IL VERO POSTO DELL’INDIGNAZIONE

David Bouaziz

Lettera ai miei amici di Facebook:

Cari amici di Facebook, solo un piccolo annuncio, ma abbastanza importante:
nei prossimi giorni sarete probabilmente sommersi sotto un mucchio di immagini di guerra, con tutto ciò che comportano di atrocità, provenienti da media in diretta, direttamente da Gaza. Probabilmente vedrete esplodere edifici, i palestinesi insanguinati uscire dalle macerie a volte tenendo bambini nelle loro braccia, ecc, ecc. Immagini che conosciamo tutti, e che non vorremmo vedere. Ascolterete poi il discorso del cosiddetto giornalista che, con voce grave, come un potenziale Charles Enderlin, spiegherà che l’esercito israeliano ha di nuovo massacrato ciecamente dei civili bombardando ‘volontariamente’ una zona densamente abitata… In quel momento potrebbe montare in voi un sentimento di indignazione e i più sensibili di voi forse ne saranno nauseati… Poco importa che queste immagini provengano forse dalla Siria o magari da Gaza, ma vecchie di diversi mesi o più. Poco importa che siano state sì prese a Gaza il giorno stesso, ma tralasciando di specificare che il razzo che ha colpito l’edificio è stato lanciato da Hamas, incapace di prevedere dove atterreranno i propri missili… Poco importa tutto questo perché, qualunque cosa accada poi, il male sarà fatto, vi sentirete già indignati. Questo cade a proposito perché mi piacerebbe cogliere l’occasione per anticiparvi e parlarne, della vostra indignazione.
In questi ultimi mesi ho postato sulla mia pagina di Facebook un sacco di articoli e video dal Medio Oriente, mostrando atrocità spesso di massa e riguardati per lo più dei i civili, donne e bambini, in maggioranza musulmani. Ho continuato a indignarmi ad alta voce, perché è tutto ciò che potevo fare nel mio piccolo. Ho riferito quello che ho visto, con tutta la mia indignazione, sentendomi a volte solo al mondo. Ho visto un numero incalcolabile di esecuzioni sommarie; ho visto jihadisti giocare a calcio con teste che avevano appena tagliato; ho visto donne strangolate dai loro mariti per il solo sospetto di adulterio; altre lapidate in Pakistan per avere posseduto un cellulare; ho visto ribelli siriani che hanno deciso di applicare la sharia, tagliare mani, poco importa cosa ne pensano gli abitanti; ho visto bambini egiziani mitragliati perché erano cristiani; ho visto i fondamentalisti arrivare in una fattoria tenuta dalla stessa famiglia da tre generazioni, mettere in fila tutti i membri per abbatterli uno dopo l’altro in nome di Allah; ho visto un combattente insegnare a un bambino di dodici anni a decapitare un uomo con un coltello e mettersi poi in posa tenendo fieramente la testa della sua vittima col braccio teso; ho visto la popolazione siriana ricevere piogge di proiettili di obice sparati alla cieca dal suo esercito; ho visto chiese bruciare in Egitto; diritti umani violati in maniera orribile ovunque in tutti i paesi della regione…Tutte queste cose ho riferito per mesi, a volte a malincuore, rammaricato di intossicare il cervello degli altri con queste immagini che hanno intossicato il mio. Ma se avessi scelto di distogliere lo sguardo e far finta di niente con la scusa che questo non accade sotto la mia finestra, nel mio paese, che figura avrei fatto? Come mi sarei potuto guardare allo specchio? Sì, quando i musulmani massacrano altri musulmani non riesco a dormire, perché non capisco. Non capisco come gli uomini possano fare cose simili ad altri uomini che non conoscono, solo perché hanno un credo diverso dal loro. Ma non è della loro ferocia che voglio parlare, per quanto…
Il fatto è che su più di 500 amici (ne devono restare un bel po’ di meno ora), quanti hanno mostrato la loro indignazione? Quanti hanno inoltrato questa informazioni nascoste dai nostri media come segno di disaccordo? Quanti hanno almeno cliccato “like” (anche se qui non si tratta di gradire queste immagini, ma solo di sostenere queste vittime denunciando questi atti barbarici)? Quanti si sono almeno presi il tempo di leggere gli articoli o guardare i video? Lo so che c’è la crisi, che la vita quotidiana dei francesi è cupa, che è meglio vedere i video del bambino che ride a crepapelle, o un parrocchetto che balla a ritmo con la musica sul suo trespolo, perché fa bene al morale e fa sorridere ogni volta. Ma, ciononostante, vedo alcuni passare più tempo a inoltrare annunci di cani persi o altri maltrattamenti agli animali, con più convinzione (o compassione) che per gli esseri umani. Cosa devo pensare di quella parte di voi che ha deliberatamente distolto lo sguardo per tutto questo tempo? Sapendo che diffondere informazioni che i media si rifiutano di trattare, o manipolano volontariamente, ha già più volte contribuito a cambiare il corso della storia, come interpretare il vostro silenzio? Solo voi avete la risposta, io non mi azzardo a cercare le parole al vostro posto.
Ma torniamo alla vostra indignazione per ciò che accadrà presto in Gaza e nei territori, perché è il soggetto principale di questa lettera. Se dopo questo lungo silenzio da parte vostra di fronte a tutti questi orrori, vi venisse voglia di essere indignati per le azioni dell’esercito israeliano e di farlo sapere sulla vostra pagina Facebook inviando un commento non solo leggermente ma ciecamente pro palestinese, vi chiedo di porvi le domande giuste. Quale valore dare alla vostra indignazione? Perché la morte di terroristi che lanciano oltre 100 razzi al giorno su dei civili, con lo scopo di ucciderli volontariamente, meriterebbe più indignazione rispetto a quella di persone innocenti massacrate quotidianamente nel resto del mondo? La vostra indignazione per me vale quanto quella delle persone che vegliano con la candela davanti a una prigione federale degli Stati Uniti per impedire l’esecuzione di un criminale condannato a morte, mentre queste stesse persone non levano il mignolo per aiutare le persone innocenti di cui ho parlato. Se non arriva alcuna risposta, guardatevi allo specchio e chiedetevi qual è la vera ragione della vostra indignazione. Perché dal mio punto di vista e in tutta onestà, voi non avete niente a che fare con i palestinesi. Voi non fate niente per loro, in ogni caso molto meno degli israeliani, presso i quali i musulmani sono i meglio trattati del Medio Oriente.
Se, nonostante queste parole, la vostra voglia di pubblicare un articolo o un commento decisamente anti-sionista per denunciare atti secondo voi inammissibili fosse più forte di tutto, ecco la procedura da seguire per quanto mi riguarda:
Andate alla mia pagina su Facebook e cliccate sul quadratino a destra della mia foto, su cui è scritto “Rimuovere dalla lista degli amici”. Perché davvero non vorrei fra i miei amici delle persone che hanno tali paraocchi. I miei amici sono persone intelligenti, riflettono, si informano, sono curiosi. Ma soprattutto non confondono israeliani e coloni per via del lavaggio del cervello che hanno subito per anni da parte dei media francesi. Per favore, risparmiatemi questa azione orribile che non ho il coraggio di fare, questa “selezione”… Anticipatemi e fate clic su questo pulsante. Ma soprattutto, non dimenticate, passando, di prendere con voi la vostra “indignazione”, e di mettervela dove penso io, perché quello è il suo vero posto.

