È COME IMPARARE A TRITARE UNA CIPOLLA

I bambini tagliatori di teste del califfato (testimonianze+video)
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“Imparare a decapitare è come imparare a tritare una cipolla”, testimonia un giovane siriano. Il gruppo terroristico, che si è impadronito di grandi parti della Siria e dell’Iraq, ha soppresso il sistema di istruzione laica nei territori sotto il suo controllo e pratica l’abuso sui bambini su scala industriale.
Jomah, un adolescente siriano di 17 anni che si è unito allo stato islamico l’anno scorso, racconta che era seduto in cerchio con altri “studenti” per un corso sulla decapitazione, una disciplina insegnata ai bambini a partire dall’età di 8 anni.
Gli ‘insegnanti’ hanno portato tre soldati siriani terrorizzati, scherniti e costretti a inginocchiarsi. “È stato come imparare a tritare una cipolla,” ha detto Jomah. Hanno detto: “lo prendete per la fronte e poi tagliate lentamente il collo”.
Un insegnante ha chiesto poi dei volontari per l’esercizio dicendo: “Coloro che decapitano gli infedeli riceveranno doni da Dio,” ricorda Jomah, che non vuole che sia rivelato il suo nome completo. Allora i bambini hanno alzato la mano e molti sono stati scelti per fare l’esercizio. Poi gli insegnanti hanno ordinato agli “allievi” di marciare intorno alle teste tagliate.
“È stato in quel momento che sono diventato insensibile,” ha detto Jomah, che ha poi disertato fuggendo in Turchia con la sua famiglia. “I video di decapitazioni che ci hanno mostrato ci hanno aiutato in questo senso.”

Decapitazioni e tortura si sostituiscono al divertimento

L’inserimento di centinaia di ragazzi in questi campi di addestramento terrorista è un altro aspetto tragico della guerra civile che dura da quasi quattro anni per il suo impatto sui siriani, che potrebbe avere ripercussioni su tutto il Medio Oriente per anni a venire. I genitori temono che i loro ragazzi, con il lavaggio del cervello subito da parte dello stato islamico, siano persi per sempre.
Il gruppo terroristico, che si è impadronito di grandi parti della Siria e dell’Iraq, ha soppresso il sistema di istruzione laica nei territori sotto il suo controllo, lasciando alle famiglie la scelta tra un’educazione islamista radicale o niente.
Lo stato islamico ha creato scuole religiose nelle province siriane di Aleppo e Deir Ezzour – dove, ad esempio, i corsi di chimica sono stati sostituiti con un studi religiosi per diventare un terreno fertile per il reclutamento di ragazzi per combattere, secondo la testimonianza di cinque ex bambini soldato e parecchi disertori adulti affidata al ‘Wall Street Journal’ in Turchia dove si sono rifugiati.
Uno di loro, Ismail di 17 anni, ha detto di essere stato ingaggiato quest’estate dai suoi superiori dello stato islamico per aiutare a decapitare tutti gli uomini appartenenti alla tribù siriana nemica di Deir Ezzour, dai 14 ai 45 anni. L’adolescente ha detto che aveva esitato, ma suo fratello di 10 anni aveva fatto questo lavoro con zelo. Centinaia sono stati uccisi.
Ismail, ferito il primo giorno di battaglia, ha detto che ha disertato in agosto ed è fuggito in Turchia senza informare suo fratello perché aveva paura che avvertisse il cognato, che si è unito allo stato islamico all’età di 9 anni. I disertori vengono uccisi, ha precisato Ismail.
“Sei un apostata. Se non torni ti puniremo secondo la legge di Dio, “gli hanno detto i suoi fratelli quando sono finalmente riusciti a parlare con lui al cellulare, ricorda Ismail. Ismail ha detto di sentirsi in colpa per aver incoraggiato il ragazzo ad unirsi ai militanti e si rammarica di non essere riuscito a convincere suo fratello a disertare.
Jomah, che ha lasciato lo stato islamico dopo cinque mesi, ha detto che era entrato tra le sue file in parte per i soldi e in parte perché si annoiava. Ha detto che era completamente inattivo dopo che la sua scuola a Minbij, una cittadina in provincia di Aleppo nel nord della Siria, aveva chiuso. “Mi sento in colpa… ma a quel tempo pensavo solo a combattere il regime.”
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La maggior parte dei ragazzi intervistati dal giornale ha detto che avevano incubi dei combattimenti in prima linea e che soffrivano di perdita di memoria. Si ricordavano tutti del loro primo omicidio, ma alcuni si sono agitati alla richiesta di fornire maggiori dettagli. Le loro testimonianze confermano ciò che si vede nei video pubblicati dallo stato islamico, che mostrano bambini che tengono in mano teste tagliate o sbeffeggiano persone in attesa di essere giustiziate.
Il ramo mediatico dello stato islamico a Deir Ezzour ha pubblicato un video che mostra questo mese l’interrogatorio di un soldato del regime. Poco più avanti vediamo immagini del suo corpo decapitato appeso su una recinzione e otto bambini che giocano con la testa della vittima urlando insulti al cadavere. “È un apostata, un infedele!” urla un bambino sorridendo. “Dio maledica tuo padre che ti ha fatto nascere, cane”, rilancia un altro bambino. “Portatecene degli altri, ancora vivi!”, chiedono i bambini.
In Siria, famiglie disperate inviano i loro figli nei campi di addestramento in cambio di 150 dollari al mese, nella speranza di recuperarli una volta finita la lotta. Altri bambini sono influenzati dagli eventi che accadono nella piazza principale della loro città, dove gli attivisti dello stato islamico distribuiscono succhi di frutta e dolci mentre fanno vedere video di propaganda che mostrano degli omicidi. Questi eventi pubblici prendono il posto degli spettacoli nei luoghi sotto il giogo dei fondamentalisti dello stato islamico, attirando molti bambini inattivi da quando le scuole laiche hanno chiuso.

