ANCORA DACIA VALENT

Ancora sugli ebrei

[And the winner is…| 06/03/2006 | 11:26 ]

Ci sono momenti nei quali si sente che qualcosa è definitivamente cambiato. Certo, c’è la novità dei fratelli di Hamas al governo della Palestina liberanda, e la loro testarda difesa del diritto di dire di no al trito e ritrito ricatto della Shoah e del riconoscimento di quell’OGM coloniale innestato nella terra dei loro padri e delle loro madri, dei loro figli e delle loro figlie.
Come si fa a chiedere – a chi sta vivendo quotidianamente sulla propria pelle e su quella del proprio popolo il tentativo di distruzione, di annientamento di intere generazioni con le deportazioni, con le uccisioni, con l’isolamento – di riconoscere l’umanità dei propri aguzzini? È inconcepibile, inaccettabile. Sono disumani, sono dei mostri, brutti e cattivi. Le madri, imprigionate dalle catene del terrore imposto dalla pseudodemocrazia ebraica, sussurrano ai figli – mentre nelle notti lunghe dei coprifuoco l’unico rumore che sentono sono le pale degli elicotteri che guatano la preda palestinese, lo scoppio assordante del Mach 4 che annichilisce i feti nei grembi e ammutolisce i bambini nelle culle e il rumore crudele degli anfibi sull’acciottolato delle strade che furono di Gesù e dei profeti – che devono tacere, sennò l’ebreo cattivo li verrà a prendere.
Si, l’ebreo cattivo.
Perché non tutti gli israeliani sono ebrei. Sempre meno israeliani lo sono. Gli israeliani musulmani condividono la discriminazione ed il razzismo ebraico con il loro fratello palestinese, così come lo fanno gli israeliani cristiani, così come le fanno i milioni di ebrei contro l’occupazione. Perché in sono milioni a rinnegare la catena dell’odio che attanaglia l’intelligenza, rendendole piccoli sospiri abortiti nel vuoto lasciato dalla compassione uccisa dalle dite febbrili di chi sa di non avere ragione.
In quella terra, la terra più amata del mondo, amata anche da chi non ci è nato e da chi non ci morirà, esiste un unico aguzzino che per meglio guardare l’orrore che sta seminando, accende un candelabro a sette braccia e il suo cielo ha solo stelle a sei punte.
Dicono che dal deserto l’infame boia ha ricavato dei giardini. Non è vero, ma anche se fosse, ma le sue piante sarebbero marcite prima ancora di crescere, i suoi fiori appesterebbero l’aria ed i suoi frutti sarebbero avvelenati dall’odio di chi ha imparato a bere dalle acque sapide della negazione dell’altro. Queste bestie crudeli, capaci solo di odiare, senza cuore e senza pietà, che strappano gli occhi delle madri e si abbeverano delle lacrime dei bambini, mi fanno orrore, mi fanno pietà.
Hanno costruito un muro di odio che li circonda, e circondando loro circonda anche quelli di loro che provano il nostro medesimo orrore quando li vediamo e quando li pensiamo e quando il brivido di paura e disgusto ci graffia la pelle, quella vicina al cuore.
Volete che riconosciamo un vostro presunto diritto all’esistenza dello staterello sintetico che vi hanno regalato sulla nostra terra?
Ne parleremo quando avrete dato corso alle centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite che avete disatteso fino ad oggi, quando smetterete con le vostre incursioni omicide sulla nostra terra, quando i nostri figli potranno camminare senza temere di essere uccisi “per sbaglio” da qualche “bastardo eletto”, quando le nostre case non verranno demolite, quando non ruberete più i nostri soldi dalle nostre banche o quelli delle tasse e dei dazi che riscuotete in nostro nome, quando non profanerete più le Chiese cristiane e le Moschee musulmane, quando i nostri fratelli palestinesi – cristiani e musulmani – di cittadinanza israeliana avranno gli stessi diritti degli ebrei, quando i nostri figli potranno fare ritorno sulla terra che è la loro, quando smantellerete il vostro esercito e disarmerete i silos nucleari, quando chiederete perdono per questi anni di orrore che avete inflitto al mondo intero..
Il giorno in cui mostrerete rispetto lo otterrete, quando darete pace, l’avrete, quando smetterete di essere delle bestie assetate di morte e distruzione, vi tratteremo da persone umane, quando chiederete perdono, ci penseremo.
Solo allora, forse, potrete chiederci di vivere con noi, in pace. E forse, ma solo forse, vi diremo di si. E quando avremo guardato negli occhi dei vostri bambini, che sono come i nostri, allora diremo che è arrivato il momento di perdonare, perché è negli occhi dei nostri figli che si leggono le parola non ancora scritte ed è dalle loro mani che la musica che vorremmo ascoltare viene suonata.
Ma non era questo ciò di cui volevo parlare. Come al solito divago. Era un’altra cosa. Volevo parlare della scenografia che è cambiata e che vi svela per ciò che siete: non più povere vittime ma orrendi carnefici, e le vostre false lacrime, la vostre fasulle grida di allarme, giungono fievoli e fastidiose alle orecchie di un mondo che si è stancato di sentire le vostre puttanate e che ormai ha capito cosa siete e cosa volete. Questa notte, il Red Carpet del Kodak Theatre era un sentiero di Nablus, era una piazzola di Jenin, era un piccolo parco di Qibya e, contro ogni velleità di far valere la Shoah come cartellino rosso per espellere la Palestina dalla notte degli Oscar, malgrado le vostre raccolte di firme e la vostra presunzione di riuscire, noi eravamo li, in tasca un biglietto per l’Oscar già obliterato da un Golden Globe.
Il premio – quello più dolce – è stato sentire quel nome amato, caro nome amato, Palestina, sussurrato al microfono, ed urlato negli incubi di chi la Palestina vorrebbe vederla annientata e scordata.
Ed invece stanno dimenticando voi. E so che di quello che siete diventati non sentiremo affatto nostalgia.
Dacia Valent

