Stavano scorrendo gli ultimi giorni della guerra del Kippur, quarant’anni fa: quella in cui Israele ha seriamente rischiato di scomparire – perché loro, quando perdono una guerra, dopo un po’ si rimettono in piedi, fanno qualche roboante dichiarazione, alzano il livello delle loro pretese e il mondo li ascolta, il mondo li comprende, il mondo intima a Israele di fare qualche serio gesto di buona volontà nei loro confronti. Ma se Israele dovesse perdere, smetterebbe di esistere all’istante. E quella volta il rischio è stato grosso davvero. Della guerra del kippur mi sono occupata qui, con una ricostruzione di Carlo Panella, e qui, con uno straordinario power point con le immagini di quella guerra.
Quest’anno vi offro un po’ di numeri: quelli delle forze in campo.
I numeri per spazzare via Israele, come vedete, c’erano tutti (come c’erano nel ’48, del resto). Ma ancora una volta Israele, nonostante tutto e contro tutto, ce l’ha fatta. Per due motivi, direi: uno è questo
L’altro è che non c’è alternativa alla vittoria, perché Ein li eretz acheret: non c’è un’altra terra.
barbara
Ottima ricostruzione, mancano solo le percentuali per far capire quanto rappresentano 2.800 morti per un nascente stato d’Israele
"Mi piace""Mi piace"
Hai ragione. Non ho dati sottomano, ma sapendo che nell’82 erano circa 4 milioni, nel ’73 possiamo calcolare circa 3 milioni, quindi grosso modo lo 0,1%, più o meno come 60.000 morti in Italia, 300.000 negli Stati Uniti, 1.200.000 in India. Però considerando quali erano le forze in campo, possiamo anche dire che è un numero prodigiosamente contenuto.
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: LE GRANDI EMOZIONI | ilblogdibarbara
Pingback: LU YEHI | ilblogdibarbara
Nel video, Gali Atari Anni Settanta, senza reggiseno. Nostalgia di quando eravamo così.
"Mi piace""Mi piace"
A me sembra di sì che lo abbia, sottile ma c’è.
"Mi piace""Mi piace"