Ai bambini più stupidi fanno fare i kamikaze

In una relazione dello scorso giugno, Human Rights Watch ha accusato sia l’esercito siriano libero sostenuto dall’Occidente che lo stato islamico di reclutare bambini siriani “con il pretesto di educarli.” Questa pratica ricorda la “scolarizzazione” dei bambini afgani da parte di Mujahideen e talebani durante la guerra civile degli anni ottanta e novanta, che ha formato molti dei combattenti talebani di oggi.
Mourad, 15 anni, ha detto che è stato rapito e indottrinato da parte di militanti dell’auto-proclamato stato islamico con circa 150 altri scolari di Kobani in Siria, dichiara Ayman Oghanna al Wall Street Journal turco. Per la famiglia di Ismail, è la volontà di sconfiggere il Presidente siriano Bashar al-Assad che li ha spinti a iscrivere i loro figli in queste “scuole di combattimento”. L’esercito siriano libero, noto come laico, o FSA, tiene la città di Deir Ezzour dal 2011. Ismail, che all’epoca aveva 14 anni, e il suo fratello minore, che ne aveva 7, si sono uniti al FSA.
All’inizio del 2012 Nusra, un ramo di Al-Qaida, si è insediato nella città e i ragazzi gli hanno votato fedeltà. Nell’estate del 2013 si sono uniti allo stato islamico. “Mi sento in colpa,” ha detto Ismail. «Ma al momento pensavo solo a come sconfiggere il regime».
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Ismail conserva una foto del suo fratello minore nel cellulare. Ha un AK-47, una divisa mimetica con un cappuccio nero che reca un’iscrizione islamica in bianco. Il ragazzo, con l’indice sollevato, proclama la sua fede.”Prima della rivoluzione, i bambini di 7 anni andavano a scuola, questa era la norma, “ha detto Ismail. “Ora la nuova legge è che i bambini di 7 anni devono combattere.”

