IL CALDO

Quello proprio tosto. Quello che alle nove di mattina il termometro già arriva quasi a quaranta (e tra una cosa e l’altra, all’una passata sei ancora in giro sotto la canicola). Quello.
È arrivato, e da giorni e giorni è così. L’aria che infilo nei polmoni è rovente. I vestiti mi stanno incollati addosso, io che non sudo praticamente mai. La pelle bolle, se qualcuno ci rompesse sopra due uova, dopo pochi minuti potrebbe mangiarsele all’occhio. E il mio corpo, di tutto questo caldo, ne gode selvaggiamente (no signor Train, non è un pleonasmo: c’è la virgola). Il mio corpo fiorisce. Dopo trentotto anni di Alpi, dopo trentotto anni di freddo infinito e interminabile (certi anni a fine agosto di notte già si va sotto zero; certi anni a fine giugno si è molto vicini allo zero), dopo trentotto anni di sofferenza, finalmente il mio corpo può assaporare la voluttà del CALDO, sia sempre benedetto.
solleone
barbara

Una risposta

    • Ho un’intera collezione di bellissimi vestiti somali (quando sono rientrata ne ho spedito un baule pieno); i balambalis (=farfalla) e i dhirak (non esiste traduzione), entrambi lunghi e larghi, da far circolare l’aria. Magari quando supereremo i 50° li tiro fuori.

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        • Gattino mio, sappi che, nonostante l’ età non più green, il mio vitino di vespa mi consente di indossare una svariata tipologia di vestiti ( però quelli somali mi mancano, effettivamente…).

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        • Ho visto cose che voi umani…donne si saldi di fine stagione alzarsi alle 5 del mattino per conquistare una priorità alla pole position; signore attempate con carta di credito oro lottare come boxeur per camicette con sconti al 70%; ragazzine adolescenti, istruite dalle madri, scavalcare balaustre per superare la fila lungo le scale….

          Figurati se Carla (ma avrei dovuto scrivere di Clara o di Chiara, me ne scuso con l’interessata), non sarebbe disposta a praticare un rito satanico pur di ottenere quell’abitino che le manca e che a te cala tanto a pennello….

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        • Appunto: hai visto cose che noi umani normali non abbiamo mai visto neanche col binocolo. Quanto a Carla, essendo, nonostante “l’età non più green”, moooolto più giovane di me, non ha davvero bisogno di darsi da fare per rmettersi in competizione con me.

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  1. Con il caldo eccessivo respiro male…con il freddo si aggiunge anche il dolore.
    Colpa dell’ arteria coronaria di ds…che è fottuta.
    Per le mie ossa cerco di stare sotto il sole anche se cocente.

    L’ inverno…è inospitale, in estate ogni angolo può essere adatto per una sosta.

    Il mio coinquilino…gode per questo caldo’, se fosse ancora di piu’..sarebbe piu’ contento.’
    E insieme a questo la luce cosi intensa ” cosa che ha colpito tanti viaggiatori nordici importanti nel passato..” ..i colori della natura con il suo forte risveglio.
    Ricorda il grigiore, il freddo con brevi estate ” da piumone a luglio” di quando abitava nel
    nord della Francia.Mi dice che mi sembrava di vivere in una terra dimenticata da dio
    .

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  2. Eh no, il caldo no. Quello umido lo odio sopra ogni cosa. E il mio corpo, di tutto questo caldo, ne soffre terribilmente… Infatti adesso scappo in montagna. Così, almeno per oggi, il mio corpo godrà finalmente! Buona sudata a tutti.

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    • Qui, lo sai, Barbara, non posso proprio seguirti.. ma per cause naturali: sono con Carla, ma non è questione di opinione, in questo caso.
      Di abiti del tipo che dici ne ho sempre avuto e portato.. sono stata a lungo un’ex-non-sessantottina ( NON solo a causa del fatto che all’epoca avevo già due figli.. ) e la ribelle che è sempre stata in me resta, ridotta a un nocciolo sepolto a fondo che talora cerca di affiorare e mostrarsi.

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  3. Il punto è che voi caldofobi state male per uno, massimo due mesi all’anno e bene per dieci o undici, mentre io finora sono stata bene per un mese all’anno e malissimo per gli altri undici. Quindi, sinceramente, non credo che abbiate motivo di lamentarvi granché.

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    • Ma, cara autocrate, non è che io me ne lamenti: io cerco di sopravvivere, niente di più e niente di meno!
      Senza peraltro oziare del tutto, neanche col cervello.
      In concreto, mi muovo il meno possibile, trattenendo con tutte le forze i neuroni che vorrebbero abbandonare la nave..
      Mi fa piacere per te, comunque 😀

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      • No, non mi riferivo specificamente a te, ma a tutta quella banda di scassamarroni che appena la temperatura si alza di mezzo grado cominciano ad ammorbare l’intero universo coi loro lai che pare che li stiano cucinando in graticola, senza mai dimenticare di concludere con un patetico: “Ah, beata te che il caldo non lo soffri, sapessi come ti invidio”. A tutti gli appartenenti alla categoria, un sonoro vaffanculo da una che fino a quest’ultimo inverno ha speso – per un appartamento, non un palazzo un castello una villa – oltre tremila euro all’anno di riscaldamento. Continuando ad avere freddo.

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        • Ah, però tu ora vivi al mare, invece noi poveri mortali arrostiamo in città sotto una cappa di umidità irrespirabile! Bella differenza! Direi proprio:- Beata te!
          Vabbè, sarò anche una patetica scassamaroni… Adriana, che dici?

