POPOLO DI UN DIO GELOSO?

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Probabilmente molti di voi avranno già sentito di questa cosa scandalosa, denunciata già in molti siti, ma preferisco parlarne anche qui.

Cari amici,

 ci avevamo creduto. O meglio, alcuni di noi ci avevano creduto, si erano illusi. Dopo infiniti convegni, confronti, visite papali ed episcopali, conferenze pubblicazioni dichiarazioni. Avevamo creduto che l’antisemitismo tradizionale della Chiesa (quello che per essere educati bisogna chiamare “antigiudaismo”) fosse stato gradualmente abbandonato di fronte alla lezione della Shoah. Certo, il Vaticano era stato l’ultimo a riconoscere Israele e l’atteggiamento antisraeliano è ancora diffuso nel mondo cattolico dall’associazionismo di base su su fino alla segreteria di stato. Anche se, sono felice di riconoscerlo, le eccezioni ci sono, e non poche.
Ma ci eravamo illusi che questa fosse per l’appunto una posizione politica (sia pure miope e vile) intesa a mostrare al più forte, e al più violento, quello che può fare danni gravi, cioè i musulmani. E’ un calcolo che avrebbe senso, visto che gli islamici sono circa cento volte più numerosi degli ebrei (1,6 miliardi contro 16 milioni circa), salvo il piccolo problema che essi puntano da sempre alla distruzione del cristianesimo dopo quella dell’ebraismo: con le buone (le conversioni) o di nuovo come un tempo con le cattive (con le stragi). Ma il punto della diffidenza cattolica per Israele non è politico, non solo. E’ molto più radicale. Non è solo antisionismo, ma anche spesso antisemitismo. O meglio era tutte e due le cose, a conferma che esse non si possono distinguere, l’una sfocia sempre in definitiva nell’altra.
I più accorti fra noi se n’erano accorti da tempo, da quando per esempio nel 2009 (quasi contemporaneamente alle seconda visita papale alla sinagoga di Roma, con sfoggio di “fratelli maggiori”, ma accurato silenzio su Israele) era uscito il documento ecumenico “Kairos Palestine”, firmato da esponenti di tutte le correnti cristiane, inclusi i cattolici, in cui si legava una posizione politica radicalmente filo-palestinese a una “teologia della sostituzione” per cui in sostanza si sosteneva che a causa delle loro malefatte gli ebrei avevano perso il titolo alla loro “elezione” (termine che corrisponde male alla lettera del testo biblico che parla di “am segulah”, popolo che appartiene a Dio, fa parte del suo tesoro).
Gli ebrei ormai tornati in maggioranza nella loro terra ancestrale, anche per questo gesto storico secondo le chiese cristiane rappresentate non avevano ruolo nella vicenda della salvezza, era solo un ostacolo, un momento di oppressione da eliminare. Poi da Roma erano arrivate delle precisazioni che no, non si intendeva contestare l’”elezione” biblica; ma in realtà il documento antisraeliano era l’ultima perla di una collana che risaliva alle idee dei primi secoli del Cristianesimo, per cui Israele non era più quello di una volta, avendo rifiutato di riconoscere Gesù, e la Chiesa era diventata lei il “verus Israel”.
Storie vecchie, dunque, parzialmente cancellate ma costantemente riemergenti. Qualcuno di nuovo si era illuso che il dialogo avrebbe superato questi “malintesi”.
Che però continuano.

