LA PRIMA TAPPA

La prima tappa è stata Zichron Yaacov
Zichron Yaacov 1
e precisamente qui
Zichron Yaacov 2
alla casa degli Aaronsohn, in cui si è svolta la storia di NILI: uno sparutissimo gruppetto di giovani decisi a salvare gli ebrei della Terra d’Israele dal destino, incombente anche su di loro, già toccato agli armeni di Turchia – e per quanto incredibile possa sembrare, dovendo affrontare con le proprie uniche forze l’armatissimo esercito ottomano e l’ancestrale diffidenza – quando non vera e propria ostilità – britannica, ci sono riusciti. Pagandone un prezzo personale altissimo, ma ci sono riusciti.
Da quando avevo letto il libro ero alla ricerca di un viaggio che toccasse questi luoghi, e quando ho visto il programma di questo, mi sono immediatamente iscritta: anche se non ci fosse stato nient’altro di interessante, avrei ugualmente affrontato la spesa e la fatica di un viaggio dal programma intensissimo anche solo per questo (poi invece anche tutte le altre tappe si sono rivelate memorabili), e la mia aspettativa non è andata delusa: ho visto il cortile,
cortile Aaronsohn
la casa della famiglia,
casa Aaronsohn
la casa che poi Aaron – l’agronomo che con la sua fondamentale scoperta ha cancellato dalla Terra le carestie – ha fatto costruire per sé;
casa Aaron
le stanze piene di libri e di oggetti esotici, ricordi dei numerosi viaggi; ho visto il nascondiglio della pistola “di emergenza”, usata alla fine da Sarah per risparmiarsi ulteriori violenze e torture. Vedendo i luoghi in cui la storia è nata e si è svolta ho riprovato, se possibile ancora amplificate, le emozioni provate leggendo il libro (leggetelo: è un capolavoro, oltre che una irrinunciabile pagina di storia). E quando sono uscita ho pensato: sì, se anche l’emozione provata qui fosse l’unico guadagno di questo viaggio, sarebbe valsa la pena di farlo.

barbara

IO STO CON CATERINA

Caterina è lei,
Caterina Simonsen
che vive grazie alla sperimentazione animale e che perciò si sente dire “Puoi morire pure domani, per te non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso”. Ecco, io invece sacrificherei molto volentieri il proprietario del pesce rosso. E tutti gli animalisti in blocco. Quelli che per fare più impressione chiamano vivisezione ogni forma di sperimentazione. Quelli che per “sensibilizzare” pubblicano immagini di animali ridotti a polpette sanguinolente prese da chissà dove, più o meno come i filopallestinari prendono da ogni dove cadaverini di bambini straziati spacciandoli per i boveri bambini balestinesi massacrati dai perfidi giudei. Quelli che “gli animali poverini”. Quelli che “ma noi con che diritto”. Quelli che “ci sono alternative valide” e giù col rosario delle disinformazioni varie miste a manetta. Ecco, impiccatevi tutti, dal primo all’ultimo.
Le persone oneste, invece, possono trovare informazioni serie qui.
(POST SCRIPTUM: poi, volendo, si potrebbe anche ricordare che Hitler amava tanto tanto gli animali, ed era vegetariano, astemio, e non fumava. Praticamente la perfezione fatta persona. E anche Beria, che forse ne ha ammazzati un po’ di meno, ma mica tanto di meno)

barbara