CURA MIRACOLOSA CONTRO L’AIDS

30 ottobre 2013

Pakistan, violentata e sepolta viva
Ma la tredicenne riesce a liberarsi

Incredibile storia nella provincia del Punjab. La ragazzina era stata sotterrata dai suoi aggressori, che credevano di averla uccisa

09:45 – Una tredicenne pakistana, sepolta viva da due uomini che l’avevano rapita e violentata, è riuscita a liberarsi e a uscire dalla fossa in cui i due l’avevano lasciata credendola morta. La ragazzina è stata poi soccorsa da alcuni passanti, che l’hanno portata in un centro medico dove è stata curata. L’incredibile storia è accaduta nella provincia del Punjab.
La tredicenne era stata sequestrata mentre stava andando alle lezioni coraniche. Il padre, Siddique Mughal, aveva denunciato la scomparsa della figlia alla polizia che, come dice Outlook India, si era rifiutata di intervenire.
Gli aggressori avevano portato la piccola in un luogo isolato, dove avevano abusato di lei, e l’avevano poi sepolta credendola morta.
Successivamente, dopo il rifiuto della polizia locale di investigare sul caso, il capo dell’alta Corte del Lahore ha ordinato formalmente agli agenti di cercare e arrestare gli aggressori e di realizzare un report dettagliato su quanto accaduto. Ed è stata anche avviata un’inchiesta giudiziaria sulla vicenda.
In Pakistan la violenza sui minori è un problema molto grave: gli attivisti locali del gruppo Sahil dicono che è ancora radicata nella cultura del territorio la credenza che i rapporti sessuali con ragazze vergini possano guarire gli uomini malati di Hiv. E i dati sul fenomeno sono agghiaccianti: le statistiche dicono che le violenze sui minori sono cresciute da 668 nel 2002 a 2.788 nel 2012. D’altra parte, il responsabile del gruppo Sahil, Manizeh Bano, assicura che si tratta di numeri molto inferiori a quelli reali. (qui, e qui per chi conosce l’arabo la notizia originale con link al nypost)
13enne pakistana

Naturalmente tutti voi sapete che il burqa, il cui uso dilaga sempre più, anche in luoghi in cui fino a un paio di decenni fa non era pensabile neppure l’hijab (foulard che copre i capelli e il collo) ha la precisa funzione di proteggere le donne dalle aggressioni sessuali e dalle molestie: a chi mai verrebbe in mente di tentare un approccio con una donna di cui ignora l’aspetto e della cui morigeratezza, oltretutto, ha la prova evidente proprio nel fatto di indossare quella specie di tenda beduina?

barbara

VOGLIO RENDERE ONORE A UN UOMO CHE NON SI È ARRESO

Sto parlando di Augusto Odone, padre di Lorenzo e inventore dell’olio di Lorenzo. Quando a Lorenzo, all’età di cinque anni, è stata diagnosticata la rarissima e micidiale adenoleucodistrofia, i medici non gli hanno dato speranze: nessuna possibilità di arrestare o rallentare la malattia, morte entro tre anni. Diagnosi e prognosi confermate dall’intero mondo medico. E Augusto Odone non si è arreso: da autodidatta senza alcuna nozione medica ha rivoltato come un calzino l’intera letteratura medica, ha provato e sperimentato e corretto e riprovato fino a mettere a punto un olio capace di limitare i danni della malattia e rallentarne il decorso regalando così al figlio, nonostante il ritardo con cui la cura era iniziata, vent’anni di vita più di quelli previsti. E regalando vita a tutti gli altri sfortunati colpiti dalla terribile malattia. Ed è questa meravigliosa forza, questa meravigliosa determinazione ad andare avanti anche quando tutti ti assicurano che la tua è una battaglia persa in partenza, che dovrebbe essere di esempio a tutti noi. Ciao Augusto, siamo stati davvero fortunati ad averti avuto.
Lorenzo-Odone
barbara

