E BECCATI QUESTA, DON LUCIANO!

A Don Luciano Musi da un “fratello maggiore”

Gadi Polacco, Consigliere della Comunità ebraica di Livorno, risponde all’articolo «Sinagoga controllata a spese nostre, le chiese invece no» di don Luciano Musi.

Caro Don Musi,
mi permetta da “fratello maggiore”, seppur a titolo privato e ricambiando i sentimenti di amicizia che Lei esprime nei confronti del mondo ebraico, di commentare quanto da Lei comunicato pubblicamente:

– Hamas, parallelamente alla sua essenza terroristica, e’ un’organizzazione dedita al fanatismo integralista islamico, con risvolti anche anticristiani. Le sara’ facile svolgere una ricerca al riguardo ,trovando i documenti di fonte cristiana che denunciano cio’ (episodi di conversioni forzate, scuole cristiane costrette all’apertura la domenica, vari atti persecutori, ecc). Non e’ quindi un caso che la locale comunita’ cristiana si sia rapidamente ridotta in termini di grandezza. Alla luce di cio’ le scritte sulle Chiese inneggianti a Hamas potrebbero avere un preciso intento salvo ovviamente essere semplicemente e squallidamente opera di vandali;
– stendo un velo pietoso sulla “considerazione’ che le scritte le avrebbero dovute fare, nel caso, sulla Sinagoga (secondo, evidentemente, un bizzarro “criterio di competenza”): se mai qualche idiota inneggiasse all’Isis o altri che compiono sistematicamente stragi di cristiani non mi sentira’ mai fare distinguo “di competenza” a seconda del luogo imbrattato. Vorrei sottolineare, poi, che una Sinagoga e’ un luogo di culto, non una rappresentanza diplomatica (ad ogni modo non da imbrattare), e che comunque in Medio Oriente, per quanto riguarda Israele, non e’ in corso una guerra di religione;
– interessante, opinabile e comunque da ampliare, trovo invece il passaggio nel quale, da contribuente, lamenta a Suo dire che si spenda per sorvegliare la Sinagoga e non le Chiese. Le valutazioni di sicurezza competono alle preposte autorita’ e quindi la questione in quelle sedi dev’essere esaminata. Non capisco pero’ cosa c’entri l’8 x1000 (peraltro con destinazione alle singole religioni per gli usi previsti) che, comunque,ciascuno destina a chi ritiene, con la Chiesa Cattolica di gran lunga al primo posto. Se pero’ vogliamo discutere da cittadini contribuenti, devo ricordare allora che a spese del pubblico bilancio (pagati quindi da tutti i vari credenti e anche dai non credenti) sono gli insegnanti di religione cattolica, i cappellani militari, carcerari, ospedalieri cattolici e cosi’ via. Cosa non prevista per gli altri Culti dal nostro Stato che pur si dichiara laico e rispettoso, alla pari, delle varie fedi presenti nel territorio.
Per quanto riguarda la solidarieta’ del mondo ebraico a quello cristiano per le persecuzioni in atto e che denunciamo da tempo, quando ancora molti nel mondo cristiano sembravano non averne concreta percezione, La invito a visitare il mio modesto blog e il sito dell’Unione delle Comunita’ Ebraiche Italiane (www.moked.it ) e trovera’ numerosi interventi, tra i più recenti quelli del Presidente Gattegna e del Rabbino Prof. Giuseppe Laras, Presidente Emerito dell’Assemblea Rabbinica Italiana e gia’ Rabbino Capo anche di Livorno.
Modesta testimonianza, ma sincera, la trovera’ nella rete con la specifica solidarieta’ da me espressa nel caso specifico delle scritte livornesi.
Concludo rinnovandoLe vicinanza in questo momento che, evidentemente e comprensibilmente, La trova emotivamente scosso.
Ma e’ proprio in questi frangenti che, mi permetta di esprimere questo parere, occorre prendere esatta cognizione delle cose e non rifugiarsi illusoriamente altrove.

Con cordialita’,
Gadi Polacco
Comunitando

Gadi Polacco è decisamente più pacato di me…

barbara

CONTINUA LA VERGOGNOSA GIUDEIZZAZIONE DI GERUSALEMME!

Articolo gentilmente segnalatomi. Inserirò nel testo alcuni commenti in grassetto.

Gerusalemme, 29 agosto 2014, Nena News – La colonizzazione di Gerusalemme prosegue a ritmi serrati.
Che sarebbe, per chi non lo sapesse, quella roba per cui un giorno da Marte sono arrivati degli ebrei e si sono messi a colonizzare Gerusalemme (Gerusalemme, 3000 anni di storia).

