NON TI MUOVERE

Non ti muovere, perché sei lì, sospesa tra la vita e la morte – non hai rispettato lo stop, e non avevi allacciato il casco – e non so quale direzione potresti prendere, se dovessi muoverti.
È il padre che, dentro di sé, lo intima alla figlia, mentre la guarda impotente, mentre attende impotente che la natura decida quale direzione prendere. E in questa angosciante e impotente attesa comincia a snodarsi un intrico di ricordi, sepolti ben lontano dalla coscienza, che non venissero a disturbare il tranquillo tran tran della vita quotidiana. Ricordi di quell’amore che tutto sembrava tranne che amore, e forse, invece, era amore davvero. E anche allora, proprio allora mentre stava nascendo questa vita che ora sta rischiando di spegnersi, anche allora, anche lei non doveva muoversi, non avrebbe dovuto muoversi, e invece poi è andata come è andata – come se la vita non fosse già stata abbastanza crudele con quella donna, come se gli uomini non fossero già stati abbastanza crudeli con quella donna – e resta la devastante, annichilente coscienza delle proprie colpe, e il dovere di guardarle in faccia, almeno questo, una buona volta. E chissà se la figlia, almeno lei, sarà risparmiata.
È un libro duro, spietato (la vita lo è, dura e spietata, e se la vuoi raccontare non puoi scrivere un romanzo Harmony). Però bellissimo. O forse, proprio per questo bellissimo.

Margaret Mazzantini, Non ti muovere, Mondadori 

Non ti muovere
barbara

  1. Ho visto il film, quando è uscito, e letto il libro dopo aver visto il film..
    Stranamente, ricordo meglio il film, che comunque, anche secondo altrui pareri, una volta tanto era degno del libro e lo rispecchiava e rispettava.
    Sarà per via dello stretto rapporto fra autrice e regista..

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    • Per abitudine non guardo mai un film tratto da un libro se non ho prima letto il libro: la “potenza” dell’immagine – rispetto al teso scritto – è tale che, inevitabilmente influenzerebbe ciò che si leggesse dopo. Leggendo prima il testo “originale” ci si fa una propria idea – una propria sceneggiatura quasi – e, quindi, si può meglio “giudicare” il film che ne è tratto. Nello specifico, il film è sì abbastanza “fedele” – d’altra parte ogni linguaggio ha le sue esigenze e peculiarità espressive – ma dà, probabilmente, troppa enfasi e visibilità al Castellitto (attore e, quindi, personaggio): d’altronde è il regista, e fa fare all’attore (se stesso) la parte del mattatore … La Cruz è molto – assai, assai, assai – brava: il suo personaggio, già dal libro, è bellissimo, nella sua normalità dolente, fatalistico e fatale come il personaggio di una tragedia classica. La parte più bella – veramente da ricordare e da rileggere – del libro è, a mio parere, quella del viaggio finale per riportare il corpo della donna al suo paese …

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  2. Non ho letto il libro…ma ho visto il film. Ben riuscito…interpreti ok…e per quanto conosca
    è stato girato con una trama che rispetta il libro. Genere. di film che lasciano una traccia
    nello spettatore …stanco di film con poco spessore.. E dimostra che non è necessario
    per fare un film di spessore …grandi scenografie…o effetti speciali.

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