E NON FINISCE MAI

India, violentata e uccisa a sei anni.
Rabbia in piazza, scontri con la polizia

NEW DELHI – Un altro caso di violenza sessuale e omicidio, stavolta su una bambina di 6 anni, scuote l’India. Il corpo della bambina, stuprata e strangolata, è stato poi gettato in una discarica di Aligarh, nello Stato di Uttar Pradesh, scatenando l’ira della popolazione locale che ha lanciato pietre contro la polizia e bloccato il traffico per ore.
20130418_bambina-india_morta-discarica
La famiglia aveva avvisato la polizia della scomparsa della bambina. Dopo ore di ricerche il corpo è stato ritrovato nella discarica. Secondo quanto denunciano i genitori, è stata violentata prima di essere uccisa, ma la conferma ufficiale arriverà soltanto dall’autopsia i cui risultati saranno resi noti nei prossimi giorni.
Negli scontri con la polizia sono state ferite almeno sette persone. Le autorità indiane hanno anche sospeso due poliziotti che hanno preso a bastonate alcune donne presenti alla manifestazione di protesta che è durata diverse ore e che ha anche bloccato la principale strada per New Delhi.
Lo scioccante omicidio ha sollevato la rabbia dei residenti del quartiere dove viveva la bambina che hanno marciato sul locale commissariato e preso a sassate dei veicoli della polizia. Le immagini diffuse dalle televisioni hanno mostrato la brutale repressione della polizia dell’Uttar Pradesh che con lunghi bastoni di bambù ha picchiato diverse donne anche quando erano ormai a terra.
India-repressione
In seguito alle scene shock, il governo locale ha chiesto l’apertura di una inchiesta per accertare le responsabilità.
(18 aprile 2013, qui)

Alla pena di morte sono e resto contraria, sempre e senza eccezione. Però un bel linciaggio fatto bene… (E quella polizia che invece di preoccuparsi di cercare l’assassino si dedica alla brutale repressione delle donne che protestano e chiedono sicurezza e protezione?)

barbara

 

    • Il taglio di tutto l’uccello mi sembra una pena un po’ troppo drastica, forse si potrebbe trovare un compromesso: mezzo centimetro al mese potrebbe andare? E visto che poi l’ha strangolata, forse si potrebbe procedere allo stesso modo anche con le dita.

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  1. Io sono con Melody, sono sempre stata favorevole alla pena di morte. Non voterei mai a favore, perché gli errori giudiziari sarebbero inevitabili e questo sarebbe atroce e inaccettabile, ma se si potessero individuare i reali colpevoli senza ombra di dubbio, io sono per la pena di morte. Magari con le stesse modalità della loro vittima (o delle loro vittime).

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      • Perché, se uno fa una strage, la pena di morte è sproporzionata? Uno entra in una scuola, spara col mitra su una scolaresca, ammazza tot bambini e l’insegnante che ha cercato di proteggerli, e la pena di morte è una risposta sproporzionata?

        Non ti pensavo più buona di me, non l’avrei mai creduto 😛

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      • No, se non sei cittadina dell’entità sionista, di “risposta sproporzionata” non esiste neppure il concetto. Comunque no, non posso neppure immaginare qualcosa che giustifichi, anche solo minimamente, la pena di morte. Con qualunque modalità venga applicata.

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  2. Sono con te, Barbara!
    E mi meraviglio anch’io, ma mi fa piacere constatare che tu la pensi così: niente mi convince che sia giusta, la pena di morte, in alcun caso!
    Indipendentemente dall’entità sionista.. ma non ho frainteso, vero?
    Non è questione di bontà..

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    • Mi riferivo al fatto che qualunque cosa faccia Israele, in risposta a qualunque genere di attacco, regolarmente si levano alti lai sulla “risposta sproporzionata”. E allora ogni tanto qualcuno dice va bene, allora cominciamo una buona volta a dare risposte proporzionate: ci tirano un missile su un asilo, gli tiriamo un missile su un asilo, ci fanno saltare un autobus, gli facciamo saltare un autobus… Così quando Diemme ha invocato la pena di morte con le stesse modalità con cui è stata uccisa la vittima, ho rievocato la risposta sproporzionata di Israele. Quanto alla pena di morte, comunque, davvero non posso immaginare qualcosa di più inumano, immorale, mostruoso, degradante per una società.

