BEMIDBAR 3

Il monte Hiriya – Parco Sharon

Il Parco Ariel Sharon – della cui costruzione il lavoro sul monte Hiriya rappresenta il primo passo – a rigor di termini, non dovrebbe rientrare nel capitolo “deserto”, essendo praticamente alle porte di Tel Aviv,
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ma ci rientra in pieno in senso morale, dato che fino a pochi anni fa, prima di diventare quello che è, era una discarica: una montagna alta 60 metri su una superficie di 450.000 m² per un totale di 16 milioni di metri cubi, con un incremento quotidiano di 3000 tonnellate di rifiuti domestici. Con tutto ciò che una discarica, soprattutto di quelle dimensioni, porta con sé: tanfo insopportabile, pantegane, esalazioni di gas, incendi, esplosioni.
Hiriya 1
Hiriya 2
Solo nel 2001 è stato deciso di procedere alla bonifica, con una serie di opere tuttora in corso, e dallo scorso maggio l’area è stata aperta al pubblico, che ora può ammirare panorami come questi.
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Tutto ciò che è stato costruito nel parco, è stato fatto con materiali reperiti nella discarica;
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discarica che è tuttora in funzione, solo che oggi tutto il materiale che vi affluisce, viene riciclato.

Non manca il chiosco dei gelati, in stile far west.
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L’ultimo arrivato, completato una settimana prima del nostro arrivo, è il parcheggio per i disabili (lui è l’addetto alla nostra protezione, e al pronto soccorso),
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ma praticamente non passa giorno che non venga messo in cantiere o completato qualcosa di nuovo.
Poi, se vi capita un colpo di fortuna, può accadervi di vedere un’aquila volteggiare,
aquila
o un’eclissi parziale di Barbara.
eclissi
E adesso, visto che non avete niente da fare, andate a leggere anche questo.

barbara

Una risposta

  1. Grazie per le immagini che ci hai regalato, e soprattutto, per l’amore verso Israele che riesci a trasmettere ogni volta – con le tue parole.
    Per me, che sto aspettando il momento di poter visitare questa Nazione, le tue gocce di conoscenza, diventano fonte di gioia indescrivibile.

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      • Però io ve lo dico: foto fantastiche, ma la scarsità di esseri umani inquieta, specie quando gli unici in vista sono il turista e la guardia del corpo…ma una foto di gente in un caffè (al mercato, in biblioteca, per la strada, …) no? Anche solo di sfondo alla foto a qualche edificio: saranno mica tutti dentro ai rifugi?

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        • Facciamo invece che fate un piccolo riassunto pro randagi incolti e altre bestie simili, che ai transumanti di passaggio potrebbe cascare l’occhio e magari qualcuno la domanda se la pone: se quel posto non è stato costruito ieri ma qualche anno fa, le persone che non si vedono:
          1) si riparano da un caldo micidiale
          2) si riparano dai proiettili vaganti
          3) sono molto timide
          ?

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      • A parte che chiamarlo “deserto” adesso stride. Calzerebbe più “città fantasma”, per dire. Eppoi è vero, sono un gatto da stadio – e di passaggio: lo stadio lì dov’è? Lo avete evitato accuratamente onde (tentare di) scansare confronti coi desertici?

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        • Si tratta di un parco – non di un posto da popolare… E’ un luogo in cui passeggiare, riposare – e come tale non e’ pieno di gente; le persone sono al lavoro – a scuola – a fare la spesa – e i piu’ fortunati (cioe’ in vacanza) magari al ristorante. Come tutti i posti del genere, si popolera’ durante le vacanze, i week-end…. Comunque tranquilla, non siamo nei rifugi, stiamo svolgendo la nostra vita di attivita’ e lavoro!!!

