SIRIA MON AMOUR

Mi piace l’Italia, mi piace da morire. Mi piaceva già prima di ciò che mi è accaduto, adesso adoro ogni sua sfumatura, ogni suo vicolo, ogni suo terrazzino fiorito, ogni sua testimonianza di libertà. Perché finché non te la tolgono, la libertà, non ti rendi nemmeno conto di averla. Tutto ciò che nella mia città italiana mi pareva ovvio, andare a scuola, telefonare a un’amica, sorridere a un ragazzo che ti offre da bere, a sei anni dal mio ritorno mi appare ancora un privilegio, una sorta di premio quasi immeritato, tanto mi strugge, a volte, e mi commuove.
Non ti rendi conto di quanto la libertà ti sia vitale fino a che non la perdi.
Ma quel giorno, seduta sul trolley, con la Pausini nelle orecchie, non lo sapevo. Ho preso l’aereo e sono partita felice.

Non è un romanzo: è la storia autentica di Amani El Nasif, cresciuta in Italia e riportata dalla madre nella natale Siria con un pretesto, per tenervela segregata per sempre, “per il suo bene”, per farle smettere la vergognosa abitudine di portare jeans e maglietta, di andare in giro con le amiche e parlare con i ragazzi. Un marito che la frusti e gli occhi di tutta la tribù addosso sono la cura ideale.

Preferivo stare nei campi che in casa, ma gli zii avevano deciso che non ci sarei più andata perché avrei potuto conoscere qualche ragazzo e comportarmi male.
Ero italiana, ero una ulech, una puttanella.
Nonostante il caldo, anche le pulizie di casa le dovevo fare con i tre vestiti e con i calzini o le scarpette, più insopportabili dei vestiti.
Mi pareva impossibile che le mie cugine non si ribellassero a quelle regole, che erano tortura pura.
Quando io chiedevo: «Ma non avete caldo? Ma perche non camminate scalze? Ma perché non vi tenete un solo vestito addosso?» esclamavano allarmate:
«Haram, Haram!».
Haram significa peccato, e nel villaggio di Al Karatz il peccato per le donne sta nel solo fatto di esistere, con i loro corpi, con la loro pelle profumata, con i loro sguardi.
Haram è quando ti sbuca un ricciolo dal velo, anche se tra le mura ti possono intravedere soltanto i familiari.
Haram è quando lavi i piatti e le maniche della veste ti salgono ai gomiti, impunemente, e allora devi coprirti le braccia con dei manicotti ricavati da vecchi calzini.
Haram è quando stai cucinando da ore e hai talmente caldo che ti togli i calzini e rimani a piedi nudi.
«Metti i calzini!» ti dice tuo zio. «La porta è aperta! La gente passa, ti vede!»
Haram sei tu che dici: «Fa caldo, tanto passano solo i parenti».
Haram sei tu che ti impunti e i calzini non li metti.
Allora lui srotola il berim, la corda che gli tiene sul capo la kefiah, e comincia a dartelo sui piedi, fino a farteli diventare viola.
Haram sono quei piedi colpevoli, doloranti e gonfi, ai quali infili i calzini perché non ce la fai a prendere un’altra frustata.
Haram è tutto, haram ero io, che non avevo fatto niente.
Reagivo, gridavo, mi ribellavo. Nessuno veniva in mia difesa, nessuno mi dava ragione. Nemmeno mia madre, nemmeno mia sorella. Mai.

Solo la sua incrollabile determinazione a resistere (prendete nota: questa è resistenza, questa ha il diritto di portare il nobile nome di resistenza) a pressioni e intimidazioni e minacce e ricatti e violenze fisiche di ogni sorta per farle sposare il detestabile e detestato cugino – oltre, alla fine, un inaspettato colpo di fortuna – la salveranno dal condividere la sorte dei settanta milioni di spose bambine nel mondo.

