OTTANTOTTO ANNI SPESI BENE

E fra due mesi, chi avrà la fortuna di trovarcisi, la potrà vedere e ascoltare a Tel Aviv.

 

No, Signore, non ho vent’anni
Vent’anni è l’età difficile
Non è il tempo migliore,
Io lo so, l’ho vissuta.
Ho ballato su alcuni vulcani,
Ho bucato le scarpe,
Dei miei sogni e del mio tormento
Mi sono fatta un cuscino.
E ancora oggi dico:
Io sono come sono.

Sì, mi ricordo i giorni,
Quando i giorni andavano
Come un sogno al contrario.
Sì, mi ricordo le notti,
Quando gli uccelli parlavano
Sotto la penna di Prévert.

No, Signore, non ho vent’anni.
Vent’anni sono una piccola cosa
Io non ho mai avuto il tempo
Di avere paura della notte.
Casa mia è un sole nero
Al centro della mia testa,
Ci faccio l’amore con la speranza
E con l’anima dei poeti.
I poeti sono bambini,
Bambini importanti.

Io, Signore, quando avevo vent’anni
Ero già persa,
Persa, la rabbia tra i denti,
Superbamente persa!
Io, ballavo con dei morti
Più vivi dei viventi
E abbiamo inventato l’età dell’oro
Sulla soglia dei mattini bianchi.
E ho sempre, incatenato al mio corpo,
Lo stesso sole sorgente.

No, Signore, non ho vent’anni!

(Traduzione mia)

barbara