E l’altro giorno, grazie a uno scoop di Giulio Meotti sul “Foglio”, per quel che ne so né smentito né ripreso da alcun altro giornale nazionale (http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/03/10/news/a-venezia-un-convegno-di-biblisti-italiani-contro-l-ebraismo-ambiguo-124566/)  è venuta fuori un’altra espressione contemporanea di questo “odio antico” di cui la Chiesa ha fatto oggetto gli ebrei, almeno a partire dalle prediche genocide di San Giovanni Crisostomo nel IV secolo.
Chi ha espresso questa posizione antiebraica di principio non sono i fanatici terzomondisti di “Pax Christi”, e nemmeno i cristiani politicizzati e nazionalisti del mondo arabo. E, lo ripeto, è cosa di questi giorni, non siamo nel XVI secolo, quando il Papa Pio V rispose al Duca di Ferrara Alfonso II d’Este che gli chiedeva una benedizione per il terribile terremoto del 1570 subito dalla sua città che in sostanza il terremoto era colpa sua, dato che ospitava parecchi ebrei, come racconta il numero di “Le scienze” in edicola in questi giorni (http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2017/03/01/news/il_terremoto_che_ha_deviato_il_po-3442212/ ). Si tratta molto più tranquillamente dell’associazione cattolica dedicata a promuovere lo studio delle Scritture, riconosciuta dalla Conferenza dei vescovi italiani e ripetutamente onorata dell’attenzione papale (l’ultima volta pochi mesi fa https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/09/15/0644/01453.html) : l’Associazione Biblica Italiana (http://www.associazionebiblica.it/ ).
Questa associazione, forse un po’ stanca di occuparsi del libro dell’Esodo, del profeta Ezechiele o delle “parabole della misericordia”, ha scelto per il suo prossimo convegno che si terrà a Venezia in settembre, questo tema: “Israele popolo di un Dio geloso: coerenze e ambiguità di una religione elitaria”. Carino, non vi pare?
“Dio Geloso è un vecchio errore di traduzione, perché l’aggettivo originale in Dt 5:9 è “qanà” che significa innanzitutto zelante e nel testo (il terzo comandamento) se ne intende sottolineare la misericordia: si dice che le colpe dei padri ricadono sui loro discendenti per tre o quattro generazioni, ma i meriti per mille. Ma questa cattiva traduzione è una delle basi dell’antigiudaismo cristiano: il Dio dell’”Antico testamento” sarebbe cattivo, crudele, privo di pietà e di amore; diventerebbe buono solo nel “Nuovo” come “padre” di Gesù; anche se allo stesso tempo si sostiene che sia lo stesso.
Ci fu nei primi secoli della Chiesa una posizione che proponeva di eliminare del tutto l’Antico Testamento” il Dio cattivo e gli ebrei malvagi che lo adoravano; essa si definisce marcionismo da nome del suo fondatore, il vescovo Marcione (https://it.wikipedia.org/wiki/Marcione ); fu dichiarata eresia, ma spesso riemerge. Per chi avesse dubbi sul significato del titolo del convegno, mi permetto di citare ancora dal programma reso pubblico da Meotti e ripeto, a quel che ne so non smentito: Il convegno intende parlare delle “radici di una religione che nella sua strutturazione può dare adito a manifestazioni ritenute degeneranti”. […] L’ebraismo avrebbe come conseguenze spesso il “fondamentalismo” e “l’ assolutismo”: “Il pensarsi come popolo appartenente in modo elitario a una divinità unica ha determinato un senso di superiorità della propria religione”.
Dunque è questo quello che, fra uno studio del libro di Esdra e uno delle lettere di Paolo, pensano dell’ebraismo i bravi biblisti cattolici: “ambiguo”, “degenerante” “fondamentalista”, “assolutista”, “elitario” affetto da “senso di superiorità”. Neanche parlassero dell’Isis, che invece non merita la loro attenzione.

Dispiace, ma bisogna dirlo, sono espressioni che non sarebbero dispiaciute alla propaganda nazista e che peraltro sono state coltivate a lungo dalla stampa cattolica e in particolare dalla rivista dei gesuiti “Civiltà Cattolica” dalla fondazione nel 1850 per oltre un secolo, ben dopo la fine della Seconda guerra mondiale, come ha documentato David Kerzner (http://www.davidkertzer.com/it/libri/i-papi-contro-gli-ebrei ).
Vorrei anche aggiungere che sono parole non dissimili da quelle che nel libro di Ester Haman, il visir che vorrebbe eliminare il popolo ebraico dalla faccia della terra rivolge al re: “C’è un popolo separato e disperso fra i popoli di tutte le provincie del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo, e che non osserva le leggi del re; non è quindi interesse del re tollerarlo. Se il re è d’accordo, si faccia un decreto per distruggerlo” (Ester 3: 8).
E’ un discorso fatto più o meno 2500 anni fa, che è registrato nelle Scritture ebraiche come il prototipo dell’antisemitismo. Proprio oggi cade la festa di Purim in cui gli ebrei festeggiano il fallimento di questo progetto. O meglio: di quella singola concreta espressione della voglia di far pagare a questo “popolo separato” la propria “separatezza, cioè, diciamocelo, il carattere “ambiguo”, “degenerante” “fondamentalista”, “assolutista”, “elitario” affetto da “senso di superiorità”.
Non mi sogno naturalmente di dire che i bravi biblisti siano paragonabili a Haman o alle sue riedizioni moderne, da Torquemada al capo ucraino Chmel’nyc’kij fino a Hitler. Non dubito che siano pacifici, antirazzisti e antinazisti e che nutrano orrore per i genocidi. Manca loro evidentemente il carattere demoniaco, l’orribile grandezza del male assoluto. Ma se davvero hanno scritto le parole che “Il foglio” ha attribuito loro, bisogna ammettere che di fatto stanno riproponendo alcuni dei pensieri che hanno alimentato e giustificato le grandi persecuzioni.

