Anche qui, come nel precedente libro della stessa autrice, ancora Afghanistan, e ancora donne. Donne di ogni genere: la figlia, la madre, la matrigna, la suocera, l’amica, l’ospite, l’adescatrice, la volontaria, la prostituta; ognuna col suo carico di umanità, ognuna con qualcosa da donare.
Questa volta siamo nel tempo dell’invasione sovietica, e poi della guerra senza quartiere dei signori della guerra, tutti contro tutti, e poi dei talebani, del loro odio feroce per tutto ciò che è bello e buono, cioè per la vita, che infatti annientano spietatamente quanto più possono, ovunque ne vedano la minima traccia. Fortunatamente, oltre ai talebani, ci sono anche gli Uomini, ed è anche grazie a loro, oltre che alla straordinaria forza, allo straordinario coraggio delle donne (anche la fastidiosa adescatrice, sì, e anche la prostituta. Forse soprattutto la prostituta) che anche in questo libro possiamo trovare lo stesso messaggio che scaturiva dal precedente: per quanto lungo, per quanto buio sia il tunnel, prima o poi finisce, e si raggiunge la luce (sì, lo so, non è vero che c’è sempre un’uscita. Ma il fatto di non essere sicuri che ci sia non è una buona ragione per rinunciare a cercarla).
Bello quanto l’altro, intenso quanto l’altro, coinvolgente quanto l’altro, poetico quanto l’altro. Guai a voi se non lo leggete.
Nadia Hashimi, Quando la notte è più luminosa, Piemme
barbara
Ok, ho scaricato da Amazon anche questo; fra oggi e domani finisco il libro che sto leggendo e poi mi tuffo su questi.
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Non te ne pentirai.
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Dell’unica cosa che avevo da dire, hai già dato la risposta nella recensione.
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Che non sempre c’è l’uscita dal tunnel?
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Come hai fatto ad indovinare che mi riferivo a quello?
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Beh, dai, questa era facile.
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Spero che le speranze si facciano concrete..per arrivarci occorre la volontà per andare verso la civiltà.ma non basta se a chi lo desidera viene negato in partenza ogni minimo diritto.I paesi piu’ evoluti non hanno le capacità di fare da maestri, i meno evoluti
sono ancora troppo pieni di se e senza il minimo desiderio di fare dei passi per attraversare
il tempo che li allontana dai tempi reali…secoli.Soprattutto per la sfera dei diritti umani.E come spesso accade il primo bersaglio..è la donna!
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Eh sì, sempre lei.
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