Quella di Gessolungo, in provincia di Caltanissetta,
di proprietà del barone Giuseppe Calafato, dove, giusto per dare un’idea, si lavorava così
che il 12 novembre 1881 uccise sessantasei minatori, fra cui diciannove bambini, e ne rese invalidi altri quaranta (qui notizie dettagliate).
Poi il 14 febbraio 1958 si mangiò la vita di altri otto minatori (sì, la zolfara, naturalmente, come la curva assassina, la montagna assassina, la nebbia killer. Per non parlare del camion suicida dell’ineffabile Gad Lerner, a proposito della strage di Nizza).
E non dimentichiamo che tanti siciliani c’erano anche quel giorno a Marcinelle, di cui pochi mesi fa è ricorso il sessantesimo anniversario.
barbara
Sono andato a cercare la polemica del “camion suicida” che mi è parsa subito grave e che non conoscevo. Devo dire che però la questione mi pare destituita di ogni fondamento.
“La freddezza con cui ha guidato il Tir sulla folla per diversi minuti e lungo due chilometri della Promenade des Anglais, lasciano intuire che si trattasse di militante addestrato – scrive Lerner – Del resto nei giorni scorsi erano state pubblicate informative su autobombe pronte a entrare in azione in Europa. Come e peggio di un’autobomba, il massacro di Nizza. Se la matrice jihadista si delinea con chiarezza, senza bisogno di attendere la rivendicazione postuma dell’Isis, a turbarci è innanzitutto la nostra vulnerabilità. Chiunque di noi avrebbe potuto essere lì, fra gli schiacciati. Ma soprattutto: quanto è facile perpetrare un massacro di gente inerme che non se lo aspetta. Basta un camion. Ce ne sono migliaia dappertutto, ma basta un solo camion che si abbatta sul nostro formicaio umano. L’altro requisito imprescindibile è la disponibilità al suicidio del conducente di quel camion. Si sa che c’è solo l’imbarazzo della scelta, per gli strateghi contemporanei del terrore la manodopera pronta a “immolarsi” non manca”.”
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E’ nel titolo: http://www.gadlerner.it/2016/07/15/il-sangue-innocente-di-nizza-basta-un-tir-suicida-che-si-abbatte-sul-nostro-formicaio-umano/
Che se fosse un articolo di giornale potrebbe anche essere innocente, dato che il titolista è di solito persona diversa dal giornalista, ma trattandosi della sua pagina personale, la responsabilità è tutta sua.
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Il titolo può sembrare infelice, ma dal momento che è ben spiegato nel pezzo cosa volesse dire, la polemica è pretestuosa. Dal momento che l’argomento è serio, andrebbe evitata.
La scelta è tra condividere il buon pezzo o lamentarsi del titolo meno buono (o magari passare semplicemente oltre). E la scelta dice chi siamo e che intenzioni abbiamo.
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Esatto: io sono una persona cattiva e ho intenzione di frustare a sangue Gad Lerner.
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Ahah, questo non è vero!
Però sei libera di raccontarla così
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Non è vero che sono cattiva o che voglio frustare Gad Lerner? (sono vere entrambe, fidati).
Comunque non sono d’accordo nel merito: il titolo è il biglietto da visita, quello che, se non leggo l’articolo, ovviamente non so che cosa dici, però so esattamente di che cosa parli, e qui mi si dice che si parla di un povero tir affetto da depressione con impulsi suicidi. E dopo che ho letto questo, di andare avanti a leggere il resto non ho più la minima voglia. Se ti invitassi a cena e come aperitivo ti offrissi la mia pipì fresca di giornata, avresti voglia di assaporare antipasto primo secondo contorno e dessert?
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Se sei cattiva e vuoi frustare Lerner e non lo fai (almeno, non risulta), allora sei tutta chiacchiere e distintivo. Non ti sfuggirà che abbaiare è diverso da mordere. Quindi non sei cattiva, magari covi solo cattivi sentimenti, ma fino a prova contraria sei inoffensiva.
Se le tue opinioni si basano sui titoli e non leggi gli articoli, capirai che non meritano troppa considerazione. Il passo successivo è guardare solo le figure, te ne rendi conto, vero?
Comunque non ti commentavo da circa dieci anni. Mi fa piacere trovarti sempre in forma 🙂
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La cattiveria aiuta a mantenersi in forma.
