CONOSCETE LILLI GRUBER?

I più giovani magari mica tanto, o per lo meno non in tutte le sue sfaccettature. È per questo, per riempire questa lacuna, che sono andata a ripescare nei miei archivi alcuni miei pezzi scritti per Informazione Corretta fra la primavera e l’estate del 2002, all’epoca dell’operazione Scudo di difesa, messo in atto per fermare la micidiale ondata di attentati che aveva provocato qualche centinaio di morti e un numero infinito di feriti, alcuni gravissimi e destinati a restare mutilati o comunque invalidi permanenti.

UNO STATO PALESTINESE PER SALVARE LA DEMOCRAZIA IN ISRAELE
di Lilli Gruber, 13/04/2002

Il nuovo attacco antiisraeliano di Lilli Gruber (dai toni – dobbiamo riconoscerlo – un po’ meno astiosi di quelli a cui ci aveva da lungo tempo abituati) ricorre a una tecnica divenuta ormai classica: si prendono alcune dichiarazioni – spesso estrapolate dal contesto – di un israeliano “dissidente” e si riportano come se fosse vangelo, come se le sue proposte fossero “la” soluzione. In questo caso si tratta di Ami Ayalon. Con una citazione non virgolettata Lilli Gruber fa notare che
l’uso della forza non attenuerà la rabbia palestinese, e che nemmeno l’uccisione di Arafat li farà desistere dal loro obiettivo: creare uno stato sovrano, in grado di sopravvivere dal punto di vista politico ed economico.
E noi non possiamo non chiederci: se l’obiettivo è la creazione di uno stato sovrano, perché da 54 anni non solo lo stanno rifiutando, ma stanno anche lottando con tutte le proprie forze per impedirgli di nascere? Non sorge in Lilli Gruber il sospetto che l’obiettivo possa essere un altro? E ancora:
“Tsahal è più forte che mai, i nostri servizi segreti sono eccellenti, allora perché il problema non è ancora risolto?”
A noi la risposta sembra molto semplice: perché Tsahal finora ha usato sì e no un centesimo della sua forza. Prosegue sostenendo che c’è un unico modo possibile
per fermare la violenza: smantellare le colonie ebraiche di Gaza e Cisgiordania e ristabilire la continuità territoriale dei due lembi di terra.
Forse la signora Gruber ha già dimenticato, a meno di due anni di distanza, che questo è esattamente quanto era stato proposto a Camp David, ed è stato rifiutato. Dimentica che quando Barak è arrivato ad offrire tutto e non gli è rimasto più niente da negoziare, Arafat ha scatenato la guerra. Dimentica che vari sondaggi hanno rilevato che la maggioranza dei palestinesi è decisa a continuare la guerra contro Israele anche in caso di completo ritiro dai territori. E conclude:
è ormai chiaro che solo l’istituzione di uno Stato palestinese preserverà il carattere ebraico e democratico di Israele.
Peccato che lo stato Palestinese come lo intendono i palestinesi si estenda dal Giordano al mare e non preveda affatto la presenza dello stato di Israele, democratico o no. Siamo sicuri che sia ragionevole chiedere a Israele di accettare questo?