La loro ideologia è la sottomissione

Quando Ismail e il suo fratello minore hanno aderito allo stato islamico, hanno seguito dei corsi di Sharia per 45 giorni, seguiti da 15 giorni di addestramento militare e di uso di esplosivi a Deir Ezzour. Le loro giornate iniziavano verso le 4 di mattina con le preghiere, seguite da tre ore di studio della Sharia. La colazione era alle 7, poi un’ora di sport, ricorda Ismail. Dalle 8 alle 16 i ragazzi venivano addestrati a maneggiare armi, fucili e obici di mortai. La giornata si concludeva con tre ore di studio della Sharia fino alla preghiera della sera e si andava a dormire verso le 21.
Dopo i 45 giorni di formazione, un emiro dello stato islamico ha presieduto una cerimonia di consegna di diplomi, in cui i ragazzi sono stati divisi in gruppi per poi ricevere una formazione specializzata. Per 15 giorni sono stati preparati a raggiungere il campo di battaglia o a far parte della guardia di installazioni militari, o a servire come guardie del corpo per i principali comandanti, o a diventare kamikaze. “I ragazzi più stupidi sono sempre stati scelti per diventare kamikaze”, ha detto un ragazzo di 14 anni, anch’egli ex soldato di Deir Ezzour, ora rifugiato in Turchia.
Appena le scuole siriane sono cadute sotto il controllo dello stato islamico, i predicatori islamici radicali hanno sostituito gli insegnanti abilitati. Storia e filosofia sono state rimosse dal programma. Nelle fortezze dello stato islamico delle province di Raqqa e Deir Ezzour, le scuole o sono chiuse, o vengono requisite per i propri insegnanti. Ad Aleppo, la provincia più popolosa della Siria, gli attivisti per prima cosa si sono impadroniti delle installazioni militari, poi hanno recuperato le scuole per la formazione del loro attivisti.
Quando lo stato islamico ha spazzato via la città nell’agosto 2014, la signora Sheikh ha detto che la sua scuola è stata circondata dai militanti. Gli insegnanti hanno marciato verso la vicina moschea. Le donne sono state messe al secondo piano, separate dagli insegnanti maschi sistemati al primo. Gli uomini dello stato islamico hanno rimproverato gli educatori per i loro insegnamenti liberali. Un insegnante di scienze che ha cercato di opporsi è stato picchiato e arrestato.
Le scuole di Deir Ezzour rimangono chiuse. I bambini possono andare alla moschea e a studiare con predicatori approvati dallo stato islamico. “Non hanno intenzione di riaprire le scuole, perché non vogliono avere a che fare con gente istruita”, ha detto la signora Sheikh. Loro ideologia è la sottomissione”.
Un emiro egiziano è a capo di questo sistema educativo dello stato islamico nella provincia di Deir Ezzour. “Quando ho parlato con lui, sembrava giovane”, ha detto la signora Sheikh”. E il suo arabo non sembrava quello di una persona istruita.”

Bambini curdi torturati

Lo stato islamico ha usato bambini per altri scopi. In maggio un convoglio di autobus scolastici che trasportava circa 250 studenti curdi attraversando Aleppo, è stato sequestrato dallo stato islamico. I bambini, dopo aver affrontato degli esami scolastici, stavano tornando alle loro case a Kobani. I miliziani hanno rilasciato le ragazze, ma hanno tenuto più di 150 ragazzi, dai 14 ai 16 anni. I bambini sono stati usati come moneta di scambio. Lo stato islamico, che combatte contro i curdi per il controllo di Kobani, ha richiesto il rilascio dei suoi combattenti imprigionati in cambio degli studenti curdi. Alcuni dei giovani curdi sono stati picchiati e torturati, hanno detto quattro ragazzi che sono stati arrestati e poi liberati. I prigionieri hanno ricevuto insegnamenti della Sharia simili a quelli descritti da Ismail e altri.
Murad, che non vuole dare il suo nome completo, ha detto che ha trascorso i suoi giorni ascoltando le grida degli altri. Il ragazzo di 15 anni ha visto suoi compagni uscire dal seminterrato, una camera di tortura improvvisata. Gli studenti curdi sono stati restituiti alle loro famiglie a rate. L’ultimo gruppo ha dovuto aspettare cinque mesi prima di rientrare, alla fine di ottobre.
Murad è stato liberato dopo circa un mese, ma l’influenza fondamentalista dei suoi rapitori rimane. Vedendo sua madre con le braccia scoperte in casa, le ha gridato di coprirsi e ha preteso che tenesse il viso velato. Ha ordinato al padre di rispettare le regole religiose e pregare cinque volte al giorno. Ciò che spaventa di più il suo padre è sentire Murad cantare canzoni di propaganda dello stato islamico quando è da solo. I prigionieri erano costretti a cantare queste canzoni dopo le preghiere del mattino. “Canta continuamente questa maledetta canzone,” ha detto il padre del ragazzo. “Mi sta distruggendo la pace con questa canzone.”