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🙂
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Caro Francesco Nardi, non ti sei accorto che il termine “musulmano” o “islamico” non è MAI citato nel pezzo che hai trascritto? Era un terrorista marziano? Non rispondeva ad alcuna ideologia? O, more solito, il nostro ritiene che certe ideologie / costrutti culturali siano al di sopra di ogni sospetto? Un po’ come se la Notte dei Cristalli fosse stata opera dei singoli Franz e Otto e la responsabilità fosse solamente singolare e slegata da quella “base comune” che ha un nome (in quel caso) ben preciso. Come ce l’ha in questo caso…
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Lei è in cattiva fede. Oppure non sa leggere.
“Se la matrice jihadista si delinea con chiarezza, senza bisogno di attendere la rivendicazione postuma dell’Isis, a turbarci è innanzitutto la nostra vulnerabilità”.
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scusi se interloquisco, ma la domanda era se nell’articolo fusse se comparissero le parole “musulmano” o “islamico”: non è questione di saper leggere o meno, proprio non ci sono
e non perché sarebbero fuori posto, ma perché Lerner (padronissimo, eh?) ha evitato di scriverli, pur potendolo fare senza mentire o diffamare chicchessia
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Ok. È in cattiva fede.
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(scusate, m’e sfuggito un “fusse se”, chiedo perdono
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Piano, per favore… “Jihadista” e “isis” sono 2 parole messe all’uopo per cercare di salvare l’ideologia sottostante, quella che fa da base comune anche ai cosiddetti “moderati”. Scrivere “islamico” e “musulmano” avrebbe avuto tutt’altro peso. Avrebbe significato che l’ispirazione prima di tali azioni è insita proprio in un testo “sacro” che fa da base altrettanto pericolosa alla fede ed alla cultura di un sacco di altre persone. Le quali quindi possono ad un certo punto “deviare” dalla propria “moderazione”, comunque tutta da verificare, visto che all’atto pratico i condizionamenti macro e micro saltano fuori tutti e inesorabilmente. A cominciare dal pasto Halal…
Lerner è furbo, navigato, scafato. Non sceglie vocaboli a caso nè ne omette altri altrettanto a caso.
Se io sono in cattiva fede, e non lo sono, al più sono un pochino malizioso, malizia che svanisce se si conosce il soggetto Lerner, lei è proprio ingenuo. Non vorrei fino al punto di esercitare un autoconvincimento da “whishful thinking” che “salva” una struttura di pensiero paragonabile al nazismo unicamente perchè sono un miliardo e non tutti sono estremisti e non tutti hanno fatto del male a degli ebrei.
Il rischio è quello di diventarne complici silenziosi, come del resto lo sono già i musulmani “moderati”.
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Sì, ma ora si calmi. È passato tutto.
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Sono calmissimo… ho solo spiegato il pensiero.
Ed è passato tutto, per il momento.
(contenti voi…)
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Stiamo parlando dell’individuo che, a parte il miliardo di altre cose a suo carico, si è fatto raccomandare, a macello ben inoltrato, presso Assad, e la raccomandazione era accompagnata dall’annotazione che “è vero che è ebreo, però è una persona per bene che odia Israele”. E, come dice l’altro Francesco di nostra frequentazione, no digo altro.
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No, no, a me di Lerner importa un fico secco. Io commentavo il tuo post, mi sono fatto incuriosire da quello che hai scritto, quindi ho verificato e messo in evidenza che si trattava di una imprecisione.
Così come impreciso era il commento qui sopra di Abest.
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Cioè tu dici che se uno nel titolo parla di un tir suicida io poi dovrei avere voglia di leggere l’articolo. E quindi se io ti offro per aperitivo la mia pipì mi confermi che poi resti qui a farti servire tutta la cena. Conoscendoti dal tempo in cui eravate tutti nipotini del mio ex cognato coon, ti facevo di gusti migliori.
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No, Barbara, no, se leggo un titolo del genere mi chiedo: “possibile che questo è così pazzo”? Così controllo, leggo, e infatti, almeno in questo caso, non lo è.
Resteremo sempre nipotini di coon.
