MITI DEL MEDIORIENTE

Questo articolo di Josef Farah, giornalista arabo americano, è di dieci anni fa.

Ho mantenuto il silenzio da quando in Israele è iniziata la battaglia sulla spianata del Tempio.
Finora mi sono trattenuto dal dire “Ve l’avevo detto”, ma non posso più resistere: devo citare l’articolo scritto 2 settimane prima dello scoppio.
Sì, l’ho previsto, ma non importano gli applausi. Magari mi fossi sbagliato.
Più di 80 persone sono state uccise nella battaglia intorno a Gerusalemme: per quale motivo?
Se credete alla maggior parte delle fonti di informazione, i palestinesi vogliono una patria e i musulmani vogliono avere il controllo di un posto che considerano sacro.
Semplice, vero?
Ebbene, come giornalista arabo americano, che ha passato un lungo periodo in medioriente, schivando pietre e schegge di mortai, vi devo dire che queste sono false scuse, falsi pretesti per una rivolta, per creare disordini e accaparrarsi della terra.
Come si spiega che prima della guerra del ‘67 non c’era nessun movimento serio per una patria palestinese?
Mi direte, “questo era prima che gli israeliani occupassero la Cisgiordania e Gerusalemme”.
Questo è vero. Nella guerra dei 6 giorni Israele ha conquistato la Giudea , la Samaria e Gerusalemme. Ma non le ha conquistate da Arafat. Le ha portate via al re Hussein di Giordania. Non rimane che chiedermi come mai tutti questi palestinesi hanno scoperto improvvisamente la loro identità nazionale dopo che Israele ha vinto la guerra. La verità è che la Palestina è vera come l’Isola che non c’è. La prima volta che il nome Palestina è stato usato era nel 70 AD, quando i romani hanno commesso un genocidio degli ebrei, distrutto il loro tempio e dichiarato che lo Stato di Israele non esisterà mai più. Da allora, hanno promesso i romani, sarà chiamata Palestina.
Questo nome derivava dai Filistei, il popolo di Golia sconfitto dagli ebrei secoli prima. Era il modo dei romani di aggiungere un insulto alla ferita inferta. Hanno provato anche a cambiare il nome di Gerusalemme in Aelia Capitolina, senza grande successo.
La Palestina non è mai esistita né prima né dopo come entità autonoma.
È stata governata dai romani, dagli islamici, dai crociati cristiani, dall’impero ottomano e, per un breve periodo, dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale.
I britannici hanno stabilito di restituire una parte di questa terra al popolo ebraico perché potesse farne la propria patria.
Non esiste una lingua palestinese. Non esiste una cultura palestinese specifica. Non c’è mai stato uno stato palestinese governato dai palestinesi. I palestinesi sono arabi, indistinguibili dai Giordani (un’altra recente invenzione), dai siriani, dai libanesi, dagli iracheni ecc…
Dovete tenere a mente che gli arabi controllano il 99,9% della terra del Medioriente; Israele rappresenta lo 0,1% di questa terra.
Ma questo è troppo per gli arabi. loro vogliono tutto. Ed è per questo che si combatte oggi in Israele: avidità, orgoglio, invidia, cupidigia. Non importa quante concessioni territoriali farà Israele, non saranno mai sufficienti.
E i posti sacri all’Islam? Non ce ne sono a Gerusalemme!
Stupìti? Dovreste esserlo. Non penso che sentirete mai questa brutale verità da nessun altro dei media internazionali. Non è “politically correct“.
So quello che state per dirmi: “Farah, la moschea di Al Aqsa e il Tempio della Roccia rappresentano il terzo luogo sacro dell’Islam.”
Falso. In realtà il Corano non dice nulla su Gerusalemme. Menziona la Mecca centinaia di volte, Medina è nominata innumerevoli volte, ma non menziona mai Gerusalemme, e per buone ragioni. Non c’è nessuna evidenza storica che suggerisce che Maometto abbia mai visitato Gerusalemme.
Allora come è che Gerusalemme è diventato il terzo luogo sacro dell’Islam?
I musulmani oggi citano un vago passaggio del Corano, la 17 sura, intitolata “il viaggio notturno”. Questo si riferisce a un sogno o una visione in cui Maometto è stato portato di notte “dal tempio sacro al tempio più remoto, il cui recinto abbiamo benedetto, che possiamo mostrargli i nostri segni…”
Nel 7° secolo, alcuni musulmani identificavano i 2 templi menzionati in questo testo come quello della Mecca e quello di Gerusalemme. E questa è la relazione più stretta che si può trovare tra l’Islam e Gerusalemme. Miti, fantasie, credenze basate sui desideri, ma non sui fatti. Mentre le tracce delle radici degli ebrei a Gerusalemme risalgono ai giorni di Abramo.
L’ultimo giro di violenze è scoppiato quando il leader del Likud Ariel Sharon è andato a visitare la spianata dei templi, sopra al tempio costruito da Salomone. È il posto più sacro per gli ebrei. Sharon e il suo seguito sono stati affrontati con sassate e minacce.
Io so come è stato, io ero lì. Potete immaginarvi cosa significa per un ebreo essere preso a sassate, minacciato e fisicamente impedito di entrare nel posto più sacro al giudaismo? (*)
Allora quale è la soluzione per il medioriente? Francamente non penso che l’uomo abbia trovato la soluzione alla violenza, ma se c’è una soluzione deve partire dalla verità: fingere porterà solo a più caos. Mettere sullo stesso piano un diritto di nascita vecchio di 5000 anni, sostenuto da prove storiche ed archeologiche schiaccianti, contro pretese e desideri illegittimi dà alla diplomazia e a certi negoziatori una pessima fama.

