POSSO DIRE CHE L’HO SEMPRE SAPUTO?

Eyal-Gilad-Naftali
Non ho mai scritto bring back our boys, da nessuna parte, non ho firmato nessuna petizione, perché l’ho sempre saputo che non c’era niente da restituire: conosco troppo bene quei rettili immondi. Adesso spero che Tsahal scateni davvero l’inferno, che quelle carogne putrefatte abbiano a maledire il giorno in cui sono nati, che abbiano a maledire le madri che li hanno partoriti, che sappiano anche loro che cos’è l’inferno. Quello vero.

barbara

TRA LA NOTTE E IL CUORE

Quando all’ingresso di qualche città o paese un cartello vietava l’accesso, o almeno il pernottamento, ai negri. Quando bastava che un negro posasse gli occhi – non dico le mani – su una ragazza bianca per rischiare un linciaggio. Quando in molti stati americani il matrimonio fra bianchi e negri era vietato per legge, e in quei pochi in cui era legalmente consentito i ministri di culto che li celebravano – quei pochi disponibili a celebrarli – subivano boicottaggi, intimidazioni, minacce, e non di rado anche qualche pestaggio. A quei tempi lì: che non sono quelli di secoli fa: mia madre, che è ancora viva, era adolescente, a quei tempi lì.
L’amore fa miracoli, dice chi è innamorato. L’amore sposta le montagne. L’amore è più forte di qualunque cosa, l’amore supera qualunque ostacolo. E invece no. Perché contro di te e contro il tuo – il vostro – amore c’è un’intera società. E c’è una madre algida e bigotta che decide al posto tuo. Ci sono dei fratelli che non si fanno il minimo scrupolo a mettere oscenamente le mani addosso alle serve negre ma sono pronti a usare maniere pesanti, molto pesanti, se un negro rischia di sporcare il loro purissimo sangue. Ci sono le leggi che non ti permettono di coronarlo. Ed è tutto questo ad essere più forte di ogni cosa. Tu ancora non lo sai, ma ti costringeranno a impararlo, ti costringeranno a costruirti un’altra vita, molto diversa da quella che avevi sognato.
È un viaggio, questo libro: un viaggio materiale, lunghissimo, dal Texas a Cincinnati, della novantenne Miss Isabelle e della sua parrucchiera Dorrie; un viaggio – forse ancora più lungo – della memoria; un viaggio di avvicinamento fra le due donne; e anche un viaggio verso l’ignoto, verso il disvelamento del mistero ultimo, in una sorta di catarsi finale in cui il dolore raggiunge vertici fino a quel momento impensati ma si rivela, nonostante tutto, liberatorio.
C’è tanto dolore in questo libro – romanzo, ma quante storie simili a questa sono state vissute nell’America oscura del pregiudizio e del razzismo? – e tuttavia fa bene leggerlo. Ed è anche molto bello.

Julie Kibler, Tra la notte e il cuore, Garzanti
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barbara