Mentre il mondo guarda a Gaza,
ah, ecco perché Israele ha scelto di farsi tirare in testa in poche settimane più di quattromila missili: per distrarre l’attenzione! Vuoi vedere che sono stati loro anche a fornirgli aiuto per scavare i tunnel e riempirli di armi? Sai com’è, a pensare male…

le autorità israeliane continuano l’opera di occupazione e giudaizzazione della Città Santa.
Ah già, la famosa terza città santa dell’islam…

Ancora una volta target è il quartiere palestinese di Sheikh Jarrah,
“palestinese” in che senso?

dal 1967 soggetto a confische di terre e di case palestinesi
e chissà quante terre ci saranno, in un quartiere che si trova nel cuore di una città…

a favore di organizzazioni e famiglie di coloni israeliani. Ieri il comune di Gerusalemme ha dato il via all’implementazione di un piano di costruzione di una yeshiva, una scuola religiosa ebraica, nel cuore del quartiere di Gerusalemme Est. Il piano, fanno sapere gli attivisti palestinesi di Sheikh Jarrah, era stato già approvato sei mesi fa. Ieri l’ok definitivo per l’apertura della scuola in un palazzo di nove piani e 10mila metri quadrati,
cioè più di mille metri quadrati per ogni piano?! Cazzarola!

tra la pompa di benzina Nasif e il centro medico al-Hayat. I palestinesi residenti nel palazzo saranno cacciati: l’ordine di evacuazione è già stato spiccato. Proteste dalla sinistra israeliana: Yosef Alalu, consigliere comunale palestinese,
“palestinese”? Un “palestinese” nel consiglio comunale di una città israeliana?

ha sottolineato come manchino 2mila classi nelle scuole arabe di Gerusalemme,
cioè, ci sono le scuole e dentro le scuole mancano le classi? O come altro sarebbe?

ma il comune ha come solo obiettivo quello di incrementare servizi e spazi per gli studenti ebrei. La terra su cui è costruito l’edificio era stata confiscata ufficialmente negli anni Ottanta
e dopo la confisca li hanno lasciati stare dentro per trent’anni? E ancora si lamentano?

secondo la legge degli Proprietari Assenti del 1950, uno dei più efficaci strumenti in mano israeliana per confiscare terre e proprietà palestinesi: la legge in questione prevede che tutte le proprietà di rifugiati, costretti con la forza ad abbandonare i propri villaggi e le proprie comunità dalle milizie sioniste nel 1948, perdono in automatico il diritto ad usufruire di terre e abitazioni che passano nelle mani del governo israeliano.
No, un momento: stiamo parlando della cosiddetta “Gerusalemme est”, giusto? Quella in cui c’è una cosa che si chiama “quartiere ebraico”, giusto? Quella che fino al 1948 era la parte più caratteristicamente ebraica di Gerusalemme; quella che in quella data la Giordania ha occupato e in quel momento ne ha immediatamente espulso tutti gli ebrei che vi risiedevano, alcune famiglie addirittura ininterrottamente dai tempi della Bibbia, e ha distrutto le sinagoghe, devastato i cimiteri, costruito latrine a ridosso del muro occidentale (“muro del pianto”), impedito, per tutto il tempo dell’occupazione illegale, l’accesso ai luoghi santi ebraici a tutti gli ebrei del mondo, e, soprattutto, riempito le case degli ebrei espulsi con popolazione araba. E allora, ci si chiede, da dove salta fuori la storiella dei “rifugiati” palestinesi che sarebbero stati costretti ad abbandonare le loro case di cui adesso rivendicherebbero la proprietà?

Ciò significa che i palestinesi fuggiti in Cisgiordania, pur essendo considerati “presenti”, si sono visti confiscare le proprietà a Gerusalemme e in tutto l’attuale territorio israeliano.
Potevano fare a meno di ascoltare gli inviti dei loro capi. Quelli che hanno invece ascoltato gli appelli a restare delle autorità israeliane sono quel milione e mezzo di arabi israeliani, che non hanno perso niente e che oggi sono cittadini israeliani con pari diritti, compreso quello di mandare in galera un presidente della repubblica ebreo israeliano.

Uno strumento che ha permesso negli anni alle autorità israeliane di appropriarsi di tutte le proprietà dei rifugiati palestinesi – durante la Nakba tre quarti della popolazione dell’epoca fu costretta all’esilio –
beh, sì: contando i lavoratori stagionali che sono tornati a casa loro nei Paesi arabi circostanti, contando quelli che si sono spostati di una dozzina di chilometri, contando quelli che erano arrivati lì da un paio d’anni attirati dalle nuove condizioni di vita create dai pionieri ebrei, il numero di quelli che si sono spostati da lì nel ’48 potrebbe anche avvicinarsi ai tre quarti di tutti gli arabi che si trovavano lì in quel momento. Forse un 15-20% di loro (forse), erano residenti di antica data.

e che è stato in particolar modo utilizzato a Gerusalemme. Da anni i residenti combattono contro gli ordini di confisca regolarmente emessi dalle autorità israeliane, trascinandosi dietro a procedimenti legali e appelli alla corte che hanno sempre avuto scarso effetto. Nel 2010 una sentenza della Corte Suprema israeliana ha stabilito che decine di case di Sheikh Jarrah appartengono a israeliani ebrei che sarebbero vissuti nel quartiere prima del 1948.
Eh certo, “sarebbero”: si sa che una narrativa vale l’altra, chi dice che la terra è tonda e chi dice che la terra è piatta, perché mai dovremmo discriminare una narrativa nei confronti dell’altra?
Nena News

E già che ci siete, date anche un’occhiata all’incessante furto di terra perpetrato dagli ebrei.
terra ebraica

barbara