Che sarebbe una cosa, libro e CD, pubblicata da Feltrinelli, su Ai Weiwei, quel poliedrico artista e dissidente cinese a cui hanno chiuso il blog e poi lo hanno messo in galera e poi gli hanno dato una multa pari a circa un milione e mezzo di euro e un po’ di queste cose le avevo lette in giro e così quando ho visto il libro sullo scaffale della libreria mi era sembrato che fosse una buona idea prenderlo. Mi era. Perché il libro comincia con una intervista che dire che due palle dovrebbe rendere l’idea ma invece non la rende mica, perché altro che due palle, saranno almeno una dozzina, e di una cretinitudine che se lo fate fare come esercitazione ai bambini delle elementari non ci riescono mica, a fare domande e commenti altrettanto cretini.
Incredibile!
Trovo interessante che il blog sia cominciato con una frase scritta.
Anche tu trovi che, rispetto agli inizi del Ventesimo secolo, ora ci sia un rapporto meno stretto tra arte e letteratura?
Come definiresti la poesia?
Trovo affascinante che tu, come rarissimi altri artisti, sia riuscito a sviluppare una vera pratica architettonica, accanto a quella artistica.
È estremamente affascinante. Quindi per te Wittgenstein [il filosofo, ndb] è stato molto più importante di qualsiasi architetto?
È un’ottima rivista.
Poi c’è una roba che non mi ricordo più, poi qualche pagina dal suo blog e poi un po’ di articoli di Mauro Del Corona pubblicati sul Corriere della Sera. Insomma, se lo volete comprare, per carità, siamo in democrazia, non vengo mica a prendervi a botte, però insomma vedete voi.
barbara
Insomma, tu ci hai avvertito… 😉
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Uoma avvisata…
Ed è un peccato, perché la persona meriterebbe davvero qualcosa di meglio, se non altro per il coraggio con cui conduce la sua battaglia. Un po’ come Stephen Biko, attivista sudafricano contro l’apartheid assassinato in carcere a 31 anni (in quel periodo morivano come mosche nelle carceri sudafricane, o di infarto o battendo la testa dopo essere scivolati sul sapone mentre facevano la doccia – i negri sono distratti per difetto di razza, you know, non badano mai a dove mettono i piedi): un giornalista inglese ne ha scritto la biografia, ed è una porcata illeggibile, di quelle cose che se alzi gli occhi un secondo poi non ti ricordi più dove eri arrivata, le uniche pagine belle sono quelle della cronaca del processo, perché a lui era stato negato l’accesso al tribunale e allora ci è andata sua moglie e lui ha trascritto i suoi appunti. L’ho letto decenni fa, e mi è tornato in mente proprio leggendo questa ciofechina.
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una curiosità … l’hai letto tutto?
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E’ una robina di meno di 100 pagine. Ho saltato gli articoli di Del Corona perché li avevo già letti sul Corriere. Leggere (più o meno) tutto il resto, a parte la noia, non è stata un’impresa.
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te lo chiedo perché io se non ce la posso fare non ce la faccio.
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No, anch’io, anche se è una cosa che detesto, ogni tanto qualcuno lo mollo: annoiare è un crimine contro l’umanità, quindi ostinarsi a leggere fino alla fine un libro noioso significa rendersi complici di crimini contro l’umanità. Per esempio “Storia d’amore e di tenebra” di Amos Oz: tutti quelli che lo hanno letto hanno gridato al capolavoro; io credevo di avere resistito eroicamente fino alla metà delle circa 600 pagine prima di mollarlo stremata, e invece qualche tempo fa mi è ricapitato in mano, e il segnalibro era a pagina 150 circa. Una pizza mastodontica, una palla mostruosa, una noia mortale – poi ovviamente i capolavorologhi ti spiegano che se non lo hai apprezzato è perché non sei all’altezza di capire il capolavoro. Amen, ce ne faremo una ragione.
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mi capita spesso di non essere all’altezza :-(. Una volta sentivo quasi un senso di colpa, oggi fanculizzo libri in un nanosecondo!
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E’ sintomo di maturazione e di saggezza, visto che il tempo disponibile non è infinito e la vita – almeno su questa terra – non è eterna. E in un eventuale dopo non sono del tutto sicura che ci saranno libri da leggere.
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Mi togli un peso: io quasi i vergognavo a dire che avevo lasciato il libro di Oz a pagina 50.
Quando ero giovane leggevo diligentemente tutti i libri fino alla fine; poi, dopo L’amante di lady Chatterly, provai a leggere Il serpente piumato: una palla colossale che mi indusse, da allora, a rinunciare al mio diligente eroismo: a pagina 50 butto via la ciofeca.
P.S.Una volta ho cominciato un blog con una frase pensata, esperienza sublime!
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Ambè, meno male che non sono proprio proprio l’unica! (Sì, quella della frase scritta è da estasi psichedelica o giù di lì)
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