La festa di Purim insegna agli ebrei a ricordarsene, a vigilare, a cercare di cavarsela impegnandosi nel dialogo quand’è possibile (Ester parla e fa molto di più col re), ma senza ingenuità, essendo anche pronti a fuggire dalle persecuzioni e a difendersi quando si può.
Questa difesa dall’antisemitismo oggi, grazie al Cielo, esiste, si chiama Israele ed è proprio per questo suo ruolo di autodifesa degli ebrei che gli antisemiti la odiano ferocemente. A tutti i miei amici e innanzitutto allo Stato di Israele, auguro “Purim sameach” un felice Purim.

Ugo Volli

PS: Dopo aver scritto questa cartolina ho trovato su Facebook una versione del programma del convegno diversa (questa: https://www.polarisoffice.com/d/2RQfBvF8 ), che chi l’ha pubblicata sostiene aggiornata dopo la pubblicazione dell’articolo sul Foglio e le proteste dei vertici dell’ebraismo italiano: “Dio geloso” è finito fra virgolette, le più oltraggiose espressioni citate da Meotti non si trovano più. Dimostrazione forse che protestare serve. O che l’Associazione Biblica non intendeva porre i temi che ho discusso, non consapevolmente. Ma il cuore del problema, l’antigiudaismo teologico, resta lo stesso.   (uv) http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

E sarà anche banale dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ma resta sempre una grande verità.

barbara

 

Una risposta

  1. Il programma originiario del convegngo io l’ho letto al link che riporto in coda. Un capoverso recita:
    “Se ciò è vero a parte dei, va rilevato che a parte hominis il pensarsi come popolo appartenente in modo elitario a una divinità unica ha determinato un senso di superiorità della propria religione e lo ha indotto a segnare confini di separazione rispetto agli altri popoli, adducendo motivazioni religiose per differenziazioni culturali.”
    http://www.mosaico-cem.it/articoli/primopiano/associazione-biblica-italiana-presentazione-programma-del-convegno-israele-popolo-un-dio-geloso-coerenze-ambiguita-religione-elitaria-al-centro-delle-polemiche

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  2. Proprio in quanto a cristiana, capisco poco (o meglio dire, non capisco per nulla) l’antisemitismo ecclesiastico.

    Soprattutto quando, ad ogni messa il prete racconta della morte di Gesù, e sempre a me è parso che i colpevoli fossero i nostri ‘cari’ antenati romani (beh, poi il popolo romano cadde sotto i barbari, quindi più facilmente noi discendiamo dai barbari, ma questo non c’entra). Ogni volta che sentivo la storia di Gesù crocifisso, cominciavo a chiedermi: ‘Embè? Dove sono gli ebrei che hanno ucciso Gesù?’. Qualcuno mi vien fuori a dire ‘ma Giuda era un ebreo!1 (l’1 ci vuole)’. E io dico: ‘Per forza. Gesù era israeliano, quindi è ovvio che fosse circondato principalmente da ebrei. Ma Giuda era UN ebreo. Anche Gesù era ebreo, anche la Madonna, Giuseppe e tutti gli altri, gli apostoli di Gesù. e penso al di fuori di Israele anche molti egizi, anche molti arabi (si, quelli dell’odierna Arabia Saudita). Giuda era una mela marcia come ne esistono in tutte le società, ma sinceramente a me pare una forzatura attribuire le colpe di Giuda aglie ebrei, quando a me par sempre che la colpa fu dei romani. Quando è la Bibbia stessa a parlare e raccontare storie di ebrei, onersti e non.

    Non sono ebrea ma mi dichiaro sionista (conoscendo il significato di questa parola, al contrario degli ‘antisionisti, non antisemiti’), e quando leggo lo scritto di un antisemita (dal personaggio di spicco allo sfigatello pallestinaro dei centri sociali o al nazistello brufoloso) mi viene il nervoso.

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      • Si anche quello. Il fatto che non serve a niente lottare, non serve a niente informare e sapere, che dobbiamo rassegnarci ai nazisinistronzi e all’islam.

