MALALA DI NUOVO IN PERICOLO

Dopo essere miracolosamente sopravvissuta all’attentato di tre anni fa, quando i talebani tentarono di fermarla sparandole in faccia
Malala 1
(e quando parla ci si rende pienamente conto di quanto la sua faccia sia rimasta deformata), Malala ritorna nel mirino dei nemici della vita e del genere umano. Per ora la sua vita viene protetta tenendola sotto scorta 24 ore su 24, ma resto convinta che l’unica vera protezione, per lei e per tutti noi, dovrebbe consistere nel decidersi a combattere come si deve la guerra che i nemici dell’umanità stanno combattendo contro l’umanità, esattamente come si è combattuta la guerra contro il nazismo, che ha messo letteralmente in ginocchio la Germania, permettendo così la nascita di una nuova, fiorente democrazia.
Nel frattempo: FORZA MALALA!
Malala 2
barbara

Una risposta

  1. L’ha ribloggato su Oscare ha commentato:
    “[…] resto convinta che l’unica vera protezione, per lei e per tutti noi, dovrebbe consistere nel decidersi a combattere come si deve la guerra che i nemici dell’umanità stanno combattendo contro l’umanità, esattamente come si è combattuta la guerra contro il nazismo […]”.

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  2. Questa ultima foto è un ponte tra passato e presente, tra presente e futuro… E Malala non ha paura di attraversarlo. Finchè ci saranno donne e uomini come lei ci sarà speranza.

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  3. Mancano totalmente le parole d’ordine attivatrici dell’interesse dei media (che, ricordiamolo, sono in mano alla lobby ebraica): prigione a cielo aperto, genocidio, occupazione illegale, apartheid, diritti umani, eccetera; e poi ‘sta Malala è forse palestinese? No? E allora: andiamo a ballare in Puglia, Puglia, Puglia…

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  4. Mi dispiace per lei, prima o poi, si sapeva che i fetenti sarebbero tornati alla carica.
    Aborro ogni genere di terrorismo e Malala è davvero coraggiosa a combattere l’islam radicale nella sua nazione.
    Spero che non le succeda niente di irreparabile perché questa ragazza merita di essere lasciata in pace.
    Mi aveva leggermente delusa – ma solo un tantino – dopo che aveva vinto il Nobel.
    Disse che avrebbe devoluto una parte dei soldi ai bambini di Gaza attraverso la UNRWA per i rifugiati palestinesi. Ineccepibile. Sembra.
    Credo che avrebbe dovuto informarsi prima, che i suoi soldi -finendo nei fondi della UNRWA di Gaza-, sarebbero a loro volta finiti nelle mani dell’islam radicale che lei stessa combatte e che, ancora una volta, pur se vestito con un’altra divisa, minaccia di volerla togliere di mezzo.
    Dico solo che forse nel 2014 era un po’ confusa e adesso avrà avuto sentore che i nemici si combattono su tutti i fronti, anche NON foraggiandoli.
    Certo che tifo per lei. E’ l’unica cosa che posso fare e mi sembra il minimo.

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    • Ma quale dissonanza cognitiva può portare la stessa persona a sfoggiare il diario di Anna Frank, mentre foraggia Hamas, attraverso l’UNRWA?
      Chissà cosa le hanno raccontato, su Israele…

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        • Alla sua età, ovviamente, sapevo meno di ora; però, ricordo bene che ero filoisraeliana. Sono cresciuta in un ambiente intriso di valori liberali; mio padre perdeva la pazienza, tutte le volte che vedeva in tv manifestanti con la kefiah (“terroristi!”), mia madre non ha mai dimenticato un’insegnante ebrea di prim’ordine, duramente colpita dal Fascismo. E ha sempre associato il mondo ebraico alla Resistenza e alla democrazia.
          Un imprinting diverso da quello che deve aver ricevuto Malala, certo…

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  5. Propio cosi. Nel sio paese ha toccato con mano. Un pò di mezzi e persone vicino a lei
    pulite..con pensieri chiari e reali .e con il tempo avrà delle idee chiare.
    E anche tanti appoggi, per sostenerla , la sua battaglia è dura e difficile.
    I tanti faziosi dovrebbero dirottare altrove i loro sostegni!

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  6. Penso che in pericolo lo sia sempre stata dopo l’attacco talebano. Non è ‘di nuovo’.
    In quanto a falligaza, in Inghilterra e in Pakistan le notizie sono purtroppo di parte. Si dev’essere filoistraeliani per principio (o, paradossalmente, fortemente antisemiti) per potersi mettere a trovare le notizie buone.
    Io lo sono da quando avevo 8 anni, e nessuno mi ha detto di essere filoisraeliana. Naturalmente le idee chiare e di cosa fosse davvero Israele lo so da una decina d’anni, prima più che filoistraeliana mi dichiaravo ‘dalla parte degli ebrei’. Sapevo che gli ebrei erano alla ricerca di una terra promessa. Ma tra Israele e Palestina facevo confusione. Non sapevo che uno stato ebraico, effettivamente esisteva già, e ricordo che avevo più presente, nell’insieme il medioriente (il cui primo paese che mi veniva in mente era l’Aarabia Saudita e le donne col niqab), la cui cultura mi faceva paura. INfatti allora, nella mia ignoranza, non capivo perchè gli ebrei volevano andare proprio in quelle terre per fuggire alle persecuzioni.
    L’ho capito col capire cosa fosse Israele.

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