E ci sarà pure un motivo se viene chiamato nazislam
cosa che, del resto, non è certo una novità dei nostri giorni
(non si preoccupi chi non sa il tedesco: il documentario è sottotitolato in inglese. Non sempre la traduzione è del tutto corretta, ma rende comunque l’idea)
Avevo letto il testo di questa canzone, tragico specchio della realtà di Israele, tanto tanto tempo fa, e non l’ho più dimenticata. E per anni l’ho cercata per mari e per monti, senza trovare nessuno che la conoscesse, finché lui è riuscito a scovarmela. Ed eccola qui.
Tu, io e la prossima guerra
Quando passeggiamo siamo in tre
Io, tu e la prossima guerra
Quando dormiamo siamo in tre
Io, tu e la prossima guerra
Tu, io e la prossima guerra
La guerra, che sia benvenuta
Tu, io e la prossima guerra
Che ci porterà il giusto riposo
Quando sorridiamo in un momento d’amore
Sorride insieme a noi la prossima guerra
Quando aspettiamo in sala parto
Aspetta con noi la prossima guerra
Quando bussano alla porta siamo in tre
Io, tu e la prossima guerra
E quando tutto ciò finisce rimaniamo ancora in tre
Tu, una fotografia e la prossima guerra.
Normalmente viene tradotto con “tregua”, ma non ha niente a che vedere con ciò che noi intendiamo con tregua. Che cosa esattamente significa “hudna” nella cultura islamica, ve lo spiega lui
La hudna si accetta unicamente quando si è in condizioni di inferiorità; la hudna serve unicamente a riarmarsi per portarsi in condizione di superiorità e riprendere il combattimento; la hudna, qualunque sia la durata concordata, a voce o con accordo scritto, può essere rotta in qualunque momento, come lo stesso Arafat ricordò, all’indomani della storica stretta di mano con Rabin alla Casa Bianca il 13 settembre 1993, a chi lo criticava per l’accordo stretto con Israele: “Ricordatevi di Hudaibiya”: nel febbraio del 628 Maometto sottoscrisse una hudna con i nemici meccani (il “patto di Hudaibiya”, appunto) quando, da una posizione di inferiorità, constatando l’impossibilità di conquistare la sua città natale, s’impegnò a non farvi ritorno per 10 anni. Invece 2 anni dopo, diventato sufficientemente forte, ruppe la tregua. E questo fatto ha valore di precedente giuridico. Va inoltre ricordato che il Corano vieta la pace con gli infedeli: la tregua massima consentita è di dieci anni (Sadat, per avere violato tale divieto, ha pagato con la vita; più fortunato re Hussein di Giordania che ha potuto evitare la sentenza perché è arrivato prima il cancro).
E dunque, quando Israele inspiegabilmente respinge le tregue generosamente offerte da Hamas, cerchiamo di ricordare che cos’è che Hamas sta realmente offrendo.
E credo che sia arrivato il momento giusto per rileggere questo.