in ricordo dei ragazzi rapiti negli anni 70 e in particolare di sua sorella. Lo spettacolo fa parte di un progetto nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano e del Piccolo Teatro, con Nando dalla Chiesa, e Marco Rampoldi, regia Marco Rampoldi e con la collaborazione di Paola Ornati, mia figlia, che praticamente ha scritto e curato la drammaturgia di tutto lo spettacolo. Mi scuso per il disturbo, sicuramente ne sarete a conoscenza dato il coinvolgimento della vs cara. Ricordo benissimo quegli anni, sono praticamente coetanea di Cristina e ho vissuto anch’io quei mesi di angoscia e dolore. Un abbraccio.
      Laura Mainardi
      https://www.piccoloteatro.org/events/2015-2016/5-centimetri-d-aria

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