MAI PIÙ

Quattro anni fa ho scritto questo testo. Poiché da allora a oggi le cose, se sono cambiate, lo sono in peggio, lo ripropongo senza alcuna modifica.

C’ERA UNA VOLTA LA GIORNATA DELLA MEMORIA

C’era una volta la memoria. La memoria di un evento indicibile. La memoria di un evento talmente inimmaginabile che persino chi riusciva a sfuggire e a darne testimonianza, mentre stava accadendo, non veniva creduto. E per non lasciare che la memoria di ciò che la specie umana era riuscita a perpetrare rischiasse di andare perduta, qualcuno ha pensato di istituire una “Giornata della memoria”. Una volta.
Poi … poi è accaduto ciò che spesso accade, quando si ha a che fare con questa tematica. Con l’ebraismo, intendo dire. Con gli ebrei, per la precisione. È successo che qualcuno, da subito, si è sentito disturbato dall’idea che ci si occupasse degli ebrei. Che ci se ne occupasse non per farli fuori, non per accusarli di ogni sorta di nefandezze, non per demonizzarli, bensì per ricordare che dopo millenni di persecuzioni diffuse e generalizzate e punteggiate da un discreto numero di stermini di massa e da un immenso numero di stermini “minori”, si era infine arrivati a programmarne lo sterminio totale, e ad avviare con buoni risultati l’esecuzione del programma. Il primo passo fatto per boicottare la neo-istituita giornata della memoria è stato il tentativo di allargare la commemorazione ad altre vittime. Il secondo, e tuttora in corso, è stato molto più infame, più subdolo, più vigliacco, più ipocrita, più osceno: è stato un totale ribaltamento – di quei ribaltamenti a cui gli antisemiti da lunga data ci hanno abituati – dell’intero panorama. Hanno inventato, gli antisemiti, la storia delle “vittime che si sono fatte carnefici”. Hanno inventato “i nuovi nazisti”. Hanno inventato “l’olocausto del popolo palestinese” – un popolo che in sessant’anni di ininterrotto olocausto, sterminio, genocidio, si è quasi decuplicato, ma chi sta a badare a questi dettagli? E hanno scippato la giornata della memoria: vanno lì, ora, alle manifestazioni commemorative, a spremere la loro brava lacrimuccia. Ci vanno nell’illusione che ciò basti a ingannarci. Ci vanno nell’illusione di ricostruirsi, con ciò, una verginità. Ci vanno per sentirsi poi tranquilli con la propria coscienza quando, dopo avere pianto per gli ebrei morti, latrano come cani rabbiosi quando gli ebrei vivi tentano disperatamente di restare vivi resistendo al rinnovato progetto di sterminio, strepitano come vergini violate quando gli ebrei vivi mostrano di voler davvero tenere fede al “mai più come pecore al macello”. Si ha veramente l’impressione che a costoro piaccia talmente tanto commemorare l’olocausto, da prodigare ogni aiuto e ogni sostegno, materiale e morale, a coloro che stanno progettando e tentando di metterli in condizione di poterne presto commemorare due. Per questo mi auguro di poter dire al più presto possibile “C’era una volta la giornata della memoria”, per non dover più fornire, coi nostri morti e col nostro dolore, un alibi ai peggiori sentimenti che l’animo umano possa albergare: anche in questo campo è davvero arrivato il momento di giurare, solennemente, MAI PIÙ.

Da allora, da quando ho scritto questo testo, ho mantenuto fede al mio proposito di boicottare l’osceno sfruttamento della giornata della memoria. Degli ebrei sterminati ho parlato in altre date, e in altre ancora ne parlerò, ma non oggi. Oggi il mio omaggio agli ebrei sterminati si concretizzerà in un omaggio agli ebrei vivi, che lottano per restare vivi. Agli ebrei che lavorano. Che inventano. Che producono. CHE SORRIDONO. Questi:

barbara

Una risposta

  1. Anche io la boicotto,perchè non ha senso,con tutto ciò che succede nel mondo,in Siria per esempio
    Ormai gli israeliani hanno un paese ,sono forti e di certo a loro non accadrà mai più
    Ma ad altri?
    Come si fa a dire mai più?
    lo so,lo so che tu dirai che questo mai più è per gli ebrei ,ma io ho sempre voluto farlo passare come messaggio universale ,credo sia più giusto,anche se penso che sia ormai solo retorica e parole vuote

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    • No, sei completamente fuori squadra. Io NON boicotto la giornata della memoria, e meno che mai il genocidio del popolo ebraico, non mi passa neanche per l’anticamera del cervello. Ciò che boicotto è l’oscena strumentalizzazione che gli antisemiti mascherati da antisionisti fanno di questa giornata.

