DUE DIRITTI?

Lo spunto più diretto – anche se non l’unico – per questo post mi viene da una brutta “lettera” che sta girando molto in questi giorni.  Si intitola “NON HAI CAPITO UN C…o, Allora te lo spiego”. Chi mi conosce sa che il turpiloquio non mi è alieno, ma ci sono circostanze in cui mi appare di cattivo gusto; questa è una di queste circostanze. E, come si vedrà fra un momento, oltre che di cattivo gusto è anche del tutto incongruente col testo della “lettera” La “destinataria”, spiega, è una che “ha confessato di aver avuto in passato simpatia per la causa palestinese ma oggi appare pentita, si dichiara confusa circa la situazione medio-orientale e mi chiede di esporre con semplicità i termini del problema”. Ora, se prima era filo palestinese e poi si è pentita, ciò dovrebbe significare che è venuta a sapere un po’ di cose che le hanno fatto capire che la situazione non è quella che credeva lei, quindi casomai è una che ha bisogno di approfondimenti per chiarire quello che ancora le manca, non certo una che ha bisogno che le si espongano con semplicità i termini del problema. E quindi io mi chiedo: se questo signore aveva voglia di dire due parole su Israele, non poteva inventarsi un pretesto un po’ più credibile? Passando al testo di questa “lettera”, scritta oltretutto decisamente male da tutti i punti di vista, confusa e anche piuttosto sciatta, non intendo prenderne in esame tutto il contenuto bensì un’unica frase, quella che ha dato il titolo a questo post: “il vero problema attuale è che non esiste un diritto da una parte e un torto dall’altra ma due diritti egualmente validi”. Davvero sono in gioco due diritti “ugualmente validi”? Proviamo a vedere quali sono le richieste delle due parti.
Una parte chiede il diritto di vivere in pace e in sicurezza in un pezzetto di terra (per oltre la metà desertico) che è il 60% del 22%, ossia circa il 13% della terra che le era stata promessa nel 1917 con la Dichiarazione Balfour, impegno ripreso dalla Società delle Nazioni alla Conferenza di Sanremo il 24 aprile 1920, confermato dal Consiglio della Lega delle Nazioni il 24 luglio 1922 e diventato operativo nel settembre 1923. Qualcuno chiede: con quale diritto? Risposta: con quello che da che mondo è mondo compete a chi vince le guerre (tranne quando il vincitore si chiama “Israele” e lo sconfitto “Paese arabo a scelta” o “palestinesi”): l’impero ottomano e l’impero asburgico, dopo avere voluto la guerra e non essere stati in grado di vincerla, si sono dissolti, e le potenze vincitrici se ne sono spartite le spoglie e ne hanno fatto ciò che hanno voluto. Dite che è ingiusto? Può darsi, però in questo caso dovete essere coerenti e contestare la legittimità dell’esistenza o dei confini di tutti o quasi gli stati del pianeta, a cominciare dalla Giordania, inventata dal nulla e fabbricata a tavolino per far piacere a un amico degli inglesi (estraneo al territorio), su terra rubata agli ebrei (il 78% di quella assegnata loro, per la precisione) – e diventata istantaneamente judenrein, perché tutti gli ebrei che vi risiedevano ne sono stati immediatamente cacciati.
Dice: sì, ma quella era terra araba, ci stavano gli arabi. Momento. Lo sapete perché si chiamano arabi? Bravi, esatto: perché vengono dall’Arabia. Di tutto ciò che oggi chiamiamo il mondo arabo, gli stati arabi, le popolazioni arabe, ogni centimetro fuori della penisola araba è stato aggredito, invaso, occupato, arabizzato e islamizzato a suon di massacri, deportazioni, stupri etnici e conversioni forzate, con annientamento delle culture e quasi sempre cancellazione delle lingue originarie. Lo spiega molto bene Bat Ye’or nel suo magistrale e documentatissimo Il declino della cristianità sotto l’islam. E vi farebbe bene leggere anche questo e questo.
Dice: sì, ma in ogni caso quando hanno cominciato ad arrivare i primi pionieri ebrei lì c’erano gli arabi, e loro li hanno cacciati. Falso: è vero l’esatto contrario. Nei racconti di viaggio dell’epoca pre-sionistica possiamo leggere cose come queste: “Il paese è considerevolmente disabitato e perciò il suo più immediato bisogno è quello di una popolazione.” (British consul, 1857) “Non c’è un solo villaggio per tutta la sua estensione (valle di Jezreel) – non per 30 miglia in qualsiasi direzione… si può viaggiare per 10 miglia e non incontrare più di 10 esseri umani. Se cercate un perfetto stato di solitudine che vi renda mesti, venite in Galilea… Nazareth è desolata… Gerico giace in uno sgretolamento rovinoso… Betlemme e Betania nella loro povertà e umiliazione… inaccudite da anima vivente. Un paese desolato il cui terreno fertile è sufficientemente ricco, ma è dato interamente all’erbacce… una silenziosa e funerea estensione… una desolazione… Non abbiamo mai visto un essere umano sulla strada… raramente un albero o un cespuglio da qualche parte. Perfino gli ulivi e i cactus, quegli amici sicuri di un terreno incolto, hanno per lo più abbandonato il paese. La Palestina siede con sacchi su ceneri, desolata e brutta… (Mark Twain, The Innocents Abroad 1867) come potete vedere qui. E nel 1939, Winston Churchill osservò che “lungi dall’essere perseguitati, gli arabi si sono ammassati nel paese e si sono moltiplicati… ” Già. La leggenda narra che sono arrivati gli ebrei e hanno cacciato gli arabi, ma la Storia e i dati demografici dicono l’esatto contrario: dopo che sono arrivati i pionieri ebrei, grazie alle condizioni di vita che questi ultimi avevano cominciato a creare, sono arrivati gli arabi dagli stati circostanti, come viene spiegato, dati alla mano, in questo video

