Una risposta

  1. Ci sarebbe anche il discorso sui vaccini, indiziati anche questi per la crescita dell’autismo.
    Sarebbe utile una statistica relativa ai Paesi che, per motivi economici, sono fuori dal mercato dei vaccini e degli alimenti BIO.

    E’ anche vero che in quei Paesi c’è minor formazione di Campi ElettroMagnetici, data la minore industrializzazione ed utilizzo di elettrodomestici ed apparati elettronici, con possibili danni fin dalla fase fetale, a causa dei C.E.M.

    Naturalmente i dati sono significativi se nel medio-lungo periodo, per via degli effetti da accumulo progressivo..

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    • No, Silvio, non c’è nessunissimo indizio nei confronti dei vaccini, ma solo una mastodontica bufala propagata dai soliti noti. E questo grafico vuole solo essere una colossale presa per il culo nei confronti di quelli che vogliono a tutti i costi trovare correlazioni tra cose che non hanno niente a che vedere l’una col l’altra. Magari leggi anche l’articolo.

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      • Ho citato i Paesi NON SVILUPPATI, Barbara, per avere un confronto abbastanza scientifico: non mi risulta che sia stato fatto.
        Gli interessi in gioco sono enormi, e non sarebbe una novità se entrassero “conflitti di interesse” fra i ricercatori (in ricerche finanziate dai produttori……).. C’è una notevole casistica, ben documentata.
        L’introduzione di sostanze chimiche nell’organismo umano comporta “effetti collaterali”. Per esempio conservanti come l’alluminio (dichiarato in certi vaccini. Fra l’altro sospettato di favorire l’insorgenza di Alzheimer e demenza senile).
        Nessuno di noi è medico, e penso sia opportuno affidarsi al “principio di precauzione”: nel caso di sospetti di possibili danni, se si può, meglio evitare l’uso di certe sostanze.

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        • Tranquillo: la cosa è stata studiata. Ed è documentato al di là di ogni ragionevole dubbio che la puttanata dei vaccini che provocano l’autismo è una mastodontica bufala. E a differenza di altre puttanate, questa NON è più o meno innocua perché chi ci crede e non fa vaccinare i figli, li espone a enormi rischi, potenzialmente anche mortali. Diffondere questo genere di bufale non è come raccontare la storiella delle scie chimiche: è CRIMINALE, perché mette in gioco la salute e la vita delle persone.

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        • Il famoso ‘principio di precauzione’ è una boiata (e mi tengo basso) senza capo né coda, perciò direi possiamo passare oltre. Puoi portare un documento (il migliore diciamo) validato a tua scelta tra la ‘notevole casistica ben documentata’ a disposizione? Sarebbe interessante discutere su qualcosa di preciso, no?

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        • Il principio di precauzione viene già preso, nei bambini con determinate allergie, o non perfettamente sani, le vaccinazioni sono sconsigliate dai medici. Se 2 bambini su 100 non vengono vaccinati per precauzione, non succede nulla, mentre se un 40-50% non vengono vaccinati perché i genitori sono stupidi e ignoranti, viene a mancare l’immunità di massa, le malattie virali oggi scomparse come la polio, potrebbero tornare, e infettare anche quel 2% di bambini che per reali motivi di salute non possono vaccinarsi

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        • Barbara, non ho scritto che i vaccini sono fatti con sostanze chimiche ma che possono contenere CONSERVANTI (dichiarati dai produttori) chimici.

          Quanto alla pericolosità per alcuni bambini riporto a parte una sentenza di risarcimento per la morte a causa di “vaccino esavalente”.

          Riporto anche a parte dati riguardanti il “Principio di Precauzione”, inserito nella Legislazione Europea, che, evidentemente, non lo considera una “boiata”……..