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Certo: tu sei giovane e quindi hai molto più tempo davanti per concedere seconde chance. Io che già di mio a concedere seconde chance sono così poco propensa, il mio tempo residuo preferisco dedicarlo ad altro. In ogni caso chi scrive un titolo simile è un tale imbecille che non merita di essere letto. Tanto più se l’autore del titolo lo conosco da decenni e da decenni non ha mai smentito la sua fama di imbecille. E tanto piuissimo se ho avuto modo anche di vederlo da vicino, e dopo sei anni ancora non mi sono ripresa dal trauma.
Un coon è per sempre, come un diamante (a lui effettivamente una seconda chance l’avevo concessa, ma si è mangiato anche quella e così è diventato definitivamente ex).
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…Nonostante l’ articolo..di Lerner ..non sono altro che dei terroristi ..specializzati in altro rispetto a quelli che lui difende e se ne fà paladino cioè i terroristi di Gaza..Palestina.
La zolfara..quelle immagini ricordo di averle viste tanti anni fà..forse al cinema..cinegiornale.
Rimasi colpito dalle condizioni a dir poco disumane con grandi rischi per la salute..e anche
incidenti mortali. Il guadagno..credo molto esiguo e probabilmente poco piu’ che sufficiente
per il solo mangiare…Da immaginarsi se poi veniva meno..l’ unica fonte di quel misero so
stentameto…. Alcune date di certi incidenti..vero massacro non sono poi così lontani nel
tempo.
E..quanti situazioni simili ancora sono una realtà..e chi vi lavora forse è contento di potere sfamare la sua famiglia..Quante vite interrotte,ragazzi diventati di colpo uomini..privati di un
minimo di educazione e ogni giorno si ripete senza una speranza di migliorare.
Se…certi esseri avessero un minimo di sentore..coscienza scendendo dai loro piedistalli
dei posti di comando arriverebbero a capire……….dove c’ è realmente bisogno di fare.
Basti pensare a tanti paesi dove la gente vive..molto al disotto della soglia di povertà,senza
alcun diritto.
Certe istituzioni si sono manifestate oltre che pericolose, inutili..
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Hai proprio ragione.
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A proposito di autobus:
Ieri stavo seduto dinanzi al semaforo, pensando agli affari miei e aspettando pazientemente che divenisse verde, benché non ci fosse quasi traffico.
Una macchina si fermò accanto a me. Aveva un adesivo attaccato al lunotto posteriore rappresentante una bandiera australiana bruciacchiata, lo slogan “Ricordate l’11 settembre” dipinto con lo spray sulla fiancata, ed era piena di giovani barbuti musulmani vocianti, che gridavano slogan contro gli australiani.
Improvvisamente gridarono “Allah Akhbar!”, e partirono sgommando prima che la luce del semaforo cambiasse. Arrivando all’improvviso all’incrocio, a tutta velocità, un autobus andò a sbattere direttamente sulla loro automobile, distruggendola completamente e uccidendo tutti coloro che erano a bordo.
Per parecchi minuti rimasi seduto nella mia automobile riflettendo e dicendomi: “Accidentaccio cane! Sarebbe potuto toccare a me!”
Così oggi, rapido e di buon’ora, sono uscito di casa ed ho ottenuto il posto di conducente di autobus.
(Fonte: http://pardonuovo.myblog.it/2016/07/18/joke/ )
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Gustoso, ma decisamente poco realistico: se sei ferma al semaforo in prima fila (stavo seduto dinanzi al semaforo e Una macchina si fermò accanto a me), per dirne una, sei a cinque sei metri dall’incrocio: per quanto sgommi è un tantino difficile che raggiungi una velocità tale da fare uno schianto che uccide sul colpo tutti gli occupanti.
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beh, dipende dalla velocità a cui arriva il bus che ti prende sul fianco…. col semaforo verde (per lui) di solito è sufficiente
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Un bus che attraversa un incrocio cittadino ad alta velocità?!
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Ma è una barzelletta! Non tira un sorriso quell’ “Accidentaccio cane! Sarebbe potuto toccare a me!” (…di essere l’autore, incolpevole, di un incidente provvidenzialmte mortale)?
Sono cattiva? Sì.Per giunta, vorrei che fosse raccontata a Gad, ne avrebbe un travaso di bile!
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Ovvio che è una barzelletta: chi mai potrebbe prendere per vera una storia così assurda.
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ce ne sono, oh se ce ne sono….poi di utilitarie gonfie di terroristi non ne centrano mai, ma di manovre spesse e sgarbate ne ho viste parecchie
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uhm
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