Quelli che seguono sono alcuni passi salienti del sopra riportato geniale pezzo della signora Valent, commentati da un amico.

Chi sono gli ebrei?
Ce lo spiega Dacia Valent
– Gulp! Ritiro tutto quello che ho detto della Valent nella nostra ultima  telefonata… e aggiungo: minkia!

di quell’OGM coloniale innestato nella terra dei loro padri e delle loro  madri, dei loro figli e delle loro figlie.
–  Parlando da biologo, è noto che gli OGM servono a migliore le colture e il  terreno, checché ne dicano gli scemi verdi. Quindi questo è un complimento.

Sono disumani, sono dei mostri, brutti e cattivi.
– E fanno la bua ai palestinesi, oserei dire.

lo scoppio assordante del Mach 4
–  Non si capisce bene cosa sia, ma se è (come penso) il bang di chi infrange  il muro del suono, allora non è che Mach 4 sia più rumoroso di Mach 1, 2 e 3.

che […] ammutolisce i bambini nelle culle
–  Comunque: potrei avere una registrazione, grazie?

e il rumore crudele degli anfibi sull’acciottolato delle strade che furono di Gesù e dei profeti – che devono tacere, sennò l’ebreo cattivo li verrà a prendere.
– Si, l’ebreo cattivo. Sempre quello della bua?

Dicono che dal deserto l’infame boia ha ricavato dei giardini. Non è vero, ma anche se fosse, ma le sue piante sarebbero marcite
–  Non so se si capisce di più dai contenuti o dalla forma, cos’ha in testa la ragazza…

quando li pensiamo e quando il brivido di paura e disgusto ci graffia la pelle, quella vicina al cuore.
–  Se ha la pelle vicino al cuore vuol dire che ha poche tette e QUESTA è la  cosa più imperdonabile di tutte.

Il giorno in cui mostrerete rispetto lo otterrete, quando darete pace, l’avrete, quando smetterete di essere delle bestie assetate di morte e distruzione, vi tratteremo da persone umane, quando chiederete perdono, ci penseremo.
–  “ci penseremo” è f-a-n-t-a-s-t-i-c-o!

Solo allora, forse, potrete chiederci di vivere con noi, in pace. E forse, ma solo forse, vi diremo di si.
–  Appunto, dicevo 🙂

E quando avremo guardato negli occhi dei vostri bambini, che sono come i nostri,
– Bontà sua.

Ma non era questo ciò di cui volevo parlare. Come al solito divago. Era un’altra cosa.
– Ah, ecco. Meno male, va là.

Volevo parlare della scenografia che è cambiata e che vi svela per ciò che siete: non più povere vittime ma orrendi carnefici, e le vostre false lacrime, la vostre fasulle grida di allarme, giungono fievoli e fastidiose alle orecchie di un mondo che si è stancato di sentire le vostre puttanate e che ormai ha capito cosa siete e cosa volete.
– Ah sì, bene bene… tutto diverso, vedo 🙂

Il premio – quello più dolce – è stato sentire quel nome amato, caro nome amato, Palestina, sussurrato al microfono, ed urlato negli incubi di chi la Palestina vorrebbe vederla annientata e scordata.
–  Questa però non è normale, seriamente.