BREVE MESSAGGIO ALLA SIGNORA MARIA CECILIA GUERRA,

vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità.
guerra
I fatti: un ragazzo di 21 anni, studente di medicina, si è suicidato perché “L’Italia è un Paese democratico, libero, ma è anche una nazione dove ci sono persone omofobe”. Nel testo dell’articolo di Rinaldo Frignani, per inciso, viene anche detto che “un omosessuale su dieci ha pensato al suicidio” e che “il 30 per cento dei giovani che negli ultimi anni si è tolto la vita lo ha fatto perché gay, per la paura o l’esperienza vissuta in prima persona di essere rifiutati”. E io, sempre per inciso, mi chiedo quanti negri si siano suicidati o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone razziste da cui temono di essere rifiutati; quanti ebrei si siano suicidati o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone antisemite da cui temono di essere rifiutati; quante donne si siano suicidate o abbiano pensato al suicidio perché hanno scoperto che ci sono persone misogine da cui temono di essere rifiutate.
Dei morti, si sa, non si deve mai parlar male, e quindi non dirò che il ragazzotto in questione è un emerito coglione, ma parlandone come da vivo non saprei davvero come altro definire uno che si ammazza con una motivazione (scritta, documentata) del genere. Per non parlare della sconfinata meschinità, dell’infinita perfidia del suicidio come vendetta, per lasciare chi resta in preda al rimorso (“E chi ha questi atteggiamenti dovrà fare i conti con la propria coscienza”).
Ma tutto questo è solo per contestualizzare: il tema di questo post, come preannunciato dal titolo, è la signora Maria Cecilia Guerra, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, la quale ha detto che “Siamo tutti responsabili”. Ecco. Il mio messaggio alla signora Maria Cecilia Guerra, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, è: Signora, vada a cagare. E poi tiri subito l’acqua, mi raccomando, che ho idea che la sua merda sia di quelle appiccicose, che se non si tirano via subito poi si attaccano e non vengono più via. Se lei ha qualche motivo per sentirsi responsabile parli per sé, per favore, e lasci in pace gli altri, che qua c’è gente che ne ha pieni i coglioni di questa storia che dovrebbe sentirsi responsabile e colpevole di tutto, che sia un ragazzotto che si ammazza perché ha paura che la vita gli presenti qualche difficoltà da affrontare, o della gente che affoga perché ha la geniale idea di dare fuoco alle coperte e poi per sfuggire al fuoco che ha intenzionalmente provocato si butta tutta da una parte facendo rovesciare il barcone. O di qualunque altra disgrazia capiti in giro per il mondo. Io di colpe e di responsabilità per conto terzi non ne prendo da nessuno. E vado avanti per la mia strada, così:

(E a chi avesse intenzione di venire qui ad accusarmi di essere cinica, un cordiale vaffanculo preventivo)

barbara

STRAORDINARIO BODY PAINTING

Human-motorcycle-bodypainting.p
E poi vi do un suggerimento: se avete a che fare con la scuola, come studenti, come insegnanti, come genitori, e non avete grande simpatia per razzismo, pregiudizio, discriminazione, andate qui. Anche questo nuovo blog è opera del solito giovanissimo genio dal multiforme ingegno.
Noi ci vediamo fra qualche giorno.

barbara

FANCULO

Tutto il centro bloccato (per fortuna non ero uscita in macchina, che a piedi, sia pure a prezzo di inenarrabili acrobazie, sono riuscita a passare): corteo in costume con bandiere e gonfaloni e fanfara al gran completo perché è la vigilia di una festa nazionale nella nostra amatissima madrepatria, nella nostra amatissima Austria.

FANCULO

FANCULO

FANCULO

eccheccazzo

barbara

STAMINA: BASTA CON LA CRIMINALE DISINFORMAZIONE!

Stamina e bambini in tv: dieci domande alle Iene

By silvia, on October 22nd, 2013

Quelle che seguono sono dieci domande rivolte alla redazione delle Iene (e a Giulio Golia in particolare) a proposito del caso Stamina, compilate da un gruppo di giornalisti scientifici ed esperti che si sono occupati della vicenda in questi mesi: Marco Cattaneo, Salvo Di Grazia, Emanuele Menietti, Alice Pace, Antonio Scalari e io.

Se il caso Stamina esiste, è perché le Iene hanno dato una straordinaria visibilità alla vicenda operando alcune scelte che per noi, che in qualche modo siamo loro colleghi, sono tuttora difficili da capire.
Nei loro servizi televisivi sono stati omessi molti aspetti della storia, compresi quelli più inquietanti e legati al lavoro della magistratura. Sono stati mandati in onda bambini sofferenti, a dispetto di regolamenti e protocolli sull’impiego dei bambini in tv. Sono stati criticati gli scienziati che, sul protocollo Stamina, hanno avanzato il più banale dei dubbi: se è la soluzione a tante terribili malattie, perché chi lo possiede non lo apre al mondo, perché non lo rende pubblico, perché non permette a tutti di usarlo?
Il mio sospetto è che di scientifico, in questa storia, ormai non sia rimasto molto. Di certo, però, è rimasta la tv accesa a mostrarci pezzi di realtà e lacrime. E sono (ancora) convinta che chi ne detiene il telecomando abbia l’obbligo di interrogarsi, e di lasciarsi interrogare, su come ha scelto di usarlo.

