CHI C’È DIETRO IL «GOLPE FASULLO» IN TURCHIA, E CHE COSA SUCCEDE ORA

Che cosa è avvenuto realmente in Turchia? Un golpe?
«Beh, golpe è una parola grossa. Al massimo potremmo definirlo un minigolpe improprio, a scoppio anticipato».

Perché non credi al golpe?
«Primo: perché nella mia vita professionale ho visto tutto e il contrario di tutto, ma un golpe di sole quattro ore non avrei mai potuto immaginarlo, neppure nello stato libero di Bananas. Secondo, ci sono retroscena quasi inquietanti, quantomeno improbabili».

Puoi raccontarli e spiegarli?
«Parto dalle notizie accertate. Ho conosciuto la Turchia trentasei anni fa, e vi sono tornato regolarmente. Ho intervistato tutti i leader politici, compreso il carismatico Recep Tayyip Erdogan, con il quale una volta ho litigato.Tanta frequentazione mi ha consentito di tessere importanti rapporti personali. Insomma, ho fonti credibili e preziosissime. Anche venerdì sera, per telefono, mi hanno messo in guardia».

In che senso?
«Mi hanno fatto capire: attenzione, può essere una sceneggiata. Domani Erdogan sarà più forte di oggi».

Ma ci sono stati circa 200 morti…
«Sì, ma — scusate il cinismo — il bilancio delle vittime è simile a quello dei morti di Ankara durante la manifestazione pacifista. Credete che importi a Erdogan?».

Insomma, cos’è accaduto?
«Noi giornalisti, spesso per vanità o per attrazione fatale della prima Repubblica, tendiamo a preferire l’articolessa e i banali ghirigori old style, sottostimando i fatti. Ma sono i fatti, la sana cronaca, occhi attenti, umiltà e una mente attrezzata a ragionare a fare la differenza. Non mi sono sfuggite e non ne ho ridotto la portata, notizie e informazioni degli ultimi mesi dalla Turchia. La nomina di un nuovo capo del governo, Binali Yildirim, fedelissimo di Erdogan. Personalità grigia ma capace. Improvvisamente il presidente ha aumentato la pressione militare sui curdi in armi del Pkk, intensificando la repressione più violenta. E Yildirim ha annunciato, a tappe ravvicinate: primo, la pace con Israele dopo la rottura seguita all’assalto contro il convoglio navale pacifista turco, al largo di Gaza, costato 9 morti [Antonio Ferrari è da sempre fortemente anti israeliano: nessuna meraviglia quindi che dia spazio alla bufala del convoglio pacifista, dell’assalto israeliano, dei poveri morti innocenti]; secondo, una lettera di scuse di Erdogan a Putin, e la pace fatta con la Russia dopo l’abbattimento del cacciabombardiere di Mosca nei cieli della Siria; terzo, la mano tesa al regime siriano, cioè mano tesa a Bashar al Assad, che fino al giorno prima il presidente turco avrebbe fatto ammazzare: al punto che il sultano faceva affari con i tagliagole dell’Isis (petrolio di contrabbando),e portava armi agli estremisti islamici siriani, a partire dal sedicente Stato islamico; quarto, rilancio del ruolo della Turchia nella Nato e amicizia perenne con gli Usa».

D’accordo, ma il golpe o minigolpe che c’entra?
«A questo punto abbandoniamo il binario dei fatti comprovati ed entriamo in quello delle ipotesi, supportate però da forti indizi. Le Forze armate turche erano in agitazione, in opposizione a Erdogan, accusato di molte nefandezze: repressione della libertà di stampa, bugie sui profughi, rifiuto di partecipare attivamente alla coalizione internazionale contro il terrorismo. Ma la bassa forza, molti colonnelli e graduati minori non avevano realizzato che gli alti comandi si erano avvicinati al sultano».

Questa bassa forza era pronta ad agire in proprio?
«No, ma era influenzata da Fetullah Gulen, il predicatore sunnita che vive in esilio negli Usa. Un islamico visionario e moderato, amico anzi quasi fratello di Erdogan — o almeno del primo Erdogan. Fu Gulen a spalancare al futuro sultano le porte delle fondazioni più influenti. Gulen è miliardario, controlla scuole, università, ha radici nella magistratura, nei servizi segreti, nella polizia, ed è molto popolare tra i soldati. Forse, i tempi del minigolpe sono stati quelli di una prova di forza».

Innescata da chi?
«Non mi stupirei che la miccia sia stata accesa dallo stesso Erdogan o dai suoi fedelissimi».

Vuoi dire che potrebbe essere un «golpe fasullo»?
«Esattamente. Le mie fonti turche hanno sostenuto questa possibilità».