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        • Punto 1: ho vissuto fino a 25 anni nella seconda città più umida d’Europa, e ho vissuto per un anno all’equatore, con un’umidità di oltre il 100% (aria sovrassatura).
          Punto 2: voi continuate ad essere quelli che stanno bene 11 mesi e male 1; io continuo a essere quella che ha avuto a che fare con padroni di casa tirchi che mi tenevano la stanza a 12-13 gradi, che il primo anno ha insegnato in una scuola in costruzione la cui “sala insegnanti”, doverosamente fra virgolette, per quattro mesi non è mai stata sopra zero, e che in definitiva per trentotto anni è stata bene un mese e male undici. Io ho spalle robuste e reggo molte cose, ma quando mi sento dire ma quanto sei fortunata tu che non patisci il caldo, il rischio di sbarellamento è piuttosto forte.
          Punto 3: non sono molto sicura che ripetere ottomila miliardi di volte al giorno oddio che caldo oddio come sto male beata te che stai bene vi faccia diminuire temperatura e umidità.

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        • Si ribatte – ad esempio- così:
          Senza nulla voler togliere alla tua tempra da equatoriana, facciamo umilmente presente che:

          ho vissuto fino a 25 anni

          fino a 25 anni (ma anche fino a 35/40, nei casi più fortunati) siamo capaci tutti. E comunque, per verificare se i ricordi corrispondono all’attuale, non hai che da prendere un treno (rigorosamente interregionale, di quelli che l’aria condizionata non sapranno cosa sia nemmeno nel 2050) e dirigerti verso una grande metropoli – specie quelle lombarde, ma anche qualcuna del Lazio potrebbe andare bene. Poi non ti resta che passare la giornata nella metropoli scelta vagando tra strade assolate e parcheggi intasati – sono vietati i centri commerciali e i negozi dotati di climatizzazione; vivamente sconsigliate le scarpe di cenerentola, in quanto i tacchi a spillo nell’asfalto estivo affondano meglio che nelle sabbie mobili.

          Sia detto che io credo che invece te la caveresti benissimo, perché se è vero che il freddo ti morsicava persino spendendo cifre da capogiro per riscaldarti, delle due l’una: o ti hanno babbionato i caldaisti (ma avrebbero corso un rischio terribile, visto che spari bene) oppure qualcosa nel tuo sistema di termoregolazione funziona in modo che a te l’afa ti fa un baffo (e, per compenso, congeli persino in primavera). E comunque, visto che Carla stava gelosa? Dell’abito, intendo.

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        • Io ho passato i 35/40. Anche i 45/50. Anche i 55/60. La settimana scorsa sono stata a Padova, seconda città più umida d’Europa, e ci sono stata benissimo. Treni interregionali senza aria condizionata li prendo piuttosto spesso, e ci sto benissimo. In una grande metropoli lombarda ci vado spesso, e ci giro a piedi – non coi tacchi perché, come già detto, con quello che hanno passato le mie caviglie i tre centimetri di rialzo delle scarpe ortopediche sono il massimissimerrimo che mi posso concedere – e ci sto benissimo. E quando arrivo in albergo – come farò anche domani – la prima cosa che faccio è di spegnere l’aria condizionata.
          In realtà prima di andare lassù sulle montagne fra monti e valli d’or io non sentivo niente: per sapere se c’erano venti gradi sopra o venti gradi sotto dovevo guardare il termometro. Poi lì sono diventata allergica al freddo. Ecco.

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        • Ne ero abbastanza certo: è il feddo che ti tormenta – tipo quegli insopportabili 10 o 12 gradi sopra allo zero….È che non siamo tutti uguali: c’è chi persino a 35 (e con la “giusta” umidità) fatica a respirare.

          Per il nostro appuntamento segreto, dovremo trovare un punto d’equilibrio – tipo 30 gradi, umidità non oltre il 20%. Escluderei Bali.

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      • Ecco, zanzare meglio di no, visto che sono allergica all’anticoagulante che iniettano e ogni puntura mi provoca un bozzo grande come cento lire e alto almeno mezzo centimetro. Per l’umidità invece non vedo controindicazioni: se ti dà fastidio ti butti in acqua e problema risolto.
        E Zanzibar?

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        • Si..esiste anche ” l’ allergia al freddo”.Andando molto oltre alle piu’ o meno conosciute manifestazioni fisiche dovute a basse temperature.
          Fino…ad una risposta eccessiva al freddo dovuta al semplice gesto del prelevare una confezione di surgelati dal freezer. La mano diventa subito edematosa e fortemente arrossata. In inverno…G. mi dice che quando deve uscire da casa ultra ben coperta..solo gli occhi esposti..In.una semplice vacanza a Monaco in giugno..si
          è trovata in difficoltà per la temperatura…gradevole per il marito.

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        • Beh no, il congelatore lo frequento tranquillamente. Se è per quello affrontavo anche i -30° del paese in cui c’era la piscina, uscendo dai +30° dell’interno coi capelli bagnati, e senza aver mai fatto per questo uno starnuto o un colpo di tosse.

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        • “affrontavo anche i -30° del paese in cui c’era la piscina, uscendo dai +30° dell’interno coi capelli bagnati”

          Lo ammetto: non ce l’avrei fatta neanche a 20 anni.

          ps

          Via, Carla, non te la prendere – te lo si regala uno di quei vestiti, non serve che assumi quel colorito verde solo perché non ce l’hai

          😉

          (se ride, signora, sennò le presento le mie scuse e mi ritiro – anzi, mi ritiro comunque che s’è fatto tardi e finisce che dalla finestra mi tirate gli scarponi da montagna.

          Che poi al mattino, ancora mezzo addormentati, a cercarli nel prato…)

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