1. Perché voi delle Iene non spingete Davide Vannoni a rendere pubblico il metodo Stamina? Se è davvero così efficace, non pensa sia giusto dare la possibilità a tutti i medici e pazienti di adottarlo?

2. Nei suoi servizi per Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. Dopo otto mesi e quasi 20 puntate, perché non ha mai coinvolto le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, invitandole a mostrare i benefici del metodo Stamina?

3. Perché non ha mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che, sebbene colpiti dalla stessa sofferenza, non richiedono il trattamento Stamina e anzi sono critici sulla sua adozione?

4. Nel primo servizio su Stamina lei dice che Vannoni prova a curare con le staminali casi disperati «con un metodo messo a punto dal suo gruppo di ricerca». Di quale gruppo di ricerca parla? Di quale metodo?

5. La Sma1 non sarebbe rientrata nella sperimentazione nemmeno se il Comitato l’avesse autorizzata, perché lo stesso Vannoni l’ha esclusa, ritenendola troppo difficile da valutare in un anno e mezzo di studi clinici. Come mai continua a utilizzare i bambini colpiti da questa patologia come bandiera per la conquista delle cure compassionevoli?

6. Perché non ha approfondito la notizia delle indagini condotte dalla procura di Torino su 12 persone, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere?

7. Perché non ha mai interpellato nemmeno uno dei pazienti elencati nelle indagini della procura di Torino?

8. Perché ha omesso ogni riferimento alle accuse di frode scientifica da parte della comunità scientifica a Vannoni, al dibattito attorno alle domande di brevetto e alle controversie che hanno portato a un ritardo nella consegna dei protocolli per la sperimentazione? [continua]

Chi specula sulla sofferenza è un criminale. Chi si rende complice di questi speculatori è criminale. Per favore, diffondete questo testo che contiene informazioni VERE, non lasciate che gli sciacalli si arricchiscano sfruttando la nostra ignoranza e la sofferenza di persone meno fortunate.

(Che se poi uno volesse ritirare fuori quella storia della macchina usata…)
vannoni
barbara

DUE PAROLE AL SIGNOR ODIFREDDI PIERGIORGIO

in arte puffo
odifreddigrande_puffo

…positivismo

Gentile Odifreddi, credo che nessuno abbia intenzione di crocifiggerla perché lei, da buon scienziato positivista, desidera ricercare la verità sulla base di prove, documenti e, magari, verificando l’applicabilità del Principio di non contraddizione e del Principio di verificazione e continuità. Il fatto è che applicare questi criteri di verifica alla verità dei campi di sterminio e delle camere a gas significherebbe potere assistere a un gassamento, magari continuato nel presente. Potrebbe porre qualche problema, in effetti. Mi chiedo però perché non le siano sufficienti le testimonianze di gente come Shlomo Venezia, che i gassati li estraeva personalmente dalle camere a gas. Mi chiedo allora dove siano morte le dodici persone della mia famiglia se non nei campi di concentramento. Forse si sono eclissati in qualche luogo di villeggiatura in Germania o in Polonia e si sono dimenticati di tornare, tanto si divertivano. Se poi li abbia ammazzati il gas o una fucilata o una mazzata ben assestata al collo, per me fa ben poca differenza ‘scientifica’. E mi chiedo poi se questa sua acribia scientifica la applichi anche – cito a caso – ai morti della I Guerra mondiale, ai massacrati lasciati sul terreno dalle Crociate, agli sterminati dei Gulag, alle donne stuprate in Bosnia e via dicendo. Lei, in effetti, le prove visive dei fatti non le ha mai testimoniate. A questo punto dovrebbe forse anche cominciare a dubitare della sua stessa significante esistenza. Veda lei come interpretare questa mia ultima, ambigua affermazione.

