ISRAELE NOVE (1)

Stavolta parto dalle disgrazie

così almeno ce ne liberiamo e non se ne parla più.
Fin dal primo giorno ho cominciato a coprirmi di lividi, grandi e dolenti, alle braccia e alle gambe, senza riuscire a immaginare da che cosa fossero stati causati.
Il secondo giorno mi sono svegliata con un crampo a un polpaccio, che mi rendeva quasi impossibile affrontare salite, discese, gradini, sentieri con sassi, costringendo il nostro povero capogruppo a farmi praticamente da badante ogni volta che si presentava un percorso di questo genere – ossia quasi ogni volta che ci si muoveva (foto di Carla)
crampo
Poi il penultimo giorno, quando ormai l’uso intensivo delle gambe era terminato, misteriosamente come era comparso, il crampo è scomparso.
Un po’ perché ho le caviglie fragilissime per via di tutti gli incidenti che hanno subito, un po’ perché a causa del crampo camminavo male, ho anche preso una storta a una caviglia, che però, per fortuna, non si è gonfiata eccessivamente, e ha fatto male solo per pochi giorni.
In acqua sono inciampata su una grossa pietra – riempiendomi tra l’altro la gamba di escoriazioni, ecchimosi ed ematomi -, sono finita con la testa sott’acqua, ho perso gli occhiali che, in quell’acqua piuttosto torbida, erano impossibili da vedere. Per fortuna c’era il mio solito badante a portata di voce, che si è precipitato e raspando il fondo con i piedi è riuscito a ritrovarmeli. E qui più o meno finiscono le disgrazie mie.
Una compagna di viaggio due giorni prima della partenza è stata colpita da una paresi. Ciononostante ha deciso di partire ugualmente, con mezza faccia morta e l’altra mezza sbilenca, imbottita di cortisone, ed è riuscita a reggere bene per tutto il viaggio.
Un’altra compagna di viaggio, a causa di un disturbo a un occhio, si è persa in cima a una montagna. Per fortuna aveva anche perso la nozione del tempo, sicché non è stata presa dal panico; anzi, non si è neppure accorta di essere rimasta sola, sicché la guida e il capogruppo che erano tornati indietro a cercarla quando, arrivati all’autobus, ci si è accorti che mancava, l’hanno trovata che passeggiava tranquillamente.
In compenso abbiamo beccato solo l’inizio della tempesta di sabbia che in questo momento sta semiparalizzando Israele, godendo, senza effetti collaterali, della visione di paesaggi suggestivi come questo (foto di Carla)
sabbia (c)
barbara

AGGIORNAMENTO sulla tempesta di sabbia.