Ed invece stanno dimenticando voi. E so che di quello che siete diventati non sentiremo affatto nostalgia.
Dacia Valent
– Amen. Ma dove scrive? La pagano per questi sproloqui (che sarebbero tali anche se tifasse per gli israeliani, sia chiaro).
Bello, comunque, grazie. Molto divertente 🙂
marco

Di mio aggiungo una sola annotazione: non è comico sentire una signora italo-somala, nata in Somalia da padre italiano e madre somala, residente in Italia, di religione cattolica fino a quando non si è convertita all’islam tre anni prima, parlare di “nostra terra”, “nostri figli”, nostre case”, “nostri soldi”, “nostre banche”?
[segue]

barbara

Una risposta

  1. ma è morta?
    mavaffanculo, c’ha sfrantecato le palle, lei e l’isola che non c’è
    i soldi delle tasse sono i miei, che sono costretta a mantenere una famiglia dii quei ricottari dal 1979, famiglia che con la fortuna che ho, sarà quella del grasso ragno schifoso che calza scarpe da 2000 dollari al paio.
    che D.o gli faccia una telefonata via mossad

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  2. Ne avevo dimenticato l’esistenza, ma NON sapevo nulla della sua genialità sopraffina. Quindi mi sono letto tutto e così ho potuto capire anche chi ha inventato il… muro del suono. Be’, che dire: meno male che ogni tanto qualche buona notizia arriva… E ora avanti tutta… che la stessa sorte tocchi ai proseliti. Da buon laico non ho remore a esprimermi così con chi se lo merita… e TUTTI gli antisemiti – antisionisti sois disant – se lo meritano a prescindere!

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  3. Gentile Barbara,
    Mi sono chiesto perché mai lei abbia dato spazio alle colonne di questa povera mentecatta che risponde al nome di Valent. Non sarebbe stato più giusto consegnare quel delirio all’oblio? Oblio che secondo alcuni teologi è il vero inferno, oblio di Dio, castigo dei malvagi peggiore di qualsiasi fiamma e inforcata dantesca?
    Ho capito alla fine, quando informa che la paziente è Italo-somala. Parlo per esperienza: le identità duplici o plurime non sono facili a portare, i conflitti di cultura che passano dentro un individuo non sono facili a mediare, ci vuole molto coraggio e distacco da se. Ma ecco per la meschina la soluzione: un popolo totalmente inventato, radici immaginarie, identità fantastica, venga chi vuole anche una che non ha ancora risolto se essere somala o italiana o in qualche modo tutt’e due . Ma tra i “palestinesi” c’è posto per tutti, comunisti, fascisti, antisemiti, mitomani, avanzi di galera, somali e italiani in cerca di avventura a buon mercato, basta non dimenticare prima di partire la cinturina per gli esplosivi, la sciarpetta che si trova facilmente in cucina tra gli stracci della pulizia e via, tutti i Gaza, si mangia gratis a spese del contribuente europeo disprezzato e all’odiato americano, ti sorridono i bimbi con il mitra di cartone, Allah akbar e siamo felici.
    Che la gente più feroce e, diciamolo, stupida, della terra abbia tanti amici è un mistero, che sia il loro immaginario suicida e assassino però aperto ad ogni “déraciné” ad ogni “diseritato” il segreto del loro successo mediatico?

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    • Rispondo alla prima domanda: me ne occupo perché lei si è occupata di me, e la cosa è stata recentemente ricordata. Quanto alle doppie identità, conosco diverse persone che la vivono come una grandissima ricchezza. Poi, certo, dipende anche da chi e che cosa si ha intorno.