MARIA ABI-HABIB – adattamento di Kathie Kriegel Rashed Alsara, Mohammed Nour Alkara e Dana Ballout hanno contribuito a questo articolo. Wall Street Journal (Qui, traduzione mia. NOTA: in un paio di punti la traduzione è un po’ incerta in quanto il testo da me trovato è una traduzione francese, qua e là un po’ traballante, dell’originale inglese leggibile solo dagli abbonati, il che mi ha costretta a cercare di indovinare l’esatto significato)

(tranquilli: non si vedono decapitazioni e affini)

I bambini del califfato

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I bambini sono in prima linea durante le crocifissioni e decapitazioni pubbliche che si tengono a Raqqa, roccaforte dello stato islamico in Siria. Vengono usati per le trasfusioni di sangue quando i combattenti dello stato islamico vengono feriti. Sono pagati per informare sulle persone che si mostrano poco leali o che criticano lo stato islamico. Vengono addestrati a diventare kamikaze. Sono bambini di 6 anni, e stanno venendo trasformati nei soldati dello stato islamico del futuro.
Lo stato islamico ha messo in atto un sistema di vasta portata e ben organizzato per il reclutamento dei bambini, indottrinandoli con le credenze estremiste del gruppo e poi insegnando loro rudimentali abilità di combattimento. I militanti si stanno preparando per una lunga guerra contro l’Occidente e sperano che i giovani guerrieri addestrati oggi staranno combattendo di qui a qualche anno.
Benché non vi siano dati certi sul numero di bambini coinvolti, storie di rifugiati e prove raccolte da Nazioni Unite, gruppi per i diritti umani e giornalisti, suggeriscono che l’indottrinamento e l’addestramento militare dei bambini è molto diffuso.
I bambini soldato non sono una novità in tempo di guerra. Dozzine di eserciti e milizie africane usano ragazzini come combattenti, in parte perché la ricerca ha dimostrato che nei bambini i punti di riferimento morale non sono ancora formati, e possono essere facilmente indotti a commettere atti di crudeltà e violenza.
A lungo termine, i giovani combattenti dello stato islamico potrebbero rappresentare un pericolosa minaccia, poiché vengono tenuti lontani dalla loro normale vita scolastica sostituita da una costante dieta di propaganda islamista finalizzata a disumanizzare gli altri e a convincerli della nobiltà di combattere e morire per la loro fede.
[Lo stato islamico] nega deliberatamente l’istruzione a coloro che sono nel territorio sotto il suo controllo, e inoltre fanno loro il lavaggio del cervello”, dice il tenente generale H.R. McMaster, impegnato a valutare le future minacce e pianificare il futuro dell’esercito.
“Stanno praticando l’abuso infantile su scala industriale. Essi brutalizzano e disumanizzano sistematicamente le giovani popolazioni. Questo creerà un problema multi-generazionale.”
Ivan Simonovic, il sottosegretario generale per i diritti umani alle Nazioni Unite, è appena tornato da un viaggio in Iraq, dove si è incontrato con gli iracheni sfollati da Baghdad, Dahuk ed Erbil. Egli parla di un programma di reclutamento “vasto e terribilmente efficace”.
Parlando a un piccolo gruppo di giornalisti alle Nazioni Unite, ha spiegato che i combattenti esercitano del fascino su alcuni dei più giovani, e che hanno degli esperti nel “manipolare ragazzi e bambini”. Ha aggiunto che “proiettano un’immagine di vittoria”, e promettono che quelli che cadono in battaglia “andranno dritti in paradiso”.
“La cosa più impressionante – ha detto – è stata incontrare le madri che [ci dicono] “non sappiamo cosa fare. I nostri figli si sono offerti volontario e non possiamo impedirlo”.
Sulla linea del fronte in Iraq o in Siria, i ragazzi che aderiscono volontariamente o rapiti dallo stato islamico, vengono inviati ai vari campi di addestramento militare o religioso a seconda della loro età. In questi campi apprendono tutto: dall’interpretazione dello stato islamico della Sharia a come maneggiare un’arma da fuoco. Imparano anche a decapitare un altro essere umano facendo pratica su delle bambole, secondo quanto riportato in settembre da Syria Deeply, un sito dedicato alla guerra civile siriana.
