(JNi.media) Quando hai la febbre, il naso è chiuso e il mal di testa ti si spande fino alle dita dei piedi, il tuo corpo ti sta dicendo di stare a casa a letto. La sensazione di malessere è un adattamento evolutivo secondo un’ipotesi avanzata dal Prof. Guy Shakhar del dipartimento di Immunologia dell’Istituto Weizmann e dalla Dr. Keren Shakhar del dipartimento di psicologia del College di gestione di studi accademici, in un recente documento pubblicato in PLoS Biology. Tendiamo a dare per scontato che l’infezione è ciò che provoca i sintomi della malattia, supponendo che l’invasione microbica incida direttamente sul nostro benessere. In realtà, molti dei sistemi del nostro corpo sono coinvolti nell’essere malato: il sistema immunitario e il sistema endocrino, come pure il nostro sistema nervoso. Inoltre, il comportamento che associamo con la malattia non è limitato agli esseri umani. Chi ha un animale domestico sa che gli animali agiscono in modo diverso quando sono malati. Un esempio estremo di “comportamento di malattia” si trova in insetti sociali come le api, che in genere quando sono malate abbandonano l’alveare per andare a morire altrove. In altre parole, tale comportamento sembra essersi conservato nel corso di millenni di evoluzione. I sintomi che accompagnano la malattia sembrano influenzare negativamente la possibilità di sopravvivenza e riproduzione. Allora perché questo fenomeno persiste? I sintomi, dicono gli scienziati, non sono un adattamento che funziona a livello individuale. Piuttosto, suggeriscono, l’evoluzione sta funzionando al livello del “gene egoistico”. Anche se l’organismo specifico non dovesse sopravvivere alla malattia, isolandosi dal suo ambiente sociale ridurrà il tasso complessivo di infezione nel gruppo. “Dal punto di vista dell’individuo, questo comportamento può sembrare esageratamente altruistico,” dice la dottoressa Keren Shakhar”, ma dal punto di vista del gene, le probabilità di essere tramandato sono migliorate”. Nel documento, gli scienziati prendono in esame un elenco di sintomi comuni e ognuno sembra confermare l’ipotesi. La perdita di appetito, per esempio, impedisce alla malattia di diffondersi attraverso le risorse comuni di cibo o acqua. Affaticamento e debolezza possono ridurre la mobilità dell’individuo infetto, riducendo il raggio di possibili infezioni. Insieme con i sintomi, l’individuo malato può diventare depresso e perdere interesse per contatti sociali e sessuali, limitando le opportunità di trasmettere agenti patogeni. La trascuratezza nella cura di sé e i cambiamenti nel linguaggio del corpo dicono: sono malato! Non avvicinarti! “Sappiamo che l’isolamento è il modo più efficace per impedire la diffusione di una malattia contagiosa,” dice il professor Guy Shakhar. “Il problema è che oggi, per esempio, con influenza, molti non si rendono conto di quanto possa essere mortale. Così vanno contro i loro istinti naturali, prendono una pillola per ridurre dolore e febbre e vanno a lavorare, dove è molto maggiore la possibilità di infettare altri.” Gli scienziati hanno proposto diversi modi per testare questa ipotesi, ma sperano anche che arrivi il loro messaggio: quando vi sentite male, è segno che avete bisogno di stare a casa. Milioni di anni di evoluzione non possono avere torto. (traduzione mia)
Sembrerebbero osservazioni talmente ovvie da apparire addirittura banali, e tuttavia abbiamo dovuto aspettare Israele perché ci venisse detto.
Qualcuno mi ha obiettato che tutto questo sarebbe in contraddizione col principio della selezione naturale (sarebbe più logico, sostiene, essere in condizione di andare in giro e diffonderlo al massimo, e così si eliminerebbero i più deboli), ma basta pensarci un momento per rendersi conto che è una grande sciocchezza: il raffreddore, in società come la nostra che ha avuto millenni a disposizione per sviluppare gli anticorpi (a differenza per esempio degli indigeni americani che prima delle invasioni europee non lo avevano mai conosciuto), è parecchio invalidante ma scarsamente letale. Quindi, se venisse diffuso al massimo, a fronte della liberazione da una manciata di vecchi e deboli, ci ritroveremmo con una società interamente paralizzata: ospedali, scuole, fabbriche, banche, poste, uffici, forze dell’ordine, pompieri, negozi, produzione e distribuzione di alimentari e ogni altro genere di attività smetterebbe – o quasi – di funzionare. Da tutto questo la pesante sintomatologia che accompagna il raffreddore ci tutela.
Senza poi contare che alle varie malattie non sempre sopravvive il più forte: a volte capita anche che a sopravvivere sia semplicemente chi ha questo o quest’altro gruppo sanguigno, indipendentemente dalle proprie capacità di resistenza. Pensa un po’.
barbara
La cartina ci mostra i tempi veloci che la peste nera a macchia d’ olio ha interessato quasi l’ intera Europa. Si salvano…la zona milanese..usando il fuoco..La regione basca..
e la polonia. Qui secondo degli studi ..è dovuto all’ alta incidenza del gruppo ematico 0
che asseriscono che garantisce maggiore difese organiche, inoltre a certe tipologie
ambientali e culturali.Molto degno di nota: vi era un discreto numero di popolazione
ebraica..che per loro cultura curavano molto l’ igiene della persona!Credo molto all’ avanguardia rispetto a resto della popolazione mondiale Per arrivare a comprendere l’ importanza dell’ igiene ambientale, l’ importanza di opere di ingegneria..
semplice ma importante…dotare gli abitati di fognature..scarichi in fosse per raccogliere
” feci..urine..” in pozzi neri..E…l’ igiene della persona..vestiario. E tutto quello che riguarda la casa…in questo siamo arrivati non in tempi molto lontani.
Il bere..ad un solo bicchiere può avere fatto una strage in diverse famiglie…TBC.
Poi…con l’ arrivo degli antibiotici…tempi abbastanza recenti le cose sono andate meglio.
Quell’ insieme di malesseri…legati al raffredore, non un semplice, ma di quelli che accompagnano a dolenzie diffuse..tosse..debolezza.mal di testa…occhi che lacrimano..Insomma un malessere diffuso anche senza febbre. Sono quei 2–4 gg nel quali ci sentiamo..veramente fuori fase.” Mi sento rincorbellito..da stare accovacciato nella poltrona..tranquillo..”
Ma..non ho febbre!..Andiamo a lavorare..” altrimenti passo per lavativo…
Dopo un paio di giorni…quasi tutti i colleghi ..starnuti e svolazzio di fazzoletti.
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Molti dei rituali ebraici sono legati all’igiene: obbligo della purificazione delle mani appena svegli, ogni volta che si usa il bagno, prima dei pasti, purificazione di tutto il corpo dopo le mestruazioni e dopo determinate malattie, astensione dal sangue, che è un potentissimo veicolo di infezioni eccetera. E poi l’accurata pulizia della casa e degli alimenti per poter rispettare determinate norme alimentari (le verdure, per esempio, vanno lavate praticamente millimetro per millimetro), le pulizie di pasqua in cui si rivolta letteralmente la casa da cima a fondo…
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Bene! Mi fà piacere sapere che gli ebrei sono molto attenti all’ igiene. Probabilmente sono all’ apice se si dovesse fare una graduatoria fra i paesi civilizzati..o meno.
Mi ci ritrovo!
Si potrebbe fare un discreto elenco…in negativo di quello che si riscontra nel giornaliero.
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