A Šentjanž il sole annegò
Sopra Strunjan
la sera
scendeva tranquilla.
Le cime
risplendevano
al calar del sole,
il Ronek si illuminava;
ma il tempo
ci invitava
al riposo.
Il luogo spandeva
profumo di terra fresca…
dai pendii
i fiori di mandorlo
salutavano
gli abitanti del paese.
Nell’aria
garrivano le rondini
e su Stjuže
laggiù sopra il mare –
vedevo gabbiani volare.
Sotto un gelso,
a fianco della ferrovia,
dei bambini del paese
si erano riuniti
per giocare.
Le madri li avevano
già chiamati a casa –
e alcuni
al richiamo avevano risposto,
ma altri erano rimasti
ad aspettare il treno della sera.
Quel giorno
nessuna faccia amica
dietro i finestrini del treno,
ma solo
la morte orribile
di neri fascisti
in arrivo da Trieste.
Strunjan:
per schiacciare i ribelli,
puntarono
le armi sui bambini.
Per Renato Brajko
la vita si fermò…
»Ah mamma,
sto morendo«
sopraffatto dal dolore
Domeniko Bartole…
Il viso del bambino
impallidì,
assieme al bambino
cominciai a svanire
anch’io.
Altri tre bambini
in preda al dolore
chiamavano
la mamma…
Nacque il male,
fu piantato
l’odio,
così bruciò il Ronek –
e con esso tutta l’Istria…
Fu allora fu che il nostro sole
annegò a Šentjanž.
Božidar Tvrdy
Ronek e Šentjanž sono colline sopra Strunjan/Strugnano.
Due bambini furono uccisi, tre rimasero feriti e due rimasero invalidi.
(Rubato qui, dove potete trovare anche il testo originale)
barbara