Amani El Nasif – Cristina Obber, Siria mon amour, Piemme
Siria mon amour
Poi, non del tutto fuori tema, andate a vedere anche questo.

barbara

  1. Una volta, facendo delle ricerche ero capitata in un forum di musulmani italiani, e vi scriveva un padre marocchino che affermava di essere disperato perchè i due figli avevano lasciato l’islam, dichiarandosi atei. I suggerimenti della loro confraternita? Portare i figli in marocco e bruciare il loro passaporto. Non lo dicevano da battuta ma proprio in modo serio.

    E ci sono tante stupide occidentali che dicono che le donne musulmane sono più libere di noi (ragionando alla musulmana, portare il velo ti nasconde dagli sguardi dei maschi, che ti giudicherebbero per quello che sei anzichè per l’aspetto. Ma ciò confermerebbe che l’islam, oltre a considerare impure le donne, considera bestie senza cervello gli uomini. Queste donne musulmane si lamentano che le donne di qua devono indossare minigonne per far eccitare gli uomini, cosa che non è vera perchè nessuno ci obbliga a mettere minigonne.

    Al contrario, in Islamia la maggior parte delle donne sono obbligate ad indossare il velo (quando non c’era l’obbligo, si vestivano esattamente come noi)

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    • Infatti la portavano in Afghanistan, in Iran, in Somalia, cioè in quelle zone in cui oggi le donne girano (se proprio non si può fare a meno di lasciarle girare) coperte da una tenda beduina e senza neppure il diritto di respirare. E’ impressionante poi leggere quello che dicono le donne: “lo facciamo per proteggere i nostri fratelli dai desideri impuri”. Fanculo. Da loro ci sono tassi di stupro da vertigine, che battono mille a uno i nostri con minigonne e tutto il resto. E i “nostri” fratelli, che sicuramente avranno gli stessi ormoni dei loro, i loro “desideri impuri” al 99,99% imparano a controllarseli, e se diventano incontrollabili se li scaricano in altro modo. Magari da’ un’occhiata qui
      http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2011/02/01/iran_ieri_e_oggi.html

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      • Mi ricordo.
        Se ne parlava già negli anni 90, quando solo l’iran e l’arabia saudita erano messe così male. Ma i muslims la shariah la vogliono e la cercano. E quando vedono che sotto la shariah vivono male, danno la colpa al fatto che il politico che li ha accontentati è corrotto (come Morsi).

        questa è una raccolta (in inglese) di ciò che i musulmani dicono quando non usano la taqiyya https://images.encyclopediadramatica.se/c/c9/Motheterrorist.png

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        • Ah, se vai in giro nelle località turistiche frequentate dai ricchi sceicchi arabi, li trovi regolarmente a caccia di ragazzini. Anche nei covi dei talebani ci sono regolarmente ragazzini per compensarli della fatica delle armi.

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      • Adesso rappresentare Pahlavi come un grande statista mi sembra francamente esagerato! Era un monarca assoluto che scialacquava gran parte dei proventi del petrolio per i suoi fini personali.

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      • Sui tassi di stupro, una volta ho visto una foto scattata in medio oriente, in un aeroporto pieno di gente anche non musulmana (tra questi molti occidentali).
        Nella foto c’erano una niqabbata accando ad una donna occidentale (le due chiaramente non si conoscevano, erano li per caso). E vicino a queste un barbuto in pigiama che faceva la mano morta sulla niqabbata. La occidentale, col capo scoperto, un vestito elegante che evidenziava abbastanza le forme femminili,non la guardava neppure.

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        • Tempo fa avevo postato un video – poi chissà come mai fatto sparire – in cui si vedevano delle ragazze in chador nero che andavano per strada, in Arabia Saudita se ricordo bene, e dei ragazzi inseguirle ridacchiando e cercare di spiaccicargli le mani addosso da tutte le parti. Anche Betty Mahmoody nel suo libro autobiografico “Mai senza mia figlia” racconta che quando saliva su un autobus tutta inchadorata in Iran si ritrovava regolarmente addosso le mani di qualcuno, oppure in taxi, come mai le era capitato in America vestita normalmente.

