BARUCH MIZRACHI

(Giusto per restare in tema di guerra)

Baruch-Mizrachi
Perché i giornali hanno altro da fare, le televisioni hanno altro da fare, le radio hanno altro da fare, e quindi non restiamo che noi blogger a ricordare queste perpetue stragi di innocenti. Stavolta è toccato a Baruch Mizrachi, poliziotto israeliano. Non era in servizio però, in quel momento: era in auto con la famiglia,
Baruch's family
per andare a trascorrere la Pasqua con dei parenti, quindi non è stato ucciso in quanto poliziotto, bensì in quanto israeliano. Anche qui, tuttavia, occorre fare una distinzione: non sono tutti gli israeliani ad essere bersaglio del terrorismo assassino, ma solo quelli ebrei; quindi Baruch Mizrachi è stato assassinato perché ebreo. Come i sei milioni della Shoah, come le centinaia di migliaia, nel corso dei secoli, dei pogrom e delle espulsioni e dei roghi dell’Inquisizione, né più né meno.
Era alla guida dell’auto quando ha visto il suo assassino. Ha fatto in tempo a gridare “C’è un terrorista che spara”, poi è stato immediatamente colpito a morte. La moglie, benché anche lei ferita, è riuscita ad afferrare il volante per mantenere il controllo dell’auto, e a spostargli il piede dall’acceleratore, fermandosi poi solo quando è stata certa di essere sufficientemente lontana. Quando sono arrivati i soccorsi, ha chiesto che portassero fuori per primi i bambini, uno dei quali ferito, in modo che non si accorgessero che anche lei era ferita (qui).
Mizrachi-Funeral-1
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È per questo, che le forze del male non prevarranno mai su Israele: perché la Terra d’Israele, Eretz Israel, lo stato d’Israele, Medinat Israel, è abitato dal popolo d’Israele, Am Israel: gente che recupera un’auto fuori controllo, porta in salvo i bambini, e si preoccupa anche di non farli spaventare troppo.
AM ISRAEL CHAI

barbara

PACE

Così lo ha definito il signor Leoluca Orlando (quello che a suo tempo aveva accusato il giudice Giovanni Falcone di tenere dei dossier nascosti nei cassetti. Poi Falcone è morto e Orlando no: chissà se vorrà dire qualcosa): “prigioniero politico” e uno che “rappresenta la volontà di pace in Medio Oriente” nel concedergli la cittadinanza onoraria di Palermo (e meno male che i miei antenati siculi erano di Catania: anche se sono lontani di secoli, la cosa mi inquieterebbe ugualmente, se fossero stati palermitani). Ma ricordiamo le sue parole esatte: “È con grande onore che accogliamo Marwan Barghouti tra i cittadini palermitani – ha detto Orlando -. Prigioniero politico da dodici anni (proprio oggi è l’anniversario del suo arresto), Barghouti rappresenta la volontà di pace in Medio Oriente, e anche chi non condivide questo nostro atto in futuro ricorderà come anche gesti piccoli come quello di oggi saranno serviti per ridare pace a quella terra” (la Repubblica, 15 aprile 2014). Non si preoccupi, signor sindaco, ce ne ricorderemo sicuramente. Ricorderemo come, grazie a Lei, la patria della mafia assassina abbia onorato il capo del terrorismo assassino (qui, insieme ad altre notizie e considerazioni importanti, qualche ragguaglio sulle opere per la pace del campione della volontà di pace), uniti in una ideale – ma forse anche operativa? – fratellanza. Ricorderemo come abbia vergognosamente insultato i prigionieri politici (blogger in Iran, dissidenti in Cina, giornalisti in Turchia) accostando loro un terrorista assassino dalle mani grondanti di sangue. Ricorderemo come abbia chiamato il terrorismo col nome di pace. Ricorderemo tutto questo, ne stia sicuro. Così come ricorderemo la sua adesione alla campagna per rimettere questo assassino in condizione di tornare a uccidere civili innocenti, unendosi a esseri immondi nutriti unicamente di odio quali Luisa Morgantini, Egidia Beretta, Moni Ovadia, Gino Strada. Ricorderemo tutto, stia tranquillo.

barbara