I bambini sono inviati anche sui campi di battaglia, dove sono usati come scudi umani o per fornire sangue per le trasfusioni per i soldati dello stato islamico, secondo Shelly Whitman, direttore esecutivo di Roméo Dallaire Child Soldiers Initiative, un’associazione che combatte per porre fine al fenomeno dei bambini soldato.
Testimoni oculari dalle città irachene di Mosul e Tal Afar, hanno riferito agli investigatori dell’ONU di avere visto bambini, armati di armi che riuscivano a malapena a portare e vestiti con l’uniforme dello stato islamico guidare pattuglie stradali e arrestare i residenti.
Esperti di diritti umani dell’ONU hanno anche “ricevuto rapporti confermati di bambini di appena 12 o 13 anni sottoposti ad addestramento militare organizzato dall’ISIS a Mosul,” secondo una relazione congiunta dell’ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU e dell’ufficio per i diritti umani dell’Assistance Mission dell’ONU in Iraq.
Secondo il rapporto, il numero di ragazzi impiegati nei posti di blocco è “drammaticamente aumentato” durante l’ultima settimana di agosto ad al-Sharqat, nella provincia di Salah-al-Din. E nelle pianure di Ninive e Makhmur, degli adolescenti sono stati arruolati nel mese di agosto dai soldati dello stato islamico, conosciuto anche come ISIS o ISIL. Alcuni di questi ragazzi hanno riferito di essere stati “costretti a stare in prima linea per fare da scudo ai soldati dell’ISIL durante i combattimenti e a donare il sangue per curare i combattenti dell’ISIL feriti,” secondo il rapporto.
Abou Ibrahim Raqqawi, pseudonimo di un uomo di 22 anni che fino a un mese fa viveva in Siria, è il fondatore di “Si sta massacrando Raqqa in silenzio”, un account su Twitter e una pagina Facebook che documenta la violenza della vita a Raqqa, la città in cui è cresciuto. Oltre a lui e ad altre tre persone che ora vivono fuori dalla Siria, ci sono altre 12 persone a Raqqa, che forniscono foto e informazioni su ciò che accade in città.
Raggiunto via Skype, ha detto a Foreign Policy che lo stato islamico ha fatto un passo avanti nel suo programma di reclutamento di giovani, che comprende un campo di addestramento per ragazzini in cui vengono insegnate tecniche di combattimento.
Egli spiega che i giovani di Raqqa sono addestrati e poi rapidamente inviati a combattere a Kobani, la città al confine turco-siriano in cui lo stato islamico è stato impegnato per parecchie settimane in una violenta battaglia con i combattenti curdi. Le forze aeree degli Stati Uniti e della coalizione hanno condotto più di 135 attacchi aerei contro i combattenti dello stato islamico in città e nei dintorni, uccidendo centinaia di militanti.
A Raqqa, dove, dopo più di tre anni di guerra, la povertà è diffusa, il gruppo spesso convince i genitori a mandare i figli nei campi in cambio di soldi, spiega Raqqawi. Talvolta lo stato islamico attira direttamente i bambini organizzando reclutamenti pubblici o feste e offrendo poi ai bambini dei soldi affinché essi partecipino gli addestramenti. A Raqqa, con tutte le scuole chiuse, i bambini non hanno molto altro da fare, dice Raqqawi.
Nella provincia di Raqqa, ci sono diversi noti campi di addestramento per i ragazzi, ha detto, fra cui il campo al-Zarqawi, il campo Osama bin Laden, al-Cherkrak, al-Taleea, e al-Sharea. Raqqawi stima che nel campo al-Sharea, destinato a ragazzi sotto i 16 anni, vi siano fra i 250 e i 300 bambini, e ha mostrato delle foto di questo campo, fra cui una di ragazzini seduti a mangiare e un’altra di un ragazzo che sorride dopo aver completato un percorso ad ostacoli.
Quando c’è una grande battaglia, come quella di Kobani, spiega Raqqawi, l’addestramento viene intensificato. Anche in Iraq vi sono prove che dei bambini sono costretti all’addestramento militare. Fred Abrahams, consigliere speciale per Human Rights Watch, ha intervistato alcuni Yazidi fuggiti dalla prigionia dello stato islamico dell’Iraq. Dicono di avere visto i combattenti dello stato islamico prendere i bambini dalle famiglie per portarli all’addestramento religioso o militare.
In una base militare conquistata dallo stato islamico a Sinjar, uno di questi yazidi fuggiti ha detto di aver visto i suoi carcerieri isolare 14 ragazzi, di età compresa fra gli 8 e i 12 anni, e portarli fuori per addestrarli al jihadismo.
