(Giusto per restare in tema di guerra)
Perché i giornali hanno altro da fare, le televisioni hanno altro da fare, le radio hanno altro da fare, e quindi non restiamo che noi blogger a ricordare queste perpetue stragi di innocenti. Stavolta è toccato a Baruch Mizrachi, poliziotto israeliano. Non era in servizio però, in quel momento: era in auto con la famiglia,
per andare a trascorrere la Pasqua con dei parenti, quindi non è stato ucciso in quanto poliziotto, bensì in quanto israeliano. Anche qui, tuttavia, occorre fare una distinzione: non sono tutti gli israeliani ad essere bersaglio del terrorismo assassino, ma solo quelli ebrei; quindi Baruch Mizrachi è stato assassinato perché ebreo. Come i sei milioni della Shoah, come le centinaia di migliaia, nel corso dei secoli, dei pogrom e delle espulsioni e dei roghi dell’Inquisizione, né più né meno.
Era alla guida dell’auto quando ha visto il suo assassino. Ha fatto in tempo a gridare “C’è un terrorista che spara”, poi è stato immediatamente colpito a morte. La moglie, benché anche lei ferita, è riuscita ad afferrare il volante per mantenere il controllo dell’auto, e a spostargli il piede dall’acceleratore, fermandosi poi solo quando è stata certa di essere sufficientemente lontana. Quando sono arrivati i soccorsi, ha chiesto che portassero fuori per primi i bambini, uno dei quali ferito, in modo che non si accorgessero che anche lei era ferita (qui).
È per questo, che le forze del male non prevarranno mai su Israele: perché la Terra d’Israele, Eretz Israel, lo stato d’Israele, Medinat Israel, è abitato dal popolo d’Israele, Am Israel: gente che recupera un’auto fuori controllo, porta in salvo i bambini, e si preoccupa anche di non farli spaventare troppo.
AM ISRAEL CHAI
barbara