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        • Grazie. Meno male che esistono persone che, prima di tirare ciabattate ai gatti, una spiegazione gliela danno. Dunque: giardini fotografati ad un’ora in cui gli inoccupati (in quell’ora) latitano. Si sarà trattato di un tentativo degli enti locali di evitare traumi da cipiglio ai Desertici…
          😀

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        • Tranquilla, io posso stare tranquillo, ma ci sono anche un paio di Cimpy “lei” – ho passato loro il messaggio.

          Mi hanno detto che, in caso di partita, si alleeranno col nemico. Adesso mi toccherà ucciderle.

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  2. O tu, gattaccio malefico! Siamo in ISRAELE. Siamo nel Paese dove il deserto FIORISCE. Ho fatto un viaggio con un’organizzazione che ha piantato DUECENTOQUARANTA MILIONI DI ALBERI dove prima era deserto e paludi e pietraie. Ho dedicato tre capitoli al DESERTO in cui non ho mostrato altro che prati e campi e alberi e fiori e frutti e vivai e coltivazioni e cespugli ed erba e… Poi: tu conosci parchi con strade e case e mercati e caffè e biblioteche e stadi e miliardi di persone che vi si aggirano indaffarate?
    (abbi pazienza, tesorodolce: su quasi tutto sono disponibile ad accettare scherzi e battute e provocazioni; su Israele no)
    A tutti gli altri: grazie per i vostri, pur vani, sforzi di far ragionare il gatto.

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    • Sei adorabile quando mi percuoti.

      E diciamo le cose come stanno: deserto trasformato in giardino. Attendonsi pensionati e fanciulli scopo devastazione panchine e aiuole, specie quelle col cartello “vietato calpestare”…
      Dài, non ti arrabbiare: scherzavo solo un poco – secondo me l’assenza di umani andava un minimo spiegata, per quanto la presenza del cipiglio da sola avrebbe potuto giustificare…

      Vado, che non sono qui a scherzare su Israele (sia chiaro!) ma solo sulle signore che hanno la bontà di sopportarmi. In quanto pippe.

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    • Hanno comprato a peso d’oro deserti e paludi e pietraie e li hanno trasformati in campi e orti e giardini e città piene di vita. Si sono visti dare, come se fosse un’elemosina, uno stato che era il 13% del territorio assegnatogli trent’anni prima con la Balfour e invece di frignare sulla terra rubata hanno alzato le chiappe e l’hanno trasformato in uno stato modello all’avanguardia in tutti i campi. Sono aggrediti da tutte le parti con dichiarati propositi di annientamento totale e invece di raderli al suolo (cosa che sarebbero perfettamente in grado di fare in 24 ore) gli mandano i volantini e gli sms e le telefonate per avvertire: attenzione che quell’edificio è un deposito di armi e fra poco lo bombardiamo.
      Spiacente: per battute e scherzi qui siamo a tolleranza zero.

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      • Mea culpa.
        Ma insomma, bello è bello, chi dice niente.
        In generale, di fronte ai miracoli contesto perché sono fatto così, ma qui non mi passava neanche per l’anticamera de cervello: qui di miracoloso c’è *solo* la buona volontà che ci hanno messo (e anche il lavoro).
        Chiedevo solo dove fossero tutti gli umani – non lo faccio più, Signora e Padrona dei Venusiani, giuro.
        E grazie per eventuali fegatini.



        Ora mi rende la palla? Senza bucarla, per favore…

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  3. Quel verde…non vi era in Israele! E’ in vita in luoghi piu’ che inospitali,sterili per il grande, immenso lavoro degli israeliani.
    Come quando la possibilità della vita è nulla,loro hanno fotto l’ immaginabile per molti, hanno dato Vita.
    Poi..come troppo spesso accade in certi loro progetti, anche in collaborazione con altri…Egitto e Giordania..gli occidentali ci mettono stupidamente lo zampino .tipo
    ..sul fare molto lontano dal senso costruttivo,democratico.
    Speriamo che la loro era arrivi alla fine.

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