Questa estate Vice News ha ottenuto accesso allo stato islamico, e ha prodotto un documentario in cinque parti sulla vita sotto il controllo del gruppo. La seconda parte è incentrata sul modo in cui lo stato islamico sta specificamente preparando i bambini per il futuro.
“Noi crediamo che questa generazione di bambini è la generazione del Califfato, a Dio piacendo, questa generazione combatterà gli infedeli e gli apostati, gli americani e i loro alleati,” ha detto un uomo nel video di Vice. Il video mostra un ragazzo di 9 anni che dichiara che dopo Ramadan andrà a un campo di addestramento per imparare a usare un Kalashnikov.
Un portavoce dello stato islamico ha detto ai giornalisti che quelli sotto i 15 anni vanno nei campi della Sharia per imparare la religione, ma che quelli sopra i 16 vanno nei campi militari.
I responsabili per la comunicazione sui social network per lo stato islamico contribuiscono a convincere persone da tutto il mondo ad andare in Iraq o in Siria per unirsi al gruppo.
Parte di questa strategia comporta l’uso di bambini come strumenti di propaganda, postando sui social media foto di bambini con le uniformi dello stato islamico che marciano a fianco di combattenti adulti. “A metà agosto l’ISIL è entrato in un centro di oncologia pediatrica a Mosul e ha costretto almeno due bambini malati a brandire la bandiera dell’ISIL e ha postato le foto in Internet, è riferito nella relazione delle Nazioni Unite.
Il reclutamento in rete dello stato islamico è stato efficace, raccogliendo più di 3.000 europei. Secondo l’FBI si sa per certo di una dozzina di americani che combattono col gruppo, ma ammette che potrebbero essere di più. Alla fine di ottobre tre studentesse americane del Colorado sono state arrestate a Francoforte, in procinto, a quanto pare, di unirsi allo stato islamico in Siria. Le ragazze sarebbero state fanatizzate in Internet.
Il video di Vice News mostra un belga che è andato a Raqqa con suo figlio, che sembra avere 6 o 7 anni. Il padre istruisce il figlio a dire al cameraman che è dello stato islamico e non del Belgio e poi gli chiede che se vuole essere jihadista o kamikaze, il ragazzo risponde “jihadista”.
Raqqawi dice che, quando ancora viveva a Raqqa, ha visto una donna americana, il suo marito algerino e la loro figlia, che dimostrava circa 4 anni.
Ha detto di aver visto anche un combattente francese con due bambini: un bambino biondo sui 6 anni, e una figlia di circa 1 anno.
“In città vediamo molti combattenti stranieri; è scioccante,” ha detto.
In Siria e in Iraq i bambini non sono solo fanatizzati, ma sono anche quotidianamente esposti ad un livello di estrema violenza.
Raqqawi ha fornito foto, scattate quando ancora viveva in città, di bambini che guardano delle crocifissioni. Ha detto che i bambini sono così abituati a queste esecuzioni, che la vista di una testa separata dal corpo non li turba più. «Lo stato islamico ha distrutto la loro infanzia, ha distrutto i loro cuori» ha detto.
Misty Buswell, responsabile regionale per il Medio Oriente di Save the Children con base in Giordania, ha detto: “Non è esagerato dire che potremmo perdere un’intera generazione di bambini a causa del trauma”.
Buswell ha detto che i bambini rifugiati che ha intervistato hanno incubi, evitano il contatto con i loro coetanei e mostrano segni di aggressività verso gli altri bambini.
«Ho incontrato bambini che avevano smesso di parlare e che non hanno parlato per mesi a causa delle cose terribili a cui hanno assistito, aggiunge Buswell». E quelli sono i fortunati, quelli che sono riusciti a mettersi in salvo. Con il tempo e con gli interventi adatti, possiamo aiutare questi bambini ad avere qualcosa che assomigli a una vita normale. Ma per i bambini che sono ancora lì e vedono ogni giorno tutto questo, gli effetti a lungo termine saranno molto consistenti.»
Buswell ha detto che quasi sempre i profughi vogliono tornare a casa una volta che la situazione si sia stabilizzata e che sia tornata la pace.
Ma quando, qualche settimana fa, ha posto la domanda ai profughi di Sinjar, è stata stupita dalla loro risposta. “È stata una delle prime volte che ho sentito qualcuno dire che le cose che avevano visto e vissuto – e le cose che i loro figli avevano visto – erano così orribili e traumatiche, che non volevano tornare indietro, perché ci sono troppi brutti ricordi.»
Di Kate Brannen (qui, traduzione mia)

