E PER LA GIOIA DEI MIEI AMICI

qualche foto della mia nuova casa.
Lo stipite della porta d’ingresso
casa 1
l’ingresso
casa 2
lo studio (e nella parte destra del secondo scaffale si intravvede anche il mio libretto universitario di medicina!)
casa 3
e ancora lo studio
casa 4
e sempre lo studio
casa 5
barbara

Una risposta

  1. Se dico “bella casa”, poi posso fare una battuta e metterci anche un’emoticon?

    Cià, mi rispondo da solo: “meglio di no”.

    Bella casa, comunque.

    (Ah, sei medico? Tengo un dolorino intercostale….)

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    • No, non sono medico: mi sono iscritta dopo la laurea in lettere, ed essendo lontanissima dalla sede e lavorando, ad un certo punto non ce l’ho più fatta a proseguire. E’ stato mentre stavo preparando l’esame di biochimica (o microbiologia, non ricordo) che mi sono ammalata e ho dovuto interrompere per un certo tempo; poi sono sopravvenute altre cose e poi altre ancora e non sono più riuscita a riprendere il ritmo, e alla fine ho definitivamente rinunciato. Per il dolore intercostale comunque stai tranquillo: io è da quarant’anni che ce l’ho: non è una roba che si muore. Certo, quando ti accasci e ti rotoli per terra tutto contorto per il dolore, incapace perfino di respirare, non è una cosa tanto simpatica, ma prima o poi passa. E invecchiando migliora, oltretutto.
      Per la battuta dipende.

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  2. Barbara, bellissima la tua mezuzah. Ho fatto conoscenza di questo oggetto durante il mio ultimo viaggio in Israele, ovviamente la mezuzah che c’era nella casa che mi ha ospitato era decisamente di fattura più semplice, se non vado errato vi era stampata la lettera שׁ sin. Le foto della tua abitazione non sono altro che un eco di te stessa. La tua casa riflette le sensazioni e le emozioni che cerchi di trasmettere attraverso quello che scrivi, difatti kinmae ha avuto l’intuizione che tu possa amare Israele e Vittoria lo ha confermato.

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    • Nella parte alta ci sono o la shin, lettera iniziale della preghiera “Shema Israel” o un magen David. Questa qui, anche se non si vede, sia perché è molto piccola, sia perché la foto è venuta sfocata, ha la shin, così come quelle della mia camera e dello studio, mentre quella della sala ha il magen David.
      Quella di Kinmae, aka Zemzem, aka regina Kahina (che quando parla delle tue parti dice “lassù nel profondo nord”), che mi conosce dal tempo delle guerre puniche, era una battuta.

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  3. Così se per esempio hai bisogno di qualche aiuto per qualcosa di comune (come per esempio la sostituzione del frigo), quelli che entrano in casa tua avranno subito le idee chiare, prima di fare discorsi imbarazzanti (tipo la tipa complottista delle scarpe di alcuni post fa)

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    • Dove stavo prima, la bandiera israeliana grande grande stava in corridoio, dove poteva essere vista appena entrati. Ho sempre detto che qualcuno prima o poi ci avrebbe fatto un infarto, e che lo avrei considerato come il mio personale contributo alla causa.

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  4. Che bella, la bandiera israeliana! Io sono italiana e di formazione cattolica (attualmente, non credente): ma è un simbolo che mi parla di civiltà e di resilienza. Ogni volta che lo vedo, mi rallegro: ho l’impressione che rappresenti anche me, come fiera occidentale, liberale, antifascista e sostenitrice del mondo ebraico.
    Tornata a casa dopo una giornata passata tra gente simpatica e civile, ho fatto l’errore di cliccare su una testata di poco valore ma (purtroppo!) molto letta, nei cui commentari dominati dal complottismo filoislamico cerco di portare un briciolo di informazione, insieme ad un manipolo di volontari sparsi: rimediando perlopiù attacchi, insulti e ingiunzioni a tacere o a sparire. (Avete notato quanto adorano, i pallestini, impartire questo genere di ordini, specialmente se sono uomini e hanno a che fare con una donna?)
    Di norma butto giù una risposta dal tono garbatamente sprezzante, nella quale smonto la cretinata di turno, che sia l’emanazione di un blog pallestino o, per i bugiardi più sofisticati, del riassunto di una delle tesi che hanno regalato la notorietà mediatica al Benny Morris di turno: ripetendomi che l’utenza è comunque ampia e variegata, che comprende un bel po’ di lettori e commentatori magari male informati, ma intelligenti, con i quali ho già avuto discussioni sensate. E che se uno solo di loro leggerà quelle righe, non sarà stata fatica sprecata. Ma stasera non sono riuscita a scrivere una riga, a fronte dell’ennesimo saggio di insinuante idiozia che mi sono ritrovata nelle notifiche: la replica di uno che mi sta alle calcagna perché è convinto (ma sul serio, non è un troll!) che io sia pagata dal Mossad per affermare che Israele è un paese democratico (CHEEEE?!!!??). Il ricordo di questo Ferragosto bellissimo, anche se nuvoloso, era troppo vivo: e allora ho preferito scrivere a voi. Ascoltando l’Hava Nagila…

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