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      • Spero anch’io di avere vissuto le identità plurime che mi porto dentro nella forma di ricchezza a cui lei accenna piuttosto che di psicosi come sembra fosse il caso della signora Valent. Anche se devo dire che come Zelig sono capace di essere una cosa alla volta e non tutte assieme allo stesso tempo. I miei amici si stupiscono un poco quando passo da una lingua ad un altra, ne parlo non troppo male qualcuna dall’infanzia (sono un poco un Canetti senza talento)delle brevi transizioni con accento, parlo italiano (con qualche errore, “diseritato” per disereditato) due con accento straniero ed ecco che sono altrove linguisticamente, anche nei sogni.
        Ma quello che mi premeva dire e proporre alla riflessione era il perché della sorprendente simpatia del”opinione pubblica per i cosiddetti palestinesi.
        Immagino che le ragioni sono molteplici, e che l’antisemitismo diffuso in tanto paese europei e non sia senza importanza.
        Volevo suggerire che forse un’identità così priva di veri fondamenti potrebbe essere attrattiva per gente in difficoltà, di incerta appartenenza, di senza famiglia e senza eredità, di atomi sperduti in una società che riconduce l’individuo al vuoto di un universalismo immaginario e disperato.
        Le suorine laiche e occidentali che abbondano a Gaza negli asili dei mitra di cartone, le sessantottine attempate e un po’ sciupate che si prendono le vacanze palestinesi con tanto di tovaglia al collo e camarateria coi begli futuri eroi barbuti e pelosi, son un poco tutte delle signore Valant, in cerca disperata di un appartenenza ad altro che allo spregevole occidente coloniale e assassino. È lì c’è posto per tutti, come per i conversi all’islam, religione, si fa per dire, dalla conversions facile, che non richiede grandi travagli spirituali, qualche rituale quotidiano tutto esteriore e Allah akbar, il mio dio è più grande del tuo e se non ci credi te lo dimostro ammazzandoti. Insomma il mio detersivo lava più bianco e se non ci credi ti copro di fango. Facile e bello, senza tutte ste menate giudee o cristiane, il peccato, il perdono, la giustizia, la misericordia, la schiavitù e la liberazione. Giobbe e il perché della sofferenza dei giusti, il Qohelet o come lo chiamano i cristiani il cantico dei cantici, l’amore sacro e quello profano , o ancora dal lato dei cristiani l’assurdo di un dio che muore come un criminale sulla croce. Per non parlare dei profeti che ci vogliono anni di riflessione per capire cosa vogliano raccontarci, o la poesia dei salmi che alcuni trovano così ispiratrice ma di cui non si capisce niente a primo acchito.
        Allah akbar, e non se ne parla più.

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        • “Simpatia per i palestinesi” non è del tutto esatto: re Hussein ne ha fatti fuori in un paio di settimane quanti Israele non arriva a farne in un paio di decine d’anni, e nessuno ha fatto una piega. In Siria li stanno praticamente sterminando e nessuno fa una piega. In Libano non hanno diritto all’istruzione, alle cure mediche, a svolgere una buona settantina di lavori, non hanno neppure diritto a sostiruire un vetro rotto alla finestra, e nessuno fa una piega. C’è bisogno di spiegarne il motivo? Come il “popolo palestinese” è stato fabbricato a tavolino in funzione antiisraeliana, così anche l’amore per la “causa palestinese” ha esattamente la stessa funzione. E la stessa matrice antisemita.
          Quanto alla Valent, era sicuramente antisemita fino alle budella, ma era anche impregnata di odio contro tutto e tutti.

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        • Ripasso di qui e mi chiedo come ho potuto scrivere uno svarione come quello di confondere il Qohelet o Ecclesiaste con il Cantico dei Cantici. Me ne scuso !

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  4. Ritorno sulla questione degli ebrei e della identità. Ho un carissimo amico ultra ottantenne e lucido come uno specchio. La sua vita è un romanzo, ebreo polacco di origine lituana, arrivó nel 38 in Italia al seguito di suo padre che sperava di sottrarre la famiglia alla follia russa e nazista. La guerra gli passò sopra in un paese dell’appennino bolognese dove lo salvarono i polacchi che avevano combattuto a Montecassino. Ma qui mi fermo con la sua biografia, mi invita spesso in un ristorante (lontano 12.000 km dall’Italia per essere precisi) tenuto da tedeschi fieri dei loro genitori, zii, cugini di cui pendono i ritratti ai muri in uniforme SS. Gli chiedo che facciamo in quel posto e mi rsiponde “Adoro farmi servire un buon gulash da un nazista e poi lasciargli una mancia che lo fa inchinare dalla gratitudine”.
    Mi diede una definizione di cosa è un antisemita: “É uno che odia gli ebrei piú del normale”.
    Perché? Non so rispondere.
    Sono cristiano e non credo che sia perchè discendo in parte da ebrei convertiti e ho una adorabile nipotina ebrea, che sento nei confronti della mia famiglia ebrea il rispetto che si deve ai fratelli maggiori. É piuttosto che quando sono inviatato a una cerimonia familiare ebraica so che ci sono molte cose che ci dividono, anzi una sola: la divintà di Gesú, ma che stiamo parlando allo stesso Dio, quello di Abramo certo, ma anche quello di Maria, Giuseppe, i fratelli di Gesù e i suoi primi discepoli. Tutti ebrei, come per caso. Io non ho dubbi sulla elezione degli ebrei, elezione che non ha mai voluto dire destino imperiale sul mondo ma testimonianza di D-o, Ed é difficile immaginare testimonianza piu fedele.
    Agli antisemiti cristiani, ne conosco ahimé legioni, in Francia tra i cattolici é quasi un segno di distinzione sociale, chiedo sempre: Ma perche secondo voi Dio avrebbe messo suo figlio in mezzo agli ebrei, nel ventre di una donna ebrea e poi a fare il falegname? Non poteva farlo imperatore cinese e si trovava un miliardo di convertiti in tre giorni?

