Ho preso il sole. Ho sguazzato nell’acqua – e questi sguazzamenti mi hanno ritonificato pancia e cosce di un buon 8-10% e le tette, giuro che non esagero, di almeno uno 0,2-0,3% (ai bei tempi in cui fumavo e portavo la seconda, ossia fino a 11 anni fa, un mese di sguazzamenti in mare era sufficiente a restituirmi due tette venticinquenni. Ma, ahimè, come diceva la grande Alba, nessuno torna indietro: anche se riprendessi a fumare, dubito fortemente che potrei recuperare la mia gloriosa seconda. Vedrò di farmene una ragione). Ho camminato a lungo sulla battigia (si chiama battigia). Ho dormito. Ho letto dieci libri. Ho goduto il caldo (la prima cosa che ho fatto, appena entrata in camera, è stata di chiudere l’aria condizionata: cazzo, era tarata a 15°! Anche se tarato più che altro è chi l’ha messa in quella maniera. Ho spalancato la porta del balcone, ma sei ore dopo era ancora talmente freddo che ho dovuto riattaccarla tarandola a 32°, e finalmente dopo due ore sono riuscita a togliermi la giacca di lana. La testa non so, all’inizio andava bene ma poi ha ripreso a fare i capricci, una volta che ho letto un po’ più a lungo perché il libro era straordinariamente avvincente, poi sono stata malissimo per due giorni di fila. Comunque lunedì ho appuntamento dal neuro-psicologo per una nuova serie di test, staremo a vedere.
Anyway, la vista che mi ha accolta sul balcone è stata questa:
e, sporgendomi un po’:
POST SCRIPTUM: al primo che avrà ancora il coraggio di venirsi a lamentare dei controlli israeliani, giuro che gli sfracello il culo, crucchi di merda, stronzi bastardi figli di puttana.
barbara