VI RICORDATE FILIPPO NOGARIN?

È il fantasmagorico sindaco di Livorno, quel genio della chimica, della biologia, della biochimica, della microbiologia, dell’anatomia eccetera eccetera eccetera che nel suo spot elettorale ha provveduto a informarci che le cellule muoiono e rinascono, le molecole muoiono e rinascono, gli atomi muoiono e rinascono, i globuli rossi rinascono (non è chiaro se prima debbano morire), che lo scheletro si rigenera ogni nove anni e il cuore addirittura ogni sei mesi (ma perché quelli vecchi – che poi sono anche loro vecchi di sei mesi – non li usano per i trapianti?). Non ci credete che una sola mente possa albergare cotanta scienza? E allora guardatelo, e ne avrete le prove.

Naturalmente dopo avere dato sì magnifica prova di sé, è stato ovviamente votato dai livornesi che sono ganzi ma ganzi tanto, e di seguito ha avuto una discreta dose di contrasti con la locale comunità ebraica, di cui, nel caso vi interessassero i dettagli, potrete trovare ampia documentazione qui (non metto i singoli link, perché sono diversi).
Ma tutte queste storie le sto mettendo giù solo per inquadrare il personaggio, perché il tema del post è un altro, ossia l’ultima geniale trovata delle magnifiche sorti e progressive della mente del Nostro. Il quale è riuscito a escogitare – tenetevi forte, perché questa è un’autentica bomba – LA soluzione per le cacche dei cani. Ebbene sì. Che poi, a pensarci, è una soluzione talmente semplice che stupisce che non fosse ancora venuta in mente a nessuno. Si tratta, semplicemente, di prendere e archiviare il DNA di tutti i cani del territorio; quando si trova una cacca di cane per terra, la si raccoglie, se ne ricerca il DNA, lo si confronta con quelli archiviati e si multa il padrone del cane. Dite la verità che adesso vi state tutti mordendo le dita, a non averci pensato voi a una soluzione talmente semplice.
Shavua tov a tutti.

barbara

Una risposta

  1. Non per nulla è un grillino.

    Fa impressione notare che non si tratta di un giovanotto vegano (ne trovi tanti nel movimento 5 mezzelune), ma un uomo adulto che un cervello dovrebbe averlo.

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  2. Massì, usiamo i RIS per investigare le scene della cagata!
    E visto che ci siamo potremmo anche impiegare l’esercito contro i venditori abusivi e le auto in doppia fila!

    Comunque l’idea non è stata partorita da Filippo Nogarin, ma da un’altra mente geniale, tale Luigi De Magistris…uno che da magistrato è riuscito nell’impresa di fallire tutte le inchieste, nonostante abbia “barato”

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/01/11/de-magistris-alla-guerra-dei-cani-test.html

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  3. E’ drammaticamente tutto vero.
    Pero’ prima di commentare la pensata di Nogarin, voglio spezzare una lancia a favore dei livornesi, che poi dire livornese non vuole dire una sega. E’ il piu’ creativo meltin pot che abbiamo in Italia, e proprio per questo puo’ succedere che il sindaco sia un M5S. Ma succedera’ una volta sola, non c’e’ da dubitarne. Ci scommetto quel che volete.
    Andiamo al test sul DNA della cacca del cane. L’idea e’ presa da un esperimento fatto da De Magistris a Napoli (ma va? E di che partito e’ De Magistris?), su un quartiere cittadino. Esperimento a sua volta copiato da una cittadina spagnola. A Napoli e’ stato un buco colossale: i costi infatti non coprivano per niente gli incassi dalle multe. Ogni test costa circa 20 Euro (dicono loro), e per essere efficace tu devi prima schedare tutti i cani della zona. Poi devi avere i vigili che girano con palettina e sacchettino a caccia degli stronzi dei cani (sarebbe meglio catturare gli stronzi dei padroni dei cani), e portare il sacchettino al laboratorio. Altri 20 Euro.
    A questo punto credo sarebbe piu’ efficace e meno costoso riempire la citta’ di telecamere e pagare tre stagisti per analizzare tutte le immagini di cani che cagano…

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    • Sempre così: i furbetti la fanno franca perché inchiodarli costa troppo – avevo ben chiesto che rilevassero le impronte sul batattolo di marmellata, ma niente – hanno preferito sculacciare me, che stavo innocente…!