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        • La vita è cosi sorprendente e i paradossi sono in qualche modo il sollievo dal male imperante. Claude Lanzmann conosciuto per il suo documentario “Shoah” ha realizzato un altro film meno noto ma magnifico, non conosco il titolo con il quale é apparso in Italia ma sarebbe “L’ultimo degli ingiusti”. Racconta la storia di Benjamin Murmelstein, rabbino viennese e ultimo degli Anziani di Theresienstadt.
          I capi delle comunità ebraiche che hanno collaborato con i nazisti nei campi e nei ghetti sono stati naturalmente esecrati e considerati eguali degli ustasha o dei repubblichini. Basti pensare alle parole di Anna Harendt al loro riguardo.
          Il film di Lamzmann include una lunga e straordinaria intervista con Murmelstein che visse come un paria il resto della sua vita a Roma, escluso dalla sinagoga, il rabbino di Roma negò a suo figlio il diritto di pronunciare il Kaddish alla sua morte. Lanzmann che riuscì a stabilire un rapporto profondo con Murmelstein pensa che questi fosse cento volte più intelligente dei nazi e che120.000 persone gli devono la vita. Racconto tutto questo per riferire di uno strano episodio:
          Murmelstein lavorava con Eichmann seduto alla scrivania difronte alla quale non c’erano sedie e comunque un ebreo sta in piedi con gli occhi bassi di fronte ad un eroe nubelungico come Eichmann (?). Però le carte sono sul tavolo e l’untermensch deve piegarsi per mostrare all’übermensch alcuni dettagli, il che infastidisce quest’ultimo oltre misura. Allora Eichmann grida al piantone: “Una sedia per l’ebreo”. Il nazi di guardia naturalmente ubbidisce e porta una sedia che mette sotto il sedere dell’ebreo con uno sguardo di odio quasi incontenibile.

          A proposito del ristorante dei tedeschi, anche se non si mangia maiale, il cibo non può certo essere Kosher (coltelli e via discorrendo) resta che non ci priviamo di dire che non possiamo mangiare maiale e siccome siamo tutti e due vecchi biondini e con gli occhi blu ci divertiamo un mondo allo sguardo perplesso del cameriere.

          Un’ultima cosa forse un po sciocca ma chissà: io non sono ebreo ma quando viaggio esigo sempre un pasto kosher, è una piccolissima maniera per rispondere al boicottaggio di Israele.

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        • La Arendt, che si è fatta sbattere da un nazista finché le è stato possibile e poi se n’è stata col culo al caldo in America mentre la sua gente veniva sterminata e poi si è sentita in diritto di montare in cattedra e giudicare e condannare, spero tanto che esista un inferno e che lei ci marcisca per tutta l’eternità.
          La cosa del maiale riuscirà almeno a far venire qualche dubbio agli übermenschen, almeno mi auguro.
          Di Lanzmann ho appena letto questa bruttissima storia qui.

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  5. Gentile Barbara,
    non può negare che in occidente , e in particolare tra quelli che si fanno sentire con la parola e con gli scritti, ci sono piu simpatizzanti per i cosidetti palestinesi che per gli israeliani. Per me è um mistero che vorrei cercare di capire.
    Ma come si puo provare simpatia per gli assassini di un anziano su una sedia a rotelle che non era neanche israeliano,(come se questo giustificasse l’odio ceco), ucciso barbaramente di fronte a sua moglie, degli atleti nel sonno a Monaco, insomma non stiamo qui a raccontare la sequela dei crimini effrerati di sti imbecilli che da sessantotto anni si fanno prendere tragicamente in giro dai loro fratellini arabi e musulmani. Un gruppo di sfaccendati che si fanno menare da uomini interssati solo ai loro soldini in Svizzera e che preparano per i loro figli una vita di stenti, di violenza, di sopraffazione, di ridicolo fanatismo, di morte?
    L’ignorante benevolenza di cui godono tra i giovani, nelle università per me é davvero un mistero.
    Ma lei ha una risposta?

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    • Come detto sopra, la simpatia non si estende a tutti i palestinesi, ma unicamente a quelli che hanno come nemici gli israeliani. Ossia quelli che fanno fuori gli ebrei. In altri termini: la prosecuzione dell’olocausto con altri mezzi. E senza sporcarsi personalmente le mani.