BUSH E SHARON: LA FORZA VINCE SUL CAMPO
di Lilli Gruber, 18/05/2002

Ancora una volta Lilli Gruber, in questo suo sconclusionatissimo articolo pubblicato su Io donna del 18 maggio, si dedica al suo sport preferito: il tiro al bersaglio su Israele.
La conclusione più importante che ha tratto l’America – dopo un mese di violenze nei territori palestinesi – è che nel mondo “squilibrato” in cui domina, d’ora in poi nulla e nessuno si potrà opporre alla sua forza e a quella dei suoi alleati.
Viene da chiedersi da dove la signora Gruber abbia tratto la conclusione che l’America abbia tratto questa conclusione, dal momento che l’America non ha ancora mosso un dito, in nessun campo. Viene da chiedersi quale sia questo mondo squilibrato in cui dominerebbe l’America. E già che ci siamo, decidiamo di esagerare, e ci chiediamo anche come mai si occupi così appassionatamente del mese di violenze israeliane nei territori palestinesi e non si sia mai occupata dei cinquantaquattro anni di violenze palestinesi in territorio israeliano.
Ne era convinto anche il vicepresidente Cheney, appena rientrato dai paesi arabi, alla vigilia delle operazioni israeliane.
Gliel’ha detto lui? A noi non ha detto niente!
La “lezione israeliana” sarà perciò centrale nella decisione di attaccare l’Iraq.
No, un momento: se la decisione è stata presa ALLA VIGILIA delle operazioni israeliane, come fa ad essere una conseguenza della lezione israeliana?
L’Autorità palestinese è stata distrutta, politicamente e fisicamente
dunque, dato che sono state distrutte le strutture del terrorismo e sono stati eliminati o imprigionati i terroristi, la signora Gruber ammette che l’essenza dell’autorità palestinese è il terrorismo
Arafat è solo e umiliato.
Proprio lui che è tanto buono: che sofferenza!
I villaggi autonomi sono stati assediati, bombardati
bombardati no: in questo caso non ci sarebbero state decine di morti israeliani!
devastati
soprattutto dalle mine palestinesi (clic 1, clic 2)
Molti civili sono arrestati, interrogati, detenuti.
E perché non glielo va a dire lei che sono tutti innocenti e innocui come agnellini!
Gli impegni
quali?
e la legalità internazionale sono stati ancora una volta ignorati dal governo Sharon.
Non potrebbe essere un po’ più precisa e fare qualche esempio concreto, invece di lanciare sempre e solo discorsi vaghi?
Così come le risoluzioni dell’Onu.
Anche gli arabi. Tutti. Sempre. Come mai non se ne ricorda?
Seguono aspre rampogne ai paesi arabi che non si muovono mentre “la Palestina è in pericolo” e agli europei che invocano sanzioni contro Israele ma senza poi metterle in atto.
Mai però lo scetticismo è stato così forte rispetto alla validità nel lungo periodo del metodo antiterrorismo di Sharon.
Scetticismo? Dopo un mese quasi senza attentati? Ma dove vive la signora Gruber? Quanto al metodo antiterrorismo di Sharon, certo, sappiamo benissimo che la signora apprezza molto di più il metodo pro-terrorismo del suo carissimo amico Arafat …
Chiunque conosca la storia di queste terre ricorda l’invasione del Libano nell’82, conclusasi con una sonora sconfitta per Israele.
Noi conosciamo la storia di queste terre, ricordiamo l’invasione del Libano, e sappiamo che i risultati non sono stati quelli sperati perché Israele, i cui metodi non assomigliano a quelli dei suoi avversari, ha evitato di bombardare il centro di Beirut per non provocare troppe vittime civili e perché Israele, arrendendosi agli appelli internazionali, non è andato fino in fondo nella sua lotta al terrorismo e non ha eliminato il terrorista Arafat. Successi molto maggiori li ha invece ottenuti la Siria che, anziché il 5% del Libano, come Israele, ne ha occupato il 95% e non se n’è più andata.
E chi analizza le motivazioni dei terroristi sa che disperazione e desiderio di vendetta sono importanti.
E chi analizza le motivazioni dei terroristi sa che indottrinamento, lavaggio del cervello a partire dalla prima infanzia, libri di testo e programmi televisivi, in atto fin dal momento della nascita dell’ANP, sono molto più importanti. E una domanda: quale motivo di disperazione e di desiderio di vendetta avevano i palestinesi che, nel momento in cui è iniziata questa bestiale ondata di terrorismo, erano in procinto di ottenere lo stato, Gerusalemme est come capitale e lo smantellamento degli insediamenti, vale a dire una Palestina judenrein come la vogliono loro – e come, a quanto pare, la vuole anche Lilli Gruber?
La vicenda israeliana ha comunque confortato Bush nella sua convinzione che i paesi arabi – a prescindere dalle loro dichiarazioni pubbliche di ostilità -, gli europei – a prescindere dalla loro ostentata opposizione – e i russi – a prescindere dai loro ammonimenti – non hanno i mezzi per impedire agli Stati Uniti un attacco contro Saddam Hussein.
E allora perché non l’hanno ancora fatto – a prescindere dai vaneggiamenti della signora Gruber?

Caro Musharraf, rifletta sull’sperienza di Arafat
di Lilli Gruber, 24/08/2002

In questo straordinario pezzo Lilli Gruber riesce a dare prova, in una volta sola, di tutte le sue doti: fantasia sfrenata, sovrana indifferenza nei confronti della realtà, eroico sprezzo del senso del ridicolo.

Lettera immaginaria di Arafat a Musharraf, due leader che si confrontano con la politica Usa.