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        • Stai continuando a spostare il discorso, Silvio: eri partito dai vaccini che provocano l’autismo, poi hai tirato fuori i Paesi non sviluppati, e il confronto “abbastanza” scientifico (qualunque cosa possa significare, ammesso che qualcosa significhi), e le sostanze chimiche, e l’Alzheimer, e la bambina morta di polmonite… Spero che non ti aspetterai che ti segua in questa gimcana!

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      • L’autismo è aumentato perchè esistono diverse forme che all’inizio non erano prese in considerazione (all’inizio era presa in considerazione solo la sindrome di Kanner), mentre adesso sono considerate tutte le varianti.
        Secondo me in realtà le statistiche sono sempre state le stesse.

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        • Esatto. Un po’, anche se non proprio del tutto, come per il cancro: una volta uno che moriva a settant’anni veniva automaticamente classificato come morto di vecchiaia, e se aveva dolori, beh, si sa che i vecchi sono pieni di dolori da tutte le parti. Poi, nel caso specifico, in passato uno che non comunicava veniva semplicemente considerato scemo, ritardato, mica ci si preoccupava di verificare se non si trattasse invece di qualcos’altro. Quanto al discorso della precauzione, ascoltando tutto quello che a qualcuno viene in mente di dire, non c’è un solo alimento sulla terra che non sia indiziato di qualcosa, quindi per precauzione l’unica cosa da fare è di astenerci completamente da qualunque alimento.

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      • A proposito di vaccini:

        VACCINO ESAVALENTE – Riconosciuta la CAUSALITA’ nella MORTE di una NEONATA – Condannato al risarcimento il Ministero della Salute – Fonte: ilrestodelcarlino.it – (vedi Legge 210-1992)
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        Pesaro, 4 luglio 2013 – UNA VACCINAZIONE esavalente poi rivelatasi fatale.

        L’altro ieri, un giudice del tribunale civile di Pesaro ha riconosciuto colpevole il Ministero della Salute e stabilito un risarcimento di 200mila euro, più un vitalizio di circa 700 euro al mese, più un ulteriore indennizzo ancora da quantificare (oltre agli arretrati calcolati dalla vaccinazione ad oggi) — alla famiglia di una bambina pesarese di neanche 6 mesi morta in culla nel febbraio del 2003.

        Il giudice ha riconosciuto il nesso causale che una serie di medici luminari consulenti della famiglia e poi lo stesso consulente del giudice hanno stabilito tra la vaccinazione esavalente cui la bambina venne sottoposta poco dopo la nascita, che risale al settembre del 2002, e la morte avvenuta a febbraio.

        LA TRAGICA VICENDA viene ripercorsa adesso dall’avvocato Luca Ventaloro, del foro di Rimini (ma lavora anche a Roma), esperto in diritto sanitario minorile, che ha già trattato altri casi analoghi e a cui la famiglia pesarese — il padre rappresentante, la madre impiegata, genitori tra l’altro di altri due bambini — si è rivolta dopo la morte della congiunta.

        «La bambina — dice l’avvocato Ventaloro — iniziò ad accusare molto presto una serie di sintomi collegati alla vaccinazione. Dolori articolari continui, totale inappetenza, sovvertimento del ritmo sonno veglia ecc. La morte colse una sera di febbraio del 2003 la bambina nel sonno, e l’autopsia stabilì che la causa finale era stata una polmonite interstiziale. Il vaccino esavalente era stato composto da antipolio, una difto-tetanica, anti epatite B, anti-pertosse e antiemofilo. Vinta la causa con il Ministero — dice l’avvocato — faremo la causa civile anche all’Asur di Pesaro».

        I RISARCIMENTI per morte da vaccino fanno capo alla nota legge numero 210 del 1992, che riguarda appunto l’indennizzo «a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni». Gli indennizzi previsti dalla presente legge sono corrisposti dal Ministero della Sanità.

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        • Principio di precauzione (secondo LEGISLAZIONE EUROPEA).

          Dato l’interesse prestato dai legislatori, sembra trattarsi di cosa seria.