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  6. Gentile Barbara,
    scusi se scrivo troppo sul suo blog ma le cose che lei pubblica suscitano interesse e fanno rifletter. Dunque se capisco bene lei pensa che l’appoggio di cui godono i terroristi palestinesi sia dovuto a permanere di forti sentimenti antisemiti in larghi strati dell’opinione internazionale. Che in qualche modo Hamas, Hezbiolllah e altre canaglie siano l’outsourcing di Auschwitz.
    Io temo invece che Israele abbia perso molte battaglie nella conquista dell’opinione occidentale e me ne chiedo il perché.
    Lasciamo da parte i sinistri pro Al Fatah dagli anni sessanta, e pensiamo a quello che si sente dire dai giovani nei campus di buone università americane e inglesi: buonismo insipido nutrito da un abissale ignoranza di quello che é Israele e identificazione dei “palestinesi” con un popolo oppresso che lotta per la libertà la dignità (di chi scusi? delle loro donne per esempio?).
    Solo in Italia ci sono oltre 250 docenti ricercatori universitari che hanno firmato una petizione per chiudere ogni relazione con il Technion (in caso riuscissero, chi ci perderà di più, il Teccnion o l’università di Camerino?) motivati dalla più crassa ignoranza di cos’é Israele e cosa fa una dei più prestigiosi istituti di tecnologia con il quale i più famosi al mondo (a partire dal MIT) si pregiano di collaborare.
    Ogni volta che qualche combattente islamico uccide in Europa io mi chiedo: ma possibile che nessuno si rende conto che sono gli stessi che uccidono in Israele. Ma gli assassinii di donne, adolescenti e bambini in Israele non fanno notizia in Europa, “se la saranno cercata”.
    Dopo i fatti di Bruxelles ho visto un video raccapricciante: nella piazza coperta di fiori e candele (mah! sarà il modo giusto di reagire?) una donna infagottata e velata avanza verso una bandierina Israeliana, la strappa e la sostituisce con una bandierina “palestinese”. Nella folla nessuno, assolutamente nessuno, reagisce. Tutti antisemiti? O tutti tragicamente ignoranti perche si è lasciato alle canaglie il monopolio dell’informazione?

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    • Io temo invece che Israele abbia perso molte battaglie nella conquista dell’opinione occidentale
      Appunto: quale altro stato al mondo ha bisogno di vincere battaglie mediatiche per essere rispettate? Solo lo stato degli ebrei, quello e nessun altro.

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  7. Il link all’intervista di Lanzmann completa in audio è il seguente:
    http://www.lepoint.fr/societe/claude-lanzmann-regle-ses-comptes-avec-elie-wiesel-05-07-2016-2052059_23.php
    Sarà percé sono vecchio, sarà perche da giovane ho frequentato grandi vecchi straordinari, ma io sono molto indulgente con gli anziani. Capisco che Elie Wiesel trovasse presuntuoso che uno che non aveva mai vissuto la realtà dei campi si facesse l’interprete del desiderio del governo Israeliano di documentare l’impensabile, e capisco che Lanzmann si sia offeso a morte con Wiesel per come reagì alla sua richiesta di collaborazione e per come fece finta di ignorare una grande opera di cinematografia a cui tutti dobbiamo moltissimo.
    I vecchi non sono mai facili e non sono sempre buoni.
    Quanto alla Arendt, lei riferisce cose assolutamente vere e che io non ho ricordato per carità. Il suo amante, Martin Heidegger, è forse il più grande filosofo del secolo passato, la sua adesione, colpevole, indegna, al nazismo è durata sei mesi. I due si amarono davvero, non c’é dubbio e questo forse dice qualcosa anche di Heidegger. Quanto al fatto che si fosse rifugiata a NY, per fortuna non é stata l’unica e non credo che sia un crimine non essere morti. E poi son certo che lei non lo ignora, gli ebrei tedeschi sono uno poco speciali, ovunque siano pensano di essere superiori agli altri, ebrei e non ebrei, e la Arendt con tutta la sua intelligenza e cultura non sfuggi a questo “pregiudizio”. Quando assistette al processo di Eichmann a Gerusalemme non nascose il suo disprezzo per gli ebrei sefarditi o ashkenazi polacchi e russi, brutti e sporchi e ignoranti e non impregnati di cultura letteraria, filosofica e musicale tedesca! .
    Ma non c’é da disperare, anche se tanti gradi uomini e donne sono a volte piccoli piccoli, alcuni, ahimè pochi, sono solo grandi