Josef Farah
da World Net Daily

Questo invece è recentissimo.

(*) In realtà, come è stato documentato in seguito, fra la visita di Sharon al Monte del Tempio e l’inizio della cosiddetta seconda intifada, non c’è alcuna relazione (addirittura neppure temporale, dal momento che i primi disordini erano iniziati qualche giorno prima). Fra i commenti lasciati in quel post, ritengo utile riportare questa preziosa testimonianza:

Piccola testimonianza personale sulla lunga (e capillare) preparazione della II Intifada. Confesso che, nel 1999 (febbraio), ho incontrato Arafat a Ramallah (delegazione sindacale unitaria). Era periodo di Ramadam e, nel pomeriggio, girammo per le stradine piene di ragazzini. Erano organizzati per bande, ognuna con un capetto sui 12/13 anni che parlava inglese. Erano parecchie, queste bande. Il capetto ti interrogava: da dove vieni? sei amico della Palestina? sei contro l’occupazione? Noi rispondevamo, con la sensazione che si dovesse accettare questa mini-polizia locale e stare al gioco. Ad un certo punto, però, domandai ad uno di questi mini-boss “Ma a scuola non ci andate?” Si mise a ridere e la risposta testuale fu “Nooo, we are the boys of Intifada!”. Gli feci notare che l’intifada era finita e che si stava facendo la pace. Mi guardò con schifo e mi disse “The next one”. La sera commentai questo episodio con un amico palestinese e gli dissi che mi sembrava, anche dai colloqui che avevo avuto con diversi dirigenti sindacali, che tutti dormissero col coltello o con le pietre sotto il cuscino. E lui mi rispose lapidario: “No, col kalashnikov”. Mancavano molti molti mesi alla “passeggiata” di Sharon.
Misi tutto per iscritto per i miei capi. Mi dissero: sei la solita pessimista.

“Cassandre”, vengono spregiativamente chiamate le persone che segnalano il pericolo. Dimenticando un piccolo particolare: che Cassandra non ha mai sbagliato una profezia.

barbara

Una risposta

  1. Ho chiamato mia figlia Cassandra,è un nome che avevo deciso per lei,molto tempo prima di avere una fidanzata,poi moglie,prima di avere progetti famigliari,forse perchè già a 17 anni,in famiglia,mi sono reso conto che chi profeta l’ovvia conclusione di una corsa contro il muro riesce odioso e antipatico.

    Il buon senso non lo abbiamo inventato noi ma siamo gli unici a chiamarlo in questo modo,per gli altri è profetar sventure.

    P.s. ho una amica “de sinistra” che è perfettamente a conoscenza della realtà storica su menzionata,ma nonostante l’evidenza rimane convinta che l’intruso sia il popolo errante,se no che errante è?
    Hai voglia te di profetare…..