Avevo trovato questi due articoli qualche giorno fa e avevo cominciato a tradurli con calma, un po’ alla volta, con l’idea di postarli, vista la lunghezza, all’inizio della prossima settimana, quando mi assenterò per un paio di giorni, così da darvi modo di leggerli con calma. Ma visti gli ultimi avvenimenti mi sono messa al lavoro a tempo pieno per completare la traduzione. Secondo me meritano di essere letti.

barbara

Una risposta

  1. La follia allo stato puro. Un guerreggiare che credo non ha dei simili a cui confrontarsi..perlomeno in tempi recenti.
    Solo distruzione ad ogni loro passo. La vita non ha nessun valore ed in ogni loro gesto,
    programma ne è testimone. Per i loro usi distruggono vite di bambini con ritmi , azioni ,
    preparandoli ad agire oltre degli assassini piu’ malvagi. Con un forte apporto di un’ insensato, incalzante disumano senso religioso al di fuori di logiche umane.
    Inoltre non è da escludere che vi sia un forte apporto di sostanze stupefacenti per poter
    reggere a simile totale follia.
    Inoltre…mi chiedo che cervello abbiano gli occidentali che aderiscono a questa carneficina totale, ed in questo coinvolgono anche le famiglie, i figli.
    Come non si può temere questa follià! Il temibile che possa realmente infiltrarsi ulteriormente nell’ occidente. I primi focolai..fiammelle si sono gia visti e dei folli simili ne
    bastano pochi per creare tante vittime.
    L’ occidente si sta’ mostrando ancora molliccio e non ancora consci della grande pericolosità.
    Nonostante la chiarezza della matrice terroristica degli Hamas ” LORO”…ne facilitano
    le loro messe in atto dei loro operati.
    Non sono come gli Isis….ma con diverso modus operandi sono ugualmente pericolosi.
    Cattiva politica…da correggere arginando fin che non sia troppo tardi.
    Come abbiamo visto…e si sapeva che la follia và ben oltre dove è terra di stragi…ma comprende i cittadini nati in Europa…di seconda,terza generazione di persone originarie
    dal nord Africa.
    I politici…che hanno agito altamente in maniera irresponsabile nei confronti di Israele
    dovrebbero,devono cambiare il loro senso politico nel Suo confronto mostrando ed attuando una politica di supporto .
    Basta con le insane cretinate che sempre piu’ in me sento come ANTISEMITISMO.si
    non trovo altre definizioni. La stupidità dei baiocottaggi, delle violenze.etc…che hanno..possono ancora subire gli ebrei….
    I politici dovrebbero …mostrare certi attributi che si sono mostrati molto scadenti da oltre
    cinquant’ anni.
    Troppo sudiciume si associa a tutto questo.

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    • Perché non se ne può controllare la diffusione – soprattutto quelle biologiche. Molto meglio un bel bombardamento a tappeto con bombe convenzionali. Preferibilmente stupide.
      Però leggi anche il secondo, con tutto il lavoro che ho fatto a tradurlo!

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  2. la cosa piu sconvolgente sono gli europei. Se nel mio cammino un cane oggi mi morde e domani pure il terzo giorno o passo alla larga o passo armato di bastone. E noi un “morso” dopo l’altro continuiamo a passare di li e dire “povero cane, sono io col mio polpaccio ad averlo provocato…sicuramente se faccio finta di niente vedra’ quanto sono buono e comprensivo domani non mi mordera’ piu’….”. Masochismo? Per quanto descritto, oramai non mi stupisce piu nulla. Come diceva il mio papa’ “vegnera’ la guerra”…ahinoi’.

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  3. ma alla fine….ehmbè?
    hai voluto bombardare la libia?
    hai voluto mettere a ferro e fuoco la siria?
    hai detto che i gas li ha usati assad(?)
    hai detto che prima bisogna abbattere assad, poi caso mai l’isis (rimane del tempo?)
    hai arruolato cani e porci contro assad?
    ti sei alleato con CANI E PORCI contro assad?
    hai lasciato che cani e porci andassero e venissero da siria e altri posti
    ti sei quasi indignato per il “golpe!” dei militari egiziani contro i poveri fratelli?
    ti sei indignato (rewind) per i bombardamenti di egitto e tobruk contro la tripoli jihadista?

