Non ricordo se facesse parte di una mostra permanente e che quadro fosse. Ma lo Gnam è bello a prescindere. La prima domenica di ogni mese, tra l’altro, molti musei qui a Roma sono gratuiti. Dovrai venire una di quelle domeniche e faremo un tour de force per musei.
Chissà perchè c’è sempre qualche cretino progressista che decide ciò che è corretto dire e ciò che non lo è.
Poi succede che ai diretti interessati importi nulla, ma si trovano sempre altri imbecilli seguaci della ideologia di moda.
A Milano ci sono spazzini comunali che indossano una casacca catarifrangente con una scritta sul retro: “spazzino”. Non “operatore ecologico” come vorrebbero i cretini (si metterebbe a ridere anche la loro scopa….). Speriamo che duri…..
Quanto ai negri, non mi risulta facciano molto caso al fatto di essere definiti così invece che “di colore”, neri, afro-americani.
Se mai è il tono con cui vengono dette le parole che conta.
In U.S.A. è ritenuto offensivo “nigger” per il tono con cui veniva pronunciato dagli schiavisti (e razzisti), e di cui si è conservata memoria.
Per dire, se guardo con espressione cattiva una persona, e con voce irosa le grido: “asindeto” oppure “anacoluto” (come prof ne puoi suggerire molti altri), che nemmeno sa cosa vogliano dire, è facile che si offenda……..
Eh, niente. Negro è e negro sia! Si scandalizzino pure i “corretti” e ci tolgano pure il saluto, come è successo a me… Fa niente. Anzi, meglio insistere e non dargliela vinta!
No, in portoghese è “preto”, non so se con una o due t. Ricordo ancora tutta una discussione con una ragazza brasiliana, una trentina d’anni fa, in cui io credevo che volesse dire prete e ne è venuta fuori tutta una serie di equivoci.
Preto è portoghese, prieto è spagnolo e significa sia cupo che stretto; probabilmente nel caso della palude ha il significato di acqua chiusa, e quindi stretta nel senso che non può andare da un’altra parte come quella del fiume, o di un lago con emissari.
ilblogdibarbara 
Allo Gnam, nella descrizione di un quadro c’era anche la parola negro. Alla faccia del politically correct.
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E’ una roba permanente o temporanea? Faccio in tempo a vederla in aprile? Perché se sì, vengo un giorno prima e mi ci porti!
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Non ricordo se facesse parte di una mostra permanente e che quadro fosse. Ma lo Gnam è bello a prescindere. La prima domenica di ogni mese, tra l’altro, molti musei qui a Roma sono gratuiti. Dovrai venire una di quelle domeniche e faremo un tour de force per musei.
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Lo faremo. Sicuro garantito al cento per cento!
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una bellissima Silvana Mangano……
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Bellissima, espressiva, intensa, grandissima attrice. Anche se la preferivo “selvaggia” come in Riso amaro.
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Chissà perchè c’è sempre qualche cretino progressista che decide ciò che è corretto dire e ciò che non lo è.
Poi succede che ai diretti interessati importi nulla, ma si trovano sempre altri imbecilli seguaci della ideologia di moda.
A Milano ci sono spazzini comunali che indossano una casacca catarifrangente con una scritta sul retro: “spazzino”. Non “operatore ecologico” come vorrebbero i cretini (si metterebbe a ridere anche la loro scopa….). Speriamo che duri…..
Quanto ai negri, non mi risulta facciano molto caso al fatto di essere definiti così invece che “di colore”, neri, afro-americani.
Se mai è il tono con cui vengono dette le parole che conta.
In U.S.A. è ritenuto offensivo “nigger” per il tono con cui veniva pronunciato dagli schiavisti (e razzisti), e di cui si è conservata memoria.
Per dire, se guardo con espressione cattiva una persona, e con voce irosa le grido: “asindeto” oppure “anacoluto” (come prof ne puoi suggerire molti altri), che nemmeno sa cosa vogliano dire, è facile che si offenda……..
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Anacoluto, soprattutto, potrebbe richiedere di essere lavato col sangue.
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Niger, nigra, nigrum… sarà anche una lingua morta, ma da là veniamo…
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Discorso di marthin luther king. Lui usa pa parolaccia che scandalizza i progressisti
http://www.giovaniemissione.it/testimoni/kingdream.htm
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Martin Luther King era anche filosionista: aveva proprio tutti i vizi!
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Eh si.
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Di uomini cosi ci mancano.
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Infatti quando ne arriva uno, provvedono a farlo fuori.
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Oltre ad essere italianissimo da sempre, la parola negro dovrebbe appartenere anche alla lingua spagnola, giusto?
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Lo sapevo che Giancarlo non rimaneva indifferente all’ argomento… Eccolo infatti!
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Ed anche portoghese, se non sbaglio. Che si fa?
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Eh, niente. Negro è e negro sia! Si scandalizzino pure i “corretti” e ci tolgano pure il saluto, come è successo a me… Fa niente. Anzi, meglio insistere e non dargliela vinta!
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No, in portoghese è “preto”, non so se con una o due t. Ricordo ancora tutta una discussione con una ragazza brasiliana, una trentina d’anni fa, in cui io credevo che volesse dire prete e ne è venuta fuori tutta una serie di equivoci.
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Ho in memoria una “agua prieta”, che indicava una palude: non so se è corretto il termine, forse spagnolo.
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Preto è portoghese, prieto è spagnolo e significa sia cupo che stretto; probabilmente nel caso della palude ha il significato di acqua chiusa, e quindi stretta nel senso che non può andare da un’altra parte come quella del fiume, o di un lago con emissari.
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Anche in un dialetto del nord
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