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    • Una parolina anche sugli ebrei francesi, come sono Wiesel e Lanzmann, sono come tutti i francesi, per un premio letterario, una decorazione, legion, palmes académiques, chevalier des arts et des lettre o una feluca de l’académie française, sono pronti a qualsiasi bassezza.
      C’est la vie. E anch’io la prima cosa che vedo di una persona è il colore della rosette alla boutonnière. Ma no! scherzo

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    • Martin Heidegger: è stato nazista fino al midollo fino al suo ultimo giorno di vita, e quanto più emergono nuovi documenti, tanto più la cosa viene confermata. Ha amato la A.? E allora? Tutti i peggiori antisemiti adorano Moni Ovadia, Chomsky, Ilan Pappe e tutte le altre consimili fecce dell’umanità. Grande filosofo? Questione di opinioni.
      Hannah Arendt: cercare rifugio in posti sicuri non è un crimine; mettersi in cattedra e puntare il dito su chi ha subito ciò che lei non ha subito e si è arrangiato come poteva in situazioni di cui lei non sa un C. sì. Quanto a Heidegger, se lo amava questa è la peggiore delle aggravanti: solo una baldracca lurida putrida infame schifosa può amare un nazista. E al processo Eichmann la sua unica preoccupazione era che Israele non strumentalizzasse la Shoah a fini politici. Sto pezzo di merda putrefatta.

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    • A, dimenticavo: se Lanzmann ha inventato di sana pianta una testimonianza di Kertesz sulla permanenza di Wiesel ad Auschwitz, perché dovremmo credere a occhi chiusi che sia vero quello che dice di Wiesel? Il quale, peraltro, è tutto meno che francese.

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      • Elie Wisel tutto meno che francese? Elie Wiesel nacque in Romania, arrivò a Parigi quando aveva diciannove anni, studiò alla Sorbona, lavorò per giornali francesi e poi comme corrispondente a Parigi di un giornale israeliano. Fu François Mauriac, quasi un suo mentore, che lo convinse a scrivere della sua esperienza nei campi di sterminio, il manoscritto di “Un di velt hot geshvign” é in Yiddish ma il manoscritto de “La Nuit” é in francese. Wiesel ha preso la cittadinanza americana nel 1963. Per me ‘La Nuit” ne fa uno scrittore francese ma capisco che altri possano avere una visione diciamo razziale e geneticamente deterministica della identità letteraria. A questa stregua Elias Canetti è uno scrittore bulgaro e sefardita, io penso invece che l’autore di Die Blendung e Masse und Macht è una autore tedesco. Marcel Proust è un ebreo e alla letteratura francese rimane Celine. Speriamo non sia cosi.
        “La banalità del male” un immondo libello? Mah, pone un vero problema e tenta di dare una risposta. Accade anche che una sequela di esperimenti di psicologia sociale hanno fatto luce sulla stessa questione che si pose la Arendt, in primis quello di Stanley Milgram a Yale, anche lui ebreo e anche lui stimolato nella sua ricerca da quello che aveva visto del processo di Eichmann. I risultati dell’esperimento sono noti e sono terrificanti.
        Curiosamente uno che sapeva che Eichmann non era uno stupido esecutore, ma un demonio, fanatico, antisemita nel sangue, violento e corrotto, era Benjamin Murmelstein che lo aveva visto in azione a Vienna partecipare personalmente ebbro di furia alla distruzione di una sinagoga. Ma Murmelstein non venne chiamato a testimoniare a Gerusalemme. Si puoi rimproverare alla Arendt di essersi fatta prendere al gioco di Eichmann ma non di aver posto il problema. Uno che rispondeva in fondo meglio alla definizione del cretino obbediente era Rudolf Höß, comandante del campo di Auschwitz, opportunamente impiccato dai polacchi nel 1947.

        Heidegger un nazista fino all’ultimo respiro? Immagino si riferisca al libro di Faria. Non so, ma anche se fosse cosi questo risolve la questione del valore della sua opera filosofica? Sarà davvero cosi facile trovare le relazioni tra l’opera letteraria, filosofica. scientifica di un uomo o di una donna e le sue azioni?
        Mi permetta infine esecrare qualcosa anch’io: il suo uso della parola “sbattere”, tra due persone consenzienti nessuno sbatte e nessuno é sbattuto, e mi fa specie che sia una donna ad usare questa parola. In quasi tutte le lingue il vocabolario del sesso è associato alla violenza e all’umiliazione e sempre dal lato di chi si suppone passivo (ma davvero una donna è passiva?). É una cosa tristissima che la dice lunga sulla malvagità umana e la violenza della specie. Penso di non avere bisogno di fare l’elenco, basta andare al cinema. In francese poi si è giunti al ridicolo di trasformare l’eufemismo “baiser” (baciare) in un insulto. É atroce ed espressione di una arroganza ridicola nella bocca di un uomo, nella bocca di una donna é inqualificabile.

