Di fatto lo Jobbik è una organizzazione su posizioni non solo populiste ma ipernazionaliste, basate sulle dottrine del radicalismo di destra. Per molti osservatori la sua ideologia di riferimento è il neofascismo. Alle elezioni del 2010 ha ottenuto il 16,7% dei voti e ben 47 seggi. Tra le sue file milita l’avvocatessa Krisztina Morvai, eurodeputata, che ha inaugurato il suo mandato a Strasburgo affermando che «sarei contenta se coloro che si definiscono fieri ebrei ungheresi se ne andassero a giocherellare con i loro piccoli peni circoncisi, invece di insultare me». (qui)
Devo fare due premesse. La prima è che non sono santa Maria Goretti. Voglio dire, sull’oggetto in questione qualche idea credo di essermela fatta. La seconda è che non ho mai avuto amanti ebrei. È una colpa grave, lo so, ma invoco quale circostanza attenuante il fatto che di ebrei in giro ce ne sono davvero pochi, letteralmente quattro gatti, uno su cinquecento nella popolazione mondiale, circa uno su millesettecento in Italia. Vale a dire che per beccarne casualmente uno mi dovrei fare millesettecento uomini, e io a quella cifra, lo confesso, non sono ancora arrivata – e data la veneranda età, mi sa che ormai non ci arriverò più (e neanche a cinquecento: visto che ormai sono in vena di confessioni, confesserò anche questo).
Qualche idea me la sono fatta, dicevo. Che gli uomini non sono fatti con lo stampino, per esempio, e quindi sono tutti diversi, sotto ogni aspetto, compreso quello. Magari se mi fossi fatta settecentoquarantadue bergamaschi e li avessi trovati tutti con dotazioni tipo paracarro e fuori di Bergamo invece nisba potrei arrivare alla conclusione che i bergamaschi sono geneticamente superdotati, ma francamente non so a chi potrebbe venire l’idea di girare col metro in tasca e farsi tutti i maschi di un dato gruppo mentre un’altra volontaria si fa altrettanti maschi, sempre col metro in tasca, di un altro gruppo per poi confrontare i dati. E quindi non è che se vai con uno scandinavo, o un paio di scandinavi, puoi dire gli scandinavi sono così o cosà e sono diversi dai nicaraguensi perché una volta sei stata anche con uno di lì e quello era differente. Insomma, quello che voglio dire è che questa signora afferma perentoriamente che gli ebrei ce l’hanno piccolo, e io mi chiedo: ma quanti ebrei si è fatta questa qui per poter esibire tanta sicurezza sulle loro dimensioni? Saranno stati una trentina, e tutti sistematicamente ipodotati? O una cinquantina? Forse un centinaio? Ma non sarà un tantino masochista farsi un intero plotone di maschi insoddisfacenti, maturare la convinzione che quelli sono tutti così per natura e ciononostante perseverare all’unico scopo di poter documentare scientificamente la propria teoria? Quando oltretutto si tratta di gente che a lei fa schifo a prescindere? O non sarà invece che ci troviamo di fronte a un caso da manuale di nondum matura est? Anche se è vero che la signora avvocatessa Krisztina Morvai non è una roba come la signora baronessa Catherine Ashton, che è talmente brutta e sgraziata che sembra disegnata da Prada, ma sinceramente non mi meraviglierei se agli ebrei facesse ugualmente un po’ senso l’idea di andare con una come lei.
Qualche perplessità, poi, suscita anche l’invito a “giocherellare” coi propri gioielli di famiglia. Come già detto, non ho al mio attivo esperienze ebraiche, quindi non sono in grado di pronunciarmi in merito; oso tuttavia ipotizzare che tutti, chi più chi meno, siano in grado di farne un uso migliore di quello suggerito dall’illustre signora.
Esempio di ebreo ultrasessantenne
barbara