          Il principio di precauzione permette di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell’ambiente. Infatti, nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, il ricorso a questo principio consente, ad esempio, di impedire la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi ovvero di ritirare tali prodotti dal mercato.
          ATTO
          Comunicazione della Commissione, del 2 febbraio 2000, sul ricorso al principio di precauzione [COM(2000) 1 def. – Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].
          SINTESI
          Il principio di precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE). Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Tuttavia, nella pratica, il campo di applicazione del principio è molto più vasto e si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale.
          Pertanto, la presente comunicazione stabilisce una serie di orientamenti comuni relativi all’applicazione del principio di precauzione.
          La definizione deve anche avere un impatto positivo a livello internazionale, al fine di garantire un livello appropriato di protezione dell’ambiente e della salute nei negoziati internazionali. Infatti, tale principio è stato riconosciuto da varie convenzioni internazionali e figura in special modo nell’Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) concluso nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
          Il ricorso al principio di precauzione

          Secondo la Commissione, il principio di precauzione può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza.
          Il ricorso al principio si iscrive pertanto nel quadro generale dell’analisi del rischio (che comprende, oltre la valutazione del rischio, la gestione e la comunicazione del rischio) e più particolarmente nel quadro dellagestione del rischio che corrisponde alla fase di presa di decisione.
          La Commissione sottolinea che il principio di precauzione può essere invocato solo nell’ipotesi di un rischio potenziale, e che non può in nessun caso giustificare una presa di decisione arbitraria.
          Il ricorso al principio di precauzione è pertanto giustificato solo quando riunisce tre condizioni, ossia:

          – l’identificazione degli effetti potenzialmente negativi;
          – la valutazione dei dati scientifici disponibili;
          – l’ampiezza dell’incertezza scientifica.

          Le misure di precauzione

          Le autorità incaricate della gestione del rischio possono decidere di agire o di non agire, in funzione del livello di rischio. Se il rischio è alto, si possono adottare varie categorie di misure. Si può trattare di atti giuridici proporzionati, del finanziamento di programmi di ricerca, di misure d’informazione al pubblico, ecc.

          Orientamenti comuni

          Tre principi specifici devono sottendere il ricorso al principio di precauzione:
          – una valutazione scientifica la più completa possibile e la determinazione, nella misura del possibile, del grado d’incertezza scientifica;
          – una valutazione del rischio e delle conseguenze potenziali dell’assenza di azione;
          – la partecipazione di tutte le parti interessate allo studio delle misure di precauzione, non appena i risultati dalla valutazione scientifica e/o della valutazione del rischio sono disponibili.

          Inoltre, i principi generali della gestione dei rischi restano applicabili allorché il principio di precauzione viene invocato. Si tratta dei cinque seguenti principi:
          – la proporzionalità tra le misure prese e il livello di protezione ricercato;
          – la non discriminazione nell’applicazione delle misure;
          – la coerenza delle misure con quelle già prese in situazioni analoghe o che fanno uso di approcci analoghi;
          – l’esame dei vantaggi e degli oneri risultanti dall’azione o dall’assenza di azione;
          – il riesame delle misure alla luce dell’evoluzione scientifica.

          L’onere della prova

          Nella maggior parte dei casi, i consumatori europei e le associazioni che li rappresentano devono dimostrare il pericolo associato a un processo o a un prodotto messo sul mercato, eccezione fatta per i MEDICINALI, i PESTICIDI o gli ADDITIVI alimentari, per i quali, nel caso di un’azione presa a titolo del principio di precauzione, si può pretendere che sia il produttore, il fabbricante o l’importatore a dimostrare l’assenza di pericolo.
          Questa possibilità deve essere esaminata caso per caso; non può essere estesa a livello generale all’insieme dei prodotti e dei processi messi sul mercato.