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  3. Te lo dico io che cosa c’è di più inumano, immorale, mostruoso, degradante per una società: che un innocente non sia protetto da assassini e criminali, che la giustizia non sia capace di rintracciarli, e se per caso li trova li rimetta prima o poi in libertà, pronti eareiterare, e se li trova e non li mette in libertà lei dia loro modo di fuggire e riminacciare la vita dei suddetti innocenti.

    Ma se li trova, li mette il galera, non li fa uscire né riescono a fuggire, sempre il suddetto innocente sia chiamato a spaccarsi la schiena per mantenergli vitto e alloggio, perché noi siamo civili e umani.

    Questo è immorale e degradante per una società civile.

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  4. Te lo dico io che cosa c’è di più inumano, immorale, mostruoso, degradante per una società: che un innocente non sia protetto da assassini e criminali, che la giustizia non sia capace di rintracciarli, e se per caso li trova li rimetta prima o poi in libertà, pronti eareiterare, e se li trova e non li mette in libertà lei dia loro modo di fuggire e riminacciare la vita dei suddetti innocenti.
    E che cosa ha a che fare tutto questo con la pena di morte?

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  5. La falagranza di reato.Diemme credo che intenda questo nei primi interventi.
    Poi visto che spesso i criminali anche se assassini rifiniscono fuori,possono ripetere le azioni violente e uccidere ancora potrebbe forse ever indotto sempre Diemme al secondo ragionamento che condivido.

    Come del resto nn sono uomini o donne questi qui:
    http://www.serialkiller.it/

    Anche una donna che faceva il sapone con le sue vittime è esistita.

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    • Sì, intendevo questo. Certa gente semplicemente non deve esistere. Ora vado a leggere al link che hai indicato, ma di testimonianze su questi reati, comprese sulla saponificatrice cui fai riferimento, ne ho lette tante e, francamente, ritengo che certa gente al mondo non ci debba proprio stare, e non venitemi a dire “Ti metti sullo stesso piano”, perché un conto è liberarsi di un efferato criminale, un conto è fare strage d’innocenti: direi che sullo stesso piano non ci siamo proprio.

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  6. Certezza della pena è requisito imprescindibile di ogni società civile. Impedire a gente pericolosa di tornare a nuocere è requisito imprescindibile di ogni società civile. Obbligarli a guadagnarsi il pane che mangiano è più che giusto. Pena di morte mai, In nessun caso, per nessuna ragione. La mia coscienza, a una simile barbarie, non può trovare alcuna giustificazione.
    (Vabbè, per Eichmann posso trovarlo giusto, ma come eccezione assolutamente unica. E infatti, in uno stato pur assediato da terrorismo ed efferatezze di ogni sorta, questa eccezione è, appunto, rimasta unica).

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  7. Come diceva un mio vecchio maestro, la colpevolezza la stabiliscano i giudici. La pena,la stabilisca la vittima. Non ho mai sentito nulla di più corretto e civile di questa enunciazione.

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      • E’un’enunciazione di principio, ovviamente. Sottolinea che il terzo giudicante, il giudice, in genere è più proteso a preservare il reo che a dare soddisfazione alla vittima o a quelli che ne hanno subito la perdita. Mi fai saltare in aria, mi amputi gli arti, mi privi della vista, mi ammazzi, uccidi mio figlio di 8 anni e ti daranno l’ergastolo, mantenendo i tuoi arti e i tuoi occhi intatti. C’è della barbarie in quel che dico,ma non so quanta.

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    • E se la vittima è un perdonista ad oltranza il reo avrebbe diritto a continuare ad andare in giro a fare sfracelli? E se la vittima è uno psicopatico che chiede la pena di morte preceduta da efferate torture per un furto di dieci euro? Che la pena dipenda dalla personalità, dal carattere, dalla sanità mentale della vittima ti sembra corretto e civile? Allora l’Arabia Saudita è il posto più civile del mondo!

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      • La pena, la stabilisca la vittima
        Direi che si intende proprio che la vittima come persona è titolare del diritto di decidere la pena; se io ti ammazzo, lo decide tua figlia, come in Arabia Saudita, appunto: se lei decide morte verrò giustiziata, se lei decide risarcimento, se sono abbastanza ricca vivrò e se non lo sono morirò, se lei decide perdono non farò neppure un giorno di galera e me ne andrò in giro libera di ammazzare qualcun altro.

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