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  2. Amani la storia della sua breve vita può essere comune ad altre che hanno vissuto in occidente. Diversa quella che non hanno conosciuto o sanno qualcosa di vero. Ignorando non sanno come può essere, ma forse penseranno che potrà essere migliore che nel loro paese.
    Schifosamente madre quella di Amani che non è stata capace ..o forse costretta a riportare la figlia in Siria e con questo costringerla a subire una miriade di ingiustizie fino all’ esclusione dei diritti umani.
    Mi hanno stufato certe risposte di chi và in vacanza in certi paesi con regime dittatoriale e..o con religioni che influiscono in ogni comportamento a partire dalle piccole cose fino alle piu’ importanti…”…è la loro cultura…”…” molto rientra come in una specie di folcrore..”….” leggi e comportamenti….molto lontani anche dai piu’ semplici diritti umani”. Se..si può fare poco, perlomeno condannarli o far sentire un certo diniego.
    Occidentali!
    Lo sanno quanti sono gli stati dove la democrazia i diritti umani sono utopia …

    Sarebbe auspicabile…certi sit in sotto le ambasciate….cosi per protesta..

    Certe unioni…fino al matrimonio spesso hanno un finale molto amaro..spesso preceduto da altri passaggi.

    …E non potevano mancare gli sfegatati! Spesso sempre pronti a sparare
    di tutto verso Israele..da cose inaudite fino alle risposte che è costretto a
    dare per salvare il suo popolo. Quando vogliono..o hanno degli interessi
    personali…” odio verso un popolo si vedono e si sentono..”
    Ma non verso chi merita una protesta,(…questo per Israele non poteva mancare in quanto spesso sono sempre pronti ad attaccarlo difendendo
    il resto del M.O…Palestina/Gaza in testa. dando troppe colpe al lontano
    colonialismo.Ed è..qui che poi cade il discorso di una discussione sui
    paesi arabi..)

    Boldrini. La sinistra cosi libertaria..come ama autodefinirsi che tirando le
    semplici somme degne di una classe elementare lascia molto a desiderare in quanto come rappresentante di …ideologie aperte..democratiche. Non è stata capace di mostrare nessun diniego..
    o perlomeno rammarico per tutto quello che succede in Iran pur mantenendo il senso diplomatico della situazione.
    Un comportamento istituzionale molto simile ad un rappresentante di un
    paese totalitario che ha da condividere le stesse dinamiche politiche.
    L’ Italia…per quanto è possibile sembra un paese democratico, forse ancora non liberale. Certi esempi istituzionali non sono mancati nel passato…
    Forse certe ideologie sono tuttora vive anche se un pò sotterranee.
    Attenzione…quello che dice Amani è molto valido..” non si comprende
    fino a quando non si è perso……..”

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  3. Allora questa madre è pienamente cosciente di far subire una realtà da lei probabilmente vissuta.Questo non è servito a lei come persona e poi come madre. Quest’ ultimo molto grave che non mostra un certo amore
    per una figlia sottraendola ad una realtà nella quale si sentiva integrata ed appagata per farla ” campare” in una realtà che per Amani è solo distruttiva come essere umano e donna impedendole di vivere la vita che
    lei desidera.Con un’ amore che si può nutrire per una figlia si può rinunciare alla sua vicinanza pur di volere i meglio per lei.Qui si denota che certe donne mostrano un’ incapacità di sottrarsi ad una realtà anche
    quando se ne presenta l’ occasione.

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    • Io dele donne musulmane penso che sono delle fanatiche talvolta peggio dei loro mariti… ops, padroni, e per la maggior parte di loro non provo pena. Provo pena solo per quelle che non vogliono vivere quella vita ma vi si trovano loro malgrado (sia perchèp rapite dai loro stessi genitori, sia perchè in Islamia ci sono nate ma non ne hanno la testa)

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