Dario Calimani, anglista (22 ottobre 2013)

Ecco, questo per me è un gioiello. Un autentico gioiello.

barbara

HO VINTO UN ALTRO PREMIO

Me lo ha assegnato lui, ed è questo premio qui:
liebster
Le regole sono:

1. Ringraziare il blog che ti ha nominato e assegnato il premio – Grazie Pinocchione!
2. Rispondere alle undici domande richieste dal blog(ger) che ti ha nominato/a
3. Scrivere 11 cose che parlano di te
4. Premiare a tua volta 11 blog con meno di 200 follower – E questo non lo farò per questa ragione qui
5. Formulare le tue 11 domande per il/la blogger che nominerai – vedi sopra
6. Informare i blogger del premio assegnato – vedi sopra

  1. Come si calcola l’area della sfera? – quattro pi greco erre due (senza googlare. Cioè ho googlato dopo per controllare se avevo ricordato      giusto. Avevo ricordato giusto)
  2. Come si chiamava l’amico dell’ape Maya? – non lo so
  3. Perché la Vodafone è passata dalla cicala di Megan Gale alla foca della Littizzetto? – perché così non rischi di distrarti a guardare cose diverse dall’oggetto reclamizzato
  4. Ho comprato un touch screen ma è senza tasti, mi hanno fregato? – sicuramente sì: te l’avevo detto di non fidarti di quella gentaglia
  5. Se mangio una pasticca Falqui dopo la data di scadenza, l’effetto si amplifica? – solo se ci metti gli amplificatori
  6. Se chiamo qualcuno mentre guido e mi dice che è irraggiungibile, devo accelerare? – no, devi rallentare, così ti raggiunge lui
  7. Perché l’omino Bianco è nero? – stavolta, lo confesso, ho googlato
  8. Come si chiamano gli abitanti di Domodossola? – domesi (grazie  san Google!)
  9. Se mi faccio vent’anni di galera ma sono innocente, dopo ho un omicidio in bonus? – dipende a quale giudice lo chiedi
  10. Perché quando sono (poco) in ritardo trovo sempre davanti a me l’omino col cappello che fa sparire il “poco”? – no, io di solito davanti ho il tizio che, con la strada tutta libera, va a 26 Km/h. E non lo posso sorpassare perché in senso contrario invece è tutta una macchina
  11. Ma se non ho il camino da dove passa Babbo Natale per portarmi i regali? – si smaterializza e passa dai pori del muro per poi  rimaterializzarsi dall’altra parte.

E ora le 11 cose che parlano di me.

1. Adoro le cose crude: pasta (solo se fresca, naturalmente), gnocchi, patate, carne…
2. Amo gli aerei e detesto i treni
3. Non faccio la casalinga perché non sono biologicamente programmata per fare la casalinga
4. Sono allergica al matrimonio e affini
5. Con un cacciavite in mano faccio miracoli
6. Sono pigra
7. Quando, qualche era geologica fa, ero tifosa, tifavo Fiorentina
8. Amo il disordine: lo adoro lo venero lo coltivo lo curo lo vezzeggio lo coccolo, ogni tanto gli do anche i bacini
9. Voci di corridoio dicono che sono una brava cuoca
10. Sono bravissima a ricamare ma non so cucire
11. Boh, non so cos’altro dire. Allora per completare vi metterò uno screenshot della webcam.
fc1p
barbara

QUARANT’ANNI FA LA GUERRA DEL KIPPUR

Stavano scorrendo gli ultimi giorni della guerra del Kippur, quarant’anni fa: quella in cui Israele ha seriamente rischiato di scomparire – perché loro, quando perdono una guerra, dopo un po’ si rimettono in piedi, fanno qualche roboante dichiarazione, alzano il livello delle loro pretese e il mondo li ascolta, il mondo li comprende, il mondo intima a Israele di fare qualche serio gesto di buona volontà nei loro confronti. Ma se Israele dovesse perdere, smetterebbe di esistere all’istante. E quella volta il rischio è stato grosso davvero. Della guerra del kippur mi sono occupata qui, con una ricostruzione di Carlo Panella, e qui, con uno straordinario power point con le immagini di quella guerra.
Quest’anno vi offro un po’ di numeri: quelli delle forze in campo.
schieramenti kippur
I numeri per spazzare via Israele, come vedete, c’erano tutti (come c’erano nel ’48, del resto). Ma ancora una volta Israele, nonostante tutto e contro tutto, ce l’ha fatta. Per due motivi, direi: uno è questo
Parfois une image vaut plus qu'un long discours
L’altro è che non c’è alternativa alla vittoria, perché Ein li eretz acheret: non c’è un’altra terra.

barbara