E già nel preambolo abbiamo due cantonate in una frase sola: primo, non sono loro due a confrontarsi con la politica Usa, bensì la politica Usa a doversi confrontare con loro due; secondo, Arafat non è un leader bensì un capo terrorista.
Caro presidente Musharraf, seguo le peripezie che sta attraversando il suo Pakistan e mi permetto di scriverle per evitarle qualche guaio con i nostri amici americani. Anch’io, sino a non molto tempo fa, ero uno dei loro atout più seri per fare la pace in Medio Oriente. Sono stato ricevuto alla Casa Bianca, quando arrivavo nella capitale federale ero ospite dei talk show e nella mia suite di un grande albergo entrava e usciva la gente che contava. Ma, come si sa, i presidenti cambiano,
a differenza di Arafat che, con grande coerenza, è rimasto sempre lo stesso terrorista
non come da voi
certo: quando mai nei Paesi arabi si sta a perdere tempo in quella pagliacciata che sono le elezioni? Lì prendi la guida del Paese e te la tieni finché crepi o finché ti ammazzano!
Avrà seguito su Cnn quanto mi è successo ultimamente: gli israeliani mi hanno chiesto di fare tutto ciò che potevo per fermare i terroristi, ma nello stesso tempo hanno distrutto il mio ufficio, tagliato le linee telefoniche, mi impediscono di uscire da casa mia.
Non esattamente. PRIMA è stato chiesto di fermare il terrorismo (e a Oslo Arafat si era impegnato a farlo); POI Arafat ha passato sette anni a fabbricare l’odio, a costruire il terrorismo e a preparare la guerra; DOPO è esplosa la guerra, e ALLA FINE, dopo un anno e mezzo di guerra spietata, Israele è intervenuto con le misure sopra elencate.
Come se non bastasse, il presidente Bush, dopo avermi chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di Israele, decide che non sono più buono a nulla e che devo essere sostituito.
Non dopo avergli chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di Israele, ma dopo aver constatato che sta facendo di tutto per conseguire la distruzione di Israele: anche se alla signora Gruber può non sembrare, è un dettaglio non del tutto insignificante.
È un po’ umiliante per chi ha fatto di tutto per accontentarli.
Se non stessimo parlando di una tragedia che sta portando alla distruzione di due popoli, potremmo premiare questa battuta come la miglior barzelletta del millennio.
Perciò le chiedo di stare attento. Gli americani le hanno chiesto una forte collaborazione nella guerra al terrorismo, tanto che i suoi concittadini l’hanno ribattezzata “Busharraf”. E le chiedono di più: bloccare gli estremisti che combattono nel Kashmir, chiudere le scuole islamiche, fermare i “barbuti” che hanno trovato rifugio nel suo Paese dopo l’attacco Usa contro l’Afghanistan.
Forse sarebbe il caso di precisare che quei “barbuti” non sono dei pittoreschi clochard, bensì gli appartenenti alla più feroce e micidiale organizzazione terroristica che mai il mondo abbia conosciuto. Temiamo che se questi “barbuti” continueranno a trovare rifugio, fra qualche tempo la signora Gruber potrebbe dover rinunciare ad esibire la sua famosa chioma rossa, e anche a firmare articoli sui giornali. Forse anche ad abitare su questo pianeta.
Intanto le organizzazioni per i diritti dell’uomo e il Congresso Usa si inquietano per il suo desiderio – legittimo peraltro per un generale – di avere un governo e deputati devoti.
Questo non è troppo chiaro: che cosa c’entrano le aspirazioni di un generale con la composizione del governo?
Tra poco le chiederanno di essere un dittatore contestualmente paladino della democrazia, e prevedo non sarà lontano il momento in cui cercheranno di farla fuori, perché non è riuscito nell’ardua impresa. Mi creda!
In psicanalisi si chiama “transfer”: la signora Gruber si è talmente immedesimata nella cultura arafattiana, da attribuire agli americani abitudini prettamente arabe.
Un’ultima cosa: ho saputo che gli israeliani venderanno sofisticati missili agli indiani. E che Casa Bianca e Pentagono non hanno nulla da ridire.
Un’ultima cosa: abbiamo saputo che vari Paesi islamici hanno venduto ad Arafat centinaia di tonnellate di armi pesanti. E che il resto del mondo, Lilli Gruber compresa, non ha avuto nulla da ridire.
Come vede, abbiamo entrambi gli stessi vicini di casa difficili.
Ma che disdetta, per uno che ha sempre dimostrato di essere un vicino di casa così pacifico, docile e malleabile come Arafat!
Cordiali saluti, Yasser Arafat.

Ancora una cosa vorremmo aggiungere: nonostante la scarsa stima che sempre abbiamo nutrito nei confronti di Arafat, siamo tuttavia convinti che una cosa tanto stupida non potrebbe mai arrivare a scriverla.

E questa è la signora Gruber, in carte e ossa – pardon, in botulino e silicone.
lilligruber
barbara

Una risposta

  1. Se gi dai la palestina, quelli fanno un esercito anche di volontari (tipo i foreign fighters dell’isis), e la notte stessa attaccano Israele.

    Già lo fanno senza palestina

    "Mi piace"

  2. Questa qui, ha solamente allungato la lista dei tanti personaggi indecenti (per usare un blando eufemismo) che affollano le zombie-tv, gli zombie-giornali, riviste, e gli zombie-governi vari.
    Che pena.

    "Mi piace"

    • Beh, in qualità di sparacazzate, più che allungalista lei è una capolista. A suo tempo ho postato un video di un suo confronto con Brunetta, tutto a suon di “ma lei davvero crede di poter far passare una legge del genere?” “Guardi che la legge c’è già da due anni” “Ma lei veramente si immagina di poter fare una cosa del genere?” “Veramente l’ho già fatta” e tutto così o peggio. Ignoranza più stupidità più ideologia più incommensurabile presunzione e arroganza.

      "Mi piace"

  3. Il Premio Nobel per la pace…ad Arafat ! …che pagliacciata indecente.Anche loro da tanto tempo fanno parte del carrozzone delle farse…infatti hanno proseguito con O.B
    Di quello che viene detto…sparlato in TV…se ponessero piu’ attenzione saprebbero che
    vi sono dei dati anche confermati dai soliti comportamenti palestinesi…dal capo..fino
    al cane, alle donne.

    "Mi piace"

Lascia un commento