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    • Approvo la scelta, sicuramente migliore, anche dal punto di vista estetico, delle varie Mary, Meggy, Cindy ecc. ecc. E con un significato che ha un senso.
      Quanto alle persone de sinistra, la stessa persona che ha lasciato questa testimonianza mi ha raccontato di un viaggio in aereo che le è capitato di fare seduta di fianco a Luisa Morgantini, e ne ha approfittato per farle un bel discorso, smontandole uno per uno tutti i suoi mantra sulla situazione israelo-palestinese. E ad ogni punto la Morgantini ribatteva: “Sì, sono d’accordo, ma…” Sicché alla fine lei ha detto: “Tu sarai anche d’accordo con me, ma sono io che a questo punto non sono d’accordo con te!” Almeno una parte sicuramente sanno benissimo come stanno le cose, solo che la verità non è utile all’ideologia, esattamente come quelli che difendono “la loro cultura” in fatto di burqa, infibulazione ecc.

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  2. Mi faccia capire quindi nel XII secolo Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf b. Ayyūb b. Shādī b. Marwā (Saladino) partecipò a una jihad, rischiò la vita di gran parte del suo esercito, rischiò di essere detronizzato durante la campagna, il tutto per strappare ai crociati una città che non aveva nessuna importanza per l’islam. Una città del tutto secondaria in cui però secoli prima gli islamici avevano costruito un santuario che supera in grandiosità quelli di La Mecca e Medina. http://it.wikipedia.org/wiki/Cupola_della_Roccia
    Non capisco perchè occorre ricorrere alle falsità storiche per difendere una causa, quando in teoria dovrebbe bastare la cruda verità.
    Non si può negare che Gerusalemme sia storicamente legata al popolo ebraico, ma neanche si può negare che per + di mille anni è stata abitata ed è appartenuta ad arabi, e che ha avuto un’importanza religiosa ben maggiore rispetto ad altre città pur importanti dal p.d.v. amministrativo come Damasco o Timbuktu

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    • Sull’assoluta irrilevanza di Gerusalemme per l’islam ci sono miriadi di documenti di prima mano, reperibili anche in questo blog, per chi abbia voglia di documentarsi. Quanto alle moschee, ce ne sono in tutto il mondo, bellissime, ricchissime, grandissime. A Mogadiscio, per esempio, c’è la moschea più grande di tutta l’Africa, e una delle più grandi del mondo: sfido chiunque ad affermare che Mogadiscio sia la quarta (o quinta, o diciassettesima) città santa dell’islam.
      Ah, dimenticavo: gli arabi ci sono stati per un tempo brevissimo: poi è stata riconquistata dai crociati e poi, dopo alcune altre vicende, occupata dall’impero ottomano. Ossia turco. Ossia NON arabo. E Gerusalemme è sempre rimasta con popolazione a maggioranza ebraica.

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    • Non capisco proprio dove creda di arrivare il sig. King con questa risposta. Intanto si sottintende che il sig. Saladino deghene di nummi abbia fatto la guerra per ragioni “sante”, dunque valide, trascurando il fatto che questa mortifera idea non è scomparsa dopo un millennio da certe capocce.
      In secondo luogo si trascura il fatto che Gerusalemme fu sottratta dagli arabi con la forza a qualcuno che l’aveva a sua volta sottratta a qualcun altro e così via retrocedendo, ma fino a quando?
      Infine, se Geruslaemme è stata per più di mille anni araba, ciò non toglie che sia nata come città ebraica e che gli arabi siano tra i tanti suoi conquistatori.
      Infine ai tempi di re Salomone gli arabi non sapevano neppure che diavolo fosse un tempio: come fanno a rivendicare una priorità?
      Il problema è piuttosto il fatto che gli ebrei siano tornati lì in gran numero dopo la seconda guerra mondiale, ma qui si entra in un terreno un po’ più complesso di quello delle guerre crociato-saladiniche; vi si aggiunga il fatto che in quelle terre .
      Si aggiunga che in quelle terre una grande città è sempre strategicamente importantissima, e forse per quello in tanti se la sono contesa.