E il viaggio aereo di Erdogan nei cieli d’Europa?
«Temo che qualcuno, compreso qualche collega, abbia confuso Erdogan con Ocalan. Il leader del Pkk Abdullah Ocalan, che ho intervistato nella valle della Bekaa, fu cacciato dalla Siria e vagò nei cieli in cerca di asilo politico, prima d’essere catturato dai turchi e condannato all’ergastolo.Pensate possibile che Erdogan lanci un appello al popolo invitandolo a scendere nelle strade e di proteggere il Paese, mentre vola su Francoforte, pronto a scendere a Berlino per inginocchiarsi davanti a Merkel supplicando asilo politico? E magari, dopo il no di Merkel, pronto a virare su Londra per comprendere le intenzioni della neopremier May? Ma per favore, solo a pensarci mi vien da ridere. Amici e colleghi, questo è il risultato di non conoscere ciò di cui si parla, magari sbraitando scemenze in un salotto televisivo».

Quindi, secondo te, dov’era il presidente?
«In vacanza, a Marmara. È salito sull’aereo diretto ad Ankara, poi ha preferito dirigersi a Istanbul, avendo saputo che c’erano migliaia di persone ad attenderlo, assonnate ma festanti. Fine del golpe, quattro ore dopo. Ma per cortesia, siamo seri finalmente».

Per te, insomma, è quasi una farsa?
«Se non ci fossero i morti, direi di sì».

Ma a chi ha giovato questo minigolpe, come lo hai chiamato?
«A Erdogan. È molto più forte. Magari spera di avere i voti per cambiare la Costituzione, e trasformare la Turchia in una Repubblica presidenziale».

La tua opinione?
«Spero di no, soprattutto per i miei amici turchi. E per i miei colleghi che in quel Paese rischiano ogni giorno la prigione. Se non peggio».

Antonio Ferrari, 16 luglio 2016, Il Corriere della Sera

Lui professionista con fonti privilegiate, io dilettante con occhi e orecchie: identiche le conclusioni. E chissà quanto tempo dovrà passare prima che – anzi, chissà semplicemente se – potremo riavere questa Turchia qui.

barbara

 

Una risposta

  1. mah, imho le cose che sostiene sono più o meno tutte al livello di definire pacifisti quelli della Mavi Marmara (e per quel che mi riguarda i giornalisti… gli esperti… che scrivono stupidaggini, o peggio, riguardo Israele, di rado risultano molto affidabili sul resto del mondo).
    Ad esempio “dimentica” che Yildirim è curdo, continua a spacciare la bufala del contrabbando di petrolio con l’Isis etc. etc.

    "Mi piace"

    • Guido Olimpio quando parla di Israele sarebbe da frustare a sangue mentre quando parla di terrorismo islamico è estremamente informato e fa analisi estremamente lucide. Poi indubbiamente tu hai più informazioni di me e non dubito che oltre alla Mavi Marmara ci siano altre puttanate, ma spero non mi dirai che questo “golpe” non puzza dalla testa ai piedi.

      "Mi piace"

  2. Se le cose stanno così – e per quanto ancora accadràààà… – la porta dell’Europa DEVE restare sbarrata, CHIUSA A DOPPIA MANDATA, anzi deppiùùù… -. E se sarà ripristinata la pena di morte ci sarà fortunatamente un effetto boomerang in questa direzione… Almeno lo spero!

    "Mi piace"

  3. Questa era comunque facilissima. Autogolpe di Erdogan, che in un par di giorni ha fatto piazza pulita di quasi tutta l’opposizione interna. Al costo di “soli” 200 morti.
    Un affarone. E un problemone per l’Europa, parlandone da viva…

    "Mi piace"

    • io non voglio fare il rompiscatole, non troppo almeno, e di sicuro non qui, ma ve lo devo dire: a scendere in piazza, contro il golpe, e ad ascoltare l’appello di Erdogan sono stati anche i militanti/simpatizzanti dell’opposizione, mica solo quelli dell’akp, anzi… e non solo: Erdogan l’appello “al telefonino” l’ha fatto solo grazie ad una giornalista del gruppo Dogan, ossia qualcuno con cui l’akp ed Erdogan si sono scontrati in maniera molto dura, per quale assurdo motivo avrebbero dovuto aiutare Erdogan in un “autogolpe”? In Turchia a questa cosa non ci crede nessuno, tantomeno gli oppositori di Erdogan…

      "Mi piace"

  4. Sembra che USa..e UE..riguardo alla Turchia” golpe..” quale..come..si mostrino solidali
    verso Erdogan..senza tenere conto di tutto quello che si prospetta e stà accadendo in Turchia..” repressione..violenze..etc..” nei confronti dei..rivoltosi ”?” anche se arresosi.
    Il tutto nel tipico clima..totalitarioislamico..Anche se rivoltosi..” ?” vengono lesi..certi diritti
    umani…poi il futuro..molto prossimo ci parlerà.
    Con tutto quello che ha creato di sporco, lurido durante la sua presenza..a cominciare da
    tutto quello che gravita intorno al terrorismo..cosa potrà succedere ..con NATO..il suo desiderio di..UE…” vedremo..come andrà.andranno poi i rapporti con questo Paese sempre piu’ orientato..verso l’ islamismo,i Fratelli..crocevia del terrorismo..il giustizialismo, corruzione..Definendo il governo è eletto democraticamente, per questo da difendere..e per tanto da dovere contrattare politicamente.
    ..
    E’ un Paese in parte in Europa..con Paesi confinanti deboli. Gran caos ci aspetta.

    "Mi piace"

Lascia un commento