VEDERE CON LA MENTE

Emma Castelnuovo: 12 dicembre 1913 – 13 aprile 2014

“Emma Castelnuovo, la matematica che vedeva con la mente”, di Michele Emmer

«Nel 1932 mi iscrivo all’Università, matematica e fisica: Ero sempre andata male in matematica: ho avuto per gli otto anni di scuola secondaria un insegnamento formale e ripetitivo. Mi iscrivo a matematica e fisica con l’idea di passare a fisica: dopo un anno, sono passata a matematica. Nel 1934-35 al 3° anno seguo il corso di Federico Enriques. Ho ancora i quaderni di appunti, anche se era impossibile prendere appunti. Il nostro era un continuo esercizio a vedere con la mente». Chi scrive queste parole ha avuto Enriques come zio, Guido Castelnuovo come padre, due dei più importanti matematici italiani del novecento, ben noti nel mondo. Emma Castelnuovo, che di lei si tratta, ha avuto una vita piena di interessi e di idée. Una vita attivissima che si è interrotta a 100 anni domenica 14 aprile.
Raccontava Emma: «Nel 1938 fu proibito in Italia, ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ebrei di frequentare le scuole pubbliche e l’università. E fu proibito, naturalmente, ai professori ebrei di insegnare. Nelle grandi città come Roma, Milano fu organizzata una scuola ebraica elementare e secondaria. Gli insegnanti erano di ruolo, allontanati dalle scuole pubbliche; io ero fra questi: avevo vinto il concorso nell’agosto del ’38, e avevo perso il posto pochi giorni dopo». Negli anni 1941-43 a Roma funzionò una università clandestina in cui insegnarono diversi matematici.
Una delle grandi idée di Emma Castelnuovo è stata quella di far «vedere con la mente» il maggior numero di persone. «L’obiettivo del libro è quello di far capire qualcosa di matematica e anche qualcosa del modo di ragionare del matematico a chi ha frequentato, e anche male, la scuola dell’obbligo». Ha scritto nella presentazione del suo libro Pentole, ombre, formiche: in viaggio con la matematica (La Nuova Italia, 1993). Un viaggio «per soddisfare le curiosità partendo da qualche teoria suggerita da problemi di pentole, da osservazioni sulle ombre, e da riflessioni fatte da una formica pensierosa». Con lo scopo, che è stata da sempre la missione di Emma, di «abituare i ragazzi alla ricerca autonoma, proponendosi di svilupparne le possibilità di osservazione, l’intuizione, il senso critico, e, in generale, alcune fondamentali attitudini di pensiero. Ciò è particolarmente utile nella vita di oggi che, diventando sempre più complicata, rischia di non essere compresa da una larga massa di persone, in tal modo relegate a un atteggiamento puramente passivo». Parole scritte nel 1975 nella presentazione di quel libro straordinario Matematica nella realtà (Con Mario Barra, Bollati Boringhieri) che raccoglieva i materiali delle prime mostre di matematica realizzate da Emma Castelnuovo nell’aprile del 1974 alla scuola media Tasso di Roma.
Ecco che cosa rispondeva anni fa alla domanda su a che cosa serve la matematica nella società: «Mi sembra una domanda assurda, lo sappiamo benissimo che serve moltissimo, però l’insegnamento della Matematica è rimasto molto arretrato. Direi che l’Italia, per quello che riguarda l’insegnamento della Matematica nella scuola media è fuori di dubbio sia stata all’avanguardia per i programmi del ’79. Quei programmi sono ben noti perché sono dei programmi non specifici, non dettagliati, ma dalle idee larghe. A qualche insegnante possono rimanere difficili proprio perché non ci sono i dettagli, ad altri, agli insegnanti aperti, riescono belli e interessanti proprio perché sono aperti e uno può insegnare come vuole. L’Italia, dobbiamo tutti riconoscerlo, ha sempre avuto una grande libertà nella scuola secondaria e uno può fare, e infatti l’ho fatto, le pazzie che vuole. Comunque, oggi come oggi, quello su cui si deve insistere a mio avviso è la fantasia che occorre per fare il matematico, perché, con i mezzi formidabili che abbiamo, ci sono tante, a volte troppe, informazioni e bisogna saperle scegliere, e ci vuole anche il posto per l’intuizione e la fantasia del matematico». Senza grandi proclami, senza alte grida e facili entusiasmi Emma Castelnuvo si è da sempre proposta di far comprendere come si può «vedere con la mente». L’utopia di credere nelle capacità dell’umanità tutta. E sappiamo quanto bisogno abbiamo di utopie. Addio Emma.

L’Unità 17.04.14

Chi fosse interessato a saperne di più su questa straordinaria persona, può andare a leggere qui.
Emma Castelnuovo
barbara

Una risposta

  1. Non ne avevo mai sentito parlare….perchè!? Eppure mi sembra che sia stata una persona ricca di molte qualità, il suo cervello molto superiore alla norma, innovativa nella
    ricerca e nell’ insegnamento.Eppure…di fondo è rimasta una persona molto coerente alle
    sue scelte…l’ insegnamento delle medie inferiori.’ fortunati i suoi allievi ‘ che li ha cresciuti
    educandoli con un’ isegnamento…rivoluzionario,moderno…dando un’ innovazione alla
    specifica didattica.
    I GRANDI sono come Lei…non sono legati a clan…politica…etc.
    E poi…era ebrea! E questo è stata una difficoltà grande nella sua vita…nell’ insegnamento.
    Ma…questo non le ha impedito di preseguire i suoi ideali.
    Lo esprimo…cosi quasi con freddo candore..
    Ma non è cosi….abbiamo passato tempi oscuri, di terrorismo….di grandi bassezze disumani…e chi ha una coscenza…e forti ideali…supportati da un forte senso umano..
    non deve arrendersi.Sono passati tanti anni dalle persecuzioni razziali…
    Omini vociferanti, si sentivano grandi uomini…solo esseri bassi.
    Su questo sentimento…’ mi è difficile associare la parola sentimento…per qualcosa
    di cosi spegievole…ETC:::’…Razzismo…non è mai morto…sta li ogni tanto ..con qualche
    ventata….riprende ad ardere…Questo…dobbiamo impedirlo,fare sentire la forza di
    certe voci che sanno di buono.Non possiamo alzare la testa andando oltre.

    La Prof. Castelnuovo…non è piu’ qui…ma è ancora viva per tutto quello che ha fatto
    …e in certe menti resterà sempre viva avendo lasciato tanti ricordi forti..
    Credo…chi ha avuto un tutor….’ speciale…trascinante per le tante cose che sente e vuole comunicare…il coivplgimento degli allievi è stato molto forte…’….può sentirsi
    quasi colpito dalla fortuna…

    Sempre Lei….se fosse vissuta altrove…paesi esteri di una certa rilevanza liberldemocratica….avrebbe goduto di quella fama piu’ che meritata….Probabilmente
    meritevole del Premio Nobel…non sempre dato a persone cosi speciali come asserivano.

    Cordiali saluti.

    Shalom…Shalom Sinora Emma..

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