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      • Premetto che son d’accordo sia con l’articolo di Meotti, sia con il post della sig.ra Barbara, sia con il tenore di tutti i commenti. Ma il controcanto è cosa inutile, a mio parere; ritengo invece opportuna qualche parola sull’espressione la colpa fu dei romani.
        Dal punto di vista romano la vicenda relativa alla morte di Cristo è cosa di poco conto, e quel comportamento era per loro una regola. I Romani si son comportati come sempre dal 146 a.C., tanto per fissare una data, fino al 3° sec. d.C., in base al principio dell’autonomia amministrativa. Poiché alla domanda di Ponzio Pilato, il suo quid est veritas, Gesù rispose con quel ego sum veritas che per un romano era solo un nonsense se non una presa per i fondelli, il buon Ponzio, benché gli fosse chiaro il feroce fanatismo della piazza, ritiene di attenersi al principio che sempre informò la politica romana nei confronti dei popoli sottomessi. Va anche detto che i romani hanno inflitto anche ad altri tale trattamento, non giudicabile con metro moderno: gli epiroti furono semplicemente cancellati dalla faccia della terra, e come tanti altri, non avendo quel che di irripetibile avevano gli ebrei, se ne è persa ogni traccia, a parte il nome della regione.

        Quel che fa dell’ebraismo un fenomeno eccezionale è il non essersi mai piegati a nessuno, nemmeno ai romani, per i quali in nessun caso (ovviamente, sempre dal loro punto di vista) si poteva venir meno alla regola del parcer victis, debellare superbos. E finché ne ebbero la forza, non abdicarono mai a tale principio. Senza di esso – qui ho in mente quel discendiamo dai barbari – il mondo come lo conosciamo noi, con strade acquedotti e diritto, non esisterebbe proprio. Poteva esistere forse un mondo migliore, ma resta da dimostrare. Quindi, culturalmente parlando, se non vogliamo scomodare la genetica, e non mi pare il caso, o noi discendiamo dai romani, nel senso inevitabilmente lato del termine (“romano” non indica una razza e neppure una etnia, fin dagli albori della loro storia) o è meglio lasciar perdere le discendenze, ché non discenderemmo da nessuno.

        Non sono ebreo, forse neanche sionista: sono fottutamente filoisraeliano. Direi però che non è il caso di mobilitare affermazioni intessute del più banale anti-imperialismo, che si adattano molto meglio a chi è filopalestinese. Gli ebrei si sono scelti la loro storia nonostante tutto, e se non sono il popolo eletto – e per me, se non ateo almeno agnostico, non lo sono – sono certamente un popolo eccezionale, in senso positivo, e per questo odiato da tutti. E si sa che l’odio è il rovesciamento dell’adorazione.
        Per questo sono filoisraeliano: perché un popolo così, cui è stato fatto tanto male, merita non solo di esistere, ma anche dove esistere in pace.

        p.s.
        Mi ripeto, perché la mia prolissità non faccia sfuggire l’essenziale: i soli che non hanno perseguitato gli ebrei in quanto ebrei, ma hanno tentato di sterminarli e li hanno dispersi perché violavano il principio su cui si reggeva tutto l’edificio della loro civiltà politica, sono i romani, ai quali non andrò altrettanto bene con i cristiani per una questione di numero e dunque per i rapporti di forza. Ma tentarono di fare la stessa cosa anche con i cristiani, e avrebbero tentato anche con i musulmani se fossero esistiti ai tempi loro.

        p.p.s.
        Mi scusi la sig.ra Barbara per il lungo intervento, ma a mio parere far confliggere, sia pure sotto traccia, romanitas ed ebraismo non è cosa particolarmente sagace.

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        • Benvenuto su questi schermi (il fatto che sia andato in moderazione mi fa ragionevolmente supporre che sia la prima volta nei cinque anni e qualcosa di esistenza di questo blog), e grazie per il ricco contributo (non oso immaginare che cosa avrebbe fatto di questo tema la Signorina, per esempio).

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        • Lei si sbaglia. Non è la prima volta. Forse la seconda, o la terza.
          Va da sé che su questi temi l’oca signorina avrebbe fatto di meglio, e soprattutto di più.

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        • Per spiegarlo non basterebbero un paio di mesi. Diciamo che è un’oca convinta di essere un’aquila, una cozza convinta di essere una strafiga bestiale al punto da mandare in tilt gli ormoni dei suoi scolari, per tacer del resto. E si dà arie da storica con un’ignoranza che potrebbe fare concorrenza a quella di mia madre che aveva la terza elementare.

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    • non che me ne freghi più di tanto,ma nel vangelo si stigmatizzano comportamenti,nn si assegnano colpe,quindi nemmeno i “romani” hanno colpe,almeno nn come popolo…quanto all’essere ns antenati,prima stabiliamo cos’erano i Romani,quelli di Bisanzio erano Romani?
      Loro si ritenevano tali!
      Ai tempi dei vangeli si ritenevano Romani in quasi tutta l’Italia e se nn c’è stata una sostituzione totale della popolazione l’avvento dei barbari li ha aggiunti ai ns antenati,certo nn sostituiti.