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        • Scusa, ma faccio un po’ fatica a vedere un qualsiasi nesso tra una morte per polmonite – che i medici hanno stabilito essere stata causata da un vaccino a cui evidentemente la bambina era allergica – e l’accusa che “i vaccini” (così, tutti in generale) causerebbero l’autismo. La seconda parte è tutto in discorso generale – e anche abbastanza generico e fumoso, direi – che non mi sembra riguardare neanche di striscio la questione vaccini-autismo. E l’ultima parte, che se io mi invento che una cosa farebbe male tocca al produttore dimostrare che è innocua, mi pare delirio allo stato puro: questo significa, alla lettera, che qualunque pazzo, qualunque mitomane, qualunque imbecille in vena di scherzi da prete ha la possibilità di bloccare il mercato, magari impedendo alla gente di curarsi con un farmaco assolutamente innocuo ed efficace.

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        • Beh, abbiamo appurato che sai fare copia – incolla. Specifico unicamente che quando viene richiesta qualche solida prova alle proprie argomentazioni, si intende in genere qualche studio validato o ricerca del settore che abbia passato un minimo di revisione. I frullati e i minestroni son buoni per chi sta a dieta ma servono a poco quando si deve argomentare

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  2. Rimanendo in argomento “sciroccati”

    La cosa “strana” è che anche persone che nella vita quotidiana sembrano intelligenti, capaci di svolgere anche lavori che richiedono buone capacità cognitive, finiscono per credere a queste cose…ci sarebbe da approfondire i meccanismi psicologici che portano a credere a queste stronzate!

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    • Sissì, l’ho vista! E tu ti chiedi: ma se il programma è di avvelenarci senza che ce ne accorgiamo, non potevano fabbricare qualcosa di un po’ meno appariscente di quelle gigantesche strisce in cielo che le vede anche un cieco? (Come sempre: urge colletta per regalare un po’ di preservativi a quella povera mamma degli imbecilli, da farle tirare un po’ il fiato)

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      • Si, ma come te lo spieghi che anche persone che magari in alcuni contesti non sembrano nemmeno tanto imbecilli, poi in altre occasioni spengono totalmente il cervello? probabilmente entrano in gioco anche vari meccanismi psicologici, come il bisogno identitario di sentirsi parte di un gruppo, il desiderio di distrazione dai propri problemi di lottare contro un nemico immaginario per sfogare le frustrazioni o per dare una spiegazione ai propri problemi(se sono disoccupato, colpa del complotto), il bisogno di trovare spiegazioni semplicistiche a problemi complessi come quelli ambientali o quelli relativi a malattie di cui ancora non si conoscono bene le cause, come l’autismo, le patologie neurodegenerative o alcuni tipi di tumore

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        • Sono dei fancazzisti! Hanno tempo da perdere! Sfilano bardati come cavalli pronti per andare in battaglia… anche un po’ malati di protagonismo e di esibizionismo. Amanti dei banchetti in piazza per la raccolta firme e distribuzione di volantini alla domenica mattina e nei giorni di mercato. Anche un po’ rompi balle, insomma…

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      • Comunque a voler “ragionare” in maniera complottista, verrebbe quasi da pensare che sta bufala delle scie chimiche sia stata messa in circolazione dalla lobby delle industrie siderurgiche e petrolchimiche, in modo tale che la gente invece di prendersela con industrie super inquinanti come l’ILVA di Taranto, se la prenda col nemico immaginario!

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        • Ho discusso con diverse persone questa storia delle “scie chimiche patogene”, ed ho chiesto loro:
          “E’ stata analizzata SCIENTIFICAMENTE, con metodologia riconosciuta universalmente, la composizione chimica delle scie?” (NON SO)
          “Quelli che le “lanciano” vivono sulla Terra come noi?” (SI’)
          “Indossano scafandri protettivi?” (NO)
          “Hanno elaborato potenti antidoti che li preservano?” (NO, NON SO).
          “Mai reclamizzati in tutti questi anni?” (NO).
          “Se la risposta è stata NO, cosa ci guadagnano?” (…….)
          Comunque:
          “Ricordate la storiella di quello che segava il ramo d’albero su cui era seduto?” (SI’…..MA….PERO’….E SE….).
          Tra parentesi le risposte prevalenti

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    • Mi ricordo.
      Comico pi che loro dicono ‘la stampa ci censura!!1!11 Nessuno dirà che c’è il nostro corteo !!1!11’ quando poi del loro corteo ne hanno parlato in tanti.