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  3. Sull’assoluta importanza di Gerusalemme per i musulmani sono disponibili miriadi di documenti consultabili su qualsiasi testo di storia (univ ma anche del liceo), teologia, storia delle religioni, letteratura (la Gerusalemme liberata, x esempio), nonchè testo enciclopedico, con tutto il rispetto per questo blog e le sue fonti.
    In + c’è da considerare che gli obiettivi delle jihad, così come quelli delle crociate non erano mai città a caso. Lei se l’immagina una crociata che so su Granada?
    Inoltre questa importantissima distinzione tra arabi e ottomani proprio non la vedo. A parte che stiamo parlando di religione e che entrambi i “popoli” sono musulmani, e poi in genere queste distinzioni etnico-razziali sono artificiali ed artificiose. Ha molto + in comune un israeliano con un saudita che un ebreo russo con un israeliano.
    Non lo so, vogliamo continuare a distinguere la gente in caucasici, mongolidi, ariani (che non sono quelli biondi ma i persiani), arabi, negridi, ecc. nel 2012? E addirittura distinguere i sottogruppi: turchi, arabi del medio oriente, curdi, arabi egiziani, arabi arabi (quelli dell’omonima penisola, suppongo)!

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    • (la Gerusalemme liberata, x esempio)
      ————————————————
      mmmm,raro esempio di precisione storica,no indottrinamento,no propaganda eh?

      Sull’assoluta importanza di Gerusalemme per i musulmani sono disponibili miriadi di documenti,concordo ma solo per contrapposizione con gli altri credo con cui si sono scontrati,ovvero sia,per segnare il loro predominio,come Corano richiede…….sono specchi,non senti come stridono?

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    • Nel primo commento avevi portato un dato di fatto; non dirimente, ma comunque un dato di fatto. Nel secondo ti metti a menare il can per l’aia disquisendo di etnie o non etnie, e incorrendo tra l’altro in un penoso incidente quando affermi che Ha molto + in comune un israeliano con un saudita che un ebreo russo con un israeliano: evidentemente ignori che una grossa fetta degli israeliani sono russi, e che una grossissima fetta degli ebrei ex russi soono oggi israeliani. Mentre un ebreo israeliano con un saudita non ha in comune assolutamente niente, dal momento ceh dall’avvento di Maometto sono stati in parte sterminati e per il resto espulsi tutti gli ebrei che risiedevano in quella che oggi è l’Arabia Saudita. Non si capisce, infine, che cosa tu intenda dal punto di vista etnico per “israeliani”, dal momento che una parte di loro sono sempre stati lì fin dal tempo della Bibbia, e il resto comprende praticamente l’intero pianeta: scandinavi, neri, slavi, mediterranei, semiti, cinesi, persiani…

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  4. ok lasciamo perdere Israele e le etnie che sono decisamente OT.
    Stavamo parlando di Gerusalemme. La questione è se sia o meno una città religiosamente importante per l’islamismo, partendo dal presupposto che lo sia per l’ebraismo e il cristianesimo. Tralasciando le innumerevoli prove documentali nell’ambito della storia, della teologia e della letteratura, a mio avviso sono sufficienti tre fatti storicamente accertati ed inoppugnabili per dimostrare la sua importanza per i musulmani. Aggiungo che con ciò non intendo sostenere la causa palestinese o la causa di chicchessia ma solo ristabilire una verità storica.
    1) In lingua araba Gerusalemme è chiamata Al Quds che significa “la (città) santa”. Ora, penso sia superfluo far notare che questo appellativo non può essere casuale e non poteva essere dato a una città qualunque. Neanche Medina ha un simile “onore”.visto che è chiamata “illuminatissima”.
    2) A Gerusalemme è presente il più antico e il più grandioso tempio musulmano, la Cupola della Roccia, che certamente non è paragonabile nè storicamente nè come iportanza alla mosche di Mogadiscio, o di Alessandria o di Baghdad. Inoltre ho notato la malafede dell’autore del testo (non può essere altrimenti) quando parla di Spianata dei templi. Al max possiamo chiamarla “spianata del tempio” riferendoci ai resti del tempio di Salomone. Ma la spianata dei templi proprio no, quella è universalmente nota come “spianata delle moschee” ma forse la parola moschea è cacofonica, non so.
    3) Il sultano Saladino si fece un mazzo così per strappare ai crociati Gerusalemme.che fu obiettivo di una jihad. Gli storici sono d’accordo nel fatto che avrebbe potuto concentrare le sue forze su altri obiettivi economicamente + importanti, come strappare Cipro a Venezia, o conquistare Smirne. La jihad su Gerusalemme fu una sorta di mossa propagandistica. Ma appunto che razza di propaganda sarebbe stata se ai musulmani non gliene fregava nulla di Gerusalemme?