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        • Wiesel è vissuto brevissimamente in Francia dopo la guerra, nel ’48 era in Israele a combattere e nel ’55 si è trasferito negli Stati Uniti. Vero che il francese è stata la lingua maggiormente usata, ma definirlo francese mi sembra come minimo esagerato.
          Una che odia e disprezza e svende il proprio popolo come ha fatto quella donna è molto peggio di una prostituta, e nessun termine è abbastanza basso per lei. Ma per illustrare la sua incommensurabile bassezza preferisco lasciare la parola al molto più competente Ugo Volli:

          SI PUÒ DIRE “BALDRACCA EBREA”?

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        • Brevissimamente in Francia? dieci anni e abbastanza per fare del francese la sua lingua letteraria. Tutti i suoi libri maggiori sono stati tradotti in inglese dal francese dei manoscritti, tra i traduttori suo figlio e Marion Wiesel.
          Elie Wiesel divenne cittadino USA per grazia di un incidente automobilistico che lo costrinse un anno su una sedia a rotelle a NY e non gli permise di rinnovare il suo documento di apatrida rilasciato dalla repubblica Francese che gli consentiva di viaggiare liberamente per il mondo, più incontrò la sua futura moglie e divenne cittadino americano nel 1965.
          Tra i viaggi che sicuramente fece nessuna delle biografie, compresa quella “ufficiale” della fondazione Wiesel cita una soggiorno in Israele come combattente della guerra del 48. Ma non dubito che lei avrà le sue fonti
          All’Academie Française seggono un cinese e un argentino, sono scrittori francesi perché che le piaccia o no la cultura non è cosa di razza.

          Ritorno anche su Anna Arendt. Ho letto Banality od Evil nel 64 o 65 e non l’ho sottomano perche si trova in una altra casa. Deve però essere un libro diverso da quello che conosce lei, perche io non ne trassi alcuna giustificazione dei crimini di Eichmann. Se devo riassumere in due parole quello che ricordo la tesi principale è questa: un uomo che smette di pensare è pronto per commettere qualsiasi crimine. In questo il libro della Arendt trova un parallelo con gli esperimenti a Yale di Milgram. Personalmente preferisco cercare di capire che insultare, la Arendt è stata una delle prime a tematizzare il totalitarismo con ricerche che sono state seminali.
          Mi insorgo di nuovo contro gli insulti a carattere sessuale: perche non ci parla dei “baldracchi” ebrei? Ci sono dei rabbini ultra-ortodossi che considerano lo stato di Israele un sacrilegio perche solo il Messia potrà restaurare il regno di David. Sono baldracchi ebrei? Certo che no, sono ignoranti, traditori, nemici del loro popolo ma a nessuno, neanche a lei viene di definirli “baldracchi” o perché no Casanova?
          Comunque con questo taccio e ritornerò se me lo permetterà quando avrò riletto Banality of Evil.

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        • La cosa dell’incidente la so ne ha parlato in uno dei suoi libri autobiografici, ma a New York si era trasferito nel ’55, e della sua partecipazione alla guerra è scritto qui https://it.wikipedia.org/wiki/Elie_Wiesel – non che consideri vangelo wikipedia, però ho visto la notizia anche nel blog di un rabbino.
          L’analisi del libro non è mia, bensì di Ugo Volli.
          Baldracco effettivamente non l’ho mai detto – semplicemente perché suonerebbe comico – ma prostituto sì, soprattutto ai signori ebrei già nominati in uno dei commenti a questo post.
          Naturalmente può tornare a commentare quando vuole: il dissenso civile non è mai bandito da questi schermi.
          PS: non sono io a metterla ripetutamente in moderazione: è il sistema che ogni tanto si monta la testa come il computer Hal9000 di 2001 Odissea nello spazio e pretende di decidere lui chi deve vivere e chi morire.

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  8. Cara Barbara,
    la prendo un poco in castagna, ma come della povera Dacia Valent dice “Se fosse troia sinceramente non lo so: in genere non ho l’abitudine di occuparmi degli affari di letto della gente” e invece della Arendt ” che si è fatta sbattere da un nazista finché le è stato possibile”. Quella della Arendt con Heidegger è stata una vera relazione intellettuale e sentimentale. sull’erotismo (sbattere) non mi pronuncio ma insomma Heidegger non aveva l’apparenza di un virtuoso del letto, ma non si sa mai!
    Restano i suoi libri, e resta la “Banalità del male” che le rovinò la vita ma che continua ad interrogarci. O sbaglio?

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