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    • Il complottismo può esser causato o dall’ignoranza, o dalla malafede, o semplicemente dal fatto che in giovane età hai avuto informazioni sbagliate o frammentarie circa la scienza e altre cose.
      Se non sono complottista probabilmente è perchè alle medie avevo conoscenze scientifiche da liceo, e mi ero studiata tutto per i fatti miei.
      L’altra cosa è perchè quando c’è qualcosa, tengo presenti le 5 W
      E nel caso del complottismo non è mai possibile rispondere a tutte le 5 W (al di la delle incoerenze tipiche delle balle)

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  3. Allunga la mano…” supermercato..” ma cosa prendi! Il biologico.
    Prendi quello è buono e costa molto meno fidati.
    Ogni tanto…qualcuno parla.Dice la sua, possono essere preparati nel
    settore alimentare..TV..Articoli..Sponsorizzati da tante persone molto
    conosciute dai media. Ed ecco…che la moda dell’ alimentazione biologica attecchisce.E su’ questa scia vengono elaborate una serie di
    supposizioni come garanzia di una alimentazione piu’ salutare…fino quasi fosse possibile che possa essere di garanzia nell’ aumentare le
    difese organiche verso alcune patologie.

    E’ meglio andare sul …classico, i buoni alimenti di sempre.
    Le mele..a buon prezzo perchè di varia taratura..sono buone ugualmente.
    Che importa se non hanno tutte l’ aspetto perfetto,tutte lucide.Fanno tanto Biancaneve.
    Con garanzie serie sui luoghi di produzione che devono rispondere
    ai varie norme stabilite dalla legge .

    ….Sembra che diversi paesi europei vogliono che i prodotti agricoli
    provenienti dagli insediamenti…colonici delle Cisgiordania vengano accompagnati da una scritta specificandone il luogo di origine.
    Il motivo…boicottaggio!? Sperato.
    Molti anni fà arrivavano i pompelmi con il bollino di provenienza.
    Venivano aquistati normalmente.
    Se sarà cosi. Non problem! Per me è solo una garanzia maggiore.
    Altro che biologici!!

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      • Quando lessi questa merdata di notizia ebbe l’ effetto di un misto di forte arrabbiatura,ripulsa verso questi sottoprodotti umani feccia travestita da democratici.. antisemiti.
        Le grandi democrazie! Molto lontane da questa definizione.E’ una vergogna!

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      • Mah, è vero, Barbara, che ci sono in giro tanti “sinceri democratici” attenti alle “parole d’ordine” del loro partito, ma, se un prodotto è buono e conveniente, col cavolo che lo boicottano!!!
        Salvo una minoranza di nati imbecilli (causa preservativo bucato…. Avvertire mammà…..).

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        • Come detto sopra, il problema non è essere o no disponibili ad acquistare da parte del consumatore: il problema è che i prodotti israeliani, se vince il boicottaggio, non li compri perché le catene alimentari non li mettono in circolazione. Il consumatore NON sceglie se boicottare o no, se comprare o no: il consumatore NON compra il prodotto israeliano perché, in quanto boicottato, non lo trova, non è messo in vendita, NON C’È.

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  4. Infatti non danno modo di scegliere , condizionano con le loro scelte
    anche chi non li ha eletti.
    Il principio di tutto questo è altamente scandaloso a cominciare dal punto
    di partenza.

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  5. È un’epidemia e non ce lo dicono, ma la gente lo devono sapere!!
    Quando non cierano i vaccini si viveva moooolto di più, qualcuno circa novecento anni. Lo dice la Bibbia: Genesi 5,21-27, non sono numeri questi cosa allora?

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