    oui! tu es charlie

    la francia è come quel soldato fesso lasciato indietro dagli altri, più furbi (gli usa di obama, che gioca a fare il liberale, l’isolazionista) la storia si ripete, sempre

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  4. Forse è un pochino OT, ma ti consiglio di leggere l’ultimo post di Saura Plesio. Ormai a leggere le boiate dei complottisti non so più se incazzarmi o ridere (ormai il mio buonsenso si è arreso). Tanto per fare un paio di esempi, nei commenti si leggono cose come: “guarda un po’, uno dei giornalisti davanti alla redazione del Charlie Ebdo era ebreo, e guardacaso anche Pacifici lo è, e ha commentato l’accaduto”.
    Oppure “non si sa quante vittime ci siano nel supermercato Kosher, che i giornali non lo dicono ma kosher è una parola yiddish e non francese, e sono come i supermercati islamici ma questo Ferrara non lo dice”.

    Poi vabbe’, tutta una serie di sbroccate contro Usa, signoraggio, massoni, Hollande e chi più ne ha più ne metta, alla fine si scoprirà che è tutta colpa di Topo Gigio.

    Avevo poi letto qualcosa della “fornaia” (Sabrina?) sulla pagina facebook Perle complottare, anche se al momento non ricordo cosa.

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    • Di cose che fermentano e ribollono ce ne sono indubbiamente molte; l’inferno che si è scatenato in tutto il Medio Oriente a partire dalle cosiddette primavere arabe, con il fattivo aiuto del signor Barack Hussein Obama, dichiaratamente musulmano e vicino ai Fratelli Musulmani, difficilmente si spegnerà spontaneamente; il calabraghismo dell’occidente sicuramente non aiuta nessuno, né di qua né di là. Detto questo, l’orrore di trasformare i bambini in assassini spietati non è una novità e non è neppure prerogativa esclusiva dell’integralismo islamico. Per esempio, se funziona il Cannocchiale – la piattaforma su cui scrivevo prima e che spesso e volentieri si mette in malattia – e se hai cinque minuti, leggi questo http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2006/12/26/il_cancello.html (se per caso ti venisse voglia di commentare, fallo qui, perché lì non ci sono le notifiche e non me ne accorgerei).

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      • L’orrore cresce in un seme che va aumentando di pari passo con una crudeltà che mai è esistita, nemmeno nell’era primordiale in quell’essere umano. Ora quell’orrore si è anche perfezionato, prendendo gusto alle varie torture inflitte ai “prigionieri”
        Io sò, ma tutti sappiamo che oggi come oggi ………… non ci sarà nessun vincitore.
        Mi ricordo del (Il Cannocchiale) ai tempi di Splinder qualche volta l’ho letto.

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        • Ancora una volta mi permetto di non essere del tutto d’accordo: impalamento (infilare un palo appuntito dall’ano e farlo uscire da una spalla; un impalatore bravo era capace di fargli attraversare tutto il corpo senza toccare un solo organo vitale, in modo che l’agonia potesse durare anche alcuni giorni), squartamento (legare gambe e braccia a quattro cavalli che venivano poi fatti partire al galoppo, mentre un turco – non ne ricordo il nome – ebbe dai veneziani l’onore di subire lo stesso trattamento legato alle poppe di quattro navi), spellamento, erano trattamenti abituali dei tempi passati, talmente abituali che se riguardavano solo tre-quattrocento persone potevano tranquillamente essere definiti bravate: https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2014/12/08/bravate/
          Oppure potremmo parlare della Cina antica, quella famosa antica civiltà dalla profondissima saggezza con cui qualcuno non finisce di scassarci i marroni e dalla quale avremmo tutto da imparare (in effetti se volessimo ridurre un piede alla lunghezza di un pacchetto di sigarette, non sapremmo da dove cominciare). Ebbene, in questa antichissima gloriosa civiltà, le famiglie povere usavano vendere le figlie all’età di tre anni: quelle brutte le prendeva la padrona per farle lavorare giorno e notte, quelle belle le prendeva il padrone per il sesso. A TRE ANNI.
          Mi sto sempre più convincendo che quando pensiamo di avere visto il massimo orrore possibile è semplicemente perché ci manca ancora da perlustrare la stanza in fondo al corridoio. E poi la soffitta. E poi lo scantinato. E poi il casottino degli attrezzi in giardino. E poi…

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