David. B, 9 luglio 2014 (qui, traduzione mia)

(e grazie ad “amica” per la segnalazione)

Questo testo, come potete vedere, è stato pubblicato una settimana fa e, a giudicare dal contenuto, scritto o almeno pensato probabilmente un po’ prima. Guardandoci un po’ in giro scopriamo che ieri 15 luglio in Afghanistan i talebani mussulmani hanno messo una bomba uccidendo in un colpo solo 89 civili, nessuno dei quali – per inciso – lanciava razzi, e ancor meglio avevano fatto il giorno delle elezioni, facendone fuori 106: indignazioni? Proteste? Manifestazioni? Boicottaggio? Richieste di riunioni straordinarie urgenti all’Onu per chiedere ferme condanne? Zero.
Poi se vi restano ancora cinque minuti, andate a rileggere – a leggere se siete nuovi da queste parti – quest’altro post.

barbara

Una risposta

  1. Tutto questo è vomitevole. Non prendono coscienza di ciò che stimolano?
    Semplicemente antisemiti. Il saluto con il braccio con variazione…è molto vicino a quello dei nazisti.Non importa che vengano cercate altre definizioni per autodefinirsi.
    La segnalazione di David è cosi chiara che un sano bambino la comprenderebbe.
    E ne dice di cose…..documentate. Ma non importa..sono cose che riguardano loro.
    Non dobbiamo intrometterci…è colpa degli americani.Un classico per creare degli alibi
    alle loro anime cosi portate all’ amore verso il prossimo che è solo palestinese…che riesce a fottere l’ occidente ottenendo un forte consenso nel loro terrorismo.Non potete
    sostenere solo loro ma anche tutte le altre fazioni con i nomi che dovrebbero esservi
    familiari visto la grande stima che viene riversata su’ questo tipo di tenuta di uno stato
    e che si stà allargando alla barba dei popoli,dei diritti umani , delle donne dell’ infanzia
    tradita. Distruzione e basta.

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  2. Ero su IC…anche stasera…articoli in clima di IC…altri al solito . un pò sullo sporco.
    Peccato….perchè hanno scritto dei buoni articoli…forse dipende dall’ umore di chi scrive.
    Poi…Gianni Vattimo…filosofo..ex..parlamentare EU….intervistato alla radio ‘ La zanzara’ L’ articolo rimanda al video….registrazione che parte al 12° minuto dei 20ì.
    Per non usare l’ audio sono andato sul PC cercando la sua pagina….e poi l’ intervista
    riportata per iscritto…dalla sua bocca sono uscite parole della condanna piu’ dura nei
    confronti di Israele,degne dei due fasci o come usano gli estimatori arabi.
    Si definisce liberale …comunista…etc…vagando.
    Stia presente sulla realtà, in quei paesi sarebbe incarcerato o giustiziato secondo la
    loro ..etica comportamentale religiosa. cosa che in Israele non succede, non interessa la vita privata dell’ individuo solo….il suo valore.
    La comunità ebraica ha espresso la loro protesta riguardo a tutto cio’ che ha detto
    durante l’ intervista.

