A chiamarla “legittima forma di protesta”, per inciso, è stata la signora Amira Hass, ebrea per incidente di nascita e interamente venduta alla causa terrorista, che vive nei “territori occupati” e scrive per l’organo di Hamas in lingua ebraica Haaretz (e dato che rappresentanti di Hamas hanno dichiarato di sentirsi pienamente rappresentati da Haaretz, direi che la definizione è assolutamente adeguata). Questo per chiarire che chi nega di essere antisemita con l’argomentazione che “ci sono anche ebrei che dicono quello che dico io” deve aspettarsi da parte mia una robusta scarica di calci nel culo.
E poi vai a leggere l’imprescindibile Ugo Volli.
barbara
Intanto Israele…
http://www.israelandstuff.com/rambam-medical-center-in-haifa-saves-lives-of-2-pregnant-women-from-gaza#.UwN2bpRqA2A.facebook
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Che strano, sui giornali italiani non l’ho trovata, chissà come mai. Eppure è una storia talmente bella…
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Già, che strano (era una battuta, vero?)
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Ma no, quale battuta, non lo sai che notizie come questa sono sempre sulle prime pagine di tutti i giornali?!
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Noto una velata ironia… e già, Israele passa la vita a salvare il culo ai palestinesi, ma per la stampa mondiale è sempre il grande criminale: cornuti e mazziati!
Io da una parte mi chiedo chi glielo fa fare a continuare ne suo comportamento “tre volte etico” (nel senso che qui si dice che tre volte buono è fesso), ma poi realizzo che la grandezza d’Israele è proprio quella, e mi riempie non dico di orgoglio, perché chiaramente io non c’entro niente, ma di speranza in un futuro più umano, quello sì.
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