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    • Ma non si farebbe prima a pagare qualcuno che pulisca i marciapiedi(invece di perder tempo a far multe che tanto non saranno mai pagate)?
      Che poi una trovata del genere in una città come Napoli, in cui non si riesce a convincere i cittadini nemmeno ad indossare il casco in moto, o al rispetto delle regole di civile convivenza più basilari, è ancora più demenziale!

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      • Il “fare prima” è sicuramente un criterio valido in molti ambiti, ma non in tutti. Poi nel caso specifico, tutti quelli che raccolgono la cacca dei propri cani non per senso civico ma solo per paura della multa, smetterebbero immediatamente di farlo, e poi qualcun altro, vedendo i tappeti di cacca via via aumentare, si chiederebbe ma perché devo essere proprio io l’unico fesso a farlo, e siccome fra deposito e raccolta passa sempre inevitabilmente del tempo (quanti passaggi al giorno? Due? Tre? O squadre di decine di persone che a turni di otto ore ciascuno pattugliano la città per essere sempre pronti a raccgliere le deiezioni appena deposte?) si tornerebbe, in certi punti, a non sapere dove mettere i piedi.

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      • Certo che si. Oppure si potrebbe fare come fanno a Londra: informazione sulle malattie che si possono trasmettere dalla cacca del cane, multe salate a chi non le raccoglie, sacchettini e bidoni speciali a disposizione dei padroni dei cani nelle zone da loro frequentati. Pare funzioni, ma forse alla base c’e’ pure una educazione civica al rispetto delle cose pubbliche che viene impartita a scuola…

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        • Nella mia scuola ad un certo momento è stato deciso che i bidelli sono al servizio della scuola, non di una banda di cialtroni incivili, e di conseguenza è stato stabilito un calendario: ogni giorno due scolari a turno dovevano fermarsi qualche minuto in cortile alla fine della ricreazione per aiutare il bidello a raccattare le cose buttate per terra invece che nell’apposito bidone. Ci si illudeva che il ragionamento sarebbe stato: visto che tocca anche a me pulire, meglio cercare di non sporcare troppo. E invece si è verificato l’esatto contrario: visto che devo lavorare io, che lavorino anche gli altri. E alla fine della ricreazione il cortile era un autentico tappeto di torsoli di mela (scataroni per noi), pezzi di pizza, cartine di caramelle e cioccolatini, mezzi panini, grissini caplestati e sbriciolati… Evidentemente da qualche parte doveva esserci qualche falla.

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        • Quindi siccome ci sono più scuole pubbliche che private, siccome statisticamente il tasso di errori che gli insegnanti possono commettere è presumibilmente uguale dappertutto, siccome di conseguenza si possono trovare più errori nella scuola pubblica, se tu vuoi stigmatizzare gli errori commessi nella scuola punti inesorabilmente il dito contro la scuola pubblica. Logica ineccepibile, effettivamente (brutta cosa quando l’ideologia monta in groppa al ragionamento. E quando, oltretutto, pretende di scappare fuori in situazioni in cui i cavoli a merenda, al confronto, diventano un autentico paradigma di logica, coerenza e aderenza al tema..)

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        • Il problema è che in questo blog non si possono usare le faccine, sennò si finiva alla prima battuta. Comunque, nel caso dell’educazione civica una grossa percentuale di colpa ce l’ha sì la scuola pubblica, visto che l’ha quasi sempre relegata a materia un gradino sotto la ginnastica.

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        • Quando ci andavo io (alle medie, sto parlando di oltre mezzo secolo fa), era importante, solo che, legata a storia, si imparavano le cose relative alla costituzione e affini, non che le cartine delle caramelle non si buttano per terra e che se bevi al rubinetto di una fontana pubblica poi va richiuso anche se non sei tu a pagare l’acqua eccetera.
          Se uno per esprimere un concetto ha bisogno delle faccine, vuol dire che ha bisogno di tornare sui banchi di scuola e imparare a esprimersi.

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        • “Se uno per esprimere un concetto ha bisogno delle faccine, vuol dire che ha bisogno di tornare sui banchi di scuola e imparare a esprimersi”

          Oppure che, siccome scriveva qui e le faccine son viste male, se non si coglie l’ironia son dolori (e io ne so qualcosa: di quelle ciabattate a tradimento… )

          Pace, eh?!