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    • Quali storici che sostengono che avrebbe potuto più utilmente strappare Cipro a Venezia? Magari non l’avrà fatto perché era più difficile chiamarla jihad. Certo che questa jihad, viste le varie vicende della storia dell’islam, la puoi stiracchiare un po’ come ti pare. Del resto non è neppure necessario essere arabi. E vabbè. Il mondo comincia ad averne le balle piene delle guerre sante, ma certo che loro danno una mano a farle tornare in mente. Bella roba.

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      • Ah, dimenticavo, a proposito di jihad: nel libro che ho recensito più sotto, La principessa schiava, ad un certo punto c’è l’ex marito che in una intervista televisiva spiega che lui deve appropriarsi dei figli, perché questo è il suo jihad (e come prima cosa farà mutilare la bambina, cosa che lei è sempre riuscita a impedire).

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    • 1. Per l’islam, tutto ciò che è stato islamico una volta non può più essere deislamizzato. Se lo è stato, deve essere riconquistato, non importa quante guerre e quanto sangue ciò possa costare. Per l’islam è islamico qualunque luogo in cui sia stata recitata una preghiera islamica, quindi può essere uno stato, una città, o la stanza della canonica che qualche parroco generoso concede ai poveri immigrati perché possano pregare. Hai detto prima “crociata su Granada” pensando di fare una battuta? Ti sbagli: le crociate per Granada sono non solo programmate, ma anche già ampiamente in atto, e se non te ne sei ancora accorto, prova a chiedertene il perché.
      2. Le rivendicazioni di Gerusalemme come “terza città santa dell’islam” sono iniziate esattamente nel 1967: ti dice qualcosa questa data? E’ la stessa data in cui è nato, per la prima volta nella storia dell’umanità, l’espressione “popolo palestinese”. Pensaci.
      3. Se ritieni argomento fondamentale il fatto che Gerusalemme si chiama “la santa”, come neanche Medina, come mai Medina è la seconda e Gerusalemme la terza, e non viceversa, come dovrebbe essere secondo la tua logica?

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  5. Esatto. Attaccò Gerusalemme invece di Nicosia perchè non avrebbe mai potuto dichiarare che la conquista di Cipro facesse parte della jihad e qindi dal p.d.v. propagandistico non avrebbe avuto lo stesso effetto. Gli obiettivi delle jihad erano città religiosamente importanti. Roma è fuori luogo, non c’è mai stata nessuna jihad su Roma. Riguardo alla jihad su Granada… può darmi qualche info? Chi l’ha dichiarata, da quanto? quali attacchi ci sono stati? Presumo che anche Palermo sia un obiettivo, anche Atene, anche la Bulgaria….
    La tesi secondo cui gli islamici si sono accorti di Gerusalemme solo per fare un dispetto ad ebrei e cristiani è (secondo me, intendiamoci) del tutto ridicola.
    L’Autore del testo da lei linkato si è squalificato quando ha parlato di “spianata dei templi” per non pronunciare la parolaccia “moschee”. O è ignorante o è in malafede. Propendo per la seconda.
    Saluti

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    • Roma rientra in molte dichiarazioni ufficiali: se non le hai mai sentite è un problema tuo.
      La riconquista di Granada è in atto da un bel pezzo: non esiste solo il jihad con le armi. La costruzione della grande moschea qualche anno fa è stata solennemente festeggiata dal mondo islamico come passo importante verso la riconquista totale. Se hai scelto di non volerti accorgere di tutto questo, è, ancora una volta un problema tuo.
      L’argomento dell'”autore squalificato” è talmente penoso che spero non ti offenderai se non mi metto a replicare.

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