No, sul serio, voi l’avete capita? Cioè, dice che il nuovo tipo di unioni che sta per essere messo in vendita è discriminatorio perché non prevede l’obbligo della fedeltà. Ora, cominciamo: quante coppie regolarmente sposate in chiesa o in comune conoscete, in cui sareste pronti a mettere la mano sul fuoco per la fedeltà di entrambi? E quante persone sposate conoscete che, dopo avere promesso la fedeltà perché fa parte del rituale, se ne sono sentite esenti fin dal primo giorno? Io ne conosco che si sono sposati con gli appuntamenti con le amanti già fissati per il ritorno dal viaggio di nozze, per dire. E quelli che sono fedeli, lo sono perché sono convinti che non ci sia altra condotta di vita possibile, perché quando amano una persona non provano desideri e tentazioni nei confronti di altre, o perché sta scritto su un pezzo di carta che lo devono fare? Qualcuno ha scritto che non si tratta della mera fedeltà sessuale, bensì del dovere della reciproca assistenza, e qui cadiamo dalla padella alla brace: se io mi ammalo, o resto invalida, temporaneamente o stabilmente, e mi rendo conto che mio marito mi assiste solo perché è obbligato a farlo, sai che depressione. Ma questi sono tutti dettagli secondari; il punto basilare è: se io sono infedele a mio marito, se mio marito è infedele a me, il matrimonio viene forse meno? Cessa di esistere? Si annulla come i matrimoni non consumati? La risposta è no, naturalmente. Può essere una legittima causa di divorzio per colpa se io lo chiedo e se sono in grado di dimostrare che l’infedeltà c’è stata e che è quella a rendermi inaccettabile la convivenza con quella persona, ma non rende invalido il matrimonio. Quindi, riepilogando in due parole: il matrimonio spurio non prevede l’obbligo della fedeltà; il matrimonio normale prevede l’obbligo della fedeltà ma se quella non c’è il matrimonio resta valido lo stesso. E dunque? Capirei se nel matrimonio spurio ci fosse, al contrario, l’obbligo dell’infedeltà e dei poveri disgraziati vecchi sciancati incartapecoriti tremolanti come gelatine che si fanno schifo da soli a guardarsi allo specchio a dover pagare qualche morto di fame perché li faccia uscire d’obbligo, ma così? Dove sta il problema? Gente che passa la vita a strepitare di diritti e diritti e ancora diritti e adesso strepitano perché gli appioppano un dovere in meno? Viene da chiedersi se aspirino al Guinness della cialtroneria, questi qua.
Che poi – piccola nota a margine – capisco che le coppie omosessuali sentano il bisogno di una qualche forma di riconoscimento (anche se per quasi tutto sarebbe più che sufficiente un notaio), ma le cosiddette coppie di fatto? Si rendono conto che “riconoscimento delle coppie di fatto” è un mastodontico ossimoro? Si rendono conto che una cosa – qualsiasi cosa – formalmente e burocraticamente riconosciuta non è più “di fatto” bensì “di diritto”? Cioè, non si vogliono sposare ma vogliono, non solo dal punto di vista sociale ma anche formale e legale e burocratico, essere considerati come se fossero sposati. Che gran teste mentulose.
barbara