e come dimostra questa tabella.
nomi
Immagino vi sarà capitato di vedere quella serie di quattro cartine che mostrano il progressivo “furto di terra” da parte di Israele ai danni dei palestinesi cominciando, nella prima, con alcuni puntini bianchi in un mare verde che rappresentano le terre di proprietà ebraica, e il bianco che, nelle carte successive, si estende fino a eliminare il verde. Ebbene, quelle cartine sono delle colossali patacche: i puntini bianchi sono sì proprietà ebraica privata (interamente acquistata e pagata, per lo più da latifondisti ottomani residenti all’estero), ma il resto non è, come si vorrebbe far credere, proprietà privata palestinese, bensì, per la quasi totalità (90% circa), demanio: prima ottomano, poi del mandato britannico, e infine dello stato di Israele, come viene chiaramente spiegato qui.
Quindi, ricapitolando, quello che chiede una parte è di vivere in pace in quel pezzetto di terra in cui scavando si trovano tombe ebraiche antiche di migliaia di anni, in cui nel corso di due millenni non è mai venuta meno una presenza ebraica, i cui terreni sono stati acquistati e pagati, la cui legittimità è stata sancita da un organismo internazionale, la cui integrità è stata difesa in molte guerre subite, al costo di molti morti.
E l’altra parte che cosa chiede? Per quanto riguarda Hamas, l’obiettivo ultimo lo troviamo al capitolo 7 del suo statuto: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo” (qui). Quindi non solo, come è detto in altre parti, la lotta contro il sionismo, la cancellazione dello stato di Israele (e francamente fanno ridere – ridere per non piangere – quei gran soloni della politica che predicano che non si potrà fare questo e concedere quest’altro fino a quando Hamas non avrà cancellato dal suo statuto il proposito di distruggere Israele, quando questo è l’unico scopo per cui è stata creata), ma anche lo sterminio totale degli ebrei. E gli altri? I “moderati”? Quelli che possiamo ragionevolmente considerare “partner per la pace”? Diamo un’occhiata alla Costituzione di Al-Fatah.
Articolo (2) Il popolo palestinese ha un’identità indipendente. Essi sono l’unica autorità che decide il proprio destino e hanno completa sovranità su tutte le loro terre.
Articolo (3) La rivoluzione palestinese ha un ruolo guida nella liberazione della Palestina.
Articolo (4) La lotta palestinese è parte integrante della lotta mondiale contro il sionismo, colonialismo e imperialismo internazionale.
Articolo (5) La liberazione della Palestina è un obbligo nazionale che ha bisogno del supporto materiale e umano della Nazione Araba.
Articolo (6) Progetti, accordi e risoluzioni dell’Onu o di singoli soggetti che minino il diritto del popolo palestinese nella propria terra sono illegali e rifiutati.
Articolo (9) La liberazione della Palestina e la protezione dei suoi luoghi santi è un obbligo arabo religioso e umano.
Articolo (17) La rivoluzione armata pubblica è il metodo inevitabile per liberare la Palestina.
Articolo (19) La lotta armata è una strategia e non una tattica, e la rivoluzione armata del popolo arabo palestinese è un fattore decisivo nella lotta di liberazione e nello sradicamento dell’esistenza sionista, e la sua lotta non cesserà fino a quando lo stato sionista non sarà demolito e la Palestina completamente liberata. (Enfasi mia, qui, traduzione mia)

