DUE SPLENDIDI DESTINI

Che a me, a dire la verità, piace molto di più il titolo originale: La perla che ha rotto il suo guscio, sicuramente molto più realistico, perché parlare di destino splendido per una donna in Afghanistan, mi sembra davvero un po’ azzardato. È comunque un destino singolare quello di Rahima: è consuetudine, in Afghanistan, che se in una famiglia non ci sono figli maschi, la figlia più piccola si vesta da maschio e faccia tutto quello che fanno i maschi, ossia godere di una libertà che le femmine non possono neppure intravvedere. Ed è questo appunto il caso di Rahima, che ha il privilegio di poter godere di questa meravigliosa libertà… fino al momento della pubertà: poi, naturalmente, deve tornare a fare la femmina, coperta, silenziosa, chiusa in casa, obbediente. Soprattutto obbediente. Anche quando, ancora quasi bambina, le viene imposto il matrimonio – perché l’oppio costa, e suo padre non può farne a meno, e quindi non gli resta che vendere la figlia a un marito ricco (e mi ritorna in mente il tema di Leyla).
Il guscio delle perle è duro, come ben sa chiunque abbia provato a rompere con la forza un guscio chiuso, ma l’avere assaporato per qualche anno il divino gusto della libertà (compresa quella, fondamentale, di studiare), e l’esempio di una bisnonna molto speciale, le daranno la determinazione e l’energia necessarie a tentare l’impresa di infrangere le catene di quella schiavitù che sembra destino ineluttabile di ogni donna in quella infelice parte del mondo.
L’autrice è stata paragonata a Khaled Hosseini, autore di Il cacciatore di aquiloni, Mille splendidi soli e E l’eco rispose: direi che il paragone ci sta tutto, per l’ambientazione, per la forza narrativa, per il coinvolgimento che riesce a creare. Da leggere tutto d’un fiato.

Nadia Hashimi, Due splendidi destini, Piemme
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barbara

  1. E’ raccapricciante, triste sapere e constatare quante donne in massa sono costrette a vivere in condizioni altamente disumane in realtà dall’ amaro sapore atavico lontane da un
    senso civile della vita nel rispetto anche dei minimi diritti civili.

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  2. La ripulsa…mi riporta alla consegna domenicale a domicilio…insopportabile per i mie pochi
    anni di allora…che dovevo ritirarlo alla porta !
    ….Scorrendo i canali TV…sono passato da TV2000…clerical..con intervista in corso..la
    Morgantini…in maniera serafica edulcorava la Palestina..fornendone un’ immagine creata dal suo
    pensiero..mini apparizione di..giornalista..”simile..”.
    Tutta perbenino..compita e come sempre ben calata nel ruolo che sente ..al bando la realtà.I pesci..abboccheranno !?

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  3. In Albania c’è una tradizione simile, le “vergini giurate”: donne che, in assenza di eredi maschi, assumono in tutto e per tutto l’identità e i ruoli maschili. Si vestono da uomo, si appropriano di tutti i diritti maschili e hanno rapporti sessuali solo con donne. Con la differenza, rispetto al costume afgano, che questa (immagino) felice condizione si prolunga per tutta la durata della vita della fortunata.
    Mi chiedo se il legame tra consuetudini simili, a tanta distanza geografica e culturale, sia l’Islam o un’economia basata sulla pastorizia; che comporta uno stato di belligeranza permanente con le popolazioni circostanti e, di conseguenza, ampi privilegi per gli uomini…

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  4. Pingback: QUANDO LA NOTTE È PIÙ LUMINOSA | ilblogdibarbara

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