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        • Lo ammetto, sono uno s-ciàbbattòfrago. Ma non è colpa mia se certe non riesco proprio a schivarle; poi vanno anche in giro ricoperte solo di un po’ di sughero….
          Sono loro che provocano, ecco! Restassero nelle loro scarpiere, nessuno si farebbe male!

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        • D’accordo…, peccato però che poi, di converso, abbiamo un Harry che si esibisce in divisa da nazista… Ah, ma credo fosse vizio atavico dei coronati…

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    • Esatto, come alla “famiglia naturale”: pare che errori educativi, maltrattamenti, ragazzi disadattati ecc. escano unicamente da lì. Una banda di gayofili ha addirittura pubblicato le foto di Hitler e Eva Braun con la didascalia: questa è una famiglia tradizionale. E con queste geniali trovate vorrebbero dimostrare di meritare rispetto e considerazione, vorrebbero.

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      • Mi dovrebbero anche dimostrare in modo convincente che un bambino cresce in modo equilibrato con due papi ( senza figura materna ) o con due mami ( senza figura paterna). Ma la vedo dura…

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        • Ti dirò, non mi interessa neanche granché entrare nella questione, quello che voglio dire è che se per portare acqua al loro mulino tirano fuori Hitler e Eva Braun come famiglia tradizionale, o il figlio di buona famiglia che si suicida, oltre a non avere, evidentemente, argomenti, mostrano anche tonnellate di malafede. Un po’ come il discorso (mostruoso) dell’utero in affitto, che in realtà dovrebbe più correttamente chiamarsi compravendita di carne umana (quella del bambino, intendo): io sono perfettamente d’accordo che crescere con due uomini o due donne è infinitamente meglio che crescere in un istituto, quindi se i bambini abbandonati sono più numerosi degli aspiranti genitori adottivi etero (giudicati idonei), mi va benissimo che siano affidati a single o coppie omosessuali; e i progressisti sostenitori di quella mostruosità ribattono: sì, ma non glieli danno, la legge non lo consente. Eccheccazzo, battetevi per far cambiare la legge, allora, non per permettere di strappare un neonato alla donna di cui per nove mesi ha ascoltato la voce, il battito cardiaco, ricevuto nutrimento e tutto ciò che lo ha portato da embrione a feto e da feto a bambino, razza di luridi ipocriti schiavisti complici dei trafficanti di carne umana!

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      • Ma Hitler non era un sadomaso che si faceva le ragazzine?
        E poi come fai a paroalre di famiglia tradizionale? hitler si sposò poco prima di suicidarsi. La famiglia non ha neppure fatto in tempo a costruirla.

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        • Farsi ragazzine proprio no, c’è stata una storia con sua cugina che poi si è suicidata, aveva il terrore delle donne, a teatro pur essendo poverissimo era disposto a rinunciare a mangiare pur di poter prendere il biglietto, più caro, per la galleria riservata agli uomini per non rischiare di trovarsi, nella calca, ad essere sfiorato da una donna. Aveva varie perversioni e pare fosse sostanzialmente impotente.
          Loro parlano di “famiglia tradizionale” nel senso di fatta da un uomo e una donna. Ovviamente non è da quella gente che puoi andare a cercare la coerenza, la logica, l’intelligenza.

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  4. Sì, meglio dell’istituto di sicuro, ma non mi vengano a dire che la famiglia ” diversa” garantisce e assicura uno sviluppo armonico al pari o addirittura migliore della famiglia tradizionale. Per quanto riguarda l’ utero in affitto… lo chiamano atto d’amore. Io lo definirei atto vergognosamente egoistico preteso in nome dei famigerati diritti. I loro ovviamente.

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    • Tutta propaganda, i genitori possono essere bravi o pessimi a prescindere dalla sessualità.
      E poi se in natura la maggior parte delle coppie sono etero, come possono essere peggiori per i bambini? Questa è la classica vaccata politically correct che piace tanto ai rossastri.
      (e sia il caso che io sostengo la possibilità di adozione di bambini da parte di coppie gay)

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  5. Be’, fra una grana con equitalia e un’altra con il catasto a inizio settimana stavo giusto cercando lo spunto – uno qualunque – per riempirmi di buonumore… ebbene, grazie Barbara…, me l’hai data. Un grande “in bocca al… genio” ai livornesi tutti, ebrei e no! E naturalmente lunga vita al Nogarin a vantaggio delle coronarie di noi tutti…

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