DOV’È AMINA?

Il mio corpo mi appartiene e non rappresenta l’onore di nessuno, aveva scritto sul proprio petto. Ora rischia una condanna a dieci frustate e poi lapidazione “finché morte non sopraggiunga”. Il fatto è che adesso Amina è scomparsa, chi dice che è a casa sua, chi che è stata chiusa in un ospedale psichiatrico, ma di notizie certe sulla sua sorte non se ne hanno. Le Femen hanno organizzato manifestazioni in tutto il mondo
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(qui maggiori dettagli e tutte le immagini) per richiamare l’attenzione sul destino di questa ragazza coraggiosa, ennesima vittima di quella “primavera” che tanto ha entusiasmato le anime belle, e quei pittoreschi “barbuti” che tanta simpatia raccolgono da certe nostre giornaliste, soprattutto se rossocrinite, hanno dedicato loro un grazioso avvertimento:
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Io, nel frattempo, mi chiedo: e le femministe storiche? Quelle che scendevano in piazza a bruciare i reggiseni? Quelle che proclamavano fieramente “io sono mia” e “l’utero è mio e me lo gestisco io”? Sono andate in letargo? O forse trovano giusto che il corpo di Amina appartenga agli integralisti islamici e che questi abbiano il diritto di farne ciò che vogliono? Care signore, fate una bella cosa: impiccatevi, che almeno vi renderete utili servendo come concime.

barbara

AGGIORNAMENTO: e hanno ragione, in Tunisia, ad occuparsi delle tette della studentessa, se no rischierebbero davvero di morire di noia dal momento che lì non succede mai niente, tranne cazzatine come questa, o questa.