Dalla cronaca locale
BOLZANO – Ha abusato della figlia della sua compagna per due anni, da quando la ragazzina aveva appena 11 anni fino ai 13. Per questo, il tribunale di Bolzano nei giorni scorsi ha condannato un cittadino straniero alla pena di 7 anni e 4 mesi con l’accusa di violenza sessuale su minore.
Le violenze risalgono a qualche anno fa: l’uomo viveva in Alto Adige con la sua compagna e la figlia di lei, una ragazzina di 11 anni.
Il «patrigno» abusa della giovane per due anni, fino a quando quest’ultima, fortemente provata per quanto subito, non racconta tutto.
I particolari in merito alla vicenda sono pochi proprio per tutelare la ragazzina, che oggi è non è ancora maggiorenne e che si porta dentro ferite profonde per le violenze subite.
Quando la giovane racconta la sua versione dei fatti scattano le indagini: l’inchiesta, curata dal sostituto procuratore Donatella Marchesini, porta a sentire come testimoni diverse persone. La madre della ragazza afferma di non avere mai sospettato nulla a riguardo. Per l’uomo, a dicembre, viene emesso un provvedimento di custodia cautelare.
Nei giorni scorsi, si è tenuto il processo con rito abbreviato: il pm Donatella Marchesini aveva chiesto per l’imputato una pena di 9 anni di reclusione, ma per avere confessato e ammesso le sue colpe e per l’atteggiamento mantenuto durante le udienze, il giudice Silvia Monaco ha concesso all’imputato le attenuanti.
L’uomo, quindi, dovrà scontare la condanna di 7 anni e 4 mesi con l’accusa di violenza sessuale su minore. Non solo. Il giudice ha stabilito che la ragazza ha diritto ad un risarcimento di 350.000 euro.
Nonostante sia trascorso qualche anno dalle violenze subite, la ragazzina, che ancora non ha compiuto 18 anni, ha ancora molta strada da percorrere prima di riuscire a rimarginare le ferite provocate da anni di abusi. Anche per questo motivo si preferisce non svelare troppi particolari che permettano il riconoscimento della minore.
In Italia, per il reato di abuso sessuale su minore la pena è la reclusione da sei a dodici anni se i fatti di cui all’articolo 609-bis sono commessi nei confronti di persona che non ha compiuto quattordici anni, oppure con l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti e di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa; da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio; su persona comunque sottoposta a limitazione della libertà personale; nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni sedici della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore. La pena prevede la reclusione da sette a quattordici anni se il fatto è commesso nei confronti di persona che non ha compiuto ancora dieci anni.
I. G.
La mia domanda, la solita di sempre, è: durante DUE INTERI ANNI in cui il suo ganzo le violentava la bambina SOTTO IL NASO, quella baldracca infame della madre dove guardava?
Poi, oltre alla domanda, avrei anche una richiesta: una pannocchia abbrustolita ben arroventata da infilare nel culo alla giudice che ha graziosamente concesso le attenuanti al bravo pedofilo che ha avuto la bontà di ammettere le sue colpe (non mi è invece molto chiaro in che cosa consista “l’atteggiamento mantenuto durante le udienze”: forse si è cortesemente astenuto dal pisciare sulle scarpe della signora giudice?)
barbara