Avrete sicuramente sentito dell’inaugurazione del Museo della Palestina. Quello edificato a Bir Zeit. Quello alla cui costruzione si è lavorato per quasi vent’anni. Quello che è costato 24 milioni di dollari. Quello che ha lo scopo di raccontare la storia, la cultura e l’arte della “Palestina” e dei “palestinesi”. Quello. Volete vedere com’è dentro? Eccolo.
Sì, ok, questa è una vignetta e non una foto, ma rappresenta esattamente l’interno del “museo”. Cioè, l’interno per noi comuni mortali, perché per gli eletti, invece…
Qui qualche notizia in più, per chi non seguisse da vicino le vicende del “popolo più perseguitato del pianeta”, e poi anche qui.
barbara
Ma le persone pronte ad ammirarlo sono le stesse che apprezzano l’ “arte” come i sacchi sciolti con la fiamma ossidrica di Burri, gli schizzi fatti a caso sulla tela di Pollock, o i quadri dello chimpanzè (una scimmia vera, non un insulto) Brassau.
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Guarda che il discorso del museo vuoto non è una metafora: è proprio LETTERALMENTE VUOTO.
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Lo so, ma la gente di cui parlo (e ovviamente tra questa gente ci sono tantissimi pallestinari) vede le metafore anche dove non ci sono.
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