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  2. Ho visto oggi Amen di Costa Gavras e sono rimasto impressionato da;
    Kurt Gerstein
    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
    Kurt Gerstein

    Kurt Gerstein (Münster, 11 agosto 1905 – Parigi, 25 luglio 1945) è stato un militare tedesco, ufficiale delle Waffen-SS e membro dell’Istituto d’Igiene delle SS. Pure indossando la divisa SS, Kurt Gerstein fu una figura alta e nobile, un uomo di eccezionale umanità, coraggio e senso etico della giustizia, che remò contro corrente cercando di fermare il genocidio ebraico, di cui era venuto a conoscenza, informando diverse autorità estere, prelati cattolici e altri, dell’orrore dell’Olocausto che stava avvenendo. Ma le risposte che ebbe furono poco o niente: la sorte degli Ebrei non interessava a nessuno. Dopo la fine della guerra, mentre efferrati criminali nazisti dei lager, tra cui Mengele e Eichmann, venivano salvati attraverso la nota Via dei Conventi, Gerstein moriva in una squallida cella francese in circostanze misteriose. Testimoniò l’eccidio dei prigionieri nei campi di concentramento di Bełżec e Treblinka. Contattò il diplomatico svedese Göran von Otter (padre di Anne Sofie von Otter), nonché membri della Chiesa cattolica romana (come il nunzio apostolico Cesare Orsenigo) vicini al papa Pio XII, per denunciare pubblicamente lo sterminio di ebrei e non solo. Scrisse nel 1945 il Rapporto Gerstein, dove rivelava ciò che sapeva. Mentre era detenuto in attesa di giudizio dai francesi, fu trovato morto. Dubbi sussistono sulla causa della morte, che potrebbe essere stata il suicidio o l’omicidio. (cfr. http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/gerstein.htm)
    Indice

    1 Biografia
    2 Gerstein nei media
    3 Controversie
    4 Altri progetti

    Biografia

    Kurt Gerstein nacque a Münster in Vestfalia. Completò gli studi in Ingegneria nel 1931. Mentre studiava entrò a fare parte dei Corpi Teutonici di Marburgo, come tutti i membri maschi della famiglia Gerstein. Nel 1933 diventò ispettore delle miniere per il governo nazista e aderì al partito nazista. Da militante protestante e membro della YMCA, entrò presto in conflitto con il governo nazista; fu arrestato la prima volta il 4 settembre 1936, messo in custodia protettiva per cinque settimane ed espulso dal partito. Venne arrestato una seconda volta nel luglio 1938 e rilasciato sei settimane dopo per mancanza di prove.

    Il 4 settembre 1937, Kurt iniziò a studiare Medicina all’Università di Tubinga. Agli inizi del 1941 aderì alle SS, divenendo presto Capo dei Servizi Tecnici di Disinfestazione, venendo a conoscenza dell’uso reale che si faceva dei gas che venivano prodotti inizialmente per essere usati contro i parassiti, e che venivano ora usati per lo sterminio sistematico dei prigionieri nei campi di concentramento. Tentò molte volte, dal 1942 al 1945, di informare i vari governi neutrali o Alleati circa l’esistenza e i dettagli dei campi di sterminio; tuttavia i suoi sforzi sortirono lievi effetti, come l’interessamento della Svezia a ospitare alcune migliaia di bambini ebrei. Morì nel luglio del 1945 a Parigi, in prigione; si sospetta il suicidio, ma anche l’omicidio da parte di altri ufficiali SS detenuti. Inizialmente venne ritenuto colpevole dai giudici e accusato di essere stato complice delle violenze naziste, ma dopo circa venti anni si riesaminò il suo caso e quanto realmente fece per fermare o almeno rallentare il genocidio ebraico e la sua memoria venne riabilitata, ossia non fu più considerato colpevole.
    Gerstein nei media

    Gli sforzi di Kurt Gerstein di aderire ai suoi impegni di militare e di cristiano (protestante) sono mostrati nel drammatico film del 2002 Amen diretto da Costa-Gavras, dove c’è un ampio riferimento all’opera di Rolf Hochhuth del 1963 Il Vicario.
    Controversie

    La verosimiglianza di alcuni aspetti del rapporto Gerstein è stata contestata, alla luce delle contraddizioni e delle discrepanze esistenti fra le diverse stesure. In Francia, le polemiche a questo riguardo hanno dato origine al dibattito accademico e giudiziario noto come affaire Roques. Cfr. http://www.ihr.org/jhr/v07/v07p115_Hall.html; http://www.vho.org/aaargh/fran/ACHR/ACHR.html
    Altri progetti

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    biografie Portale Biografie

    nazismo Portale Nazismo

    Categorie:

    Militari tedeschi
    Nati nel 1905
    Morti nel 1945
    Nati l’11 agosto
    Morti il 25 luglio
    Nati a Münster (Renania Settentrionale-Vestfalia)
    Morti a Parigi
    Militari delle Waffen-SS

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    • Sì, conosco Kurt Gerstein, c’è un bellissimo libro di Pierre Joffroy, L’espion de Dieu che ho letto molti anni fa, non so se ci sia anche in italiano. Secondo lui si sarebbe suicidato perché ormai non aveva più speranza di riuscire a dimostrare la propria innocenza. Davvero impressionante l’accoglienza fatta da tutti i suoi interlocutori alle sue rivelazioni sulle camere a gas, fra le quali comunque spicca per cinismo quella del Vaticano.

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  3. Mi piace il termine” scippata “.Commemorare solo gli ebrei era troppo diluiamo lo sterminio con altri, e chi partecipa solo per essere visibile ( politici ) gli rimbalza il massacro, sono sempre più vicini ai poveri palestinesi. Mi danno il vomito, come se facessi ancora la chemio. ciao B
    Carlo

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