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  3. Io davvero non capisco come qualcuno possa legiferare sulla validità dell’elezione ebraica. Gente che tra l’altro non è andata a votare ed oggi incolpa altri del proprio errore.
    Si scagliano contro i pagani, ma a natale baciano il piede ad un bambolotto, a causa della transustanziazione bevono sangue e mangiano carne del loro dio ogni volta che fanno la comunione e si occupano più delle anime che dei corpi, aderiscono al comandamento sul non avrai altro dio ecc., ma lo fanno trino. Nessuno glielo impedisce, sia chiaro, ma non rompano le balle agli altri.
    Stasera sono più diplomatica del solito, mi complimento con me stessa. Se il commento non piace si può eliminare, ma mi innervosisco 🙂

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  4. Non c’ è il minimo dubbio, qui Volli come in tutte le altre Cartoline…ci trasmette in maniera sostanziosa..e peraltro riscontrabile di tanti fatti..non solo recenti.
    La Chiesa Cattolica..molto spesso ha agito..agisce in maniera sporca..” riscontrabile..”..ma
    anche in questa ci possono essere delle belle persone..
    Nel nome del suo Dio..ha fatto stragi,persecuzioni..violenze. Non molto lontane…basti pensare ai Valdesi..Il Dio del cattolicesimo lo hanno trasformato nell’ immagine di un satana.
    E nei confronti degli ebrei hanno fatto fino dai suo albore una grande campagna persecutoria con varie tipologie legate a tempi..occasioni.
    Poi..basti pensare al riconoscimento..di Israele come Stato..fra gli ultimi in discreta compagnia di Stati dittatoriali..come minimo..
    E adesso..abbracci..sorrisi con Mazzen..e subito pronti nel riconoscere la Palestina come
    Stato..poco importa se di stampo terroristico e con il principale scopo di distruggere Israele.
    ..Tempo fà .mi hanno dett,.pochi anni,stai a vedere che il Papa in un certo senso si troverà d’ accordo
    con l’Islam.

    Ogni tanto..passa un pifferaio..e suona ogni volta e con voce saudente..parla sempre di
    Israele..La gente è così presa dalla musica ripetitiva, ossessinante..solo le parole variano
    anche se il tema di fondo piu’ o meno bene espresso è lo stesso..Antisemitismo.
    E se lodicono è vero..e come la catena di S.Antonio cresce convincendoli e poi a convincere. In fondo è così..1bugia ripetuta..100….600000…10000000 di volte…E’ la verità!

    Spero che qualcuno..di ben erudito possa essere fra gli spettatori..” del convegno di Venezia..” e possa intervenire nei commenti.

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  5. Michelangelo potrebbe aver descritto la Passione del Signore, pur non esplicitamente rappresentata nella Cappella Sistina, tramite l’identità del supplizio e nella somiglianza fisica tra Aman crocifisso dipinto sulla Volta e il Gesù Giudice del Giudizio Universale. Michelangelo avrebbe così indicato tramite la somiglianza fisica, che allude a una somiglianza funzionale, e il medesimo supplizio, che Gesù sarebbe morto durante un carnevale ebraico, almeno per quanto riguarda la prima parte della Passione.
    Nel libro biblico di Ester, Aman primo ministro persiano scoperto che il suo rivale Mardocheo è ebreo, cerca di ucciderlo insieme con tutti i connazionali. Alla fine però sarà Mardocheo a far uccidere Aman sulla forca che preparò per lui. Gli ebrei nella festa religiosa carnevalesca di Purim ricordavano e ricordano tuttora, la salvezza degli ebrei e la morte del loro persecutore. Gesù sarebbe morto sulla croce interpretando (anche) il ruolo di Aman. Michelangelo, in tal modo anticipò di quattro secoli l’ipotesi dell’antropologo e storico delle religioni scozzese Sir James George Frazer (1854-1941) che con il suo lavoro: La crocifissione di Cristo del 1900 espresse per primo in modo formale e più approfondito tale ipotesi. Cfr. ebook/kindle. La Passione di Gesù negli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina.

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    • Con tutto il rispetto per Frazer – sarà poi un caso che questa parte è stata dall’autore stesso lasciata fuori dall’opera definitiva? – questo è delirio allo stato puro. Tanto più che fra Purim e Pesach c’è un intervallo di un mese, il che già in partenza esclude qualunque nesso fra i due eventi. In secondo luogo la crocifissione, metodo di esecuzione capitale usato dai romani, non è mai stato in uso fra gli ebrei, il che esclude la possibilità anche solo teoriche di una messinscena di questo genere.

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