TRE ERRORI IN QUATTRO PAROLE

In un articolo del NYT compare questo passaggio:

Famously, many of those conversations have been deeply uncomfortable. The two leaders have often clashed on Israel’s determination to build new settlements, which Mr. Obama viewed as a way to sabotage peace talks. Mr. Netanyahu was accused of lecturing Mr. Obama in front of the cameras in the Oval Office during an angry conversation in May 2011, after Mr. Obama suggested that the 1967 borders with Palestine should be the starting point for peace negotiations.

Il fatto è che
• Non ci sono mai stati confini, bensì linee armistiziali
• Le linee armistiziali sono state tracciate nel 1949, non nel 1967
• E la parola “Palestina” è priva di senso in qualunque contesto: le linee armistiziali del 1949 erano con la Transgiordania/Giordania. Nessuno, nel 1967 o nel 1949 considerava “Palestina” Giudea e Samaria. (qui)

A carico di Obama poi c’è sempre il solito errore capitale: considerare “punto di partenza” ciò che la 242 non prende neppure in considerazione come punto di arrivo, assassinando così anche la possibilità teorica di una pace. Se non fosse il più grande pericolo per la pace da Hitler in poi, sarebbe davvero un grottesco pagliaccio.

barbara

Una risposta

  1. È noto purtroppo, da memoria persa, che il NYT è (diventato) carta straccia, che il POTUS odia Israele e gli ebrei … che forse l’occidente questo non l’ha ancora ben capito è quindi male, ma c’è sempre tempo di scoprirlo, ché comunque è evidente…

    Anche solo numerando il suo (di O) perseguire nella ‘narrativa’ antisemitica corrente della sinistra USA più rabida, non si può evitare di vedere come costui è anti-Israele (= Ebrei) all’ennesima potenza, e pro islam e pro palli-pseudo-stato… 😦

    Da sentirsi male ogni volta che lo si sente (s)parlare e (stra)parlare…

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      • Quando Obama è stato eletto la prima volta, Paolo Granzotto su “Il Giornale” aveva emesso il verdetto: “E’ una “sola” (come dicono a Roma)”.
        In seguito è stato chiaro per le persone intellettualmente oneste che è definibile come “O…bamba”…
        Il suo “capolavoro”? Il tentativo di “portare la democrazia” in Siria, abbattendo Assad e finanziando/armando i terroristi “ribelli”.

        Peraltro questa mania americana di “portare la democrazia” nei Paesi retti da dittature NON è cosa nuova……
        Basta pensare alla “geniale” trovata di abbattere Saddam (certamente dittatore sanguinario, tipo Gheddafi) dopo averlo “usato” contro l’Iran, ma, grazie al disfacimento del suo esercito, regalando ufficiali esperti ed armamenti a ISIS.

        Cose sottolineate anche da Putin (che non è certamente un sant’uomo, ma neanche un cretino, e potrebbe dare un apporto contro il terrorismo islamico, che conosce molto bene in Russia).

        Quanto al NYT, se si è orientati politicamente verso i “democratici”, certe derive (svarioni inclusi) sono inevitabili.

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        • Non metterei le due cose sullo stesso piano: abbattere Saddam era la cosa giusta da fare – lo sbaglio è stato semmai quello di Bush padre di non completare l’opera della guerra del Golfo – ma è stata fatta commettendo gravissimi errori, che hanno totalmente annullato l’effetto positivo. Sostenere l’Iran e tutte le dittature islamiche come sta facendo Obama dal giorno che è stato eletto è un preciso programma di annientamento della nostra civiltà. Quanto a Putin, io veramente lo sto vedendo portare vigorosissimi aiuti al terrorismo islamico. L’unico che ha teoricamente combattuto, è stato quello ceceno, che in realtà all’inizio non era affatto terrorismo islamico bensì quella lotta per l’indipendenza che i ceceni stanno ininterrottamente combattendo da trecento anni, e per stroncare la resistenza ha letteralmente distrutto l’intero stato, col bel risultato di far attivare gli unici ancora in grado di combattere, ossia i terroristi islamici. Fra lui e Obama faccio sinceramente fatica a dire chi sia più pericoloso e più ripugnante.

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      • Sì #GertWilders4President, anche negli USA e in Canada (il mio secondo paese) esiste il segreto di Pulcinella 🙂 e, anche lì, in quei paesi che una volta erano meno smaliziati (le popolazioni intendo), abbiamo scoperto i segreti di Pulcinella, quindi ha voglia a nascondere… 😉 Lo sappiamo tutti – almeno chi ha testa per pensare

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  2. mi domando dove cominci la mala fede e dove l’ignoranza. Molti sono in mala fede, altri ripetono “il governo di Tel Aviv” “i confini del 67” “il genocidio dei palestinesi”….spesso è meno faticoso ripetere frasi fatte che suonano bene che cercare di documentarsi e di usare il proprio cervello. Per il NYT propendo per la malafede, per la gente comune per pigrizia e ignoranza.. Penso che se affermassimo di volere uno Stato palestinese a ovest di Tel Aviv molti si entusiasmerebbero per la proposta di pace, senza guardare una cartina geografica….

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    • Hai dimenticato “i confini internazionalmente riconosciuti”. Quanto agli ingredienti di ciò che si sente, direi che è un sapiente cocktail dei due. Per il NYT senz’altro d’accordo: un amico newyorkese è solito dire che se non leggi il NYT sei uninformed, se lo leggi sei misinformed.
      Proposta interessante, sarebbe da provare.

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  3. Maxischermi…Tv in attesa trepidante per il nuovo presidente U:S:A..Nuovamente Obama
    Popolo italiano in gran parte esultante….” è per il popolo…è per la pace…etc..”..sembrava
    che fosse arrivato il nuovo Messia!
    Il risultato è stato deludente.Maggiormente riscontrabile nella politica internazionale con
    un programma di scarsa incisività non riscontrabile in nassun altro presidente U.S:A non
    perlomeno fino a questo punto.Questo è maggiormente riscontrabile specialmente con la politica nel M.O…Altamente pericolosa la questione dell’ atomica che l’ Iran potrà arrivare
    a possederla. e questo sarà….un grosso errore per la questione M.O..Israele…e l’ occidente stesso.
    Altri presidenti..pur non sempre hanno portato azioni politiche risolutive, ma hanno fatto sentire maggiormente la loro voce come rappresentante di Stato leadership a livello mondiale.
    Ancora c’ è troppo tempo per un’ altro presidente.

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