Mi riservo di ascoltare meglio tutto, ma intanto.. quello che “fa” nei cinque minuti cinque dal ventinovesimo al trentaquattresimo, per me è incredibile, da restare a bocca aperta e mascella pendula! 😉 Sarà che quello è uno dei miei brani preferiti..
La cosa più godibile, oltre l’ascolto, è vedere l’infinita gamma di espressioni e di atteggiamenti fra il pubblico: divertimento nel divertimento.. 😀
Neppure io lo conoscevo molto meglio di te 😦
Proprio vero che non è mai troppo tardi!
Se ti copi l’URL e lo salvi da qualche parte, puoi ascoltare un pezzo, chiudere, e poi quando ci torni lo trovi là dove eri arrivata, anche se nel frattempo spegni e riaccendi il pc.
Sì, non è solo da ascoltare, bisogna proprio vederlo (e di quel sorriso che ti scalda fino in fondo alle budella, ne vogliamo parlare?)
E’ un musicista – nel senso più completo del termine – straordinario; figlio d’arte, ambedue i genitori cantanti; il padre era un grande baritono con una notevolissima estensione, ereditata – e si sente – da Bobby che, con l’aiuto del falsetto, “scherza” da soprano e arriva senza difficoltà al basso-baritono; vocalista e direttore, one man orchestra, intrattenitore e divulgatore … e chi più ne ha più ne metta; anche, perché no, “don’t worry be happy”. Sempre estremamente divertente e, soprattutto, divertito (il che in un ambiente pieno di pretenziosi parrucconi non è poco).
Sì, la prodigiosa estensione vocale credo sia la prima cosa che si nota. Mi vengono in mente i Cugini di campagna che facevano Anima mia in falsetto: era simpatico, però si sentiva chiaramente che era falsetto; lui se chiudi gli occhi e ti dicono che sta cantando un soprano, a meno che tu non sia un addetto ai lavori non fai una piega. E la comunicatività (altro che il “nostro” grande comunicatore! Avessimo lui come presidente del consiglio, ho idea che la nostra immagine nel mondo sarebbe un miliardo di gradini più in su!), l’espressività, tutto. Davvero un artista straordinario. Quanto a Don’t worry be happy, solo molto tempo dopo ho saputo che non era sua e che lui l’aveva ripresa e ci aveva fatto su un lavoro tutt’altro che disprezzabile.
Mi riservo di ascoltare meglio tutto, ma intanto.. quello che “fa” nei cinque minuti cinque dal ventinovesimo al trentaquattresimo, per me è incredibile, da restare a bocca aperta e mascella pendula! 😉 Sarà che quello è uno dei miei brani preferiti..
La cosa più godibile, oltre l’ascolto, è vedere l’infinita gamma di espressioni e di atteggiamenti fra il pubblico: divertimento nel divertimento.. 😀
Neppure io lo conoscevo molto meglio di te 😦
Proprio vero che non è mai troppo tardi!
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Fatto, grazie: ne vale la pena.. di averlo sempre sottomano, dico..
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E’ un musicista – nel senso più completo del termine – straordinario; figlio d’arte, ambedue i genitori cantanti; il padre era un grande baritono con una notevolissima estensione, ereditata – e si sente – da Bobby che, con l’aiuto del falsetto, “scherza” da soprano e arriva senza difficoltà al basso-baritono; vocalista e direttore, one man orchestra, intrattenitore e divulgatore … e chi più ne ha più ne metta; anche, perché no, “don’t worry be happy”. Sempre estremamente divertente e, soprattutto, divertito (il che in un ambiente pieno di pretenziosi parrucconi non è poco).
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Sì, la prodigiosa estensione vocale credo sia la prima cosa che si nota. Mi vengono in mente i Cugini di campagna che facevano Anima mia in falsetto: era simpatico, però si sentiva chiaramente che era falsetto; lui se chiudi gli occhi e ti dicono che sta cantando un soprano, a meno che tu non sia un addetto ai lavori non fai una piega. E la comunicatività (altro che il “nostro” grande comunicatore! Avessimo lui come presidente del consiglio, ho idea che la nostra immagine nel mondo sarebbe un miliardo di gradini più in su!), l’espressività, tutto. Davvero un artista straordinario. Quanto a Don’t worry be happy, solo molto tempo dopo ho saputo che non era sua e che lui l’aveva ripresa e ci aveva fatto su un lavoro tutt’altro che disprezzabile.
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