    C’ è ancora spazio nella fossa biologica .

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  3. Mi sa che devo farti un bel collage di tutti i commenti di questi attivisti-pacifisti-filopalestinesi trovati sulla pagine di Arrigoni, di tutti i suoi fan e di alcuni, molti grillini. Ne sto collezionando un bel po’. Da rabbrividire. Poi puntualizzano che loro non sono antisemiti ma antisionisti.

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  4. Avendoti segnalato la lettera ( e grazie-brava per la traduzione ), avevo però dimenticato di dirti che , io, il coraggio di David Bouaziz non riesco a trovarlo, e me ne vergogno
    Intendo il coraggio di chiedere ai miei “amici” fb ( molti dei quali conosco di persona ) di cancellarsi da soli dalla lista, nel caso siano strenui sostenitori – sostenitori ad oltranza e a prescindere-di quelli che non so più come definire..
    Ma le sfumature delle loro motivazioni sono troppe perché io riesca a dare tagli netti, in special modo con certe persone.. Che fare?
    Pensa che un’amica ha dovuto eliminare il suo secondo nome, quello ebraico, dal profilo fb, per evitare attacchi e insulti.
    Dei cosiddetti amici, poi, ne ha già cancellato un bel numero..
    Più che altro, mi preme evitare ogni occasione di provocazioni: faccio male?

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    • Non so, nel blog forse è più semplice, i commenti antisemiti non li faccio arrivare al blog, se qualcuno lo fa dopo essere stato ammesso lo mando affanculo e poi lo banno. Poi sfumature non so: né tu né io abbiamo canali speciali per sapere che cosa succede, le cose sono davanti agli occhi di tutti, quindi se qualcuno fa il tifo per quelli che entrano nelle case di notte per sgozzare i neonati nella culla, io di sfumature non riesco proprio a vederne: sono schifosi scarafaggi, e come tali vanno trattati.

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  5. Gianni Vattimo purtroppo è tornato all’attacco, come odio quell’uomo con il suo livore antisemita, e poi, tra parentesi, anche la sua “filosofia” è qualcosa di fumoso, di contraddittorio anche da un punto di vista logico.
    Nessuno, e dico nessuno, ha mai sottolineato una cosa: cioè il fatto che questi palestinesi, quando tirano i razzi, li mirano ovunque (anche su centrali NUCLEARI, ma sono FOLLI!!) e se avessero le stesse armi di Israele farebbero una strage di ebrei.
    Molto grave è anche il fatto che nessuno si metta in allarme per certe pretese arabe come quella di creare in Cisgiordania uno Stato senza ebrei (chiamati coloni) che sarebbe il risultato della pace voluta da loro: ciò significa che essi in realtà vorrebbero vivere in apartheid, senza ebrei. Anzi, questa cosa gravissima è spacciata dai media per legittima e normalissima, ignorando volutamente il marcio che c’è dietro.
    Ora, io provo compassione sia per gli israeliani sia per i palestinesi uccisi nel conflitto, ma non posso non vedere che, in definitiva, è Israele a difendersi dagli arabi e quindi sarà sempre dalla parte di Israele: anzi, mi sento moralmente infinitamente superiore ai filo-palestinesi che si stracciano le vesti solo per un popolo, mentre quasi godono quando sono gli israeliani a soffrire e morire.

    P.S. Barbara, ma Deborah Fait non scrive più sul suo blog?

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    • Il fatto che se avessero le stesse armi di Israele le userebbero al 100% per sterminare gli ebrei dal primo all’ultimo, secondo me è chiaro a tutti, ed è esattamente quello che sperano. Che mirino anche alla centrale nucleare si spiega semplicemente col fatto che la vita, compresa la propria e quella dei loro figli, non è una priorità, anzi, non vedono l’ora di andare di là dove finalmente potranno trombare a volontà e senza sentirsi valutare, visto che la controparte sarà rigorosamente vergine e ignara di tutto. E su tutto il resto stendiamo un velo pietoso, per rispetto alla mia povera ulcera.
      Deborah credo che non abbia più tutta l’energia di un tempo. Scrive ancora regolarmente per informazione corretta, è su FB e credo che scriva anche per qualcos’altro.

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  6. Veramente molto forte questa lettera. La vorrei quasi condividere. Ha il pregio di far riflettere davvero. Ad esempio ora non saprei se andare al Pantheon nel pomeriggio…
    Di primo acchitto andrei, ma alcuni personaggi che vi saranno non suscitano il mio entusiasmo. Però alla fine mi tapperò il naso ed andrò anche solo per vedere.

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