E torno alla domanda di partenza: siamo sicuri che siano davvero in gioco due diritti “ugualmente validi”? La distruzione dello stato di Israele e lo sterminio totale degli ebrei sono un diritto a cui siamo disposti a riconoscere validità?

barbara

Una risposta

  1. La sua cosiddetta ricostruzione storica è vergognosa. Siamo al livello dei negazionisti dell’olocausto. Ora capisco perchè ha bisogno di moderare i commenti: se non lo facesse verrebbe giustamente riempita di epiteti di cui ridicola sarebbe il più gentile. Vergognosa!!

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    • Qualcosa di concreto nel merito per dimostrare che la mia ricostruzione – corredata di documentazione e non solo di chiacchiere come il suo commento – avrebbe delle pecche? No, eh? Giusto quel paio di frasette fatte, un paio di insultini, e via. D’altra parte mi rendo conto che da gente come voi – tutti uguali, tutti fatti con lo stampino – non ci si può aspettare di più.
      PS: io NON ho bisogno di moderare i commenti: l’impostazione di wordpress mette in moderazione chi commenta per la prima volta. In moderazione ci metto poi, di mia iniziativa, gli imbecilli e i troll che vengono a imbrattarmi il blog senza avere niente da dire e nessun contributo da offrire. Naturalmente adesso ci va anche lei.

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  2. Mi hai fatto ricordare della visita di qualche anno fa di Gheddafi alla mia università a Roma. Quel giorno in molti della mia facoltà protestammo contro quello che ci sembrava un inchino ad un dittatore. Chi voleva entrare all’università veniva perquisito ed in più eravamo gaurdati a vista da dei ragazzi libici che facevano parte dello staff di polizia di Gheddafi. Ci dicevano:”guardate che in Libia lavorano tutti!”. Chissà che fine hanno fatto adesso…
    Comunque ottimo articolo, mi offre diversi spunti e l’idea per diversi studi e approfondimenti in particolare sulle modalità della diffusione religiosa.

