Al tavolo principale, i due nonni ancora viventi di Jason ed Eleanor furono presentati l’uno all’altra per la prima volta. Anche in questa circostanza il nonno dello sposo si sentì travolto dall’immagine della donna che gli stava di fronte: decenni di distanza la separavano dalla nipote, ma aveva un aspetto familiare. Lui lo percepì immediatamente, dall’istante in cui la guardò negli occhi.
«Io l’ho già vista» riuscì infine a dire, benché avesse ormai la sensazione di parlare a un fantasma, non a una persona appena incontrata. Il suo corpo reagiva in una maniera viscerale che non comprendeva affatto; si rammaricò di aver bevuto un secondo bicchiere. Gli si rivoltava lo stomaco. Aveva il fiato corto.
«Temo che si sbagli» disse garbatamente la donna. Non voleva apparire scortese, ma anche lei aveva atteso con ansia per mesi le nozze della nipote, e non voleva essere distratta dai festeggiamenti della serata. Mentre osservava la ragazza che fendeva la folla, le molte guance che le si rivolgevano per un bacio e le buste premute in mano sua e di Jason, dovette darsi un pizzicotto: sì, era tutto vero, e lei era ancora viva per vederlo.
Ma quel vecchio lì accanto non si arrendeva.
«Sono abbastanza certo di averla già vista da qualche parte» ripeté.
Lei si voltò e a quel punto gli mostrò anche più chiaramente il viso. La carnagione di piuma. I capelli d’argento. Gli occhi azzurro ghiaccio.
Ma fu l’ombra di un qualcosa di bluastro, sotto il tessuto trasparente della manica, a fargli correre un brivido nelle vene stanche.
«La sua manica…» Il dito che si tese a sfiorare la seta tremava.
Lei fece una smorfia quando lui le toccò il polso, il disagio ben visibile in volto.
«La sua manica, posso?» Si stava comportando in maniera maleducata, e lo sapeva.
Lei lo guardò dritto in faccia.
«Potrei vedere il suo braccio?» ripeté lui. «Per favore.» In tono quasi disperato, stavolta.
Lei ormai lo fissava, gli occhi piantati negli occhi.
Come in trance, si tirò su la manica. Sull’avambraccio, accanto a un piccolo neo bruno, c’erano sei numeri tatuati.
«Adesso ti ricordi di me?» chiese lui, tremante.
Lei lo squadrò di nuovo, come rivestendo di carne e ossa uno spettro.
«Lenka, sono io» disse lui. «Josef. Tuo marito»
Oltre sei decenni di separazione. E in quei decenni la guerra, le deportazioni sui carri merci, i campi, le marce della morte, il disperato tentativo di sopravvivere, le notizie errate che fanno credere ad entrambi che l’altro sia morto, il faticoso ricostruirsi una vita. La pagina che ho riportato sopra è l’inizio del libro: quello che segue è la ricostruzione, in parallelo, di quanto avvenuto fino a quel momento.
Molti gli eventi autentici inseriti in questo romanzo, come quello degli artisti di Terezin, il “ghetto modello”, la “città che Hitler ha regalato agli ebrei”: mentre eseguivano i lavori commissionati dai tedeschi, riuscivano ad eseguire anche numerosi disegni che documentavano la realtà del campo, rubando a rischio della vita – e molti infatti l’hanno persa per questo – frammenti di tela e di carta, mozziconi di matita o di carboncino, e nascondendoli poi in barattoli che venivano sepolti, e recuperati dopo la liberazione. Come Leo Haas
e altri.
E molti anche i personaggi autentici.
Quando hai letto le prime tre pagine sai già che entrambi i protagonisti sono sopravvissuti, sai già che alla fine riescono a ritrovarsi: non hai dunque l’ansia del “come va a finire”. E tuttavia non è un libro di cui puoi dire lo leggo un po’ alla volta che adesso ho altro da fare: come lo prendi in mano devi proprio continuare a leggere fino alla fine.
E ricorda sempre che le camere a gas non sono mai esistite
e che l’antisemitismo è un’invenzione. Assolutamente (da oggi, comunque, ce n’è uno in meno)
Alyson Richman, Un giorno solo tutta la vita, Piemme
barbara
Ho letto questo libro
Ma poi nulla mi è nuovo
La quasi totalità della famiglia di mia madre
Genitori fratelli e una sorella piccola deportati nei campi e mai più tornati.
E che dire di due fratelli di mio padre trucidati alle Fosse Ardeatine
Loro oltre che D.questa sera si faranno giustizia
Shabbat Shalom
Letizia Moscati
"Mi piace""Mi piace"
Non credo ci siano molte famiglie ebraiche che possano trovare novità in questo genere di libri. Purtroppo.
(Certo che se la giustizia fosse arrivata un po’ prima…)
"Mi piace""Mi piace"
Già…
"Mi piace""Mi piace"
Lo leggerò sicuramente. Grazie. Ti seguo
"Mi piace""Mi piace"
Grazie. Il libro merita davvero di essere letto: è molto bello, molto ben costruito, asciutto quanto basta per non cadere nel patetico, coinvolge veramente molto.
"Mi piace""Mi piace"
Vabbè che ho le lacrime in tasca ma mi sono commossa per quest’incontro tra i due coniugi.
La manica alzata a mostrare dei numeri, che io peraltro ho visto sui miei zii Davide e Michele miracolosamente tornati, mi fa sempre un certo effetto.
Il libro non l’ho letto ma provvederó.
"Mi piace""Mi piace"
Rachel, sono quasi sicura che io e te siamo parenti. Magari alla lontana, alla lontanissima, ma la mia impressione è questa. Papone, zio Davide, zio Michele… nomi lontanissimi nella mia memoria, ma non sconosciuti.
"Mi piace""Mi piace"
Probabile. Di Papone tra l’altro c’è solo mio padre.
Chissá se ci siamo mai incontrate dal vero..
"Mi piace""Mi piace"
Chissà, magari da bambine… 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Dedicato a chi dice che ricordare la shoah mette noia, o la svuota di significato, o usando gli stessi mezzi della propaganda
Repetita iuvant, per non dimenticate
Dedicato a te, lorenzo o come ti chiami. Evita di rispondermi, non ho neppure voglia di leggere paroloni e ragionamenti finto acculturati che mi puzzano di fascismo lontano un miglio
Grazie a Barbara per l’ennesimo consiglio letterario, con cui rispondo col libro che sto leggendo in questi giorni
Robert Fisk – il martirio di una nazione. Il Libano in guerra
Shabbat shalom
"Mi piace""Mi piace"
Di Robert Fisk ho riportato qualcosa qui: http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2006/05/19/sabra_e_chatila.html
"Mi piace""Mi piace"
Ma si tratta di una storia vera?
"Mi piace""Mi piace"
No, è un romanzo, ma costruito cucendo insieme eventi realmente accaduti e inserendo personaggi reali, come il già citato Leo Haas e altri, che compaiono con i loro nomi veri, come è spiegato nella postfazione.
"Mi piace""Mi piace"
sembra interessante e bello da leggere questo libro..complimenti per la recensione…..buon lunedì cara
"Mi piace""Mi piace"
Grazie, buona giornata a te.
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: 109 ANNI | ilblogdibarbara