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  3. Barbara! Bene ottimo lavoro. Fai bene a sbatterci sul PC queste importanti pagine storiche. Un ripasso o piu’ non fà mai male ‘ c’ è chi pur conoscendo, ritorna a rivedere
    leggendo quello che già conosce ‘ Una lettura, qui piu’ completa dal leggere un’ argomento per volta con il consueto rimando nell’ ampliarlo con altri documenti con il risultato di resa piu’ corposa.
    Non sò quanti siano a conoscere la storia,quella vera,profonda partendo dalle radici..e poi nel tempo lungo diversi secoli fino ai tempi odierni….
    Menti eccellenti capaci di entrare nei fatti storici nella loro essenza…Qui solo un’ esempio…conosce e sente e vive il tutto con una mentalità nazista o fascista…sono
    la stessa cosa e nella politica poi i due estremi quasi si congiungono.’ Vattimo…ho ascoltato parte della sua intervista..con le sue piu’ che deplorevoli idee etc..piu’ volte
    interrotto dagli altri partecipanti. Il risultato è apparso come un folle con le stesse modalità espressive dei dittatori peggiori.
    E negazionisti…che conoscono ma sono altamente in malafede.
    Non mi sembra per il resto che ci sia un desiderio di conoscenza ‘ niente viene da se’..
    nessuno nasce erudito…’ nel documentarsi seriamente.
    A volte se fatto a livello di romanzo o quelle letture che riscrivono la storia al pari di certe trasmissioni TV che per le immagini sembra che vogliano offrire un qualcosa di
    valido insieme ad un’ eloquio dai toni affascinanti del conduttore.
    Le fonti di conoscenza del popolo sono le stesse che ben conosciamo…
    Radio..Stampa..TV….dà li parte la loro conoscenza, ascoltando e vedendo la verità che
    gli viene trasmessa….senza un minimo di curiosità dettato dal desiderio di vedere oltre
    facendo poi ….un’ elaborazione intelligente …
    Spesso…pensano, agiscono sul tramandato a livello verbale che con il tempo prendono
    sfumature diverse ma sempre con lo stesso finale.
    Con il tempo la cultura dell’ individuo non è al pari passo con l’ accesso ed il proseguimento nella scolarizzazione. Gli esempi..forse al limite si notano.
    E i risultati finali spesso non brillano…Migliori i risultati di certe teste che si sono autoacculturate in un crescendo nel tempo.
    I vertici…credo che anche loro non brillino molto nelle conoscenze…il potere del ruolo.
    non sempre con risultati brillanti.

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  4. ieri ho perso una cliente,dopo un po’ che mi spiegava i torti di israele gli ho risposto”Signora,io sto con Israele,e quelle che sta raccontando sono balle!”.
    e dire che aveva cominciato con un”se continua cosi torna l’antisemitismo”.
    Eh,già!Non sono io antisemita,sono loro ad essere malvagi Ebrei.

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    • Embè certo, se quelli continuano a scannare bambini palestinesi per procurarsi il sangue da impastare le azzime, va a finire per forza che la gente poi diventa antisemita.
      Magari avrai perso due lire di guadagno, ma sicuramente ne ha guadagnato il tuo fegato, che quelli tornano sempre all’attacco, non si stancano mai: o li butti fuori di brutto, o ti assediano peggio degli ottomani a Vienna.

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  5. Non ho capito una cosa. Ma secondo i sostenitori della palestina (in particolare i sostenitori della soluzione dei due stati), sarebbero territorio palestinese sia la striscia di gaza che la west bank?

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    • Più che altro sarebbe territorio palestinese tutta Israele, come si vede dalle mappe non solo dei Paesi arabi, ma anche dei filopalestinesi europei e perfino dell’Onu come si possono vedere nella cerimonia della “Giornata di solidarietà con il popolo palestinese” che si celebra, all’Onu appunto, nella data della proclamazione dello stato di Israele.

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      • Quello lo sapevo che intendevano tutta Israele. Ma in pratica entrambe le aree occupate (specifico: da HAMAS, e non dagli israeliani come dicono invece i paladini del politically correct) sarebbero ‘palestina’?

        Ora capisco anche perchè così tanti europei sono contro anche al popolo cinese che chiede democrazia. La dittatura alletta i più, altro che no.

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        • I cinesi li ho citati in relazione al fatto che questi preferirebbero lasciare le terre israeliane nelle mani di un dittatore. Tanto poi la colpa la si darà sempre agli ebrei ‘brutti e cattivi’. Un pò come quando, per i problemi dell’italia danno la colpa ai tedeschi o agli americani.

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        • Sono entrambe, ma sono comunque solo il primo passo, come si evince anche dai due slogan più gettonati nelle manifestazioni: in inglese “Palestine will be free from the river to the see” e in italiano “Palestina vogliamo tutto, Israele dev’essere distrutto”.

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